Il distretto cartario lucchese comprende 12 Comuni (Capannori, Porcari, Altopascio, Pescia, Villa Basilica, Borgo a Mozzano, Fabbriche di Vallico, Gallicano, Castelnuovo Garfagnana, Barga, Coreglia Antelminelli, Bagni di Lucca) ed ha un’estensione di circa 750 kmq.
Dal punto di vista morfologico l’area è caratterizza nella parte nord dalla presenza delle Alpi Apuane, che, inserendosi tra il litorale marino e il retropaese appenninico, formano una grande vallata inframontana: la Media Valle e la Garfagnana percorsa dal sistema fluviale del Serchio. La zona a sud risulta invece caratterizzata da una ampia zona pianeggiante di tipo alluvionale, la piana lucchese, che si estende sino al territorio pesciatino della Valdinievole.
Alla ricchezza d’acqua e ai venti di tramontana che caratterizzano queste due aree, oltre che alla posizione baricentrica rispetto all’Italia e al bacino del Mediterraneo, si deve la tradizione secolare, risalente al XIII secolo, della produzione della carta.
In passato, infatti, la risorsa principale per impiantare un opificio da carta era rappresentata dalla presenza sul territorio di un fiume dall’acqua pura e dal flusso uniforme. Il ruolo
36 Questa sezione è tratta in gran parte da: Camera di Commercio di Lucca e Mastercarta & cartone. http://www.lu.camcom.it/economia/welcome.php?sett=3&cambialingua=it
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dell’acqua era duplice: da una parte era la forza motrice indispensabile per muovere le macchine della cartiera, le pile a magli e l’olandese; ma nel contempo rappresentava anche una delle più importanti “materie prime” per la fabbricazione della carta a mano, detta anche “al tino”.
Il distretto nasce dalla lungimiranza di grandi imprenditori che, negli anni sessanta e settanta, con il loro talento, il loro coraggio e la loro capacità di lavoro lo hanno sviluppato raggiungendo posizioni di avanguardia. “È nostro compito e responsabilità far sì che le straordinarie caratteristiche di questo distretto, il suo know-how e la capacità di innovazione, non vadano dispersi e non diventino terreno di conquista estera”, ha detto Luigi Lazzareschi, Amministratore Delegato del Gruppo Sofidel, in una recente intervista riportata in Appendice 6. “Sarà la cultura di impresa a giocare un ruolo cruciale nel mantenimento della leadership di questo network unico al mondo”. Proprio all’azienda di Porcari sarà dedicata tutta la seguente parte del lavoro inerente il case study.
Nel complesso, il settore cartario e cartotecnico del distretto comprende più di 100 aziende, con un fatturato pari a quasi 3.500 milioni di Euro ed un numero di occupati oltre le 6.500 unità. Questi numeri sono solo parte del distretto, che al suo interno annovera anche una componente relativa al settore metalmeccanico, in particolare quello legato alla produzione dei macchinari, con un fatturato di oltre 2.500 milioni di Euro ed un numero di occupati di oltre 8.000 unità.
Il 78% delle imprese è costituito da cartiere che producono carta per ondulatori, tissue e cartoni per usi industriali, alimentari e imballi, mentre il restante è costituito da cartotecniche. Il distretto, con circa 900.000 tonnellate annue, detiene il controllo di circa l’80% della produzione nazionale di carta tissue (il 17% di quella europea) e, con circa 1.000.000 di tonnellate annue, un valore prossimo al 40% della produzione di cartone ondulato nazionale (il 5% del dato europeo). È stato il tissue negli ultimi anni a tenere al riparo dalla crisi il distretto, compensando le battute d'arresto registrate dal cartone per imballaggi, il quale risulta legato strettamente alla congiuntura industriale.
L’industria cartaria e cartotecnica rappresentano, insieme con l’industria metalmeccanica, più del 50% della forza lavoro impiegata ed oltre il 60% del fatturato industriale della provincia di Lucca.
132 Tabella 18: Il distretto cartario lucchese
Dimensioni del distretto N° Comuni 12
Estensione territoriale Circa 750 Kmq Settore cartario e cartotecnico
N° aziende Oltre 100
Fatturato Cicra 3.500 milioni di € N° occupati Oltre 6.500
Quota cartiere 78% Quota cartotecniche 12%
Comparto del tissue
Capacità produttiva Circa 900.000 tonnellate annue Quota produzione nazionale 80%
Quota produzione europea 17%
Comparto del cartone ondulato
Capacità produttiva Circa 1.000.000 tonnellate annue Quota produzione nazionale 40%
Quota produzione europea 5%
Settore metalmeccanico
Fatturato Oltre 2.500 milioni di € N° occupati Oltre 8.000
Impatto complessivo del distretto sulla Provincia di Lucca Quota forza lavoro impiegata Oltre il 50%
Quota fatturato industriale Oltre il 60%
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Il grafico 27 mostra la suddivisione delle imprese cartarie del distretto per settore specifico di produzione, mentre il grafico 28 illustra le tipologie di forma giuridica adottate dalle stesse.
Grafico 27: Le imprese cartarie per settore di produzione
Fonte: Camera di Commercio di Lucca
Grafico 28: Le imprese cartarie per forma giuridica
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La progressiva espansione del settore cartario/cartotecnico ha portato all'affermarsi di altri settori collegati quali il settore meccanico, elettronico ed elettrotecnico. Il settore meccanico, nato anch'esso in seguito alla forte presenza di cartiere sul territorio, ha conosciuto un forte sviluppo al punto che può essere adesso definito un motivo di localizzazione. Inoltre, esiste un collegamento tra le imprese del cartario/cartotecnico e le imprese meccaniche in quanto le prime testano il prodotto delle seconde, chiariscono loro problemi tecnici e tali commenti possono dare degli input per lo studio di nuovi macchinari. Le aziende meccaniche locali sono nate come piccole imprese, e hanno un forte collegamento esistente con il settore cartario lucchese per ciò che attiene la manutenzione degli impianti.
Per quanto concerne il tissue, il ruolo delle imprese guida è attribuibile ai gruppi aziendali (tra cui Sofidel, Cartiera Lucchese, Industrie Cartarie Tronchetti) attraverso i quali è stata realizzata un'integrazione che va dalla produzione di carta fino alla commercializzazione del prodotto finito. La proprietà di tali gruppi è ancora nelle mani di imprenditori locali anche se ciò non deve far pensare ad aziende che non abbiano saputo raccogliere le sfide del mercato con particolare riguardo a quelle della crescita e dell’internazionalizzazione. Negli ultimi tempi si sta infatti assistendo ad una crescente evoluzione delle maggiori aziende di tissue lucchesi sia in campo nazionale, attraverso uno sviluppo costante della loro quota di mercato, che in campo internazionale attraverso la presenza diretta delle società sui mercati strategici esteri (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, America). Ciò è giustificato dal fatto che i costi di trasporto del tissue (prevalentemente su gomma) pesano molto ed è sconveniente servire clienti lontani più di qualche centinaio di chilometri; l'export del distretto si mantiene infatti tradizionalmente al 20%, diretto in Francia e Germania.
È così che fazzoletti, tovaglioli e carta igienica acquistati in Italia hanno la ragionevole certezza di essere made in Italy, semplicemente perché sul mercato non si trovano prodotti concorrenti provenienti da altri Paesi. Qui la concorrenza si fa "in casa", tra produttori vicini di stabilimento, a colpi di innovazione tecnologica e di promozioni commerciali tra marchi come Regina, Foxy, Perla, Tenderly, Tutto, Tempo, oltre che tra le private label della grande distribuzione, prodotte sempre nel distretto. E le quote di mercato si conquistano sempre più a suon di acquisizioni, come quella messa a segno dalla Cartiera Lucchese della famiglia Pasquini, che un anno fa ha comprato le attività italiane della multinazionale Georgia Pacific, o come quella effettuata dal Gruppo Sofidel delle famiglie Stefani e Lazzareschi, che ha da poco varcato l'oceano con l'acquisto dell'americana Cellynne Paper Manufacturer, decretando
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la nascita della prima vera multinazionale italiana del tissue.37
I punti di forza dell’impresa lucchese operante nel settore tissue, soprattutto se di grandi dimensioni ed appartenente ad un gruppo integrato, sono rappresentati dal fatto che:
la sua produzione può andare dalla carta al prodotto finito; è conosciuta sul mercato e possiede una sua quota;
ha sviluppato politiche di marketing volte a far conoscere il suo marchio al consumatore finale;
ha affrontato il problema della crescente forza della grande distribuzione organizzata, conquistandosi i suoi spazi e producendo marchi commerciali;
ha una buona propensione all’esportazione e può aver adottato un processo di internazionalizzazione;
possiede macchinari tecnologicamente avanzati rivolti all’abbassamento dei costi di produzione, ad una migliore qualità e alla differenziazione di prodotto;
può usufruire di un indotto che le pone a disposizione professionalità adeguate, imprese operanti nel settore meccanico che le forniscono macchinari e manutenzione (sia ordinaria che straordinaria), aziende di servizi e aziende di trasporto, oltre alle infrastrutture presenti sul territorio;
ha sviluppato processi produttivi molto efficienti, come quelli che le permettono di registrare bassi consumi di energia e di acqua.