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Diventare un “nomade intelligente”

Nel documento Il viaggio nel mondo degli oggetti (pagine 41-44)

travel design

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Estimote Mirror, Video eacon, dispositivi bluetooth dotati di sensori di prossimità,

Estimote, 2016. Narrative Clip 2,

videocamera digitale indossabile, Narrative, 2016.

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dinare delle cartoline, le “VR Postcards”[2], che visualizzano la sua storia personale. Secondo la Future Foundation (2015) questo genere di servizi non mira a sostituire la tradizionale esperienza di viaggio ma punta a offrire all’utente una “anteprima che lo aiuti a comprendere meglio la sua scelta riducendo così il rischio di delusioni”. Se questi servizi aumentano la soddisfazione del cliente e il gusto di poter godere di strutture turistiche di lusso, la democra- tizzazione dell’alta tecnologia consente ad altre tipologie di utenti di vivere esperienze analo- ghe attraverso tecniche open source. Google si è impegnata a rendere accessibili le tecnologie di RV offrendo una versione più economica di queste tecnologie che consente all’utente di realizzare artigianalmente la sua cuffia auricolare utilizzando materiali a basso costo, come lo smartphone racchiuso in un pezzo di cartone per la visualizzazione in RA dei mezzi di infor- mazione[3]. Pur avendo la possibilità di viaggiare in modo virtuale, continuiamo ad apprezza- re la possibilità di recarci fisicamente nei luoghi che amiamo visitare per vivere esperienze “reali”. Tuttavia, la realtà che viviamo non è più pura ma arricchita di informazioni digitali. I dispositivi mobili, come gli smartphone, ci mostrano una realtà aumentata attraverso la so- vrimpressione di informazioni digitali su oggetti e spazi reali, modificando così il nostro modo di percepire il mondo circostante. Le applicazioni per smartphone dotate di realtà au- mentata (RA) arricchiscono il mondo reale con dati interattivi che consentono ai visitatori di conoscere gli ambienti circostanti in modo più approfondito e di sperimentare il viaggio in modo più efficace. Queste app trasformano il viaggio in una sorta di caccia al tesoro, dove è possibile scoprire località difficilmente visibili sulla mappa di una semplice guida turistica o ascoltando i racconti di altri viaggiatori. Alcune app, come Geocaching[4], offrono giochi all’a- perto in RA per l’esplorazione di città, altri, come Tuscany+ e PugliaReality+ (Bonacini, 2014), mostrano la ricostruzione virtuale di templi antichi. Se negli ambienti esterni la tecnologia GPS viene utilizzata per creare dei servizi di geolocalizzazione, negli ambienti al chiuso, come i musei, dei beacon a bassa energia vengono integrati per creare una narrazione digitale inte- rattiva. Le applicazioni per smartphone maggiormente utilizzate si compongono essenzial- mente di interfacce digitali ma possono anche essere accompagnate da oggetti fisici che con- sentono l’accesso diretto a una serie di informazioni digitali. L’utilizzo degli oggetti fisici, come le porte per le informazioni digitali, è stato studiato dal settore di ricerca delle “interfac- ce utente tangibili” (TUI), che esplora i nuovi sistemi di “manipolazione diretta dei bit” attra- verso oggetti e materiali fisici (Ishhi, 2008). Uno degli esempi di interfaccia tangibile conce-

pita per viaggiatori e turisti è Mementos, che mira a offrire assistenza durante le diverse fasi del viaggio, la preparazione, l’esperienza e il ricordo, attraverso l’utilizzo di token integrati con tecnologia RFID (identificazione a radiofrequenza), di chioschi usati come lettori RFID e di un’interfaccia home (Esteves e Oakley, 2010). La Emirates ha di recente introdotto un kit di servizi dotato di un motivo tessile scansionabile ideato per l’occasione, attraverso il quale i viaggiatori vengono indirizzati all’interno di una piattaforma virtuale che fornisce informa- zioni aggiornate sulla linea aerea[5]. Grazie alla miniaturizzazione dei componenti elettronici, è stato possibile fare un passo avanti nello sviluppo delle tecnologie mobili che sono diventa- te indossabili. Negli ultimi dieci anni il termine “indossabile” è entrato prepotentemente nelle nostre vite, ampliando il nostro mondo digitale da quello degli smartphone a quello dei sensori, degli schermi e dei tracker incorporati sotto forma di braccialetti, spille, collane ecc. Anche se la maggior parte di questi dispositivi viene utilizzata nel campo del benessere e in quello del fitness (come dimostrano i tanti dispositivi che includono nel proprio nome il termine “fit”) questi dispositivi stanno facendo il loro ingresso anche nel settore dei viaggi, migliorando l’esperienza di viaggio degli utenti che hanno la possibilità di ricevere informa- zioni utili, rintracciare località remote e accedere ai servizi presenti in infrastrutture quali ae- roporti, alberghi o mezzi di trasporto urbani. Giorno dopo giorno le città diventano tecnolo- gicamente più avanzate grazie alla presenza delle reti di sensori, mentre i cittadini diventano parte integrante di questo sistema, supportati dai loro dispositivi tecnologici che oggi sono rappresentati essenzialmente dagli smartphone ma che presto saranno costituiti da dispositivi indossabili avanzati. Alcune compagnie aeree, come la EasyJet e la British Airways, hanno sviluppato una serie di app che forniscono carte d’imbarco digitali e aggiornamenti sui voli. Un interessante dispositivo indossabile destinato al settore dei viaggi è l’“Airband”[6]; un brac- cialetto che consente di monitorare l’intero percorso di viaggio di un bambino non accompa- gnato. Il dispositivo può essere scansionato durante le diverse fasi del volo ed è in grado di inviare notifiche di testo ai genitori del bambino. Oltre a fornirci assistenza in aeroporto, i dispositivi indossabili possono rivelarci nuovi modi di scoprire e raggiungere luoghi a noi sconosciuti. Lechal[7] ha fatto un passo avanti introducendo le solette intelligenti che condu- cono l’utente alla destinazione desiderata attraverso l’invio di feedback tattili ai piedi. Il viag- giatore, quindi, non deve più preoccuparsi di controllare le informazioni di volo visualizzate sui monitor delle sale aeroportuali ma basterà che segua le vibrazioni che il dispositivo gene-

[2] Il Marriott Hotel ha lanciato una piattaforma di co-creazione in linea pubblicando innovazioni quali il “VRoom Service”

e le “VR Postcards”. www.travelbrilliantly.com

[3] La Google Cardboard è una piattaforma in linea che fornisce istruzioni su come costruire una cuffia auricolare per RV in

cartone. https://vr.google.com/cardboard

[4] Geocaching, www.geocaching.com, consultato il 25 novembre 2016.

[5] Emirates, www.emirates.com/media-centre/emirates-introduces-the-worlds-first-interactive-amenity-kit-in-economy-class,

consultato il 25 novembre 2016.

[6] Airband, https://www.airnewzealand.co.nz/children-travelling-alone-info, consultato il 25 novembre 2016.

Lechal Mach Unisex Insoles, solette in poliuretano termoplastico con tecnologia

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ra e trasmette alle sue scarpe. Applicazioni analoghe sono state sviluppate per il settore della fotografia di viaggio. La Narrative Clip[8] è una fotocamera microscopica dalle fattezze di una spilla che genera automaticamente un’immagine fotografica ogni 30 secondi, creando una narrazione del viaggio attraverso le immagini. Considerando che le nostre esperienze di viag- gio sono sempre più frequentemente basate sulla presenza di questi dispositivi, avere una batteria sempre carica diventa più importante che avere una valigia piena di abiti. Una delle principali problematiche del viaggiatore iperconnesso, infatti, è proprio quella di riuscire a tenere i propri dispositivi costantemente carichi. Alcune soluzioni sono già state avanzate; la Bluesmart[9], ad esempio, ha sviluppato un dispositivo che consente di utilizzare le proprie valigie come veri e propri caricatori.

La tecnologia può trasformare oggetti inerti in oggetti intelligenti capaci di assisterci durante i viaggi o di darci consigli utili su cosa vedere, trasformandoci in cittadini digitalmente dotati di un mondo digitale in continua evoluzione. Queste tecnologie alterano le nostre capacità spingendoci ad andare oltre la normalità, a diventare superumani o, come già detto, nomadi intelligenti. Ma fin dove potranno spingersi queste tecnologie? Smetteremo davvero di viag- giare? Viaggeremo solo attraverso i nostri visori per RV o queste tecnologie stimoleranno la nostra curiosità incoraggiandoci a viaggiare di più? Indipendentemente da quanto intuitive ed efficaci siano nell’assistere il viaggiatore, queste tecnologie non sostituiranno mai il viaggio, ma cambieranno il nostro modo di affrontarlo. Al fine di trovare soluzioni alle esigenze dei viaggiatori in continua trasformazione, la disciplina del design dovrebbe seguire un approccio olistico che abbracci sia il mondo digitale sia il mondo fisico, introducendo nuovi modi di ot- tenere le informazioni digitali in modo rapido e intuitivo e consentendoci, allo stesso tempo, di vedere, toccare, odorare, sentire e assaggiare il mondo “reale”.

[7] Lechal, http://www.lechal.com, consultato il 25 novembre 2016. [8] Narrative 2, http://getnarrative.com, consultato il 25 novembre 2016. [9] Bluesmart, http://bluesmart.com, consultato il 25 novembre 2016.

culus Rift, Visore per realtà virtuale,

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mario ivan zignego

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Il viaggiare sociale attraverso

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