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Travel design: dalle origini del viaggio ai “travelers” contemporane

Nel documento Il viaggio nel mondo degli oggetti (pagine 37-41)

Il viaggio è l’emblema della vita umana, della co- noscenza e dell’esperienza dei luoghi. Le modalità

el iaggiare i o o o ifica e o e ol e e el corso della storia ed il presente lavoro analizzerà alcuni aspetti del viaggio in una prospettiva stori- cogeografica c e e a i e i e a ia il rappor o tra spazi e territori che la relazione sociale e cultu- rale, differente a seconda del contesto, attraverso l’oggetto valigia o baule da viaggio che ha accom- pagnato l’uomo in queste avventure. Nel passato, gli uomini si spostavano per ragioni ben precise: interessi commerciali, spedizioni militari e moti- vi religiosi ma il viaggio, dalle sue origini ad oggi, rimane comunque un’esperienza di cambiamento.

i a par ire alla fi e el ecolo e i a o

organizzati viaggi, che costituivano una tappa fon- damentale per la formazione dei giovani delle classi sociali più elevate, e nell’organizzazione di un viag- gio l’elemento fondamentale era l’abbigliamento e gli accessori connessi ad esso.

[1] E.J.Leed, La mente del viaggiatore, dall’Odissea al turismo globale, Bologna 1992, p.29. [2] L. Demartis, L’estetica simbolica di Suzanne Langer, Palermo 2004.

[3] R.Lessels, The voyage of italy, Parigi 1670.

[4] L. Stone, La crisi dell’aristocrazia. L’Inghilterra da Elisabetta a Cromwell, Torino 1972, p.737, citato in C.

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aule dcinese in legno (12 0-1290) con decorazione policroma e serratura a chiave.

( rooklyn museum. U.S. Numero: 1.996,68)

Teca di Mirit, legno sicomoro ornato a disegni a scacchi contenente profumi, creme e unguenti,

1 00 a.C. (Museo Egizio di Torino). Cista icorini, contenitore cilindrico

con cassetti curvi. (Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma).

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Molti sono i libri che trattano la storia di una delle agenzie più importanti al mondo fin dai sui inizi. A partire dalla metà dell’Ottocento la società Thomas Cook & Son iniziò a pubblica- re una serie di libri come guida del viaggio per turisti “Cook’s Travellers Handbooks”. Rispetto ad altre guide come quelle di John Murray (Murray’s Red Guides 1836), Cook si rivolgeva ad un pubblico di classe media più ampia e meno sofisticata. Tra i mezzi utilizzati dalla Cook & Son per pubblicizzare i propri viaggi e le proprie guide rientra anche la grafica pubblicitaria, con la pubblicazione di una serie di locandine, di particolare pregio formale e grafico[6]. Evoluzione del vestiario e del baule da viaggio moderno› All’interno di molte guide per i viag- giatori erano presenti avvertimenti utili su cosa indossare e su cosa portare con sé durante i lunghi periodi lontano da casa.

Le guide contengono anche avvertenze sui mezzi di spostamento come indicazioni sulle linee ferroviarie, sui battelli a vapore, sugli itinerari delle escursioni a piedi o a cavallo e sulla possi- bilità di trasporto degli innumerevoli bauli. Tra le avvertenze si specificava, inoltre, di portare con sé biancheria intima di lana e di utilizzarla nelle notti d’inverno. Agli inizi del Novecento l’abbigliamento da viaggio era indicato con il termine “polisportivo”, termine creato dalla sar- toria dei fratelli Spagnoli di Milano del 1914 ed entrato nell’uso comune grazie alle pubblicità edite su una rivista mensile denominata “Touring Club“.

L’abbigliamento e gli accessori del viaggiatore rimandano a un tipo di vestiario non specifica- tamente definito ma che risentiva delle forme e materiali tipici della moda di quel periodo. Gli uomini, così come le donne, erano soliti farsi confezionare abiti scuri tagliati su misura e gli indumenti più diffusi erano: cappotti, giacche, gilet e bretelle.

Per il cappotto si poteva scegliere quello di lunghezza media “stile Lounge”, caratterizzato da un collo basso e stretto e con la parte anteriore abbottonata con quattro o cinque asole; oppure quello detto “Chesterfield” con un mantello creato appositamente per essere appog- giato sulla spalla e ideale per l’inverno; o anche quello con lo stile “Ulsters”, cioè tagliato a lunghezza media e aderente al corpo[7].

Anche i bagagli da viaggio nel corso del tempo hanno subìto variazioni e lo studio degli ac- cessori nati espressamente per il viaggio ha permesso di ricostruire il modo in cui si viaggiava in passato e soprattutto lo spirito con cui ci si spostava nelle diverse epoche.

È difficile passare in resoconto i bauli da viaggio e gli accessori nelle diverse epoche storiche, denza, coraggio, attitudine al comando, capacità di rapide decisioni, conoscenza dei costumi,

maniere, galatei e lingue straniere. Le destinazioni principali erano la Francia e l’Italia e in particolare Roma, Venezia, Napoli e la Sicilia, che diventarono mete privilegiate dai turisti. Il percorso cambiava in base alle stagioni: si arrivava in Italia alla fine dell’estate, all’inizio dell’inverno bisognava essere a sud dell’Appennino, a fine primavera si partiva per il nord. Essendo viaggi lunghi, i giovani dovevano portare con sé tutto ciò che serviva. Si partiva con valige di cuoio, di diverse dimensioni, nelle quali vi era una grande riserva di vestiti e indu- menti intimi, il necessario degli oggetti da toilette, pantofole, fazzoletti, tazze e servizi da thè, cartine geografiche, l’occorrente per disegnare, libri e strumenti scientifici.

Nel corso del Settecento cominciavano a diffondersi mappe e guide che presentavano le città italiane e le altre mete del Grand Tour, con la descrizione dei paesaggi e del patrimonio arti- stico e culturale.

Nel contempo si sviluppava anche la letteratura di viaggio, con il racconto delle avventure e esperienze vissute dai protagonisti. È proprio questo fenomeno che ispirò il famoso “Viaggio in Italia” di Goethe le cui principali tappe furono: Firenze, Roma, Napoli e la Sicilia, visitando per ognuno di esse i principali monumenti. Ma se il viaggio in Italia di Goethe spinse viaggia- tori d’oltralpe a visitare l’Italia in modo autonomo fu l’Inghilterra a creare per prima in modo strutturato le agenzie di viaggio.

Thomas Cook fondò la prima agenzia di viaggi nel 1841 con il nome Thomas Cook and Son a Londra organizzando le prime escursioni della durata di un solo giorno. Intorno al 1855 la società organizzò il primo viaggio attraverso l’Europa, un tour che comprendeva Bruxelles, Colonia, Strasburgo e Parigi.

Successivamente vennero creati i primi coupon d’hotel e traveller’s cheque. Thomas Cook con il figlio John Mason introdusse dei biglietti circolari, ossia un tipo di biglietto unico di sola andata che copriva un viaggio, e un sistema di coupon che permettessero alle persone, una volta acquistati, di scambiarli nel paese straniero per avere in cambio una camera di albergo e dei pasti[5].

Alla fine del secolo l’impresa di viaggi è presente con le sue filiali in diverse città europee, au- straliane e nord americane che organizzavano viaggi in tutto il mondo.

L’importanza e la funzionalità di questa agenzia diede vita a una propria flotta di barche a vela di lusso.

[5] W. Fraser Rae, The business of travel - A fifty years’record of progress, Londra 1891.

[6] A. Williamson, The golden age of travel- the romantic years of tourism in images from the Thomas Cook

Archives, Londra 1998.

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aule da viaggio, Collection Louis Vuitton Louis Vuitton/Patrick Gries. Library trunk,

Collection Louis Vuitton Louis Vuitton/Patrick Gries.

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ti, leggeri, raffinati nella ricerca dei materiali e dei tessuti, i bauli Vuitton, diventano in pochi anni richiestissimi da tutti coloro che amano viaggiare senza abbandonare lo stile. La Maison è in grado di adattarsi a qualsiasi circostanza di viaggio e trasporto grazie alle innovative tele Damier (1888) e Monogram (1896) che garantiscono resistenza, protezione e durabilità. Lo spirito e l’entusiasmo dell’azienda, guidata dopo Louis dal figlio Georges e dal nipote Gaston Louis, proseguono in parallelo al progresso tecnologico: bauli piatti da cabina, da auto, da aereo. Il motto della maison sembra essere “ad ogni mezzo il suo bagaglio”. La voglia di speri- mentare, unita alla fanciullesca incoscienza del rischio, porterà alla collaborazione con molti altri brand tra cui André Citroën. Nella prima metà degli Anni Venti, tutti gli equipaggiamenti da viaggio per i nuovi veicoli della casa automobilistica francese, nelle spedizioni esplorative governative in Africa e in Asia, sono Louis Vitton. Abiti, cappelli, scarpe, accessori per la toe- letta sono protetti all’interno di scrigni preziosi in pelle di coccodrillo o pelle marocchina che ricercano nell’idea di bellezza, funzione e mobilità. Ovviamente nel tempo dagli ingombranti bauli da viaggio si passò rapidamente a bagagli più facilmente trasportabili in aereo, in treno o in nave lanciando una vera e propria rivoluzione della valigeria moderna. Ad esempio la Steam Bag può essere considerata l’antenata del contemporaneo borsone da sport, costituita da un cilindro morbido in tela Monogram, conservato in un vano del baule-armadio e dota- to di un astuto sistema di chiusura a cerniera. La maison Vuitton costituisce quindi il primo brand capace di serializzare il baule prima e la valigeria da viaggio dopo. Su questa scia si as- siste in tutto il Novecento alla nascita di innumerevoli maison che partono da questo settore per spingersi in altri tipici della moda convenzionale, in particolare in Francia ed in Italia. In Italia, nel Museo Gucci di Firenze si possono ammirare, nella sezione dedicata al viaggio, i bauli, le valige e gli articoli storici che il pellettiere produsse dagli esordi per soddisfare le esi- genze dei propri clienti-viaggiatori. Nel 1913 Mario Prada fonda a Milano la “Fratelli Prada”, artigiani che per l’altissima qualità di produzione di bauli da viaggio e accessori di pelletteria ottengono il titolo di fornitore ufficiale della Real Casa Savoia, stemma e nodo tuttora presen- ti nel logo del brand. Intorno al 1950 però, con il potenziamento delle strade carrabili e dello sviluppo dell’industria automobilistica il baule subì un pesante ridimensionamento. Gli spa- zi ridotti del bagagliaio fecero preferire valigie di facile movimentazione e carico, creando un declino del baule da viaggio ed un fiorire della moderna valigeria. I voli aerei decretarono poi, di lì a poco, la quasi totale scomparsa del baule, fissando misure e pesi del bagaglio, dando ma risulta interessante fare un confronto rispetto ad usi ed esigenze dell’antico viaggiatore.

Nel Medioevo i nobili si facevano costruire mobili smontabili perché fosse possibile traspor- tarli da un feudo all’altro, nel Settecento le famiglie aristocratiche trasportavano per lo più capi di abbigliamento, intraprendendo viaggi con carrozze cariche di bauli e cappelliere. La prima testimonianza del bagaglio da viaggio che si riscontra nella storia è un antico baule che avrebbe dovuto accompagnare il faraone Tutankhamon nel suo ultimo viaggio, quello nell’al- dilà e difatti nella tomba del giovanissimo sovrano egizio sono stati ritrovati cofanetti e casse contenenti stoffe, cosmetici e una grande varietà di oggetti di uso quotidiano.

Fu nel XVIII secolo che il bagaglio divenne più simile a quello usato oggi. Durante il Grand Tour, viaggi di formazione attraverso l’Europa, i giovani aristocratici trasportavano nei loro bagagli scorte alimentari, indumenti, libri, passaporti e travellers cheques (una sorta di lettere di credito). In media per ogni viaggio erano previsti tra i 30 o 40 bauli stipati in più carrozze. Nel successivo decennio il bagaglio acquistò sempre più importanza come accessorio in sé. Nel 1896 Louis Vuitton lanciò il primo baule griffato e da allora il baule è stato tra i baga- gli più comuni usati da tutti i viaggiatori e realizzato dalle maggiori griffe internazionali di moda. Una mostra che parla di moda allestita nel Salon d’Honneur del Grand Palais di Parigi dal 4 Dicembre 2015 fino al 21 Febbraio 2016, l’esposizione Volez, Voguez, Vitagez - Louis Vuitton racconta la meravigliosa storia del brand francese universalmente riconosciuto. Muo- vendosi lungo un percorso suddiviso in 9 tappe tematiche, che onorano il tema del viaggio, si entra nel mondo Vuitton arrivando a conoscere la vita e le passioni dei membri fondatori parallelamente a quella degli attuali e futuri fruitori dei bagagli Vuitton. I bauli Vuitton sono divenuti oggetti iconici grazie alla loro sofisticata fattura e al rivestimento della tela con il mo- nogramma LV che rappresentano al meglio l’immagine del marchio. Altra invenzione impor- tante legata al brand francese fu la serratura a cilindro che consentiva l’apertura di più bauli con la stessa chiave e permetteva ai proprietari di un “set da viaggio” di più bauli di portare con sé una sorta di “mobilio trasportabile personale” nei loro lunghi tour. Risulta affascinante scoprire che nel 1835 il giovane Louis Vuitton, all’età di 14 anni, abbia cominciato la sua for- tunata professione dopo un apprendistato in una bottega di scatole e casse in legno per imbal- laggi e grandi armadi, per cui la storia della maison Vuitton nasce proprio dalla creazione di una serie di bauli da viaggio. È il 1854 l’anno della nascita ufficiale del brand: la Louis Vuitton Articoli da Viaggio e Pelletteria segnerà la storia della valigeria moderna. Ergonomici, resisten-

aule dell’attore francese Sacha Guitry, Tela Monogram, 1913, Collection Louis Vuitton

Louis Vuitton/Patrick Gries. Advertising Louis Vuitton.

locandina del tour organizzato da Thomas Cook Son per l’esposizione

di Parigi del 1889. Silver ing, programma in partnership tra

Thomas Cook e EA per vacanze low-cost tra gli anni 60 e 70.

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così sempre maggior impulso alla produzione di valigie di tutte le fogge e materiali. Ci sembra interessante chiudere questo rapido viaggio nell’evoluzione della valigeria con un brand che ha visto crescere il suo successo internazionale proprio grazie ad un sistema di valige resisten- ti agli urti per il trasporto aereo, ma vendute con una strategia commerciale che racchiude in sé l’evoluzione del concetto del viaggio dai primi “travellers” in nave ai contemporanei viaggiatori in aereo. Dal 2010 il brand campano Carpisa assicura, infatti, la propria valigia su tutti i viaggi aerei e rimborsa il cliente in caso di smarrimento definitivo in ogni parte del mondo. Attraverso questo innovativo servizio nel caso di smarrimento della valigia recandosi all’ufficio “Lost and found” dell’aeroporto in cui è stata smarrita o in cui è stato denunciato lo smarrimento, il cliente in caso di smarrimento riceverà un indennizzo pari al valore della valigia acquistata. Entro trenta giorni dall’acquisto della valigia, c’è dunque la possibilità di attivare gratuitamente una polizza assicurativa, della durata di un anno dall’attivazione della stessa. Ciò dimostra come il viaggio e il bagaglio sia in continua evoluzione ed al passo con i tempi del moderno viaggiatore, e che l’universo della valigeria si è evoluto con le strategie di marketing dei vari brand oggi presenti sul mercato internazionale e con le logiche di strategic design più innovative.

auli per il trasporto dei pony del Cinque Rancy, rancia, 18 6. Collezione storica bauli da viaggio, Collection Louis Vuitton Louis Vuitton/Patrick Gries.

§ p.79 p.78 § [2] [2]

References: Norman, D. (2007). The Design of Future Things. New York: Basic Books. ¶ McLuhan, M. (1994). Understan- ding media: The extensions of man. Cambridge: MIT Press. ¶ Sutherland, I. E. (1965). The ultimate display. In Proceedings of IFIPS Congress, New York City, vol. 2, pp.506–508. ¶ Shuler, B. (2010). Virtual Travel: Embrace or Expire. Bloomington: iUniverse. ¶ Future Foundation (2015) Future Traveller Tribes 2030: Understanding Tomorrow’s Traveller. Scaricato da http:// www.amadeus.com/documents/future-traveller-tribes-2030/travel-report-future-traveller-tribes-2030.pdf ¶ Ishii, H. (2008). Tangible bits: beyond pixels. In Proceedings of TEI ’08 (pp.15-25). New York: ACM. ¶ Esteves, A. and Oakley, I. (2010). Me- mentos: a tangible interface supporting travel. In Proceedings of NordiCHI ’10 (pp.643-646). New York: ACM. ¶ Bonacini, E. (2014). La realtà aumentata e le app culturali in Italia: Storie da un matrimonio in mobilità. Il Capitale culturale, 9, 89-121.

#realtàvirtuale #dispositiviindossabili #interazionetangibile #realtàaumentata

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Ricercatrice, Facoltà di Design e Arti, Libera Università di Bolzano

secil.uguryavuz@unibz.it

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Nel corso della storia l’uomo ha sentito l’esigenza di esplorare il mondo e di entrare in con- tatto con nuovi territori, nuove culture e nuovi popoli. Con l’evolversi della tecnologia abbia- mo assistito a un nuovo modo di percepire il mondo, costruito principalmente sul concetto di tempo e spazio. Come sostiene McLuhan (1994), le tecnologie digitali hanno esteso il nostro sistema nervoso centrale trasformando il nostro modo di percepire e di interpretare il concetto di tempo e spazio. In questa era digitalmente potenziata, possiamo quindi conside- rarci dei nomadi “intelligenti” che esplorano il mondo non solo attraverso i sensi ma attraver- so i sensori e gli schermi dei nostri dispositivi mobili e indossabili. La realtà virtuale confonde la linea di confine tra mondo fisico e mondo simulato, creando un’esperienza altamente in- tuitiva. Nella realtà virtuale, i dispositivi a visione stereoscopica mostrano un mondo creato al computer che “sembra reale, agisce in modo reale, emette suoni in modo reale e sente in modo reale” (Sutherland,1965) per consentire all’utente di interagire con la simulazione come se si trattasse di un’esperienza “reale”. Questi dispositivi sono diventati i nuovi narrato- ri dell’era moderna, capaci di trasportare l’utente dalla posizione di spettatore a quella di protagonista. Le tecnologie di realtà virtuale si sono sviluppate nel corso degli ultimi decenni ma solo di recente il loro utilizzo è stato esteso ad ambiti diversi da quello dell’industria dell’intrattenimento e del gioco, includendo tra gli altri anche il settore dei viaggi. Il viaggio virtuale utilizza gli strumenti delle tecnologie immersive per far vivere una “esperienza di viaggio verso una destinazione stabilita (sia essa vicina o lontana) senza materialmente viag- giare” (Shuler, 2010, p.1). Oggi i visori di RV, come le Oculus[1], consentono all’utente di proiettarsi in uno spazio diverso restando comodamente seduti sul divano di casa. Oltre all’immersione visiva e uditiva, le tecnologie di contatto riescono a simulare le percezioni tattili arricchendo il viaggio virtuale di aspetti multisensoriali. Durante la visita virtuale di un determinato luogo, le tecnologie tattili ci permettono di sentire e afferrare gli oggetti circo- stanti rendendo più credibile la realtà costruita e simulata. La fase successiva di questa simu- lazione punta a creare un’esperienza olistica ancora più realistica generando artificialmente una serie di sensazioni olfattive e gustative. Nel settore dei viaggi, gli alberghi e le compagnie aeree utilizzano le tecnologie di RV per consentire ai viaggiatori di testare i servizi e le struttu- re selezionati prima di intraprendere il viaggio. L’hotel Marriott, ad esempio, ha lanciato un servizio in camera basato sulle tecnologie di VR (il “VRoom Service”), attraverso il quale l’u- tente può richiedere un’esperienza virtuale direttamente nella propria camera d’albergo o or-

Le tecnologie emergenti, dalla realtà virtuale alla realtà aumentata, dalle applicazioni per smart- phone ai dispositivi indossabili, hanno rimodellato la o ra perce io e el o o e la o ra efi- nizione di “realtà”. Quella che viviamo non è più una realtà pura, ma è costantemente arricchita di informazioni digitali e ha assunto un nuovo signi- fica o o e la li ea i co fi e ra igi ale e reale è diventata sempre più labile rendendo impercet- tibili le differenze tra questi due mondi. In questo nuovo regno dell’ambiguità, l’esperienza di viag- gio che ci troviamo ad affrontare non si basa più sulla tradizionale nozione di tempo e spazio. Nel ruolo di nomadi “intelligenti” esploriamo il mondo non solo attraverso i sensi ma anche per mezzo dei sensori e degli schermi dei nostri dispositivi mobi- li. E se l’invenzione di nuovi mezzi di trasporto ha migliorato la possibilità di spostarci da un luogo all’altro, le tecnologie digitali hanno trasformato il nostro modo di scoprire ed esplorare luoghi a noi sconosciuti.

se il u ur yavuz

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Nel documento Il viaggio nel mondo degli oggetti (pagine 37-41)