IL COSTRUTTO PSICOLOGICO DEL LOCUS OF CONTROL (LOC): ORIGINI STORICHE E CULTURALI
2.2 Diverse teorie sul comportamento umano
Il primo a sostenere l’importanza della situazione nel determinare la direzione del comportamento è Cattell (1950). Fino a questa data gli esponenti della teoria motivazionale ritenevano che il comportamento diretto al conseguimento di un fine derivasse dalle pulsioni (Hull, 1943) o che gli stimoli non fossero la causa del comportamento, ma solo opportunità per soddisfare i propri bisogni, i quali forniscono agli individui la motivazione intrinseca e la vera energia per agire; solamente la conoscenza dei processi psicologici umani, della motivazione, delle emozioni consentirebbero di fare predizioni, non il comportamento considerato di per sé. Rotter si inserisce in questo dibattito con la proposta di un nuovo approccio non motivazionale al comportamento. Infatti, l'autore si distacca dall’influenza del modello motivazionale di Hull (1943). “Mentre Hull ritiene che il comportamento diretto al fine sia in parte una funzione della pulsione (drive) e propone un modello che può essere considerato una teoria motivazionale, Rotter (1954) sostiene che il comportamento diretto al fine è in parte una funzione dell’aspettativa. In tal senso il modello di Rotter può essere considerato una teoria basata sull’aspettativa” (Nigro, 1983 pag. 29).
La teoria dell’apprendimento sociale si basa sul postulato centrale secondo cui il comportamento viene scelto e agito sulla base delle situazioni specifiche (ambiente) e delle aspettative e valutazioni del rinforzo (individuo); di conseguenza per studiare la personalità bisogna indagare l’interazione tra l’individuo e l’ambiente. Ciò nonostante Rotter non parla di influenza bidirezionale ma, ritenendo le circostanze costanti nel tempo in opposizione a Lewin, afferma che è la situazione psicologica a stimolare delle aspettative. Nella formula che permette di predire il comportamento sono impiegate quattro classi di variabili (Rotter, 1975, pag. 57): il potenziale di comportamento (B.P.,
verifichi in una data situazione o in certe situazioni e viene calcolata in relazione ad un singolo rinforzo o a una serie di rinforzi; l’aspettativa (E, expectancy) che sarebbe “… una probabilità o una eventualità soggettiva che un certo specifico rinforzo occorrerà in una data situazione o situazioni“ (Rotter, 1954, p.165) e che risulterebbe indipendente dal valore o dall’importanza del rinforzo; il valore del rinforzo (R.V., reinforcement
value) che viene definito come il grado di preferenza perché si verifichi un rinforzo, al posto di altri con uguale possibilità di verificarsi; e infine la situazione psicologica. Per quanto riguarda quest'ultima variabile, essa gioca un ruolo centrale nella teoria di Rotter. Sebbene la formulazione di LOC proposta da Rotter rifletta una posizione interazionistica prossima alle teorizzazioni di Lewin (1936), esistono tra i due autori similitudini e differenze nel modo di definire e di intendere la “situazioni psicologica” (Steitz, 1981).
Analogamente a Lewin, per Rotter la situazione psicologica corrisponde all’ambiente significativo per i soggetti, in contrasto con la realtà fisica, obiettiva. Rotter, come Lewin, ritiene che la situazione psicologica includa l’ambiente esterno (obiettivo) e l’ambiente interno (soggettivo) e che determini la direzione del comportamento umano. Diversamente da Lewin, Rotter descrive la situazione psicologica come composta da “…spunti, che sono le tracce dell’esperienza passata, che servono a stimolare nell’individuo certe aspettative per il rinforzo di specifici comportamenti” (Rotter, Chance, Phase, 1972, p.37). Per Lewin "… la situazione (psicologica) è la totalità degli effetti per l'individuo preso in considerazione." Ed ancora: "Anche quando dal punto di vista della fisica l'ambiente è identico per un bambino e per un adulto, la situazione psicologica può essere fondamentalmente diversa. La situazione deve essere rappresentata nella maniera in cui essa è reale per l'individuo in questione, cioè, nel modo in cui lo influenza" (Lewin, 1936,p.27). All'interno dello spazio di vita la persona e la situazione psicologica sono coinvolte in interazioni bidirezionali (Steiz, 1981). Le percezioni e le azioni di un individuo si influenzano reciprocamente all'interno dello spazio di vita e contemporaneamente ognuno è coinvolto in uno scambio bidirezionale con l'ambiente fisico e sociale.
Contrariamente a Lewin, Rotter non specifica la natura dell’interazione tra individuo e ambiente e non parla di influenza bidirezionale o di una relazione transizionale attiva con l’ambiente percepito. Ed inoltre, ritenendo le circostanze costanti nel tempo in opposizione a Lewin, afferma che è la situazione psicologica a stimolare delle aspettative. Il contenuto o il significato delle situazioni rimane, infatti, relativamente
costante nel tempo. Secondo Rotter, comportamenti, aspettative, rinforzi e situazioni
psicologiche sono legati da una formula specifica2 che evidenzia come il
comportamento atto a soddisfare un bisogno dipende dall’aspettativa di ottenere un particolare rinforzo e dalla preferenza per tale rinforzo. Per bisogno Rotter non intende un impulso interno come gli psicologi motivazionali, ma una potenzialità a rispondere a una serie di comportamenti diretti verso uno o più rinforzi. In questa formula, la situazione psicologica gioca un ruolo determinante nella disposizione ad agire: essa determina e fa emergere i rinforzi e le aspettative. Benché apprese in circostanze specifiche, queste ultime possono anche venir generalizzate. Quando un individuo percepisce due o più situazioni come simili, allora le aspettative per un certo tipo di rinforzo vengono trasferite da una situazione all’altra, generalizzate appunto. Rotter (1975) sottolinea che le aspettative in ogni situazione sono determinate non solo dalle esperienze specifiche in quella situazione, ma anche dalle esperienze in altre situazioni che l’individuo percepisce come simili.
Pertanto, secondo Rotter, si tenderà ad inglobare, a trasferire le aspettative da una situazione ad un'altra sulla base della passata esperienza. In tal senso: “si stabilisce una relazione tra l’esperienza, la situazione specifica e l’aspettativa generalizzata” (Nigro, 1982). Questa relazione viene espressa da Rotter con una formula3 che evidenzia come l’aspettativa generalizzata aumenta cioè con l’incrementarsi dell’esperienza dell’individuo in quella situazione. Inoltre, non sarebbe possibile prevedere il comportamento limitandosi al calcolo delle aspettative dal momento che esse rappresentano solo uno dei principali determinanti del comportamento potenziale: è necessario valutare anche i comportamenti alternativi disponibili, conoscere il valore del rinforzo, la situazione psicologica e la storia personale degli apprendimenti.
Alla fine degli anni ’60 tra gli psicologi comportamentisti si diffonde l’idea che sia inadeguato spiegare il complesso comportamento umano e animale in termini di energie e bisogni e che si debbano chiamare in causa cognizioni e pensieri. Le teorie psicologiche spostano l’attenzione dall’ambiente alle aspettative, preferenze, scelte, decisioni, controllo e impotenza dell’individuo. In questo modo le persone non sono
2 B.P. X, S1, Ra = ƒ(EX, Ra, S1 & R.V. , a1, S1)
Tale formula significa che il potenziale di emissione del comportamento (X) che si verifica in una situazione psicologica specifica (1), in relazione al rinforzo (a) , dipende dall’aspettativa di ottenere un particolare rinforzo (ovvero dalla percentuale che un certo rinforzo segua quel comportamento ‘X’) in una situazione e dalla preferenza per quel rinforzo.
3 ES1= ƒ(ES1 & GE/NS1)
Dove: S1 = situazione specifica; N= quantità di esperienza antecedente che l’individuo ha avuto nella situazione; E= aspettativa; E’= aspettativa specifica; GE = aspettativa generalizzata. Ossia, l’aspettativa generalizzata aumenta cioè con l’incrementarsi dell’esperienza dell’individuo in quella situazione.
intese come un prodotto dell’ambiente, né agiscono in risposta ad impulsi ed energie da soddisfare, ma hanno stili di pensiero individuali, in cui gioca un ruolo fondamentale la storia personale degli apprendimenti: ciò lascia spazi di autonomia alle persona nello scegliere il proprio modo di pensare (Di Bernardo, a.a1996-1997).