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LOC E QUALITÀ DELLA VITA

4.1 Il LOC e il benessere individuale

Il costrutto del LOC è strettamente legato alla qualità della vita degli individui. Infatti, esso ha implicazioni rispetto al benessere individuale in quanto si associa ad una serie di competenze adattive e comportamentali. In particolare, il LOC interno o esterno fornisce informazioni sulla capacità/incapacità del singolo di adottare comportamenti o atteggiamenti più o meno funzionali al proprio benessere, di raggiungere i propri obiettivi, di avere o meno successo anche nelle relazioni interpersonali, di adottare comportamenti preventivi o meno rispetto alle principali cause di malattia. Come illustra la figura n°. 4.1, tra un LOC esterno e “incapacità adattive” vi sarebbe un circolo “vizioso” che, a causa di atteggiamenti di abbandono e rinuncia con conseguente potenziamento del un senso di impotenza appreso, finisce con l’incidere negativamente sul benessere dell’individuo.

Figura n°. 4.1 Il circolo “vizioso” tra LOC esterno e “incapacità adattive”

a) I benefici dell'essere "interni"

Pensare di poter controllare gli eventi o, viceversa, ritenere che non si possa esercitare alcun tipo di controllo porta a mettere in atto atteggiamenti e comportamenti diversi e

più o meno funzionali al benessere dell’individuo. Nel primo caso, l’atteggiamento del singolo di fronte agli eventi della vita sarà poco arrendevole e molto determinato nel cercare di raggiungere obiettivi e mete che egli percepisce cadere sotto il suo controllo; l'individuo si sentirà maggiormente responsabile delle sue azioni e avrà maggiori possibilità di successo. Nel secondo caso, l'atteggiamento sarà più passivo rispetto agli accadimenti dell'esistenza e l'individuo sarà presumibilmente più orientato ad accettare gli eventi anche quando potrebbe intervenire efficacemente nel modificarli. Non solo, ma da un punto di vista delle relazioni interpersonali, alcuni autori sostengono che sia maggiormente adattivo possedere un LOC interno piuttosto che esterno. Infatti, si è visto come la percezione di essere prevalentemente controllati da persone potenti si accompagni spesso ad un sentimento di sfiducia negli altri, mentre, al contrario, un comportamento di attenzione e soccorso nei confronti degli altri sembra sia caratteristico degli individui con un LOC interno.

Per quanto riguarda il benessere psicofisico e le reazioni allo stress, si è visto che laddove è presente la percezione di controllo, o di potenziale controllo degli eventi, è più facile far fronte allo stress in modo adeguato e adottare uno stile di pensiero che influenza non solo il buon funzionamento dell’organismo, ma anche l’adozione di comportamenti preventivi rispetto alle principali cause di malattia. In questo senso, non sempre ci si ammala per una questione di pura fatalità.

Il concetto di LOC è quindi stato applicato da ricerche empiriche per spiegare comportamenti di salute: “chi possiede un LOC interno, con maggiore probabilità si sforza di controllare il proprio ambiente, si assume la responsabilità delle proprie azioni e della propria salute, ricerca ed elabora le informazioni rilevanti, dimostra maggiore autonomia nel prendere decisioni, adotta comportamenti di promozione della salute” (Zani, 2000). Le persone che pensano di poter agire sul mantenimento della propria salute, quindi, sono più propense di altre nell’adottare un sano stile di vita e comportamenti preventivi di situazioni potenzialmente pericolose per il proprio benessere. Pensiamo, ad esempio, alle principali cause di mortalità o di invalidità nel mondo occidentale: l’infarto, il tumore, il diabete, l’ischemia cerebrale, i fattori legati gli incidenti stradali. A ben guardare, almeno entro certi limiti, sono tutte cause controllabili e suscettibili di prevenzione dal momento che sono influenzate dalle abitudini di vita seguite dall’infanzia fino all’età adulta. Molte delle morti per incidenti stradali potrebbero essere evitate adottando un comportamento prudente e rispettoso del codice della strada, così come un buon numero di morti per tumore e di quelle per

attacco cardiaco potrebbero essere evitate semplicemente smettendo di fumare. Allo stesso modo, basterebbe tenere sotto controllo il proprio peso, praticare un'adeguata attività fisica e quindi le proprie abitudini alimentari, per ridurre non solo l’incidenza delle malattie coronariche, ma anche per abbassare l’incidenza di artrite, cancro gastrointestinale, diabete, ischemia cerebrale e attacchi cardiaci. E’ chiaro che una persona che ritiene di avere un qualche controllo su questo tipo di patologie metterà in atto comportamenti tesi al mantenimento di uno stile di vita sano, quindi eviterà di fumare, farà attività fisica, avrà corretti comportamenti alimentari. D’altra parte, è probabile che una persona secondo cui le malattie come il tumore, l’infarto, il diabete, sono eventi che capitano, sui quali non si può esercitare alcun tipo di controllo, sarà meno propensa e attenta ad adottare e mantenere sane abitudini di vita.

La convinzione di essere in grado di acquisire una certa buona abitudine, e di conseguenza la convinzione di essere in grado di controllare il proprio comportamento, accresce di molto la probabilità che questa buona abitudine venga messa in pratica: ad esempio chi pensa di essere capace di smettere di fumare, di mettersi a dieta o di fare regolarmente ginnastica è molto più probabile che lo faccia e lo faccia con successo. È vero anche l’inverso: chi dubita della propria capacità di realizzare un certo cambiamento positivo per la salute, ad esempio smettere di fumare, è molto difficile che ci riesca, nonostante sia consapevole dei rischi cui va incontro continuando a mantenere quel tipo di comportamento.

Un’altra ragione per cui pensare di poter controllare gli eventi ha degli effetti benefici sulla propria salute è data dal fatto che pensare di avere un certo grado di controllo sugli eventi, aiuta ad affrontarli in modo maggiormente efficace e più attivo. Molte ricerche in ambito medico mettono in luce come siano preziose le idee del paziente intorno alla propria efficacia personale e alla percezione di poter esercitare un controllo sugli eventi nel processo di ripresa dopo un infarto o durante il decorso di una malattia o dopo un intervento chirurgico: in particolare chi pensa di poter far qualcosa in prima persona per migliorare il proprio stato fisico e per favorire il decorso della malattia si dimostra non solo più ottimista, ma anche più attivo nel seguire le indicazioni mediche. A questo punto consideriamo il rovescio della medaglia e vediamo come il pensare di non avere alcuna possibilità di controllo su una situazione ambientale stressante, o peggio ancora la sensazione di aver perso il controllo, possano minare alla base l’organismo favorendo l’insorgere di malattie. In effetti gran parte delle prove dell’importanza che il senso di controllo può avere per la salute fisica ci vengono dall’aver rilevato come la mancanza

di esso e soprattutto la sua perdita improvvisa abbia ripercussioni negative, serie e spesso drammatiche sulla salute.

In questo senso, le evidenze più consistenti emergono dagli studi condotti sugli anziani inseriti all’interno di case di riposo dove poco o niente dell’organizzazione della vita dell’anziano è lasciata al suo controllo. In una serie di esperimenti si è visto come introdurre la possibilità per l’anziano di decidere e agire un certo controllo su alcuni momenti o attività della giornata abbia effetti positivi non solo sul suo tono dell’umore, che migliora visibilmente, ma anche sulla sua salute fisica; viceversa la perdita o la sospensione di tale possibilità ha effetti deleteri sul suo benessere. Si è visto inoltre che la percezione soggettiva di controllo, almeno in certi aspetti, influenza il decorso del tumore: si è rilevato come pazienti con un atteggiamento attivo, combattivo, improntato all’ottimismo e alla percezione di poter esercitare un qualche controllo sulla situazione, vivono più a lungo.

Da ultimo, molte ricerche evidenziano come l’esposizione continua a situazioni stressanti che l’individuo percepisce come incontrollabili, ha conseguenza nocive per il buon funzionamento del sistema immunitario, cosa che rende l’organismo più vulnerabile a malattie infettive. Da quanto riportato sin qui appare evidente come aver fiducia nelle proprie possibilità di controllare gli eventi abbia un’azione diretta e positiva sullo stato di salute, così come, al contrario, la mancanza o la perdita di controllo sugli eventi sembra avere un effetto negativo su di essa. Occorre aggiungere che ciascuno di noi percepisce la possibilità o meno di controllare gli eventi non solo in relazione alla salute ed alla malattia, ma anche in relazione a tutti gli accadimenti della vita.

b) Quando l'essere "esterni" è funzionale

Anche se molti studi mettono in luce come credere di poter controllare gli eventi della propria vita sia funzionale ad un migliore adattamento del soggetto al proprio ambiente, non si deve trascurare il fatto che anche un orientamento opposto, in alcune circostanze, possa avere una qualche utilità. Pensiamo ad esempio alle situazioni di insuccesso inaspettato: in questi casi, la capacità di attribuire le colpe a fonti esterne, e non esclusivamente a se stessi, può essere un mezzo che, a breve termine, permette di attenuare l'impatto con l'esperienza negativa. In ogni caso, è importante sottolineare che questo tipo di difesa è funzionale se presa a piccole dosi: infatti, se venisse utilizzata costantemente, potrebbe condurre ad una sorta di abitudine, in virtù della quale il

soggetto potrebbe rimanere in una situazione di passività, piuttosto che mettere in atto soluzioni comportamentali in grado di modificare la situazione negativa che si trova ad affrontare.

Pensiamo a quelle situazioni in cui l’individuo non può oggettivamente intervenire per mutare e migliorare il corso degli eventi: in questi casi, accettare la situazione così come si presenta e farsene una ragione, pensando anche che sia colpa del destino o di persone potenti, è funzionale al benessere dell’individuo: infatti, in questo modo la persona smette di arrovellarsi cercando di cambiare una situazione che non può essere modificata, e può impiegare le sue energie per attrezzarsi nell’affrontarla nei migliore dei modi. E' importante ribadire: non esistono soggetti che hanno esclusivamente un LOC esterno e soggetti che hanno esclusivamente un LOC interno. Un sistema di credenze equilibrato ed adattivo, cioè funzionale al benessere dell’individuo, deve poter comprendere, oltre agli aspetti più adattivi dell’internalità, anche aspetti propri di un orientamento più esterno. In base a quanto sostenuto da Lefcourt, esiste una relazione tra LOC e variabili fisiche come: benessere, salute e malattia.