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INTRODUZIONE ALLE DUE INDAGINI

L’INDAGINE CON UN GRUPPO DI SOGGETTI EPILETTICI SEGUITI DA UNA STRUTTURA OSPEDALIERA

5.3 Strumenti e metodi

Il gruppo dei ragazzi seguiti in ambito ospedaliero è stato inviato a partecipare ad una serie di tre incontri, distanziati da quattro o cinque mesi. Ciascuna seduta è iniziata con

attività di riscaldamento atte a creare un'atmosfera di maggiore confidenza con i singoli ragazzi e a instaurare un legame di collaborazione. Tali attività non sono pertanto state oggetto di valutazione. In occasione di questi incontri sono state somministrate due prove: a) il test unidimensionale di rilevazione del LOC (interno vs esterno) degli autori Nowicki e Strickland; b) una prova multidimensionale-multiattribuzionale appositamente ideata per l’Identificazione degli Stili di Attribuzione (prova I.S.A.).

a) Il test unidimensionale di rilevazione del LOC (interno vs esterno) degli autori Nowicki e Strickland

Il test di Nowicki-Strickland (1973) nella versione per ragazzi dai 9 ai 16 anni (allegato 1) è stato utilizzato per conoscere il tipo di orientamento (interno/esterno) di LOC nei soggetti con epilessia coinvolti. Questo strumento si presenta come un questionario individuale, da compilare in forma anonima, composto da quaranta domande (items) a cui rispondere “si”o “no”. Ciascuna affermazione viene valutata in direzione esterna e a ogni risposta in tal senso viene attribuito un punto. Il punteggio massimo per le risposte esterne può giungere a 40. Le domande fanno riferimento all’impegno, al credere nella possibilità di modificare le cose, di far accadere ciò che si vuole, alla capacità di incidere sul comportamento proprio o altrui, alla fortuna e al senso di colpa. Alcuni esempi di items sono:

 Item 6: “Credi che, studiando molto, si possa andare bene in tutte le materie?”,  Item 21: “Pensi che se trovi un quadrifoglio, ti porterà fortuna?”

 Item 40: “Pensi sia meglio essere intelligenti piuttosto che fortunati?”.

Riguardo alla modalità di somministrazione, ciascun item del test è stato letto e spiegato dall’intervistatore, mentre l’intervistato rispondeva sul questionario. Il test è stato somministrato due volte, all’inizio e alla conclusione dei tre incontri proposti ai ragazzi al fine di valutare la coerenza delle risposte date nel tempo (test/re-test).

Perché utilizzare il test unidimensionale di Nowicki-Strickland?

È necessario procedere con alcune osservazioni circa le motivazioni che hanno spinto ad adottare in questa indagine uno strumento come il Test di Nowicki e Strickland. Questo strumento ha infatti dei limiti non trascurabili che sono la:

 vetustà, si tratta, infatti, di uno strumento che risale agli anni ’70,

 unidimensionalità, mentre le attuali ricerche che esaminano il costrutto del LOC in relazione alla salute/benessere prediligono strumenti multidimensionali e multiattribuzionali appositamente tarati per la specifica malattia oggetto di ricerca oppure scale sulla qualità della vita.

A fronte di questi innegabili limiti tuttavia, maggiori sono state le considerazioni sulle ottime potenzialità legate a questo strumento. Infatti, nonostante vi siano varie scale volte a misurare il costrutto del LOC nei bambini, la scala unidimensionale di Nowicki e Strickland risulta essere metodo di valutazione:

 molto utilizzato per rilevare una convinzione generalizzata sul luogo del controllo nei bamabini (Kit –Tai Hau, 1995),

 pratico in quanto facile e veloce da eseguire grazie all’utilizzo di una terminologia semplice,

 significativo in quanto il LOC interno si correla a una serie di altre competenze di tipo adattivo e a comportamenti/atteggiamenti prosociali (come l’assertività),

 tradotto in varie lingue. In effetti, di recente alcuni studiosi hanno provveduto ad una versione turca (Kaya, 2007) e una cinese (Li e Lopez, 2004) della Children’s Nowicki and Strickland Internal-External Locus of Control Scale.

Pertanto, questo strumento, nonostante sia datato, risulta ancora un valido mezzo per la rilevazione dell’orientamento del LOC, adatto alla fascia di età presa in considerazione in questa indagine (9-16 anni) e ad un confronto con altri studi e ricerche di livello internazionale, in modo da poter attingere ad una letteratura di ampio respiro sul tema del LOC e malattie croniche, ma non solo. Moltissimi sono, infatti, gli ambiti di ricerca individuati in cui è stata utilizzata proprio la scala unidimensionale ideata per bambini e ragazzi da Nowicki e Strickland nel 1973. Oltre all’ambito delle malattie croniche (per una analisi approfondita del quale rimandiamo al capitolo 4), il test dei due autori è stato applicato in ricerche riguardanti: depressione in bambini affetti da tali malattie (Burke, 1999); handicap fisici congeniti (Janelle, 1992), problemi di tipo ortodontico (Lee et altri, 2008); adolescenze a rischio per problemi di autostima (Enger, 1994; Conners, 2005), suicidio (Pearce, 1993), difficoltà comportamentali (Miller, 2003; Liu, 2000); autostima (James, 1978); disturbi dell’apprendimento (Tarnowski, 1989), disturbi del linguaggio (Madison, 2001), successo scolastico (Shepherd, 2006); violenza

b) la prova multidimensionale-multiattibuzionale appositamente ideata per l’Identificazione degli Stili di Attribuzione (prova I.S.A.)

La prova multidimensionale-multiattibuzionale di Identificazione degli Stili di Attribuzione o prova ISA (allegati 2A e 2B), originale e qui in prima applicazione, è stata appositamente strutturata con il supporto di vignette con lo scopo di integrare la misura unidimensionale del LOC con una prospettiva che colga la “variabilità”, la “complessità” e la sfaccettatura del costrutto (Lefcout, 1985). Il test di Nowicki e Strickland, infatti, ci descrive l’orientamento del LOC in generale, fornendo un punteggio di esternalità. La prova multidimensionale permette di specificare meglio i meccanismi di orientamento del LOC indagando separatamente l’internalità e

l'esternalità nelle situazioni di successo e di insuccesso. Questa procedura non è possibile con il test dei due autori ma è di notevole rilevanza in quanto permette di passare da una valutazione del LOC interno vs esterno alla costruzione di stili di

attribuzione individuali. In effetti, in questa prova, la dimensione dell’internalità viene descritta delle determinanti identificate da Weiner come “abilità” ed “impegno”, mente l’esternalità risulta identificata dalle determinanti “contesto” e “fortuna”. Tali determinanti costituiscono le cause che secondo gli individui motivano l’accadere degli eventi e vengono valutate sia all’interno delle situazioni di successo che in quelle di insuccesso. Per spiegare gli eventi che accadono, infatti, il soggetto non fa solo riferimento alla percezione che essi siano o meno legati al suo agire (cause interne o esterne alla persona) ma integra questo luogo percepito di causalità con la percezione della stabilità e con la controllabilità della causa stessa. In questo modo, una causa interna “stabile e incontrollabile” viene descritta da Weiner come “abilità”, una causa interna “instabile e controllabile” definisce invece l’ ”impegno”, una causa esterna “stabile e incontrollabile” delinea il “contesto”, mentre una causa esterna “instabile e incontrollabile” descrive la “fortuna”.

Con la prova ISA è pertanto possibile valutare come ciascun soggetto motiva situazioni di successo e di insuccesso e individuare stili attributivi personali nel fornire spiegazioni causali degli eventi. È opportuno ricordare che la tendenza ad associare due tipologie di strumenti (unidimensionale e multidimensionale) diversi è stata riscontrata anche in alcune ricerche che riguardano ad esempio percorsi di parent training per genitori con figli che hanno difficoltà di apprendimento/iperattività oppure in studi sulla percezione del controllo in adulti con epilessia (Gehlert, 1994).

Perché ideare una prova appositamente volta a Identificare gli Stili di Attribuzione?

La decisione di optare per la creazione di una nuova prova è stata detta dal non aver riscontrato l’esistenza di un test di misurazione del LOC per bambini e ragazzi che:  permettesse di giungere alla identificazione dei diversi stili di attribuzione

analizzando le determinanti di Weiner (abilità impegno, contesto e fortuna) in situazioni di successo ed insuccesso, secondo una prospettiva mutidimensionale-multiattribuzionale,

 non si riferisse solo all’ambito dell’apprendimento scolastico, identificando unicamente le motivazioni funzionali/disfunzionali rispetto al successo scolastico, come accade con i questionari sugli stili attributivi motivazionali delle autrici De Beni e Moè (1995),

 utilizzasse vignette, ossia strumenti particolarmente indicati per soggetti in età evolutiva dato che combinando testo scritto e illustrazione, in cui l’immagine funge da cassa di risonanza della parola, rendendo più agevole e accattivante la comprensione del messaggio scritto.

Da dove trae spunto la prova ISA

Lo strumento è liberamente ispirato alle scale multidimensionali e multiattribuzionali che tentano di cogliere la complessità insita nel costrutto di Rotter, originariamente concepito come misura unidimensionale. Si tratta di una prova strutturata che prende spunto dalle Scale di Causalità Multidimensionale-Multiattribuzionale di Lefcourt (MMCS, 1981). Questi ritiene che le varie componenti (“abilità”, “impegno”, “contesto” e “fortuna”) del LOC non siano mutuamente esclusive: una persona può credere per esempio nel proprio impegno e allo stesso tempo alla fortuna. Le scale di Lefcourt sono adatte a persone adulte. D’altra parte, come abbiamo detto, le scale multidimensionali-multiattribuzionali per bambini/ragazzi in genere si rifanno alla analisi di stili motivazionali all’interno del contesto scolastico dell’apprendimento, aspetto limitativo per gli obiettivi di questa ricerca. Infatti, per cogliere la flessibilità del concetto di LOC occorre valutare anche situazioni di vita in cui è più realistico credere nell’aver avuto fortuna o nelle circostanze del contesto che riferire tutto a meriti o mancanze personali. Infine, nemmeno le scale multidimensionali per bambini e ragazzi di O’Conell (1985) o di de Minzi (1990) sarebbero validi strumenti in quanto anch’esse non sufficientemente utilizzate per poter attuare confronti con studi condotti nella letteratura internazionale. La scala di O’Conell, poi, possiede delle limitazioni

concettuali in quanto, come abbiamo visto (capitolo 3), non coglie le determinati nella dimensione dell’internalità.

Per questi motivi si è pensato ad una prova multidimensionale-multiattribuzionale basata su 32 vignette a scelta vincolata, affiancate da due prove libere, che includesse situazioni di successo ed insuccesso - ispirate alla vita quotidiana in famiglia, a scuola, nello sport, con gli amici - e che combinasse testo scritto e illustrazione. Nelle vignette l’immagine funge da cassa di risonanza della parola.

Dalla scala di Lefcourt è stata ripresa la distinzione tra un egual numero di situazioni di

successo e di insuccesso. Infatti, delle 32 vignette qui proposte 16 riguardano successi e 16 insuccessi. Per articolare la tipologia delle situazioni è stata anche ripresa la distinzione di Lefcourt tra il contesto del conseguimento di risultati e quello dell’

affiliazione, nella presente indagine rinominato “relazioni sociali”. Pertanto, sia nei successi che negli insuccessi troviamo situazioni che si riferiscono ad entrambi i contesti. Come nella scala di Lefcourt, anche nella prova ISA si procede alla individuazione del “peso” delle determinanti “abilità”, “impegno”, “contesto” e “fortuna” per ciascuna risposta. Infatti, sebbene il presente strumento e la scala di Lefcout siano strutturalmente diversi, il focus della prova ISA rimane quello di monitorare il peso delle determinanti nelle situazioni di successo e in quelle di insuccesso.

Descrizione della prova ISA

La prova ISA, adatta ad identificare lo stile attributivo in ragazzi dai 9 ai 16 anni, è composta da 32 items espressi tramite il ricorso a vignette e testo scritto (allegato 2a). Le situazioni descritte si svolgono in contesti di vita scolastica, famigliare, ricreativa in cui i ragazzi potrebbero essersi effettivamente trovati. Una volta visionata la vignetta e letta la situazione di contesto, si richiede al soggetto di scegliere solo una tra le quattro soluzioni possibili ipotizzate per motivare i comportamenti di successo o di insuccesso. Tali soluzioni si richiamano alle determinanti di Weiner, cui anche Lefcourt faceva riferimento nelle sue scale. Ricordiamo, infatti, che tra le cause a cui attribuire i propri successi o insuccessi Weiner (1985) ritiene essere più frequenti: l’impegno personale o la mancanza di impegno, l’abilità o la non abilità; il contesto; la fortuna o la sfortuna. Alcuni esempi di items tratti dalla prova ISA (allegato 2a) sono di seguito riportati.