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2.1 Due passaggi non solo intellettuali: una laurea e un’amicizia

2.1.1 Doktor Buber

Nel 1904 gli Stati Uniti acquisiscono il controllo dello stretto di Panama e inaugurano le lunghissime terze Olimpiadi moderne a Saint Louis; poco prima il

Daily Illustrated Mirror pubblica per la prima volta fotografie a colori. Tra

Francia e Inghilterra si riconosce finalmente una entente cordiale dopo le tensioni di fine secolo, così tra Spagna e Danimarca. In quegli anni la vicina Germania, costretta al centro dell’Europa, vive un periodo imperialista sostanzialmente fallimentare, che vede l’annessione di territori in Africa, nel golfo di Guinea, e crea malumori tra le potenza europee, già spartitesi gran parte delle terre disponibili oltre il continente. Nel 1904 venne stipulato un duplice patto di neutralità tra Russia e Impero e in caso di guerra con l’Italia la potenza orientale non sarebbe scesa in campo, così l’Austria non l’avrebbe fatto in caso di conflitto col Giappone, cominciato di fatto a febbraio. La Galizia, terra d’adozione di B, si trova all’estremità nord-orientale dell’Impero Austro-Ungarico, la più lontana da Vienna.

Come anticipato nel profilo biografico, proprio nell’estate 1904 e precisamente il 19 luglio, B si laurea in filosofia a Vienna con una tesi intitolata Zur Geschichte

des Individuationsproblems. Nicolaus von Cues und Jakob Böhme (Sulla storia del problema dell’individuazione: Niccolò Cusano e Jakob Böhme). La tesi era

stata depositata presso l’università alla fine del 1903 ma giaceva indiscussa per gli impegni della militanza sionista83. Certamente la famiglia comincia a fare qualche pressione perché il giovane laureato persegua una posizione che gli permetta di far

rapporto S-O, il quale si chiude provocatoriamente insinuando che Buber possa rivelarsi dopo tutto una mera “impiallacciatura” esistenzialista di Hegel (peraltro soltanto sfiorato come maestro rinnegato di un vero precursore di B, il Feuerbach della Duheit): «In the end, is Buber merely an

existentialist veneer upon Hegel?» (Brown, 126).

83 La tesi è conservata presso gli Archivi Buber di Gerusalemme in duplice copia: Rispettivamente

Arc. Ms. Var. 350/alef2 (manoscritto) e 350/alef2a (dattiloscritto). Tra le cause materiale di un

così lungo intervallo di tempo prima della pubblicazione si possono considerare l’usura del tempo (ma sempre leggibile), la ridda di abbreviazioni con riferimenti a titoli e sezioni di opere cui viene fatto riferimento (senza legenda), l’assenza di una bibliografia finale, e la ricchezza di citazioni a memoria (spesso fallace), la presenza di sporadiche annotazioni a mano. Si aggiunga la ritrosia di B verso la pubblicazioni di opere predialogiche. Soltanto Rosenzweig ne pubblicò alcune pagine, bruscamente interrotte, dalla seconda parte per il cinquantesimo compleanno di B, Aus Bubers

Dissertation, in AA. VV., Aus unbekannten Schriften. Festgabe für Martin Buber, Lambert

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fronte ai doveri famigliari, con moglie e due figli, oltre al cospicuo patrimonio dei nonni. Ma il 1904 è anche l’anno della morte improvvisa di Herzl, che lascia disorientati gli aderenti al movimento sionista, nonostante la salda permanenza del vice Max Nordau, il quale tuttavia rifiutò sempre di succedergli. B stesso vive un momento di crisi e si è visto come saranno gli interessi nei confronti del misticismo a riempire progressivamente quel vuoto lasciato dall’impegno nella militanza politica.

Quattro anni prima della discussione della tesi B aveva già scritto alcune riflessioni dedicate a Jacob Böhme e, grazie all’acribia di Francesco Ferrari, è disponibile da alcuni anni non soltanto la dissertazione, ma anche questo scritto precedente (FF 2012a, 598-604)84. Del resto nella tesi stessa l’apertura racconta l’interesse dell’autore per la mistica rinascimentale come «fondazione trascendente di ogni etica della personalità» («die transscendentale Grundlegung

jener Personalitäts-Ethik») sulla scorta delle lezioni di Dilthey e del suo Weltanschauung und Analyse des Menschen seit Renaissance und Reformation

(Visione del mondo e analisi dell’uomo nel Rinascimento e nella Riforma) e naturalmente dell’amicizia e dei Mystische Schriften di Gustav Landauer (PU, 93; RR, 13). Il calzolaio autodidatta Böhme e il nobile cardinale Cusano sono considerati dal giovane laureando come «due dei fondatori del nuovo individualismo metafisico» («zwei der Begründer des neueren metaphysischen

Individualismus») all’inizio di un percorso del pensiero occidentale che arriverà

fino a Schleiermacher ed Emerson (GIP, 42-45[1-2]). L’articolo in rivista era del resto la rielaborazione di una conferenza tenuta il 9 marzo 1901 per la Neue

Gemeinschaft dei fratelli Hart, presente Landauer stesso, che influirà non poco

sulle meditazioni politiche di B in ambito utopico-socialista come questo fece sul primo in ambito religioso-sionista. Ma quell’accolita in preda ad «un’esaltazione quasi religiosa», pervasa di lessico Völkisch e intrisa di Lebensphilosophie, doveva presto stare stretta all’inquieto anarchico del gruppo (FF 2012a, 576-580). Eppure la ricezione di Eckhart era un legame molto forte tra i due e in Skepsis und

Mystik del 1903, in parte ispirato da e dedicato a Fritz Mauthner, si trova

apertamente il concetto di unità mistica tra conoscente e conosciuto, ovvero la convinzione che il mondo non sia conoscibile per astrazioni e concetti ma attraverso la mistica. Ciò lo portò alla curatela di Meister Eckhart proprio attraverso le mediazione di B presso l’editore berlinese Schnabel (FF 2012a, 581ss). Nel suo percorso comunitario e di studio (Durch Absonderung zur

84 Über Jacob Böhme in Wiener Rundschau 5(12 / 15.6.1901), 251-253. Riferimento bibliografico

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Gemeinschaft, 1900)85 Landauer aveva maturata la necessità di superare sia la comunità originaria della tradizione sia quella autoritaria della rigida borghesia germanica, verso «una comunità autentica del futuro», in cui l’uomo si ponesse come medium tra passato e presente, ‘sinolo’ indissolubile di materia e spirito, ricerca di sé come scoperta del mondo, conscio che non vi potessero sussistere meri individui quanto piuttosto legami e comunità. Concetti che risuoneranno anche nel B dialogico (FF 2012a, 584-587).

B pronuncia a sua volta il discorso Alte und neue Gemeinschaft il 24 marzo 1901 presso l’associazione ed esalta la comunità come qualcosa di assolutamente inedito per cui non v’è ancora nome appropriato, i cui membri sono giunti all’altezza nietzscheana in cui la gioia di ricevere e donare si equivale con indifferenza mistica. Il vitalismo neoromantico (Lebensgefühl) non può sopportare le limitazioni del pensiero concettuale, che è negazione dell’azione. Nel pensiero tradizionale le polarità fanno problema, non sono logicamente accettabili, vanno dialetticamente risolte, invece nel singolo – che proprio per questo può già costituire comunità ‒ esse trovano ospitalità in una «armoniosa coincidenza degli opposti». Siamo come si vede alle soglie di Nicola Cusano. L’intarsio di comunità e vita, due facce della medesima medaglia, non può sopportare dogmi e si regge su affinità elettive (Wahlverwandschaft) che sono a fondamento della nuova comunità ‘postsociale’ (cfr. FF 2018), tutt’altra cosa di quella concepita dal sociologo Ferdinand Tönnies (1855-1936) come stadio precedente alla società allargata.

Pochi giorni prima il Nostro aveva dunque pronunciato il discorso dedicato al mistico tedesco rinascimentale, in cui aveva individuato la questione centrale il rapporto individuo-mondo, caratterizzato da una costante dinamica di prossimità e distanza in cui però il secondo «resta un enigma». Ma mediante la figura dell’unità (torna quindi la Einheit) Böhme poneva un parallelo tra anima e corpo, tra organismo ed energia, tanto quanto tra essenza divina e relativa potenza86. Perché è il cosmo stesso ad essere costruito su queste dinamiche e dunque nel dispiegarsi di questo eterno gioco (Spiel), in cui le potenze muovono gli elementi ed essi desiderano tornare all’unità originaria, si svela, rigenera e agisce l’amore,

85

Trad. it.: Attraverso la separazione verso la comunità, a cura di Gianfranco Ragona, in La

società degli individui. Quadrimestrale di Filosofia e Teoria Sociale, 3 (2007), pp. 123-140.

86 Sembra qui risuonare la celebre formula rahneriana secondo cui «die ökonomische Trinität ist

die immanente Trinität», cioè «la Trinità immanente è la Trinità economica» (Karl Rahner, Il Dio Trino come fondamento originario e trascendente della storia della salvezza in J. Fiener, M.

Löhrer (ed.), Mysterium Salutis. Nuovo corso di dogmatica come teologia della storia della

salvezza, vol. 3: La storia della salvezza prima di Cristo, Brescia 19805, p. 414). Sui punti di contatto tra B e Rahner molti contatti sono già censiti in forma sintetica (Moore, 265-272).

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forza che «conduce l’individuo», microcosmo rappresentativo di queste tensioni, «alla rinata potenza dell’unità»87. Il mondo quindi per il mistico cristiano di Seidelberg (allora nell’impero orientale, ora in Polonia), così come per il filosofo ebreo austriaco, più che essere è continuo divenire di dinamiche che gli ineriscono (FF 2012a, 587-593)88. La creazione è allora una scena delle «nostre mani plasmatrici» e se l’uomo vi prende parte pienamente in relazione genuina con il fratello e gli altri viventi del creato (cfr. Rm 8) allora realizza quella

Verwirklichung (‘realizzazione’ appunto) che sarà al centro dell’opera del

decennio successivo, Daniel. Problema dell’individuazione come problema di relazione (moto della lotta verso l’individuo, moto dell’amore verso Dio: tensioni dell’unico desiderio), centralità dell’unità, panenteismo prechassidico e Rivelazione continua, dialogismo fondamentale (lo sguardo dell’animale), concordia dei contrari. La contestualizzazione della tesi porta già al B ‘maggiore’.

Il progetto dell’abilitazione universitaria in storia dell’arte durante il soggiorno fiorentino finanziato dalla nonna Adele nel 1905-1906, poi abortito, muove da questo interesse per il Rinascimento. B si dedicherà invece ad un altro progetto, quello della serie di opuscoli Gesellschaft, dedicati a specifiche voci d’interesse per Jüdischer Verlag e affidati a rinomati specialisti, tra cui l’amico Landauer (Rivoluzione), il sociologo Werner Sombart (1863-1941), il maestro berlinese Simmel (Religione), la scrittrice russa compagna di Rilke e musa di Nietzsche, Lou Salomé (1861-1937, Erotismo) per dirne alcuni (S, 123-127).

Gli archivi gerosolimitani conservano un documento tragico ma interessante (GPI, 5). Con data del provvedimento dattiloscritta al 27 marzo 1941 su carta intestata (modulo prestampato) della Deutschen Polizei, e timbrata 3 aprile seguente dal Reichsministerium für Wissenschaft, il Reichsminister chiedeva (bitte) contro l’ebreo B promosso dottore in filosofia, gegen den Juden Martin

Buber [...] Dr. phil. promoviert, ultima residenza ad Heppenheim e attuale in Palästina, ai sensi del §2 della legge 14.7.1933 (Reichsgesetzblatt I, seite 480 ff.),

87 «Questo meraviglioso sentimento del mondo (Weltgefühl) è diventato definitivamente il suo

tratto caratteristico [di Böhme, ndr...] E talvolta sentiamo il desiderio di abbracciare un giovane albero [...] Noi facciamo esperienza dell’avvicinarsi e allontanarsi delle stelle più lontane come qualcosa che ci accade» (FF 2012a, 597. Cfr. RR, 181-186). Si mettano in relazione queste parole coi frammenti autobiografici delle prime pagine del profilo.

88 «Lotta e amore sono però conciliazioni e superamenti della discordia, ponti tra l’Io e il Mondo

[...] La vita sorge allorché entrambi si intrecciano [...] una sovrabbondanza di potenza organica» (FF 2012a, 595.599). Inevitabile sentire qui riecheggiare di Fichte ‒ meno Berkeley di quanto B stesso affermi ‒ ma in più vi è la relazione e dunque lo scontro titanico in campo aperto quale si potrebbe figurare la dialettica fichtiana di Io e non-Io vira verso un microcosmo di legami inerenti in cui è visibile tutto il creato, ovviamente differenziato per gradi e qualità (Ibidem, 576.596).

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che il ritiro (Entziehung) del Dr.-titels fosse eseguito (veranlassen). In calce, sotto le firme dei responsabili del provvedimento, il timbro con l’aquila del Reich affianca quello del Martin Buber Archiv della Biblioteca Nazionale Israeliana con la notazione manoscritta degli estremi del catalogo (Ms. Var. 350).

Gli verrà restituito nel dopoguerra.

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