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La domanda di tecnologie e soluzioni ICT nelle piccole e medie imprese

Nel documento Sviluppo locale e digital divide (pagine 170-179)

Quanto descritto nei paragrafi precedenti ha avuto come oggetto principale l’analisi del piano di sviluppo rurale e delle modalità attuative seguite nella nostra nazione. Occorre prendere in considerazione anche un altro aspetto strettamente legalo alla tematica dello sviluppo locale: il ruolo delle piccole e medie imprese221 (PMI) nonché delle micro imprese, nelle strategie applicative per la riduzione del

digital divide.

Dalle stime fornite a fine 2010 si registra una costante crescita delle PMI e delle Micro imprese che si attestano al 99.9% su totale delle imprese esercenti nel territorio nazionale. Ne discende una necessità di investire nelle ICT intesa come un’esigenza primaria per limitare gli effetti della crisi mondiale garantendo mediante un adeguato accesso alla rete un servizio competitivo e di qualità. È innegabile, infatti, che oggi una qualunque azienda senza alcun accesso alla rete è in condizioni fortemente svantaggiate rispetto ad una con un valido sito internet e con la possibilità di offrire un servizio di e-commerce.

I benefici che si ottengono da un investimento in ICT sono molteplici, in quanto si riducono i costi di struttura, così come i tempi di accesso ai nuovi mercati, inoltre, i processi produttivi vengono ottimizzati ed infine si riducono sensibilmente i costi del personale. In particolare, i maggiori investimenti che si registrano da parte delle PMI consistono in un supporto alla gestione dell’impresa ovvero a strumenti che permettono di standardizzare i processi amministrativi, la gestione della produzione e di rendere più flessibile ed efficiente l’organizzazione del personale. Ciò permette di non rivolgersi a società esterne, o professionisti

nella gestione delle attività amministrative (contabilità, buste paga, telelavoro, lavoro in mobilità ecc).

L’implementazione della banda larga crea, dunque, le condizioni ottimali per una crescita delle PMI. In altri termini l’eliminazione del divario digitale produce, o quantomeno contribuisce, una crescita dello sviluppo locale grazie alla maggiore crescita delle PMI che si troverebbero nelle condizioni ottimali per valorizzare i propri prodotti e servizi.

L’importanza di internet per le piccole e medie imprese è stato, tra l’altro, oggetto di una recente ricerca 222 in base alla quale le PMI che usano internet attivamente crescono più in fretta, raggiungono più facilmente una clientela più internazionale, diventano più produttive rispetto a quelle che non usano internet e (aspetto da non trascurare) tendono ad assumere più dipendenti e consulenti.

Secondo il rapporto McKinsey 2010, sviluppato per la Francia, la rete è per le piccole e medie imprese un formidabile acceleratore di sviluppo. Infatti se da un lato ha un piccolissimo ruolo di settore con un misero 3,7%, la rete ha contribuito per il 25 % alla crescita del PIL. Una parte considerevole di tale crescita (oltre il 25%) è dettata principalmente dagli investimenti delle PMI francesi; l’effetto sul campo occupazionale è sorprendente in quanto nel corso del 2010 si sono creati oltre 1 milione di posti di lavoro. Il dato più significativo è costituito dal fatto che le PMI che hanno investito in rete hanno avuto un tasso di crescita e di una quota di export doppi rispetto a quelle che utilizzano meno la rete. Il paragone con il

222 “Fattore Internet Come Internet sta trasformando l’economia italiana” Boston Consulting

nostro paese è allarmante in quanto internet pesa solo l’1,6% del PIL globale e vale il 18% della crescita del 2010.223

Diventa fondamentale, pertanto, investire in valide soluzioni di Enterprise

Resource Planning224 (ERP), cioè dotarsi di un sistema di gestione che integri tutti i processi di business rilevanti per un’azienda, come la gestione delle vendite on- line, gestione delle ordinazioni e tenuta della contabilità.

Inoltre validi strumenti di supporto aziendale sono i Customer relationship

management 225 (CRM), particolarmente congeniali per le imprese che si basano su un solo prodotto, piuttosto che una varietà di prodotti e servizi o sulla relazione con il cliente, ovvero i nuovissimi strumenti offerti dal Web 2.0, ancora poco sviluppati in Italia, come dimostra una recente indagine effettuata dalla Tedis. Quest’ultimi strumenti sono frutto dell’impressionante diffusione di tecnologie in grado di sostenere originali forme di socialità e relazione come ad esempio le comunità di scambio di video, i social network, i blog ecc; questi rappresentano oggi gli spazi nei quali il consumatore spende una porzione rilevante del proprio tempo, esprime la sua creatività, si immerge in una socialità sempre più ricca di stimoli e sollecitazioni. Queste nuove forme di socializzazione fanno delle comunità di consumatori un soggetto in grado di contribuire attivamente ai processi di innovazione delle imprese. La loro creatività ed i loro spunti rappresentano un importante punto di partenza per la gestione di processi di sviluppo di nuovi prodotti sempre più rapidi ed efficaci.

223 Secondo le stime fornite dalla Net Consulting sui dati dell’OCSE. 224 Letteralmente "pianificazione delle risorse d'impresa."

Queste comunità, inoltre, sono anche i luoghi in cui vengono discussi e rielaborati le esperienze e i significati legati ai brand e alla valorizzazione della comunicazione d’impresa. Al fine di raggiungere tali risultati è bene partire da un dato non trascurabile, ossia dal fatto che il mondo ICT è indispensabile per rimanere al passo con i tempi e che esso non è un costo ma semmai un valido supporto per qualunque impresa. Per realizzare ciò occorre, pertanto, partire da un approccio propositivo alla materia sfruttando pertanto i soggetti particolarmente sensibili alla materia ovvero dotarsi di personale qualificato. Soltanto il 60% circa delle piccole imprese è presente in rete contro la quasi totalità delle grandi imprese226. Altro dato da non trascurare consiste nella percentuale delle imprese con meno di 10 dipendenti in cui vi sia almeno un pc: soltanto il 65%.

Dall’analisi dei dati appena forniti si intuisce da un lato l’importanza che lo sviluppo delle infrastrutture di accesso riveste nella crescita delle PMI e dall’altro che una riduzione del divario digitale contribuisce alla valorizzazione delle risorse locali.

Anche in questo scenario il ruolo principale è svolto dall’ente pubblico avendo il compito di favorire un ambiente collaborativo tra le diverse imprese sparse nel territorio volto alla valorizzazione delle risorse e delle attività rilevate attraverso la realizzazione di progetti coordinati.

Si intuisce, dunque, che l’avvio dei progetti di riduzione del divario digitale attraverso l’intervento locale diventa un fattore di crescita non solo per le aree a cui esso è destinato ma anche per le aziende che gravitano intorno. Pertanto

maggiore sarà l’intervento di riduzione del divario maggiore sarà la crescita e lo sviluppo del territorio.

10.Valutazioni conclusive

Quanto analizzato nel corso del presente capitolo ha dimostrato, dunque, il vivo interesse dell’Unione Europea al tema del divario digitale tale da spingere gli organi comunitari a predisporre disposizioni normative volte a contribuire ad uno sviluppo dal basso del divario digitale e sempre più attento ai territori nazionali, con attenzione anche e soprattutto al locale che li compone.

In particolare è stato preso in considerazione il progetto di sviluppo per le aree rurale per la diffusione della banda larga in dette zone.

In questo scenario si è compresa l’importanza dell’intervento locale nella predisposizione dei piani di intervento volti alla riduzione del divario digitale.

Sono state dunque illustrate le diverse modalità operative eseguite dalle regioni italiane per l’implementazione della banda larga nelle arre rurali.

Emerge più chiaramente quindi quanto siano strettamente legati tra loro le tematiche della riduzione del digital divide e le strategie di implementazione dello sviluppo locale.

Sono stati in particolare presi in analisi alcuni esempi virtuosi al fine di dimostrare che, posto l’indispensabile intervento istituzionale locale, le ipotesi di sviluppo locale derivanti da una maggiore fruizione della rete si possono realizzare nelle più diverse realtà locali. Sono state, anche, analizzate situazioni di implementazione dello sviluppo locale tranquillamente replicabili, come ad

esempio la gestione via Web dell’energia elettrica di un piccolo centro o di una rete di piccoli centri, i quali esempi non sono utili esempi solo ai fini dell’implementazione ai centri con caratteristiche simili, infatti questi paradigmi non hanno una connessione in relazione alle tipicità del territorio ma possono essere applicati a qualsiasi realtà locale.

Dai diversi esempi presi in considerazione emerge dunque chiaramente che, atteso il generale input nazionale e sovranazionale, l’intervento locale nell’abbattimento del divario digitale assume contorni diversi in base al territorio di riferimento.

Non è infatti ipotizzabile un intervento unitario e genericamente replicabile. In virtù della teoria glocalista non è possibile stabilire aprioristicamente come l’intervento locale possa contribuire all’abbattimento del divario digitale. Diventa quindi necessario calarsi nelle diverse realtà locali e, attraverso lo studio del territorio, predisporre una politica di intervento locale. Diverse sono infatti le strade intraprese dalle regioni italiane; posto lo stanziamento economico le realtà locali hanno seguito linee diverse per rendere concreto l’intervento volto alla diffusione della banda larga nelle aree rurali. E’ possibile riassumere tali differenti posizioni in tre diverse linee operative. La prima consiste nell’intenzione della Regione di diventare protagonista dello sviluppo infrastrutturale attraverso il proprio intervento nella realizzazione dell’infrastruttura, da mettere poi a disposizione dei soggetti interessati. Una seconda, invece, ha preferito predisporre la realizzazione di società miste pubblico-privato. Infine, una terza linea vede

l’intervento della regione limitato a mero intermediario, in modo che siano poi i soggetti privati a gestire la rete realizzata.

L’adozione, quindi, di strategie differenti in merito all’attuazione di fondi strutturali comunitari, e più in generale di politiche di promozione dello sviluppo locale attraverso la promozione di accordi territoriali per l’innovazione, permette di comprendere che la realtà locale è il vero protagonista dello sviluppo del settore essendo l’unico vero conoscitore della realtà oggetto dell’intervento.

Ciò è funzionale a quanto sollevato all’inizio del Capitolo sul rapporto tra la riduzione del divario digitale e l’implementazione dello sviluppo locale, in quanto permette di affermare che tale rapporto crea degli effetti positivi per il territorio stesso. La condicio sine qua non è rappresentata, quindi, dalla conoscenza del territorio che non si limita ad una mera valutazione delle esigenze di copertura in base alle zone attualmente sfornite ma che deve prendere in considerazione anche gli attori del settore interessati, le zone a vocazione turistico-culturale, i distretti ad alto contenuto tecnologico, le aree caratterizzate dalla mancanza di settori di traino o di sviluppo ecc, in modo da realizzare una programmazione degli interventi che tenga quindi in considerazione le reali esigenze della realtà locale atte a stimolare lo sviluppo dell’acceso nel settore di riferimento. Grazie alle considerazioni effettuate è possibile quindi prendere spunto da alcuni esempi, per la proposizione di interventi nella regione Siciliana, che sarà più specificamente oggetto del prossimo capitolo.

Capitolo IV

AZZERAMENTO DEL DIGITAL DIVIDE NELLA REGIONE PIÙ A SUD DELL’ITALIA? LA RISPOSTA NELLO SVILUPPO LOCALE

SICILIANO, TRA PARADIGMI E VIAGGI NEL FUTURO

1.Introduzione. 2.La Regione Sicilia tra dati economici e approccio alla digitalizzazione. 3. Il government regionale: un approccio risolutivo e potenzialmente remediale.4. Esiste un e-government in Sicilia? 5. Chimera o realtà? 5. “Sviluppo-Italia-Sicilia”. 6. Il ruolo del Corecom è una sfida alla decentralizzazione efficiente. 7. La Rete di Mandarin: l’isola si connette “senza fili”. 8.Nell’era 3.0 lo sviluppo della Sicilia non può prescindere dal Web. 8.1 L'advergame made in Sicily: uno sviluppo locale da laboratorio e nuovi ponti in costruzione tra sviluppatori e crescita occupazionale. 8.2 Cosa significa telemedicina per la Sicilia oggi? 9. Da limite a virtù: la realtà locale come pietra angolare del digital development.

10. Valutazioni conclusive

1 Introduzione

Nel capitolo precedente sono stati presi in esame gli interventi realizzati dalle regioni italiane a seguito dell’adozione dei fondi rurali comunitari per l’abbattimento del divario digitale.

L’analisi di detti interventi è stata funzionale al fine di comprendere, attraverso le diverse scelte effettuate dalle differenti regioni, se l’adozione di una politica di sviluppo legata al territorio possa contribuire realmente all’abbattimento del divario digitale e se una maggiore diffusione dell’accesso alla rete svolgere un ruolo determinante e risolutorio nelle dinamiche legate allo sviluppo locale.

Si è compreso, dunque, che le due tematiche, rispettivamente del divario digitale e dello sviluppo locale sono strettamente correlate tra loro mediante un rapporto biunivoco, che le trova a fronteggiarsi in un rapporto di causa-effetto, in cui per via della riduzione di una (digital divide) di conseguenza si irrobustisce e cresce esponenzialmente l’altra (lo sviluppo locale).

Alla luce della teoria glocalista, la più avallata tra tutte, si è dimostrato che per realizzare una politica di riduzione del divario digitale la condicio sine qua

non sia il confronto con il territorio in cui si ritiene di operare. Come si ricorderà,

infatti, le politiche di implementazione della banda larga nelle zone rurali italiane non hanno trovato un'unica applicazione ma si sono diversificate in base alle diverse tipologie riscontrate.

Alcune regioni, infatti, hanno mantenuto la proprietà dell'infrastruttura realizzata affittandola agli operatori della comunicazione interessati, mentre altre hanno svolto solamente un ruolo di coordinamento dei lavori lasciando la gestione dell'infrastruttura ai privati. Altre regioni ancora hanno stipulato un partenariato pubblico-privato per la gestione e manutenzione dell'infrastruttura.

Quanto esaminato diventa un utile strumento per valutare le politiche di intervento che saranno a breve realizzate nella regione Sicilia.

Nel presente Capitolo si cercherà, dunque, di rispondere alle domande poste all’inizio della trattazione avendo come base di riferimento un territorio ben preciso: la Regione Sicilia. In particolare le principali questioni poste riguardano, come noto, da un lato l’eventuale possibilità dell’intervento locale di abbattere il divario digitale e dall’altro le conseguenze che un accesso diffuso alla rete

comportano nello sviluppo locale. Pertanto nei prossimi paragrafi si analizzerà la situazione della Regione in termini di crescita, di occupazione, e ovviamente di alfabetizzazione informatica, al fine di tentare di individuare i punti su cui occorre concentrare l’attenzione in maniera più diffusa; inoltre, si cercherà di suggerire tra le esperienze seguite dalle altre regioni, quale sia la più adatta per un efficace abbattimento del divario digitale.

Infine si prenderanno in considerazione alcuni esempi virtuosi di applicazioni derivanti dalla rete al fine di illustrare le eventuali ricadute nel territorio tali da implementare lo sviluppo locale.

Nel documento Sviluppo locale e digital divide (pagine 170-179)