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Un focus sui “virtuosismi regionali italiani” e possibilità di replica

Nel documento Sviluppo locale e digital divide (pagine 163-170)

8. I modelli e gli strumenti tra business pubblico e partneriato negli enti locali

8.1 Un focus sui “virtuosismi regionali italiani” e possibilità di replica

Nel paragrafo precedente sono state analizzate le varie strategie adoperate dalle diverse Regioni italiane, atte alla riduzione ed al contenimento del digital

divide. Si propone adesso l’attenzione su alcune virtuose regioni, più nello

specifico, che più di altre hanno sfruttato la banda larga al fine di valorizzare il proprio territorio, diventando nel giro di pochi anni un modello da prendere in estrema considerazione.

La Regione Emilia Romagna, ad esempio, ha promosso un piano per la riduzione del digital divide partendo dalla convinzione che investire sulla banda larga significa incentivare lo sviluppo e la competitività. Tale idea nasce dalla

consapevolezza che grazie ad una rete presente su tutto il territorio sia possibile creare lo sviluppo di servizi particolarmente utili in primis per la P.A. ma anche a privati ed aziende. Ciò, tra l’altro, è perfettamente in linea con l’esigenza, che avanza e si fa sempre più presente nel Paese, circa l’implementazione del Codice dell’Amministrazione digitale,207 nonché con l’attuazione dei più mediati e indiretti principi dell’e-democracy e dell’e-government.

La Regione ha scelto, pertanto, di avviare gli investimenti partendo dalla realizzazione della rete in fibra ottica per tutti gli uffici della P.A. dislocati sul territorio. L’idea di base è quella di garantire a tutta la P.A. la medesima connessione a prescindere dall’ambiente in cui un singolo comune è ubicato. Per realizzare tale progetto la regione Emilia Romagna si è affidata ad una

partnership pubblico/privata (Lepida208 s.p.a.). Il modello adottato si differenzia da quello analizzato nel paragrafo precedente; la Regione, infatti, consapevole dei costi e dei tempi necessari per la realizzazione del progetto ha invitato i vari soggetti interessati a contribuire al finanziamento creando un modello in base al quale chi investe diventa proprietario di una quota parte di fibra che può utilizzare sul mercato in maniera autonoma, mentre la parte restante è di proprietà della Regione medesima. Pertanto, da un lato, vi è un finanziamento pubblico per una rete privata a tutti gli effetti, che è la rete di proprietà della P.A. e dall’altro vi sono risorse di privati che vengono utilizzate per realizzare una rete pubblica, che ha come scopo l’utilizzo da parte dei cittadini.

207 D.lgs 72/2005, che ha introdotto l’art. 3-bis della L. 241/1990, proprio introducendo il

cosiddetto CAD.

La conseguenza più esaltante è il risparmio realizzato dalla Regione; dalle stime209 conseguite per la realizzazione si constata un grande risparmio rispetto al classico affidamento completo verso i privati.

Detto concetto è particolarmente virtuoso e lungimirante in quanto garantisce l’efficienza di servizio partendo proprio dal coinvolgimento del territorio. L’auspicio è quello che anche altre regioni possano realizzare forme di investimento che si ispirino a tale tipologia.

L’Emilia Romagna ha avuto, inoltre, il merito di sensibilizzare tutti i comuni della Regione210 che sono diventati protagonisti del progetto Lepida, proprio perché convinti dell’utilità dell’investimento per le proprie realtà locali. La Regione, in sinergia con le realtà locali, ha attuato il principio di sussidiarietà graduale, ossia quel principio in base al quale ogni Comune contribuisce al progetto in relazione alle proprie dimensioni. I benefici di tale progetto sono molteplici, specie in ordine allo sviluppo locale, garantendo gli stessi servizi a tutti, specie a quelle realtà molto piccole e sino ad oggi parzialmente escluse.

Ma il merito maggiormente rilevante è senza dubbio quello di contribuire allo sviluppo sia alle piccole realtà locali che alle realtà che si trovano in fallimento di mercato e che potranno beneficiare di nuove condizioni idonee a favorire il proprio sviluppo.211

209 Il costo complessivo dell’intera rete è di circa 6 milioni per gestire l’intera rete (4 senza

ammortamento) a fronte di 18 milioni circa che la regione avrebbe dovuto spendere rivolgendoci al mercato riservato alla PA con un risparmio del 70% (12 milioni di euro circa).

210 Un dato significativo è rappresentato dal fatto che Lepida ha come soci tutti i 348 Comuni della

Regione.

211 Si pensi alle realtà montane dove nessun operatore ha interesse economico ad investire nella

diffusione della banda. La PA con il proprio intervento, e grazie agli stimoli dei privati, ha introdotto un modello ideale per favorire detto sviluppo.

Un secondo esempio di virtuosismo locale nell’ambito dell’information

society è rappresentato dal Trentino Alto Adige. La Regione ha sposato la causa

della banda larga sin dal 2003, partendo dalla consapevolezza che il proprio territorio soffre di un potenziale molto alto di fallimento di mercato212 specie nel settore dell’ICT, sia a causa della geografia del territorio, in relazione al grado di diffusione dell’infrastruttura, che per la popolazione residente, non particolarmente sensibile alla cultura della rete.

Nella prima fase l’amministrazione locale con la collaborazione della Provincia e di altri enti pubblici ha realizzato una società213 con il 100% di capitale pubblico di proprietà della Provincia autonoma di Trento, costituita con l’obiettivo di avviare e completare l’infrastruttura pubblica di rete, ma anche di attivarla, cioè di accendere la fibra.

Terminata tale fase si è passati alla seconda con l’obiettivo di ridurre il digital

divide nelle zone a fallimento di mercato;214 per realizzare ciò si è scelto il rinforzamento delle reti WI-FI grazie all’introduzione di 800 base station capaci di coprire quasi completamente il territorio. Tale fase ha visto il coinvolgimento degli operatori privati nella misura in cui la rete dal punto di vista infrastrutturale è tenuta accesa dalla società Trentino Network215, mentre il servizio è invece gestito dagli operatori a cui viene affittata la banda a condizioni eque, trasparenti e non discriminatorie.

212 Si pensi ad esempio che la città più grande è Trento con poco più di 100.000 abitanti e altri 217

comuni di cui solo 18 con popolazione sopra i 3.000 abitanti e tutti gli altri al di sotto di questa dimensione.

213 Per un approfondimento su Trentino digitale si veda www.trentinodigitale.tn.it. 214 Ossia pratica tutto il territorio provinciale ad eccezione della Valle dell’Adige.

215 TN opera come gestore di servizi soltanto nei confronti delle pubbliche amministrazioni e degli

Contestualmente si è avviato un progetto che prevede l’adeguamento delle centraline nelle zone a fallimento di mercato: sfruttando la dorsale in fibra di proprietà pubblica, laddove non è arrivata la dorsale degli operatori, viene effettuato il rilevamento di modo che tutte le centrali di distribuzione del segnale e gli stessi protocolli di trasmissione possano essere adeguate con il passaggio da analogico a digitale. Mediante la pubblicazione di un bando pubblico, aperto a tutti gli operatori, viene di fatto dato un contributo secco a chi offre la migliore infrastrutturazione di apparati – circa 100 centrali che servono il territorio -, utilizzando al meglio l’infrastruttura in larga banda che già esiste in Trentino.

L’ultima fase del progetto, consiste proprio nella realizzazione della rete di nuova generazione (da ultimare entro il 2018). L’obiettivo, realizzato mediante una società ad hoc, una NewCo, prevede il raggiungimento in fibra ottica di tutti gli abitanti della Regione. Si tratta del primo esempio in Italia di “società della

rete”. Per realizzare tale obiettivo la Società sfrutterà i cavidotti già esistenti, di

proprietà degli operatori privati, proprio perché il cavo in fibra che passa all’interno di tubi di operatori TLC parte già dalla centralina di erogazione per arrivare direttamente nella borchia. Passare attraverso altri tubi vuol dire passare all’interno di altre centraline con una serie di difficoltà operative da affrontare come, ad esempio, quelle relative alla necessità di accesso alle centraline per la manutenzione. Inoltre, è previsto l’utilizzo anche di altre infrastrutture come quelle dell’acqua e del gas, di proprietà di aziende pubbliche, al fine di agevolare l’accesso alle abitazioni private.

Mediante tale collaborazione pubblico-privata, ossia attraverso il conferimento dell’infrastruttura esistente nei territori, si garantisce una gestione unitaria della rete in modo da garantire un graduale passaggio dalla rete in rame a quella in fibra ottica, stimolando l’aumento di domanda in maniera graduale. L’amministrazione sta realizzando una serie di servizi per incentivare la domanda e favorire il confronto con i cittadini e le aziende garantendo uno sviluppo armonioso del territorio.

L’ultimo esempio che merita un approfondimento consiste nella Regione Friuli Venezia Giulia.216Tale Regione si è trovata in una condizione di grave

digital divide a causa dell’esiguo numero di centrali telefoniche che non consente

il raggiungimento delle abitazioni site a più di 3 km dalle centrali stesse.217

La Regione218 è stata in grado di comprendere che il fallimento di mercato, da parte degli operatori di telecomunicazioni, può essere ovviato solo mediante l’intervento pubblico.

Una rete capillare in fibra ottica garantisce nuove opportunità per realtà sino ad oggi escluse dall’information society e dalle opportunità di crescita sociale ed economica219. In tale contesto è nato il progetto regionale ERMES220 che prevede un’implementazione in primis in fibra ma anche mediante rete satellitare, WI-FI

216 http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/AT10/ARG5/FOGLIA3/.

217 In termini numerici le centrali non raggiunte dalla fibra ottica corrispondono ad almeno circa

84.000 utenze telefoniche fisse e cioè a circa 250.000 abitanti.

218 Grazie anche all’intervento dell’Agcom che nella relazione annuale 2010 ha sottolineato la

necessità di un intervento pubblico per superare i fallimenti di mercato, per approfondimenti www.agcom.it.

219 Un dato non trascurabile consiste nel fatto che oggi le telecomunicazioni a banda larga pesano

a livello nazionale attorno al 3% del PIL e sono in costante crescita.

220 ERMES (an Excellent Region in a Multimedia European Society) è il programma con il quale

la Regione intende operare per fare del Friuli Venezia Giulia un'area europea di eccellenza nel campo dell'Information & Communication Tecnology (ICT).

nonché xDSL, in base alla tipologia della zona di riferimento. Il programma si prefigge di garantire a tutti (ossia P.A., cittadini ed imprese) la connessione in banda larga con incentivi e rientri di costi per la P.A. in termini di connessione voce e dati (essendo la P.A. stessa proprietaria della rete). La Regione, quindi, realizza la rete e la mette a disposizione a tutti gli operatori di telecomunicazioni interessati, in modo da garantire una sana competizione nel territorio e favorire la diffusione dei servizi nella Regione.

Dalla disamina di alcuni virtuosismi regionali è possibile dunque affermare che l’intervento locale può assumere un ruolo centrate nell’abbattimento del divario digitale. La condizione essenziale per raggiungere tale scopo consiste nella piena conoscenza del territorio. I tali tecnici, le consultazioni pubbliche e l’intervento proattivo della regione sono alcuni degli strumenti che la regione può mettere in campo al fine di avviare gli interventi nelle aree più isolate del territorio.

Da quanto descritto si intuisce, dunque, che non vi è un’unica modalità attuativa valida per qualsiasi realtà locale ma esistono diversi modus operandi in relazione alle peculiarità del territorio.

Ciò che comunque può essere affermato consiste nella considerazione che l’intervento locale attraverso lo studio mirato dal territorio può concretamente arrivare dove l’intervento generale dello Stato e del Mercato non riescono ad arrivare.

Nel documento Sviluppo locale e digital divide (pagine 163-170)