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Le dotazioni nazionali di sostegno

LA REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATI E DEGLI SCAMBI NEL SETTORE VITINICOLO

5.2 Le dotazioni nazionali di sostegno

La vera novità dell’attuale OCM Vino è stata l’introduzione delle dotazioni nazionali di sostegno. La definizione delle misure e lo stesso finanziamento sono a carico dell’Unione Europea, mentre sono gli Stati membri ad avere la facoltà di scegliere misure adatte per sovvenire alle necessità nazionali, tenendo conto delle peculiarità della propria agricoltura.

L’Italia ha redatto un Programma di sostegno nazionale (Psn), collocando i finanziamenti tra le varie misure: promozione dei paesi terzi, ristrutturazione e/o riconversione dei vigneti, investimenti rivolti all’ammodernamento della catena di produzione e all’innovazione, assicurazione del raccolto, sostegno alla vendemmia verde, arricchimento con mosti, distillazioni.

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Queste misure di sostegno, in grado di rafforzare strutture competitive, sono delegate agli Stati membri, i quali possono attuarle tramite uno specifico programma di sostegno (Psn) che è finanziato tramite apposite dotazioni nazionali.

Queste ultime permetteranno agli Stati membri di scegliere ed adattare le misure in questione alla loro situazione particolare.

Lo stanziamento per i programmi sono confermati allo stesso livello del 2013 per tutti gli Stati membri. Per il nostro Paese si tratta di uno stanziamento annuo che è pari a 336,997 milioni di euro. Una misura essenziale che è ammissibile ai programmi di sostegno nazionali sarà costituita dalla promozione e della commercializzazione dei vini dell’Unione nei paesi terzi.

Visti gli effetti strutturali positivi sul settore vitivinicolo, le attività di ristrutturazione e di riconversione dovrebbero essere proseguite.

Dovrebbe essere previsto anche un sostegno a favore degli investimenti effettuati nel settore vitivinicolo rivolti a migliorare i risultati economici delle imprese in quanto tali.

Sono inoltre ammessi agli aiuti nell’ambito dei programmi di sostegno nel settore vitivinicolo strumenti di prevenzione come l’assicurazione del raccolto, la vendemmia verde, i fondi di mutualizzazione, per incoraggiare un approccio di tipo responsabile per affrontare le situazioni di crisi.

Toccando l’argomento relativo all’abolizione dei diritti di impianto al 2016, sappiamo che il potenziale viticolo europeo è regolato dal sistema dei diritti di impianto.

La proposta della commissione per la Politica Agricola Comunitaria 2014-2020 conferma che il regime attuale dei diritti di impianto è prorogato fino al 31.12.2015 ma lo stesso potrà essere ulteriormente prorogato fino al 31.12.2018 dagli Stati membri in ambito nazionale o regionale. Questo significa che dal 2016 i produttori non avranno più restrizioni agli impianti e avranno la possibilità di aumentare liberamente la loro superficie vitata e la loro produzione.

La riforma ha come obiettivo quello della completa liberalizzazione del settore, dopo un periodo di transizione che avrà durata fino al 2015 o al 2018 su decisione degli Stati membri.

Per quanto concerne le misure relative alla ristrutturazione e alla riconversione dei vigneti, queste hanno l’obiettivo di aumentare la competitività dei produttori di vino.

Per sostenere la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti ci si può focalizzare solamente su una o più delle seguenti attività:

- riconversione varietale, anche tramite il sovrainnesto; - il diverso reimpianto/collocazione di vigneti;

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- il miglioramento delle tecniche di gestione dei vigneti.

Il contributo dell’Ue ai costi effettivi della ristrutturazione e della conversione del vigneti non va oltre il 50%. Nelle regioni meno sviluppate il contributo dell’Ue non supera il 75%.

L’OCM Vino viene riconfermata nella Pac 2014-2020: l’Italia, infatti, potrà beneficiare di un’importante dotazione di risorse finanziarie in modo da rendere migliore la competitività della propria viticoltura.

Il punto clou del dibattito si concentra sulla liberalizzazione dell’impianto dei vigneti.

Su tale argomento, la Commissione ritiene che la liberalizzazione accrescerà la competitività ed inoltre renderà più semplici le regole del settore. I più grandi paesi produttori ed in particolare l’Italia, temono invece che l’aumento incontrollato della produzione accrescerà l’incertezza e lo squilibrio del settore, in particolar modo nelle zone con le denominazioni di maggior pregio.

Con riferimento alla nuova Ocm Vino in tema di protezione dei vini Dop/Igp, possiamo dire che il reg. 479/08 ha previsto la definizione di un quadro normativo omogeneo in tutta l’Unione Europea per proteggere i vini di qualità legati al territorio. Si fa riferimento alla normativa comunitaria per i prodotti agricoli e alimentari che è stata fissata nel reg. 510/2006.

Le Docg, Doc, Igt esistenti potranno conservare, tramite il meccanismo previsto dall’art. 54 del reg. 479/2008, la differenziazione esistente mantenendo nell’etichetta i termini Docg, Doc e Igt insieme alla denominazione, ma potranno utilizzare anche la nuova denominazione Dop/Igp ovvero utilizzare il simbolo comunitario previsto per i prodotti Dop/Igp in alternativa o congiuntamente. Con l’introduzione delle nuove disposizioni, le procedure di modifica e di riconoscimento delle denominazioni sono cambiate ed hanno presentato un doppio iter: prima nazionale e poi comunitario.

Si tratta sicuramente di un aspetto molto rilevante perché si prevedeva che i tempi necessari per ottenere nuovi riconoscimenti o effettuare eventuali modifiche ai disciplinari delle denominazioni già esistenti si allungassero.

Un aspetto importante fa riferimento alla registrazione delle Indicazioni geografiche tipiche a Igp che prevedono obblighi ulteriori, i quali sono connessi al cambiamento di status da vino da tavola a vino di qualità. I disciplinari relativi ai nuovi vini Igp dovranno contenere anche nuovi elementi, come la descrizione delle caratteristiche analitiche ed organolettiche, ed inoltre anche la delimitazione della zona di vinificazione che deve corrispondere all’area di produzione delle uve o al massimo essere estesa ad aree amministrative limitrofe.

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Le linee direttrici verso cui si sono mosse le attività di analisi delle denominazioni (Doc, Docg e Igt) per valutare l’opportunità di arrivare a nuovi riconoscimenti, sono in sostanza tre:

- La “manutenzione ordinaria” dei disciplinari di produzione e quindi per esempio gli adeguamenti delle rese, di alcune tecniche produttive, ecc.;

- Le modifiche dei disciplinari di produzione delle Igt, che siano necessarie per adeguarsi alle nuove disposizioni previste per i vini Igp.

La riforma delle Organizzazione Comune di Mercato del vino è stata considerata necessaria e urgente dalla Commissione sia per un motivo legato al “deteriorarsi dell’equilibrio tra domanda e offerta” sia per un altro legato all’ “acuirsi delle sfide sul mercato del vino europeo e internazionale”.

Il tema quindi della competitività sta al centro della riflessione e viene considerato uno degli obbiettivi dichiarati della proposta di riforma, che vuole “migliorare la competitività dei produttori di vino europei, rendere più forte la notorietà dei vini di qualità europei che sono i migliori al mondo, recuperare vecchi mercati e conquistarne di nuovi all’interno dell’Unione Europea e in qualsiasi parte del mondo”.