LE DENOMINAZIONI D’ORIGINE QUALITA’ PER COMPETERE
3.6 Vini a denominazione di origine e indicazione geografica: i numeri della produzione
Il decreto legislativo n. 61/2010 ha modificato la classificazione dei vini ponendo sotto la dicitura Dop sia le Doc che le Docg, mentre i vini Igt divengono Igp.
In questo paragrafo prendiamo in considerazioni tale classificazione, come da dati Ismea del 2014. Ci focalizziamo su alcuni aspetti chiave per introdurre i Vini Dop e Igp, dando qualche numero circa la produzione e il mercato di questi vini.
Secondo analisi effettuate da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) è stato evidenziato che nell’anno 2012 le superfici che sono state investite a vini Dop e Igt sono di oltre 338 mila ettari e questo significa che rappresentano oltre il 75% del totale delle superfici vitate in Italia. Una percentuale molto significativa.
In confronto al 2012, nell’anno seguente i vini in questione hanno mostrato una flessione che supera il 7% nelle superfici investite e una percentuale maggiore del 4,5% nella produzione potenziale. Per i vini Dop la riduzione è più contenuta rispetto ai vini Igp ed inoltre per i vini Dop la produzione certificata nel 2013 è risultata in aumento di circa il 3,5%.
Quest’ultima situazione ci indica che sempre più produzione potenziale Dop viene valorizzata dal punto di vista commerciale, ossia certificata.
I volumi della produzione si concentrano però ancora su poche denominazioni. Le prime dieci Dop rappresentano un 46% della produzione potenziale e il 42% di quella certificata.
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A coprire una percentuale pari al 60% della produzione potenziale e certificata relativa all’anno 2013 sono le regioni Veneto, Toscana, Piemonte, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Emilia Romagna. Per quanto concerne, invece, le Igp, le prime dieci denominazioni rappresentano il 75% della produzione potenziale e le regioni che coprono un buon 80% della stessa sono Veneto, Sicilia, Puglia, Toscana, Emilia Romagna.
Nel 2013 hanno contribuito molto ad incrementare la produzione certificata di vino Dop gli aumenti di Prosecco e di Montepulciano d’Abruzzo. Sono stati invece molto meno evidenti gli incrementi per l’Asti e il Conegliano Valdobbiadene Prosecco.
Negli ultimi tempi si sono affermati i vini confezionati nelle cosiddette bag in box e con riguardo ai vini Dop nel 2013 si è determinato un ammontare di poco superiore ai 57 mila ettolitri, ossia lo 0,5% del vino imbottigliato complessivamente a Dop.
Con riferimento, invece, ai vini Igp in bag in box il quantitativo è superiore ai 210 mila ettolitri e quindi anche a quello registrato per i vini Dop.
Rispetto allo scorso anno di cui stiamo trattando, le Dop e le Igp sono aumentate in modo lieve giungendo a quota 523, questo però solamente a causa di uno scorporo di Denominazioni di origine che già esistevano.
Il numero maggiore è sempre occupato dalle Doc che sono 332 e che rappresentando quasi i 2/3 del totale, a cui fanno seguito le Igt, 118 e quindi pari ad un 23% circa. Il rimanente 14% è costituito da Docg, le quali sono 73.
Quindi in Italia attualmente sono presenti 405 vini Dop e 118 Igp.
Il Piemonte è la regione che con 58 vini tra Dop e Igp, ne vanta il maggior numero. Allo stesso si è affiancata ora la Toscana. Segue poi il Veneto con denominazioni pari a 52, la Lombardia ne possiede 42 e in seguito troviamo Puglia e Lazio con quasi 40.
Si può notare che più del 41% delle denominazioni è concentrato nel Nord Italia, a cui seguono il Centro e poi il Sud Italia con un 21-25% e infine le Isole con un peso del 12%.
Sulla base delle analisi effettuate da Ismea, nel 2013 il valore all’origine del vino totalmente prodotto nel nostro paese è stato di 3,9 miliardi di euro, dei quali 2,7 rappresentati dai vini Dop e Igp. I primi hanno presentato un valore di 1,9 miliardi di euro e i secondi di 812 milioni di euro. Lo scorso anno si è chiuso con un aumento medio annuo dei listini ed infatti il settore vino ha segnato un +15% su base annua nel complesso, derivante da un +11% dei vini a denominazione e un +17% dei vini comuni. Già nell’anno 2012 si era verificato un rialzo complessivo dei listini molto pesante pari a un +33%.
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Nel 2013 la quantità acquistata di vino e spumanti è scesa del 5% rispetto all’anno precedente nello stesso periodo, a fronte di un aumento di spesa del 4%.
Ad essere maggiormente colpiti dal calo della domanda sono stati i vini Igp. Per quanto concerne invece i vini Dop, la lieve flessione presentata è maturata interamente nel segmento dei vini rossi, mentre i volumi acquistati dei bianchi sono cresciuti del 2%.
In relazione alle esportazioni, di primaria importanza per la vendita del vino italiano, i volumi consegnati nel 2013 oltre confine nazionale sono scesi del 4%, rimanendo però sopra i 20 milioni di ettolitri in termini assoluti.
Il settore vino, come sappiamo, dipende sempre di più dalla domanda estera che è giunta ad assorbire ormai quasi la metà della produzione italiana.
Sono stati superati i 5 miliardi di euro di introiti con un saldo positivo di 4,8 miliardi.
Le indicazioni geografiche hanno registrati un -2% rispetto al 2012 per quanto riguarda i volumi, ma un +7% con riferimento ai valori.
Le Dop si sono attestate a 4,7 milioni di ettolitri con una flessione del 3% in volume e un +5% in relazione al valore.
Sono invece i vini comuni che hanno avuto la peggio ed hanno sofferto di più perdendo il 12% del volume, anche se in termini di valore sono cresciuti del 7%.
Con riferimento alle denominazioni di origine e le indicazioni geografiche riconosciute in Italia, nel 2014 rispetto al 2012 l’ammontare è aumentato in modo lieve con 2 Dop in più. Questo, come già detto, a causa di uno scorporo di Denominazioni di origine già esistenti.
E’ stato raggiunto il numero di 523 di Dop e Igp.
Le Doc sono 332 e rappresentano i 2/3 del totale; in seguito le Igt pari a 118 rappresentano il 23% circa e le Docg, 73, costituiscono il 14%.
Quindi oggi in Italia sono presenti 405 vini Dop e 118 vini Igp.
L’Italia si classifica al primo posto nell’Ue con riguardo alle Dop, seguita da Francia con 376 vini e dalla Spagna con 100.
In relazione alle Igp l’Italia si posiziona in testa alla graduatoria con un totale di 118 indicazioni geografiche, a cui segue la Grecia con 116 e la Francia con 75.
Nella figura di seguito riportiamo graficamente la distribuzione a livello regionale del numero di Dop e Igp al 14/3/2014 con dati ricavati dalle elaborazioni effettuate da Ismea.
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Figura 3.3:Distribuzione regionale Dop e Igp (2014)
0 10 20 30 40 50 60 70 Dop Igp Emilia Romagna Campania Sicilia Sardegna Lazio Puglia Lombardia Veneto Toscana Piemonte
Fonte: Elaborazione dati Ismea
Dal grafico possiamo notare che la regione che presenta il maggior numero di denominazioni Dop e Igp è il Piemonte con 58 Dop. A tale regione si affianca la Toscana con 52 Dop e 6 Igp dopo lo sdoppiamento della Dop Bolgheri in Bolgheri e Bolgheri Sassicaia oltre al Barco Reale di Carmignano in Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmigano.
A seguire identifichiamo la nostra regione, il Veneto, con 52 denominazioni (42 Dop e 10 Igp), la Lombardia con 27 Dop e 15 Igp (42 denominazioni), la Puglia e il Lazio con meno di 40 denominazioni.
Il numero di denominazioni di origine in Italia è cresciuto molto soprattutto nel 2010 e 2011 come si può vedere dal grafico, mentre nel 2008 e nel 2009 la crescita è stata molto più lieve.
Figura 3.4: Evoluzione Dop e Igp
Italia 450 475 500 525 550 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Dop/Igp
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Focalizzandoci sulla distribuzione delle denominazioni Doc, Docg e Igt tra le varie regioni, nel dettaglio risulta che il peso delle Docg è superiore nelle aree centro-settentrionali e al Sud e nelle Isole sono i vini Igt che incidono maggiormente. Il peso più elevato con riguardo alle Doc, invece, è al Centro Italia.
Queste denominazioni e indicazioni permettono alle imprese italiane di competere sul mercato e superare la concorrenza con vini strettamente legati al territorio che trasmettono la cultura del luogo di origine.
Le aziende venete sono in prevalenza, secondo i dati Istat, di medio-piccole dimensioni e attuano strategie incentrate proprio sulla qualità del prodotto offerto.
“Il vino è un composto di umore e luce.”
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Capitolo 4