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C APITOLO 5 D ELL ’ UOMO VIRILE

5.1 E DUCARE IL CORPO

Bisogna che il corpo abbia sufficientemente vigore per obbedire all’anima: un buon servitore deve essere robusto. So che l’intemperanza eccita le passioni ed infiacchisce anche il corpo. 20

Come si evince dall’Emilio, anche dal punto di vista pedagogico la cura del corpo è fondamentale:

Ibidem.

17

Carole Pateman, Il contratto sessuale, Editori Riuniti, Roma 1997, p. 48.

18

J.J. Rousseau, Lettera a D’Alembert, cit., p. 255.

19

J.J. Rousseau, Emilio…, cit., p. 33.

Per imparare a pensare, bisogna dunque esercitare le nostra membra, i nostri sensi, i nostri organi, che sono gli strumenti della nostra intelligenza; e per trarne tutto il profitto possibile, occorre che il corpo, che li fornisce sia sano e robusto.21

Ragione e corpo si sviluppano pari passo e anzi, per poter esercitare le facoltà cognitive il fanciullo deve avere un corpo in salute. Come scrive infatti Rousseau, “errato è perciò ritenere che la vera ragione dell’uomo si formi indipendentemente dal corpo: è proprio la buona costituzione del corpo che rende le operazioni della mente facili e sicure”. 22

Rousseau immagina così un progetto educativo che non escluda la dimensione della fisicità. Si tratta di un’attenzione verso il corpo che il precettore dovrà avere fin dai primi giorni di vita del fanciullo:

le membra del corpo che cresce devono essere tutte a loro agio nelle vesti: nulla che impacci il movimento e la crescita, nulla di troppo attillato e aderente; ogni allacciatura va eliminata. L’abbigliamento francese, scomodo e malsano per gli uomini, è dannoso soprattutto per i fanciulli. Gli umori che ristagnano, ostacolati nella loro circolazione, marciscono in una immobilità che rende più inattiva e sedentaria la vita, si corrompono.23

Il corpo deve aver la possibilità di svilupparsi comodamente senza trovare in questo nessun impedimento. Se infatti quest'ultimo non riesce a esprimersi nella maniera adeguata, gli umori giaceranno chiusi in un’immobilità innaturale quanto pericolosa. I bambini infatti fin dai primi anni di vita devono avere la possibilità di muoversi: la scelta di abiti adatti ai loro movimenti e alle fasi della crescita si rivela di essenziale importanza. Rousseau è consapevole che “un corpo debole indebolisce l’anima”. Si deve dunque educare il fanciullo ad allenare il proprio fisico, a non 24 renderlo fiacco e poco vigoroso. Come sostiene George Mosse:

il nesso tra corpo e spirito stava alla base dell’ideale della bellezza e dello stereotipo che ne emanava. Nel medioevo e nel primo evo moderno si pensava che a un corpo inerte abitato da

Ivi, p. 146. 21 Ibidem. 22 Ivi, p. 147. 23 Ivi, p. 33. 24

un’anima vivente; fu l’Illuminismo settecentesco, con il suo nuovo ideale della natura, a produrre la fusione tra corpo e anima.25

In tale cornice di senso, Emilio come abbiamo visto deve ergersi a esempio per l’intera comunità, deve dunque mostrare la sua virtuosità anche attraverso il suo corpo. È in primo luogo il viso, come si legge nell’Emilio a far trasparire le qualità dell’animo del giovane:

L’uomo di mondo consiste interamente nella maschera che assume. Poiché non vive quasi mai nella sua interiorità, vi si trova sempre come un estraneo, e a disagio, quando è costretto a rientrarvi. Il suo vero essere non conta niente, la sua apparenza è tutto per lui. Non posso fare a meno d’immaginare, sul volto del giovane di cui ho parlato poc’anzi, un non so che di impertinente, di sdolcinato, di affettato, che dispiace, che disgusta le anime schiette, e sul volto del mio allievo una fisionomia interessante e semplice, che mostra la contentezza, la vera serenità dell’animo, che ispira la stima, la fiducia, ond’egli sembra aspettare soltanto l’effusione dell’amicizia per concedere la sua a quanti lo avvicinano. 26

I lineamenti del viso di Emilio, a differenza di quelli dei giovani che vivono in società, sono semplici ed esprimono la tranquillità del suo spirito. Il suo volto, lungi dall’essere una maschera ingannatrice, fa trasparire il suo essere, guadagnandosi così la fiducia e la stima altrui:

Da parte mia sono incline a credere che, oltre a questo sviluppo, i tratti del volto di un uomo vengano insensibilmente a formarsi e ad assumere una fisionomia per effetto dell’impressione frequente e abituale prodotta da certe affezioni dell’anima. Tali affezioni s’incidono sul volto, questo è fuor di dubbio; e quando divengono un’abitudine, debbono lasciarvi un’impronta durevole. È così che comprendo come la fisionomia denunzi il carattere, e come sia talvolta possibile giudicare l’uno dall’altra, senza andare a cercare spiegazioni misteriose, che presuppongono conoscenze di cui siamo privi. 27

L’espressione del volto prende forma grazie all’imprimersi delle passioni umane: certe “frequenti e abituali” affezioni dell’anima lasciano un segno indelebile nel viso dell’individuo e ne denunciano in questo modo il carattere. La fisionomia, per Rousseau può divenire un campo entro il quale intuire la personalità del giovane. In tal senso, è il corpo, e in questo caso il viso, a far trasparire

George Mosse, L'immagine dell'uomo. Lo stereotipo maschile nell'epoca moderna, Einaudi,Torino 1987, p. 30.

25

J.J. Rousseau, Emilio…, cit., pp. 305-306.

26

Ivi, p. 306.

l’essenza vera dell’uomo: “la forma fisica [diviene] un requisito essenziale del giusto atteggiamento morale […]. L’apparenza esteriore diviene simbolo del valore interiore, unsegno che tutti [possono] vedere e giudicare”. L’uomo virtuoso dunque sarà quello che si mostra agli altri senza timore e 28 senza riserve. Egli deve tuttavia, come abbiamo visto, essere educato nella maniera giusta. In primo luogo, il precettore deve proteggerlo ed evitare che il ragazzo sia in costante contatto con degli ambienti poco consoni alla sua natura. Lontano infatti dalla vita mondana, il fanciullo può mantenere la sua integrità morale:

in genere scorgiamo più vigore spirituale negli uomini la cui gioventù fu preservata da una precoce corruzione che in quelli che si sono abbandonati al disordine appena ne hanno avuto la possibilità.29

Come abbiamo già sottolineato, è proprio durante l’adolescenza che il bambino e la bambina diventano sotto tutti gli aspetti un uomo e una donna. Entrati a pieno titolo nell’ordine morale i fanciulli acquisiscono pian piano la consapevolezza del loro sesso. Da tale punto di vista, “preservare la gioventù da una precoce corruzione” diviene un compito fondamentale per assicurarsi che il processo di crescita e di soggettivazione volga al meglio. Emilio sarà, alla fine del processo formativo, non solo un buon cittadino, ma anche un uomo virtuoso. Come afferma infatti Wingrove “se diventare un uomo significa performare correttamente un ruolo, allora lo stato ontologico e psichico della ‘mascolinità’ diventa problematico tanto quanto quello del cittadino. Sembrerebbe che sia l’uomo che il cittadino necessitino di essere prodotti”. In tal senso sia il 30 cittadino che l’uomo sono dei soggetti artificiali, frutto di un processo di soggettivazione sempre tenuto sotto controllo dal precettore. Come abbiamo visto, essere uomo significa non solo essere marito, padre e cittadino ma anche performare una mascolinità virile e prestante. In questo senso, seguendo ancora le parole di Wingrove, possiamo dire che la vita sociale e politica dell’individuo “non può essere vista né come un fardello inevitabile dell’uomo, né una sua scelta di emancipazione: in quanto dimensione di interdipendenza, controllo sociale, eidentità interiorizzate,

George Mosse, L’immagine…, cit., p. 33.

28

J.J. Rousseau, Emilio…, cit., p. 309.

29

Elizabeth Wingrove, Sexual Performance as Political Performance in the Lettre à M. D'Alembert sur les Spectacles,

30

in «Political Theory», Vol. 23, No. 4 (Nov. 1995), p. 588. “if becoming a man means correctly performing a role, then the ontological and psychic status of "maleness" becomes as problematic as that of the citizen. It would seem that both the man and the citizen need to be produced”.

è il sine qua non della sua mascolinità”. D’altronde, il legame indissolubile che intercorre tra 31 identità sessuale e identità repubblicana emerge chiaramente nelle parole rousseauiane citate poc’anzi: in una repubblica gli uomini sono necessari.