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St1 BASINII PARMENSIS Poetae Opera Praestantiora nunc primum edita et

opportunis commentariis inlustrata, I-II, Arimini, Ex typographia Albertiniana, 1794.

L’editio princeps degli Astronomicon libri duo venne pubblicata a Rimini, presso Albertini, nel 1794, all’interno di una collezione di due volumi che comprendeva anche le altre opere basiniane e vari studi critici. Essa reca il titolo Basinii Parmensis

Poetae Opera Praestantiora nunc primum edita et opportunis commentariis inlustrata.

Il tomo I venne curato dall’erudito Lorenzo Drudi il quale approntò i testi per la

stampa e fornì riassunti in prosa per quattro delle più importanti opere di Basinio, allora ancora inedite: l’Hesperis in tredici libri, i due libri degli Astronomica, i tre della Meleagris e gli incompiuti Argonautica.

I ‘commentari’ occupano il II tomo dell’edizione, sempre recante la data 1794, ma stampato l’anno prima e diviso in due parti. Essi forniscono un utile supporto critico all’opera di Basinio. La prima parte è inaugurata dalle Notizie intorno la vita e le

opere di Basinio Basini scritte dal bibliotecario parmense Ireneo Affò (pp. 1-160).

Sappiamo dalle notizie fornite da Pezzana, nella biografia dell’Affò da lui compilata, che in realtà la biografia di Basinio era già stata terminata e inviata nel 1782 al conte Battaglini, come dimostra una lettera datata 12 ottobre di quell’anno. Le spese connesse alla pubblicazione dei dispendiosi Opera, però, fecero slittare l’uscita al 1794. Nel frattempo Affò aveva continuato a revisionare il suo scritto, apportando mutamenti e giunte. Il risultato di tali correzioni venne pubblicato nel II volume delle

Memorie degli Scrittori e dei Letterati parmigiani da lui curato, pubblicato nel 1790

(anche se recante la data 1789). Ci troviamo pertanto di fronte a due edizioni della biografia basiniana, la prima delle quali (quella delle Memorie) reca un testo più aggiornato di quello presente nell’edizione del 1794.42

Il primo volume del II tomo, dopo lo studio dell’Affò, contiene un dettagliato studio sui letterati operanti presso la corte riminese di Sigismondo Malatesta, scritto dal conte Angelo Battaglini (Parte Seconda de’ Letterati Rimininesi, pp. 161-255). Ancora oggi, l’affresco fornito dal Batttaglini rappresenta il più rilevante studio complessivo sull’ambiente letterario malatestiano. 43

La seconda parte del II tomo ospita invece una preziosissima biografia di Sigismondo stesso, scritta da Francesco Gaetano Battaglini, fratello di Angelo, dal titolo Della vita e de’ fatti di Sigismondo Pandolfo Malatesta Signor di Rimino.

Commentario (pp. 273-698).44 Nelle intenzioni del curatore la dettagliata indagine doveva servire come supporto didattico per una più completa comprensione delle imprese eroiche narrate nell’Hesperis. Apre la sezione una interessante lettera del conte Battaglini allo stesso Drudi, in cui sono descritte le vicende che portarono alla ideazione e alla compilazione dei due volumi dedicati a Basinio (pp. 259-272). Completano il volume sette preziose incisioni fuori testo eseguite Francesco Rosaspina di Rimini nel 1785. La prima di queste raffigura Sigismondo e San Sigismondo, e riproduce il quadro di Piero della Francesca conservato presso la chiesa di San Francesco. Le altre sei incisioni illustrano episodi dell’Hesperis e sono tratte dalle miniature di un codice pergamenaceo del poema, all’epoca conservato a Bologna (oggi da identificare con il testimone Ms Can. Clas. Lat. 81 della Bodleian Library).45

Come si può notare dalla descrizione qui fornita un così ambizioso progetto editoriale dovette richiedere molti anni per poter essere portato a termine. Come dimostra la lettera dell’Affò al Battaglini del 1782, l’idea di una edizione ‘totale’ circolava già dagli anni Ottanta del ‘700. Per raccogliere i fondi sufficienti a tale pubblicazione e per diffonderne la notizia, nel 1784 gli stessi stampatori Nicola e Paolo Albertini pubblicavano un Avviso Librario sulla Antologia Romana destinato agli ‘amatori della storia e della letteratura Italiana’.

Per l’edizione degli Astronomicon libri, che occupa le pagine 291-342 del I tomo, Drudi collazionò due manoscritti diversi. Come racconta nella stessa prefazione al volume, infatti, egli, si avvalse di due codici, di cui il primo cartaceo e risalente al XV sec., dotato di immagini celesti e fornitogli da Girolamo Ferri, e il secondo

42 Cfr. PEZZANA, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani raccolte dal Padre IRENEO AFFÒ e continuate da

ANGELO PEZZANA, tomo VI, Parma 1825, pp. 217-218 e 291.

43 Cfr. A. CAMPANA, Il nuovo codice Vaticano della Hesperis di Basinio, «Studi Romagnoli», II (1951), pp. 104-111, p.

105.

44 Sugli studi dei due fratelli Battaglini cfr. le voci loro dedicate da Campana nel DBI, pp. 222-225 (Angelo) e pp. 225-

227 (Francesco Gaetano).

45 Per le riproduzioni del codice e per la sua identificazione con l’esemplare oxoniense cfr. i due articoli di O. PÄCHT,

Giovanni da Fano’s Illustrations for Basinio’s Epos Hesperis, e A. CAMPANA, Il nuovo codice Vaticano, cit., pubblicati in «Studi Romagnoli», II (1951), pp. 91-103 e pp. 104-111. Cfr. anche C. RICCI, Di un codice malatestiano della

fornito da A. M. Bandini, quindi identificabile con certezza con il testimone F. Non è stato possibile rintracciare, invece, il codice proveniente dall’archivio privato del Professore Girolamo Ferri (1713-1786), non pervenuto fino a noi. Sia Drudi che Francesco Battaglini, tuttavia, sottolineano nelle loro introduzione il ruolo fondamentale che l’Abate ebbe nella riscoperta delle opere di Basinio nel suo secolo.46 Battaglini, nella nota a Drudi che precede la sua biografia di Sigismondo, racconta infatti che l’Abate, che aveva già avuto l’idea di pubblicare gli Astronomica secondo il codice da lui posseduto, avendo rinunciato al proposito, gli aveva «spontaneamente» consegnato il codice «perché di pari all’Esperide uscisse per l’opera nostra alla pubblica luce».47

Per Augusto Campana l’editio princeps dei carmi basiniani rimane ancora oggi opera uno dei vertici più importanti della storiografia malatestiana:

«opera di consultazione, non solo non dimenticata, ma non sostituita. Infatti, nessuno si accinde dopo di allora a una nuova edizione di quelle opere di Basinio; la monografia letteraria è ben lontana dall’essere sostituita nel suo insieme [...]; e la monografia biografica, pur dopo i numerosi volumi e le diecine di contributi che si sono pubblicati su Sigismondo, rimane ancora oggi, per quanto invecchiata, l’unica opera di ricerca di carattere generale che copra tutto il tempo della sua vita».48

Bibliografia:

Avviso Librario agl’amatori della storia e della letteratura Italiana, Niccola e Paolo figli Albertini, stampatori in Rimino, «Antologia Romana», tomo X, Roma 1784, pp. 319-320; AFFÒ – PEZZANA, Memorie,

VI, p. 185; G. VITALI, Memorie storiche risguardanti la terra di M. Fiore seguite da molte notizie

concernenti altri luoghi della diocesi di Rimino nella Romagna, Rimini 1828, pp. 71-73 n. 74; CAMPANA, p. 97; FRIOLI, Alla corte, pp. 241-243.

St2 BASINII PARMENSIS Poetae Astronomicon libri II. Edizione in Fac-simile del

codice della Cassa di Risparmio di Rimini, traduzione italiana e note di MARINELLA

DE LUCA con una nota codicologica di DONATELLA FRIOLI e un saggio di GIORDANA

MARIANI CANOVA sull’apparato illustrativo del codice, Rimini, Fondazione Cassa di

Risparmio 1994.

L’edizione è stata pubblicata nel 1994 per celebrare l’acquisto del codice membranaceo Ri da parte della Cassa di Risparmio di Rimini. Nella prima parte è riprodotto in fac-simile lo stesso codice, dopo gli interventi di restauro che avevano seguito l’acquisizione.

La seconda sezione del volume contiene una traduzione dell’opera e alcune note di commento eseguite da Marinella de Luca (pp. 8-148). Nella prefazione la stessa

46 Cfr. DRUDI, p. II. Sulla figura dell’abate Ferri cfr. G. FAGIOLI VERCELLONE, Ferri Girolamo, DBI, 47, pp. 154-156. 47 Cfr. F. G. BATTAGLINI, p. 264.

48 A. CAMPANA, Vicende e problemi degli studi malatestiani, in La cultura letteraria nelle corti dei Malatesti, a cura di

studiosa rileva che nel suo lavoro ha tralasciato il lavoro di ricostruzione della tradizione manoscritta. Stupisce però la decisione di mettere a testo non il testo degli

Astronomicon libri riprodotto nel codice Ri che ha originato il volume, ma quello

dell’edizione Drudi del 1794.

I saggi critici che completano l’opera, invece, eseguiti da Frioli e Mariani Canova, si soffermano in dettaglio sugli aspetti del codice riminese, descrivendone gli aspetti codicologici (D. FRIOLI, Nota Codicologica, pp. 151-178) e iconografici (G. Mariani

CAPITOLO III