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Effetti dei cambiamenti climatici

Nel documento PIANO D'AZIONE UE PER GLI HABITAT (pagine 54-58)

3. STATO DI CONSERVAZIONE, MINACCE E PRESSIONI 1 Stato di conservazione e tendenze

3.5 Effetti dei cambiamenti climatici

Le conoscenze sui possibili effetti dei cambiamenti climatici su questo tipo di habitat non sono sufficienti. Per individuare misure di adattamento ai cambiamenti climatici occorre effettuare, a livello europeo, un'analisi delle vulnerabilità e un ulteriore studio delle esperienze in materia di monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici sul tipo di habitat 6210.

3.5.1 Dati oggettivi sugli effetti dei cambiamenti climatici sull'habitat 6210

La disponibilità di dati oggettivi sugli effetti dei cambiamenti climatici sull'habitat 6210 è limitata, in quanto non sono state effettuate valutazioni dettagliate e la maggior parte dei paesi non sembra disporre di studi specifici su tali effetti. Effettivamente in nessuna delle relazioni di cui all'articolo 17 della direttiva Habitat presentate dagli Stati membri (per il periodo 2007-2012) i cambiamenti climatici sono stati segnalati come una minaccia o pressione significativa per l'habitat 6210.

La recente Lista rossa europea degli habitat (Janssen et al., 2016) rimanda le formazioni erbose secche seminaturali 6210 a due tipi di formazioni erbose (E1.2a, E1.1i). In un solo caso, i cambiamenti climatici sono stati inclusi nell'elenco specifico delle pressioni e delle minacce.

Per l'Irlanda sono stati rilevati alcuni elementi oggettivi che comprovano come negli ultimi 12 anni siano cambiati i fattori climatici importanti per la definizione dell'area di ripartizione di questo habitat di cui all'allegato I. È in corso un'indagine su come i livelli delle precipitazioni estive siano aumentati nell'ultimo decennio e come questo fenomeno si stia ripercuotendo sulle comunità di praterie. Leahy & Kiely 2011 hanno evidenziato i problemi legati all'aumento delle inondazioni (citato in NPWS 2013). Nel corso dell'indagine sul sistema di monitoraggio delle praterie (2015-2017), si è riscontrato che, a causa delle estati più umide, è stata negativamente compromessa la composizione delle specie di un sito (Martin et al. 2018).

In alcuni paesi (ad esempio, l'Italia) i fenomeni legati ai cambiamenti climatici, come l'aumento della siccità e della temperatura estive, sono considerati una minaccia in grado di danneggiare gli habitat e probabilmente alla base dei casi osservati di diradamento ed erosione del suolo, che potrebbero comportare cambiamenti drastici nella struttura e nella composizione floristica, a favore di specie annuali resistenti alla siccità.

In Francia sono stati osservati alcuni effetti come l'arrivo di specie animali solitamente appartenenti a zone di distribuzione meridionale in Normandia (valle dell'Eure e valle della Senna), dove l'habitat 6210 svolge un ruolo particolare nel riceverle e disperderle.

I dati sperimentali a lungo termine relativi al Regno Unito indicano invece che l'habitat è resistente agli effetti dei cambiamenti climatici (sotto forma di siccità estive e riscaldamento invernale) (Grime et al., 2008).

I cambiamenti climatici possono anche facilitare lo sviluppo di specie esotiche invasive meno sensibili ai cambiamenti ambientali.

3.5.2 Vulnerabilità dell'habitat ai cambiamenti climatici e sua capacità di adattamento Pochi studi hanno cercato di modellare la risposta di alcuni tipi di praterie ai cambiamenti climatici. I tipi di habitat sono entità complesse di natura dinamica, per cui la modellizzazione della loro distribuzione futura dovrebbe basarsi sui loro elementi costitutivi, in particolare sulle loro specie vegetali caratteristiche (Bittner et al., 2011).

Tuttavia le relazioni e le funzioni interspecifiche cambiano anche con l'arrivo di nuove specie o con la perdita di altre e potrebbero avere come conseguenza la formazione di nuovi tipi di habitat o la modifica di quelli esistenti, e una conseguente diversa reazione imprevista alle variabili climatiche.

A livello di UE sono stati realizzati diversi studi di modellizzazione che indicano un aumento delle inondazioni e periodi di siccità più prolungati in futuro (ICCP 2007). La simulazione al 2060 degli effetti dei cambiamenti climatici su diversi tipi di habitat protetti dell'UE costituiti da formazioni erbose mostra che in Europa la loro presenza complessiva diminuirà (Bittner et al., 2011). Tuttavia in alcune zone i cambiamenti climatici potrebbero propiziare condizioni climatiche più favorevoli per alcuni tipi di habitat. Ad esempio, periodi di siccità più prolungati e frequenti potrebbero aumentare le superfici degli habitat costituiti da formazioni erbose secche (6120*, 6210) nell'Europa settentrionale (Rusina, 2017).

A causa dei cambiamenti climatici si prevede uno spostamento dell'area di ripartizione di gran parte delle specie verso nord-est. Le aree di ripartizione degli uccelli europei si sposteranno in media di 550 km e diminuiranno in media del 20 % (Huntley et al., 2008).

Le specie con un potenziale di dispersione inferiore a quello degli uccelli (ad esempio, piante e invertebrati) potrebbero essere ancora più colpite dai cambiamenti climatici. Col modificarsi delle aree di ripartizione, anche le comunità di specie e l'interazione tra le specie cambieranno, producendo così comunità di specie non sature con un elevato rischio di introduzione e diffusione di specie invasive (Auniņš 2009).

Buse et al. (2015) riferiscono che le praterie xerofile sembrano essere meno vulnerabili ai cambiamenti climatici rispetto ad altri tipi di habitat da loro studiati, mentre è risultato che molto probabilmente le praterie montane mesofile saranno compromesse dai

cambiamenti climatici, soprattutto per quanto riguarda la composizione e l'abbondanza delle specie.

In Polonia sono previsti periodi caldi estivi più prolungati, che potrebbero anche essere vantaggiosi per l'habitat 6210. Tuttavia alcune specie tipiche come la Pulsatilla spp.

possono risentire negativamente di forti siccità estive o della mancanza di periodi di gelate invernali; vi sono infatti prove oggettive del fatto che il gelo è necessario per la buona fioritura della Pulsatilla e la produzione di sementi, Wójtowicz 2004).

Pulsatilla slavica (Milan Barlog)

Gli effetti della variabilità del clima sulla dinamica di una comunità vegetale nelle formazioni erbose secche è stato studiato in Cechia da Dostálek & Frantík (2011). Sono state riscontrate correlazioni tra i diversi gruppi funzionali di specie e le singole specie e la variabilità del clima. Nel corso di uno studio di nove anni, condotto in cinque riserve naturali, si è osservato che la vegetazione delle praterie aride ha risposto alle condizioni atmosferiche come segue: i) il clima più umido, soprattutto in inverno, ha inciso sulla prevalenza e sulla ricchezza di specie delle specie di graminacee perenni e sul declino delle piante a rosetta; ii) le temperature più elevate da un anno all'altro durante l'inverno hanno determinato un calo della predominanza di erbe graminoidi basse ed erbe rampicanti;

iii) la siccità primaverile ha avuto un impatto negativo sull'abbondanza complessiva, in particolare quella di specie dicotiledoni, e sulla ricchezza di specie. Ad ogni modo, tali relazioni possono manifestarsi in modi e luoghi diversi e in alcuni casi la vegetazione di luoghi diversi può rispondere alle condizioni meteorologiche in modi contrastanti.

Alcuni esperti coinvolti nella preparazione del presente piano d'azione hanno affermato che le praterie ricche di specie sono ben adattate alle mutevoli condizioni meteorologiche.

Le specie xerotermiche prevalgono negli anni secchi, mentre quelle mesofile negli anni più umidi.

Secondo alcuni esperti, l'habitat stesso è praticamente indipendente dal livello delle acque sotterranee e le sue specie sono per lo più adattate alle condizioni secche-semi-secche.

Non sono quindi previsti effetti diretti e ben osservabili. Gli effetti diretti (aumento della vulnerabilità e riduzione della capacità di adattamento) non dovrebbero essere esclusi per le possibili modifiche alla gestione e il potenziale ruolo emergente degli invasori; tuttavia tali effetti possono essere analizzati solo in studi di casi locali.

In alcuni casi, i possibili effetti potrebbero essere collegati agli effetti dei cambiamenti climatici sulla penuria d'acqua, vista la dipendenza dall'acqua per mantenere la peculiare struttura della flora e delle formazioni erbose durante la stagione secca.

3.5.3 Conclusioni e raccomandazioni

 In assenza di conoscenze e di dati oggettivi sugli effetti dei cambiamenti climatici su questo habitat, sembra opportuno promuovere studi per colmare questa lacuna nelle informazioni, analizzare la vulnerabilità dell'habitat ai cambiamenti climatici e individuare possibili misure di adattamento. Tali studi dovrebbero includere anche le specie tipiche di invertebrati e le specie potenzialmente vulnerabili o sensibili con metapopolazioni.

 Al fine di contrastare le possibili conseguenze dei cambiamenti climatici, si potrebbe utilizzare il germoplasma locale (semi, propaguli) proveniente da aree circostanti idonee per rafforzare la struttura, la densità e la composizione floristica delle patch di habitat esistenti; ad ogni modo, una vera azione di contrasto contro le cause di questa pressione può avvenire solo su scala più ampia.

 Prevenendo la frammentazione dell'habitat e garantendo la connettività migliorerà la capacità di adattamento dell'habitat 6210 ai cambiamenti climatici.

Nel documento PIANO D'AZIONE UE PER GLI HABITAT (pagine 54-58)