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Sfide, difficoltà e possibili soluzioni

Nel documento PIANO D'AZIONE UE PER GLI HABITAT (pagine 98-101)

5. MISURE DI CONSERVAZIONE E DI RIPRISTINO

5.8 Sfide, difficoltà e possibili soluzioni

La necessità di sviluppare un'economia autosufficiente nelle zone marginali che ospitano l'habitat 6210 comporta sfide e difficoltà importanti. I diffusi processi di abbandono in corso sono la conseguenza del crollo dei sistemi economici montani, che non possono competere con i moderni sistemi produttivi su larga scala. Un approccio per contrastare questo processo dovrebbe consistere nello sviluppo di sistemi produttivi sostenibili in grado di garantire la sussistenza delle popolazioni locali.

Problemi tecnici possono anche derivare dalla necessità di una supervisione scientifica per un corretto uso sostenibile delle praterie secche dell'habitat 6210. Questi sistemi sono estremamente fragili e potrebbero essere gravemente danneggiati da un uso eccessivo.

Una gestione adeguata dovrebbe tener conto delle caratteristiche locali, ecologiche, floristiche e biogeografiche della prateria utilizzata e selezionare il tipo e il numero più appropriati degli animali da pascolo (Frattegiani et al., 2017). Tutti gli agricoltori e le imprese produttive dovrebbero essere sostenuti da appositi programmi di monitoraggio che potrebbero garantire una gestione adattativa.

Di seguito sono illustrati altri possibili vincoli e soluzioni per l'attuazione delle misure di conservazione.

 Prima di poter ripristinare il pascolo, occorre eliminare la boscaglia dai campi e ripristinare o costruire punti di abbeveramento per i bovini. Spesso gli agricoltori non sono in grado di finanziare questi interventi prima di poter beneficiare dei pagamenti diretti della PAC per il terreno, perciò i finanziamenti per il ripristino, e talvolta anche la manodopera, devono provenire da un progetto esterno.

 Per quanto riguarda l'habitat 6210, i livelli di minerali sono generalmente bassi nel foraggio pascolato durante tutto l'anno, e in assenza di un'integrazione possono insorgere carenze di minerali, in particolare di fosforo, rame, cobalto e selenio. È pertanto necessaria un'integrazione mediante l'uso di mattonelle di sali minerali, integratori concentrati o boli minerali. Tuttavia la somministrazione di fosforo al bestiame deve avvenire in modo da ridurre al minimo gli effetti sulla ricchezza e la diversità delle specie.

 Per la prateria può essere necessaria una gestione regolare delle erbe infestanti e degli arbusti invasivi, comprese le specie esotiche invasive, che è un'attività ad alta intensità di manodopera. Una gestione dell'habitat a bassa intensità di manodopera aumenterebbe la capacità degli agricoltori di svolgere regolarmente questo lavoro. In questo modo, inoltre, il terreno continua a essere ammissibile ai pagamenti diretti della PAC.

 In alcune zone (ad esempio, le Isole Aran in Irlanda), la natura frammentata delle aziende agricole e le dimensioni ridotte degli appezzamenti di terreno fanno sì che il periodo di pascolo su un determinato appezzamento sia breve. Si deve garantire l'accesso a questi piccoli appezzamenti di terreno per spostare il bestiame e facilitare la circolazione dei bovini in modo da mantenere un regime di pascolo ottimale nelle parti frammentate dell'azienda agricola.

L'identificazione e la mappatura dei campi dell'habitat sono ancora problematiche in alcune zone (ad esempio, in Polonia). Poiché non tutti i siti di valore sono adeguatamente mappati e valutati, può essere problematico identificare i proprietari e pianificare e attuare le misure di conservazione.

 Problemi logistici e organizzativi legati al ripristino/all'attuazione del pascolo. In molte regioni il pascolo degli animali non è al momento una componente del sistema agricolo locale. Per predisporre il pascolo nelle praterie devono essere organizzati appositamente tutti gli elementi logistici (animali, stalle, recinzioni, acqua, mangime per l'inverno), un compito difficile e costoso che richiede ingenti risorse umane. Di conseguenza, in alcuni progetti il pascolo è sostituito dallo sfalcio, che non sempre rappresenta un metodo di gestione ottimale per le praterie.

5.9 Conclusioni e raccomandazioni

 Per conseguire uno stato di conservazione soddisfacente e affrontare le principali minacce per l'habitat, compresa l'individuazione delle esigenze di ripristino per migliorare la superficie, la struttura e il funzionamento, ove necessario, è possibile definire obiettivi e priorità di conservazione a livello di regione biogeografica.

 Gli obiettivi di conservazione definiti a livello biogeografico devono essere tradotti in obiettivi più specifici a livello nazionale e successivamente a livello di sito. Il piano d'azione propone l'individuazione di siti e zone prioritari per garantire la conservazione degli habitat e contribuire agli obiettivi fissati a un livello più elevato (ad esempio, biogeografico, nazionale) sia all'interno che all'esterno della rete Natura 2000.

 Gli obiettivi di conservazione a livello di sito dovrebbero definire le condizioni che il tipo di habitat in questione deve raggiungere nei rispettivi siti al fine di massimizzare il contributo di questi ultimi al conseguimento di uno stato di conservazione soddisfacente a livello nazionale, biogeografico o europeo.

 Inoltre, a seconda della copertura di questo tipo di habitat da parte della rete Natura 2000, può essere necessario intervenire al di fuori delle zone protette sia per garantirne la conservazione a lungo termine, la variabilità ecologica e un'adeguata connettività in tutta la sua area di ripartizione naturale, sia per conservare le specie associate all'habitat.

 Il mantenimento in buone condizioni di questo habitat dipende dal pascolo estensivo o dallo sfalcio, a seconda delle condizioni locali e delle pratiche di gestione storiche.

Può essere necessario anche tenere sotto controllo le specie arbustive o invasive.

 Sarà utile procedere a un esame dettagliato delle condizioni del sito sarà utile per individuare le tecniche e i metodi migliori per il mantenimento o il ripristino degli habitat e per esaminarne l'idoneità alla particolare situazione, tenendo conto anche delle risorse disponibili, al fine di valutare in che misura è possibile raggiungere gli obiettivi e prevedere eventuali ostacoli.

 Gli aspetti chiave da considerare nella pianificazione della conservazione e del ripristino delle praterie comprendono considerazioni ecologiche e socioeconomiche, che determinano le possibilità in materia di gestione e ripristino. Il ripristino e la gestione dovrebbero essere effettuati in base a un piano individuale di ripristino e gestione per il sito specifico.

 A seconda degli obiettivi di conservazione dei siti può essere necessario adeguare la gestione alle esigenze di determinate specie.

 La ri-creazione delle praterie può essere necessaria o opportuna in alcune situazioni.

La sua fattibilità dovrebbe essere adeguatamente determinata con l'assistenza di esperti competenti (in materia di suolo, idrologia, ecologia, vegetazione, ecc.). Un piano di ri-creazione delle praterie dovrebbe essere elaborato in modo analogo a un piano di ripristino.

 Importanti sfide per la conservazione di queste praterie derivano dalle difficoltà di mantenere un'economia autosufficiente nelle zone marginali che ospitano l'habitat 6210. È in corso un vasto processo di abbandono della gestione tradizionale delle praterie. Un approccio per contrastare questo processo dovrebbe affrontare lo sviluppo di sistemi produttivi sostenibili in grado di garantire il mantenimento delle popolazioni locali.

Nel documento PIANO D'AZIONE UE PER GLI HABITAT (pagine 98-101)