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Effetti della salute sulla condizione economica

background risk

3. La finanza comportamentale e le scelte di portafoglio

3.6. Capacità cognitive e matematiche

3.7.1. Effetti della salute sulla condizione economica

L’approccio economico, come detto in precedenza, si preoccupa di analizzare le variazioni della ricchezza a fronte dei cambiamenti della salute. Gli economisti sono soliti considerare la salute come uno stock, funzione dell’intera dinamica, corrente e passata, dei

prezzi, delle entrate percepite, delle condizioni di salute originarie e degli atteggiamenti individuali. Partendo da tale presupposto, essi analizzano gli effetti potenziali di una variazione dello stato di salute sui futuri redditi, consumi e spese mediche.

Un budget limitato vincola costantemente l’ammontare di ricchezza investita nella salute: ne deriva che un afflusso non previsto di risorse addizionali potrebbe anche non avere un impatto significativo sullo stock di salute corrente, soprattutto ad età avanzate.

Secondo il modello di Grossman (1972), la ricchezza assume un ruolo fondamentale nel determinare il benessere soggettivo; esso coglie anche un effetto retroattivo della salute, in quanto le condizioni fisiche passate compaiono fra le variabili della funzione di produzione della salute odierna. Le patologie pregresse possono intaccare la ricchezza passata e, potenzialmente, anche quella corrente, perciò il risultato ottenuto dalla rielaborazione dei dati all’interno del modello, difficilmente sarà dato da uno status fisico e mentale nuovamente tornato a livelli ottimali.

E’ uno studio di Smith (1999) a fornire i maggiori risultati: le persone che, sia nel 1984 che nel 1994, avevano definito la propria salute “molto buona” avevano incrementato le proprie disponibilità da $66,300 a $100,000 nel corso di dieci anni; chi, invece, si era limitato a qualificare il proprio stato “discreto” o “preoccupante”, nel 1994 lamentava un crollo della ricchezza di oltre il 50%, sino a $31,000. Utilizzando i dati raccolti dalla Health and Retirement Survey (HRS) del 1992 e dalla Asset and Health Dynamics of the Oldest Old Survey (AHEAD) del 1993, Smith scoprì che le persone di età attorno ai cinquant’anni che soffrivano di malattie croniche, come cancro o paralisi, avevano visto ridursi la loro ricchezza in media di $17,000, cioè del 7% in due anni, anche se possedevano un’assicurazione stipulata a fronte di tali evenienze. Egli osservò la tendenza degli individui ad accumulare quantità di ricchezza sproporzionate rispetto alle basse probabilità di registrare un’uscita onerosa per le cure mediche, manifestando così una notevole avversione per il cosiddetto “health risk”.

Le condizioni di salute possono, inoltre, influire sulle scelte di consumo-risparmio degli individui, modificando l’ammontare di lavoro tollerato ed il conseguente reddito: si rende, tuttavia, necessario precisare come, a volte, il guadagno di un componente della famiglia possa essere compensato dal lavoro più intenso di un altro membro. Si osservi che durante la quiescenza, gli shocks della salute incidono marginalmente sulla ricchezza posseduta perché rimane costante l’entrata rappresentata dalla pensione; ne deriva che la correlazione

health-income è più accentuata fra i lavoratori (Deaton e Paxton, 1998; Smith e Kington, 1997).

Secondo alcuni studiosi (Palumbo, 1999; Lillard e Weiss, 1996), la prospettiva di consistenti spese mediche future stimola il risparmio, deprimendo, a fini precauzionali, i consumi e le uscite correnti.

Un’altra ragione per cui lo stato di salute influisce sull’ammontare di ricchezza detenuta riguarda la possibilità di ricorrere all’utilità marginale del consumo quale funzione delle condizioni di salute. Se l’utilità marginale del consumo diminuisce al peggiorare delle condizioni di salute, gli individui saranno inclini a consumare di più quando sono sani rispetto ai periodi in cui sono malati, e a risparmiare in misura maggiore quando invece prevedono un peggioramento del proprio stato di salute. A ciò strettamente correlata è la questione relativa all’impatto di uno stato di salute scadente sulle aspettative di vita: nei modelli sul ciclo di vita, il rischio di mortalità ha effetti analoghi a quelli delle preferenze temporali e spinge pertanto l’individuo a muovere il proprio consumo verso il presente.

Osservò altresì Smith (1999) come alcuni soggetti potevano essere indotti, di fronte al rischio di un malessere futuro, a ridurre i trasferimenti di ricchezza verso gli eredi, piuttosto che diminuire i propri consumi. Secondo questa logica, lo stato di salute corrente ed il fattore eredità risulterebbero fortemente correlati tra loro. Dai dati AHEAD emerge che più della metà degli intervistati che vive un cattivo stato di salute è convinta di non lasciare un’eredità maggiore di $10,000, mentre più della metà delle persone sane è certa di costituire un’eredità che superi tale ammontare. Il fenomeno è apprezzabile con immediatezza fra i nuclei familiari più agiati, poiché fra le fasce a basso reddito i lasciti sono pressoché irrilevanti.

Diversamente dalle posizioni assunte da Smith, altri autori notarono come alcuni individui desiderassero consumare di più nel presente per rispondere al rischio di una malattia futura (Lillard e Weiss, 1996). In queste circostanze, l’investitore risponde al rischio di una malattia accumulando attività finanziarie più sicure, assicurandosi un grado di protezione di gran lunga superiore all’effettivo costo comportato da un simile evento (Edwards, 2008).

TEORIA ECONOMICA: Lo stato di salute influisce sulla condizione economica e sulla ricchezza

LETTERATURA RISULTATI

Grossman, M. (1972), “On the concept of Health

Capital and the Demand for Health”, Journal of Political Economy, No. 80, pp. 223-255

Le condizioni fisiche pregresse intaccano la ricchezza passata e potenzialmente quella odierna.

Smith, J.P. (1999), “Healthy Bodies and Thick

Wallets: The dual relation between health and economic status”, Journal of Economic Perspectives, Vol. 13, No. 2, pp. 145-166

Una percezione scadente della propria salute nonché condizioni fisiche oggettivamente precarie incidono negativamente:

- sulla ricchezza (avversione verso l’health risk); - sul fattore eredità.

Palumbo, M. (1999), “Uncertain medical expenses

and Precautionary Saving near the End of the Life Cycle”, Review of Economic Studies, No. 66, pp. 395-421

Lillard, L. and Y. Weiss (1996), “Uncertain health

and survival: effect on end-of-life consumption”, Journal of Business and Economics Statistics, Vol. 15, No. 2, pp. 254-268

La possibilità di uscite future per le cure mediche incentiva il risparmio deprimendo i consumi correnti.

Gli individui consumano di più nel presente per rispondere al rischio di una malattia futura.

Edwards, R.D. (2008), “Health risk and portfolio

choice”, Journal of Business & Economic Statistics, Vol. 26, No. 4, pp. 472-485

Il rischio futuro di contrarre malattie incrementa gli investimenti in strumenti finanziari più sicuri.

Tabella 2.1 Review della letteratura circa l’influenza della salute sulla ricchezza Fonte: Elaborazione propria