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2. Analisi del mercato cinese e sostenibilità da parte di Mukki dell’apertura di una linea

2.2 Il cambiamento delle abitudini alimentari

2.2.1 Effetti sull’evoluzione della domanda di prodotti lattiero-caseari

Alcuni alimenti sono estranei al consumatore cinese: due esempi significativi sono i latticini ed il vino. Ciò non significa che questi alimenti non si trovino nel territorio cinese o che non piacciano ai suoi abitanti, ma che ci sia bisogno di una preparazione all’introduzione di certi cibi nella cultura e nella quotidianità di un popolo (Del Giudice et al, 2012).

Prendiamo i prodotti caseari e i latticini ad esempio. Fino agli anni ’90 questo tipo di alimenti era del tutto escluso dalla dieta della maggior parte dei cinesi (Wang et al, 2008). La ragione principale però è che molti cinesi, e degli abitanti del Sud-est asiatico, sono intolleranti al lattosio (circa il 90% degli adulti ed il 30% dei bambini) e quindi non digeriscono perfettamente latte e derivati, con conseguenze più o meno gravi.

Oggi, però, sempre più consumatori, soprattutto nei grandi centri metropolitani, consumano latte, yogurt e gelati (Wang et al, 2008). Anche perché il governo cinese sta cercando di promuovere il consumo di latte come importante fonte di calcio e proteine, raccomandandone un consumo quotidiano, promuovendo il latte, e più in generale i prodotti lattiero-caseari, nella dieta abituale dei consumatori cinesi. Non è che

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improvvisamente i cinesi non sono più intolleranti al lattosio: semplicemente non lo sono tutti e l’intolleranza ha effetti più o meno sopportabili.

Indubbiamente la domanda di questi prodotti, che è cresciuta nel corso dell’ultima decade e nel quinquennio 2014 – 2019, potrebbe continuare a crescere ad una media del 9,76% all’anno.

Per quanto riguarda la produzione interna di latte, negli ultimi cinque decenni, ha conosciuto due grandi fasi: una produzione molto bassa (prima del 1979) e una rapida espansione (dal 1979). Prima del 1979, la produzione cerealicola aveva la priorità e risorse molto limitate potevano essere destinate alla produzione di latte. Il latte liquido ed il latte in polvere erano quasi gli unici prodotti disponibili e il governo forniva latte sotto forma di razionamento ai neonati, ai malati e agli anziani, principalmente ai prezzi stabiliti dallo Stato nei mercati urbani. Nel 1979 sono iniziate le riforme economiche rurali. La zootecnia è stata uno dei pochi settori che sono stati riformati e regolamentati. Il governo ha adottato un’ampia gamma di misure per promuovere la produzione lattiero – casearia, tra cui la concessione di prestiti agevolati per investimenti, le sovvenzioni per l’alimentazione, la fornitura di razze migliorate e di assistenza tecnica ai produttori. Inevitabilmente la produzione di latte ha iniziato ad aumentare rapidamente (Zhou et al, 2002).

Non ci deve stupire, quindi, il fatto che la Cina ha uno dei più bassi livelli di consumo pro capite di latte nel mondo, con una media di 5 kg all’anno dal 1998 al 2001. Comunque, questa statistica nasconde il fatto che il consumo varia molto da una regione all’altra e dalle zone rurali a quelle urbane. In molte regioni del paese, il latte e i prodotti lattiero – caseari non fanno parte della dieta locale (in particolare nella Cina meridionale), mentre in altre regioni vi è una storia più lunga di produzione e consumo di latte (come nella Mongolia interna, Shangai e Pechino) (Glosser, 1999; Dharmasena et al, 2015).

Ecco che le famiglie urbane rappresentano la maggiore componente del consumo di latte in Cina, anche se l’incremento dei consumi è ostacolato da problemi di sicurezza alimentare (Cheng et al, 2014). Secondo delle indagini sulle famiglie urbane, l’acquisto di prodotti lattiero – caseari ha rappresentato l’1,4% della spesa familiare totale nel 2002, mentre la stessa percentuale è stata dello 0,9% nel 1995 (Zhou et al, 2002). È amentato anche il consumo di Yogurt (o “latte acido” come lo chiamano in Cina), come rappresenta la figura 14.

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Figura 14: Variazioni nella composizione dei prodotti lattiero-caseari consumati dai residenti urbani.

“I have a dream that every Chinese, especially children, could have half a kilogram of dairy product every day”9. Queste parole, pronunciate dal premier cinese nel 2006 Wen Jiabao, dopo aver visitato un caseificio, illustrano il crescente favore cinese per il latte bovino. Il mercato cinese del latte è cresciuto di una stima del 42% dal 2006 al 2010 (Afoakwa, 2008; Xiu et al, 2010).

Il consumo di latte liquido è aumentato del 39% negli ultimi 5 anni, soprattutto nelle aree urbane (Bean e Zhang, 2003).

Inoltre, le emergenze alimentari legate al settore lattiero-caseario, come lo scandalo della melamina del 200810 (Afoakwa, 2008; Xiu et al, 2010), hanno ridotto la fiducia dei cinesi nei prodotti lattiero-caseari interni ed hanno aumentato quella indirizzata verso il latte importato (Liem et al, 2015). Secondo il rapporto “EU SME Center” infatti, entro il 2018, l’Associazione di Industrie Alimentari prevede che la Cina potrebbe diventare il maggior consumatore di prodotti alimentari importati, con sostanziali incrementi nella domanda di latticini.

9 “Ho il sogno che ogni cinese, in particolare bambini, possa avere mezzo chilogrammo di prodotti lattiero –

caseari ogni giorno”.

10 La melamina, un composto chimico utilizzato per la produzione di plastica e solventi, era stato usato

nell'alimento affinché sembrasse più "ricco" in proteine, provocando la morte di almeno 6 bambini e l’intossicazione di più di 6000.

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Altro fattore che conferma la Cina come importante importatore di latte e prodotti lattiero – caseari è l’aumento dei prezzi del latte sul mercato interno, dovuto alla scarsità delle risorse alimentari per gli animali, in particolare del foraggio (Gale et al, 2016).

Se si considera il futuro dell’industria lattiero – casearia cinese, appare chiaro come la domanda continuerà a crescere e potrebbe accelerare nel tempo. Le politiche che promuovono la produzione e la commercializzazione di prodotti sia nazionali che importati devono essere rafforzate per ridurre i vincoli dell’offerta che attualmente limitano i consumi. La maggiore apertura al mondo esterno, il rapido aumento dei redditi e il cambiamento dei canali di vendita al dettaglio continueranno senza dubbio ad aumentare la domanda. Molti dei prodotti lattiero – caseari cinesi sono e continueranno ad essere prodotti a livello nazionale (ad esempio, latte liquido e gran parte dello yogurt e gelato), il che rende necessario l’ulteriore sviluppo di un settore lattiero – caseario efficiente che fornisca una sufficiente quantità di latte di alta qualità e sicuro (Fuller et al, 2004).

Quindi, per concludere, secondo uno studio condotto da Teresa del Giudice svolto nel 2012, il consumatore cinese propenso all’innovazione delle sue abitudini di consumo alimentare è giovane, risiede in città culturalmente ed economicamente vitali e dinamiche, si caratterizza per non essere sensibile alla tradizione, per desiderare una vita densa di nuovi stimoli, per avere una percezione del cibo nazionale come non l’unico capace di assicurare salubrità e gusto (del Giudice et al, 2012), è curioso di provare nuovi prodotti ed influenza le decisioni di acquisto dei propri genitori (Qui et al, 2011).

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2.3 La crescente attenzione per la sicurezza alimentare e l’evoluzione