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END OF THE WORLD

Nel documento Stazione di Topolò - Postaja Topolove (pagine 91-108)

UN LUOGO DI PASSEGGERI, DI VIAGGIATORI CHE S’INCONTRANO

3.2 END OF THE WORLD

Topolò inizia li dove finisce la strada asfaltata creando una particolare suggestione nel visitatore e nell’artista:

Topolò ha tutto: il nome, la distanza da tutto, l'aspetto, la dimensione, la perifericità, la storia che è la storia del Novecento, la natura, gli anfratti, il confine, la sventura della montagna povera dove non si scia, il silenzio, i ritmi diversi dal freneticume metropolitano, la peculiarità etnica-linguistica, la disponibilità di diversi suoi abitanti (cosa rara in montagna, quella povera, dove non si scia). E' un end of the world. A Topolò finisce l'asfalto, non è un luogo di passaggio. E' una metafora del mondo, insomma. Uno stimolo straordinario per artisti, scienziati, pensatori curiosi. (Intervista a

Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, 19 Luglio 2013).

Durante il periodo della Postaja “il tempo non scorre frenetico ma lo vivi appieno, è ricco, denso” (D. Ruttar, Direttrice artistica della Stazione di Topolà - Postaja Topolove intervistata da A.Medved nel documentario ’Stazione di Topolò 2009’, di A.Medved, 2009). Il programma scritto di giorno in giorno su una lavagna al centro del paese non ha orari definiti: ci si abitua a sapere che “nel primo pomeriggio”, “al crepuscolo”, “con il buio”, “nella notte” o “a seguire” sarà il caso di essere attenti, ricettivi. Tutto ciò è parte dell’atteggiamento tendenzialmente rilassato ed informale degli organizzatori e delle dimensioni ridotte del paese. Moreno e Donatella si affidano ad annunci fatti a voce ed al passaparola per le comunicazioni “di servizio” come l’inizio di un concerto piuttosto che lo spostamento di un evento al chiuso a causa del meteo, o un ritardo nel programma. Le infrastrutture di accoglienza e le dimensioni di Topolò impongono che l’orario sia il più elastico possibile: può capitare che in una serata molto affollata il chiosco impieghi più tempo a servire tutti i clienti così che una proiezione programmata “con il buio” venga posticipata o addirittura ripetuta due volte. Ad esempio, durante l’incontro avvenuto quest’anno con il regista e conduttore televisivo Pif, in cui è stato presentato il suo film “Grigia come la Mafia”, si è dovuto posticipare l’inizio della presentazione di un’ora affinché tutto il pubblico potesse essere radunato al cinema, mentre nel caso del film horror girato a Topolò “Oltre il guado” di Lorenzo Bianchini, è stato necessario ripetere la proiezione due volte dato l’altissimo numero di spettatori. Per la stessa esigenza di elasticità anche i luoghi in cui avverranno le performance hanno diciture non meglio specificate come ad esempio: “in diversi luoghi del paese”.

“Ci sono tante cose... la gente di qui, le famiglie...ma anche una sorta di qualità perduta, che in qualche modo ti fa sentire come in una “città sopra le nuvole”, questa sensazione di galleggiare sopra il resto del mondo e al di fuori del tempo, ti consente di creare e condividere momenti che s a r e b b e r o i m p o s s i b i l i n e i p o s t i i n c u i c i s i m u o v e p i ù

velocemente” (Michael Delia, artista ospite della Postaja, intervistato da A.Medved nel documentario “Stazione di Topolò 2009”, A.Medved, 2009)

Il programma della Stazione di Topolò - Postaja Topolove 2013. La programmazione giornaliera viene scritta tutte le mattine da Moreno Miorelli e affissa in varie parti del paese.

Nella foto un cartello appesso nel chiosco. Foto Maria Silvano

Moreno Miorelli mi racconta che una domenica di ottobre del 1993, “un forestiero (...) [fu] introdotto da un topoluciano molto influente, l’architetto Renzo Rucli, agli abitanti [di Topolò] all’uscita dalla messa” (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove. 19 Luglio 2013). Con sé portava una videocassetta che - dopo aver spiegato la sua intenzione e descritto il progetto - chiese di poter mostrare ai topoluciani presenti:

Feci vedere una video cassetta d’installazioni per precisare che non si trattava di sculture o di pitture. Nessuno obiettò. Molti dei topoluciani si dissero disponibili a dare una mano, anche a mettere a disposizione i loro spazi per ospitare le opere e, in caso, gli artisti” (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, 19 Luglio 2013).

Io Moreno me lo ricordo la prima volta che l’ho visto...e viene Moreno e sua moglie con i bambini piccoli per qua...e io vivevo qua, infatti sono venuti su in casa e abbiamo fatto amicizia e mi raccontava: “Guarda che io vorrei fare qua queste installazioni“...io lo guardavo come per dire: “Ma sei matto?” (Intervista a Carla Loszach. Topoluciana, 20 Luglio 2013)

Gli abitanti di Topolò offrono la propria disponibilità ad ospitare il progetto per il quale Moreno Miorelli ormai da mesi, girava le Valli del Natisone alla ricerca del luogo più idoneo:

Cercavo un luogo dove poter dar vita a un mio progetto che poi sarebbe diventato Stazione di Topolò - Postaja Topolove. Avevo già visitato e scartato altre località, sempre nelle Valli del Natisone. Gli artisti da convocare c’erano, il come operare c’era...mancava solo la cosa più importante: dove. Il suggerimento di vistare Topolò mi fu dato da un amico, Alessio Petricig. Topolò andò oltre le mie aspettative (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, 19 Luglio 2013).

Sono le “caratteristiche urbanistiche”(ibid.) di Topolò a colpire particolarmente Moreno convincendolo che il paese sia il luogo idoneo per ospitare la Stazione:

(...) non pensavo avesse quelle caratteristiche urbanistiche: i vicoli stretti, le improvvise aperture su orti e campi, l'aspetto generale, scenografico, decisamente spettacolare, l'isolamento nella cornice delle montagne. Girare per topolò mi fece intuire, da subito, che c'era una ricchezza di luoghi dove poter far trovare posto alle installazioni. Più tardi il paese si dimostrò adatto anche ad altre discipline, ma all'epoca non sapevo ancora che ci sarebbero stati concerti, performance, proiezioni. La Stazione era stata pensata solo per le installazioni. (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, 19 Luglio 2013)

Ispirato dal Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano creato dal compositore Hans Werner Henz, mirato non tanto al richiamo di nomi internazionali quanto al coinvolgimento degli abitanti, il 2 luglio 1994 viene dato il via alla prima edizione della Stazione di Topolò - Postaja Topolove.

Rispetto al Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, la Stazione di Topolò si presenta come più sperimentale ed in un formato ridotto. Entrambi condividono però la volontà di lavorare con il luogo e per il luogo, rendendo partecipe la popolazione su diversi piani dell’organizzazione e dando particolare risalto ai laboratori per i ragazzi:

[Il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano] E' soprattutto dedicato a un'arte meno sperimentale; anche se non mancano i momenti di musica contemporanea, il cuore è composto da concerti di musica classica all'interno di chiese, palazzi e nella magnifica Piazza Grande. Ai concerti si alternano spettacoli di danza e di teatro e, da sempre, viene prodotta anche un'opera lirica. E' tutto più grande: orchestre sinfoniche con cori, spazi, compagnie teatrali e di danza, tecnici. Ma l'unica che cosa che "invidio" al Cantiere è il fatto di aver saputo e potuto creare delle scuole di musica, teatro, costumistica per i ragazzi del luogo, scuole attive tutto l'anno. Quella è una cosa grande quanto la loro piazza, quello è l'aspetto

che trasforma spettacolo in cultura. (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, 19 Luglio 2013)

Dal 1994 nel mese di luglio, artisti provenienti da ogni parte del mondo vengono attirati a Topolò per creare, senza compenso ma con un rimborso spese, eventi che nascono esclusivamente dal rapporto con il luogo ed ai quali chiunque può assistere gratuitamente.

Non è un festival, né una semplice mostra. Gli artisti che partecipano alla Postaja sperimentano diverse forme artistiche partendo dalle caratteristiche peculiari del luogo come le pietre o la storia dei suoi boschi. Sono lavori site-specific.

(...) il termine site-specific era solito implicare qualcosa di radicato, legato alle leggi della scienza. Giocando spesso con la gravità, i lavori site- specific si ostinavano sulla “presenza”, anche se erano materialmente effimeri, irremovibili, anche a fronte di scomparsa o distruzione (...) l’arte site-specific, sia che s’imponesse con forza o che si facesse assimilare, si affidava al contesto ambientale, essendo formalmente determinata o diretta da esso.

(...)In questo contesto, si faceva esperienza dell’oggetto d’arte o dell’evento singolarmente o in maniera collettiva, provando il qui ed ora12

(...) (M.Known 2004:11)

Concerti, performance, letture e proiezioni si svolgono per le strade di Topolò o negli spazi privati che i Topoluciani mettono a disposizione durante il periodo della Postaja.

12 Traduzione Maria Silvano: “Site Specific used to imply something grounded, bound to the laws of physics. Often playing with gravity, site-specific works used to be obstinate about “presence”, even if they were materially ephemeral, and adamant about immobility, event in the face of disapperance or decostruction. (...) Site Specific art, whether interruptive or assimilative, gave itself up to its

environmental context, being formally determined or directed by it (...) The art object or event in this context was to be singularly and multipy subject, in a sensory immediacy of spatial extension and temporal duration(...)

Oggi la stazione è un laboratorio, non si “espone” più nulla, anzi è il non esporre...è diventato uno dei nostri paletti che mettiamo a chi partecipa: si accolgono progetti che abbiano un senso per il luogo, di qualsiasi natura, anche non artistica. Diamo molta importanza all’informalità con la quale le cose avvengono, all’utilizzare ciò che c’è senza stravolgere nulla, all’ospitalità nelle case del paese, al coinvolgimento dei ragazzi la zona. L’esito finale dei progetti, l’evento, è la cosa meno importante” (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, 19 Luglio 2013)

Dalle interviste fatte prendo atto che nel corso degli ultimi vent’anni, la proposta artistica della Postaja ha preso una svolta sempre meno installativa, privilegiando concerti, cantieri, performance e presentazioni. Nel corso della XX edizione della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, ho avuto modo di partecipare ad esempio, ad un’interessante lezione sulle campane di Topolò, tenuta dall’etnomusicologo Claudio Montanari: “Topolò, Livek, Montemaggiore, Kobarid”. Montanari con un impianto molto informale ma vicino a quello di una presentazione accademica, ha portato diversi materiali testuali e audio per far scoprire al pubblico le differenze storiche ma anche ritmiche e timbriche nell’uso delle campane in diverse località a cavallo del confine. Lui stesso al termine della guida all’ascolto ha suonato alcuni dei motivi appena illustrati con dei martelletti su delle grandi giare di vetro.

Claudio Montanari mentre suona alcune giare di vetro al termine di “Topolò, Livek, Montemaggiore, Kobarid”. Fotografia di Maria Silvano 2013.

Dalle conversazioni avute e scorrendo i cataloghi delle edizioni precedenti, mi sono imbattuta in diversi altri progetti di eventi non classificabili come artistici la maggior parte dei quali hanno preso la forma di lezioni o discussioni intorno a diverse

tematiche. Furio Honsel, Sindaco di Udine e magnifico Rettore dell’Università di Topolò, nel 2009 ha sostenuto una lezione sulla quarta dimensione: con una certa dose di umorismo e teatralità anche la matematica è quindi entrata tra le tematiche trattate alla Postaja.

Le lezioni di Montanari e di Honsel, l’apertura nel 2009 de l’Officina Globale della Salute - di cui parlerò in seguito -, ed altri eventi generalmente non etichettabili come artistici, si sposano con l’idea di arte e con la linea artistica che i due direttori della Stazione di Topolò, Moreno Miorelli e Donatella Ruttar, hanno perseguito nei vari anni:

Non ho una definizione precisa di Arte. Potrei dire tutto ciò che, realizzato da un essere umano, mi eleva lo sguardo verso qualcosa di più alto, di più profondo, di cui non vedi il fondo ma senti che lì devi avventurarti perché c'è qualcosa che assomiglia al "senso delle cose". Tutto ciò che fa sentire chiaramente che non c'è solo il quotidiano, che mi fa alzare il muso dal trogolo, che mi fa sentire la vastità racchiusa in ogni cosa, che sia un'immagine o un suono o un gesto, una via di ricerca. Cerco sempre di stare lontanissimo dalle definizioni; le parole, le formule sono dei paletti, dei recinti dentro i quali addomesticare pensieri e sensazioni e da lì, nel tuo orticello ben definito di parole, smettere di cercare. Ecco, Arte, forse, è anche tutto ciò che sta fuori da una possibile definizione di Arte, che straborda, Un "luogo" dove tutto è significato ma dove il significante arranca o non arriva. Mah….. (Da un’email di Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, a Maria Silvano. Archivio personale di Maria Silvano. 17 Gennaio 2014)

Si arriva Topolò un po’ per fortuna, un po’ per caso.

Nel periodo della Postaja si calcola che passino per Topolò più o meno 6.000 persone (G.Scarabottolo 2013) nonostante “non vengano sfruttati i canali di promozione convenzionale, ma si punti piuttosto ad un passaparola che garantisca la qualità“ (Stefano Bechini, musicista ospite della Stazione di Topolò - Postaja

Topolove. Archivio personale di Maria Silvano. 18 Agosto 2013). Non viene infatti utilizzata la promozione classica di eventi e festival tradizionali come ad esempio depliant o manifesti. E’ piuttosto complicato, attraverso la rete capire cosa sia Topolò. Il sito è infatti (ho scoperto poi non essere una scelta voluta ma conseguenza di varie disavventure) molto scarno ed ospita solamente il programma degli eventi durante il periodo della Postaja. Nelle due settimane di Stazione abbondano in ogni caso articoli su quotidiani e riviste regionali e nazionali, ai quali, Moreno quotidianamente manda comunicati stampa scendo la mattina molto presto a valle per raggiungere la prima connessione internet disponibile. Come detto in precedenza a Topolò infatti, rete internet e mobile non hanno copertura. Il canale privilegiato per capire a fondo cosa sia la Stazione di Topolò - Postaja Topolove rimane quindi quello delle relazioni e dei racconto di qualcuno che a Topolò c’è già stato.

Tribil Trio, 2012. Foto Maria Silvano. Sandro Carta, Marta Vigna e Michele Spanghero suonano per le strade di Topolò in occasione della XIX edizione della Stazione di Topolò -

...per quello che mi riguarda io sapevo che nasceva questa cosa a Topolò perché la scuola bilingue e sempre stato il centro di tutto quello che si muove nelle Valli del Natisone, quindi Moreno veniva giù se aveva bisogno di un fax, perché al tempo appunto, venti anni fa, la tecnologia era quella che era quindi cellulare...veniva giù a scuola ed io a scuola m’impicciavo di quello che succedeva su a Topolò...e quindi niente sono venuta su a vedere e mi sono fermata qui, sono stata qui, penso il tempo più lungo di sempre per me a Topolò... (Intervista ad Antonella Bukovaz. Poetessa ed ex abitante di Topolò, 13 Luglio 2013)

Io sono stato invitato da Nadja e Anja un paio di anni fa e poi non sapevo di che cosa si tratti e dopo un paio di inviti sono venuto (...) io in questo momento sono più attento ma ho visto che [la Stazione di Topolò] è presente nei media non tanto ma c’è. Infatti quando c’è la Stazione anche a Lubjana è coperta abbastanza bene (Marco Gabrijelcic, visitatore ospite della Stazione. 16 Luglio 2013)

(...) quando [trasferitomi nelle Valli del Natisone dal Cairo] mi sono trovato in mezzo ai boschi meravigliosi mi sono trovato lì così ed ho detto: ’Adesso cosa faccio?’ Magda mi ha un p0’ tranquillizzato, perché mi ha detto: ’Io conosco un sacco di gente’ tra cui uno dei primi è stato Alessandro Ruzzier con cui quest’anno facciamo un laboratorio assieme, e poi hanno cominciato a parlarmi di Topolò sia i miei amici di Ferrara, sia la Magda. Hanno incominciato a dirmi: ‘Lassù è bellissimo!’ (...) (Intervista a Massimo Croce, rumorista ospite della Stazione, 9 Luglio 2013)

Da quello che mi racconta Moreno, anche la promozione della prima edizione della Stazione di Topolò - Postaja Topolove ha seguito un canale non convenzionale:

Una mattina di giugno del 1994 andai in edicola a San Pietro al Natisone e copiai tutti i numeri di fax delle redazioni stampati su riviste e giornali. Non avevo mai fatto un comunicato stampa. Scrissi una cosa di una ventina di righe ricordando le caratteristiche geografiche e storiche del luogo, decisamente particolari in un'epoca in cui il nostro confine era ancora una terra sconosciuta. Mi recai presso la Scuola Bilingue di San Pietro al Natisone, dove avevo i miei figli iscritti e chiesi il permesso di poter inviare alcuni fax…. Nel giro di pochi giorni, in qualche caso di poche ore, piovvero le risposte: Rai regionale e nazionale, Il Manifesto, Il MessaggeroVeneto, Famiglia Cristiana, Il Gazzettino, Il Piccolo, la Repubblica eccetera. Ogni redazione ha come infiltrato almeno un giornalista curioso…tranne, a quell'epoca, l'Unità che mi rispose laconicamente di essere interessata solo a ‘festival che ospitano nomi conosciuti e di richiamo’. Quando mi parlano di ‘crisi della sinistra’ rammento sempre questo episodio... (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, 18 Luglio 2013)

3.3 POSTAJA

La sensazione è stata proprio quella di entrare in un flusso, in una corrente...c’erano tantissimi artisti con cui ho subito trovato una certa affinità e poi da lì ho incominciato proprio a viaggiare...L’idea che si chiami Stazione, l’ho trovato dopo, con il tempo, così azzeccato, così incredibile perché è proprio un luogo di passeggeri, di viaggiatori che s’incontrano. (A.Della Marina, musicista ospite della Stazione di Topolò, intervistato da Anja Medved per il documentario ‘Stazione di Topolò 2009’, 2009).

Ci sono diversi modi di vivere Topolò: ci sono i tanti ospiti giornalieri che incuriositi, dopo una giornata di lavoro, si concedono una serata diversa a qualche chilometro da casa; quelli che pur di rimanere sono disposti a dormire sotto il cielo stellato o nella casa Juliova che durante le due settimane di Postaja rimane aperta giorno e notte per dare ospitalità alla musica ed ai viaggiatori; e poi ci sono coloro che hanno la possibilità di vivere la stazione da dentro, partecipando attivamente ai laboratori o presentando il proprio lavoro.

Attraverso la mia esperienza - se pur breve rispetto a quella di altri - Io stessa mi sono resa conto da subito di come molti tra visitatori, collaboratori ed artisti della Stazione siano ormai degli affezionati. Una buona parte del pubblico è composta da persone che ritornano di anno in anno, chi per una assistere un evento soltanto, chi per rimanere per l’intera durata della Postaja. Superato lo spaesamento che io stessa mi sono trovata ad osservare in chi arriva per la prima volta alla Stazione, le persone sembrano sentirsi a proprio agio in paese. Molti arrivano e non sanno, non capiscono, non trovano il proprio spazio. La Stazione di Topolò - Postaja Topolove, come detto in precedenza, segue infatti una tempistica ed una logistica estremamente elastica. La comprensione delle modalità in cui la Postaja di da, fa sentire quanti tornino nel corso degli anni già in sintonia con le dinamiche e con i ritmi della Stazione. Le persone si appassionano, tornano quasi fosse un rito. Secondo Kozorog, il fatto che la Postaja dal 1994 ad oggi, venga fatta sempre nello stesso luogo e nello stesso periodo dell’anno, l’ha resa un rituale. L’autore sottolinea come al di là degli eventuali cambiamenti tra un edizione e l’altra - come ad esempio ospiti, durata e programmazione - il fatto che vi sia una certa regolarità nell’organizzazione e nel calendario, non che nei luoghi in cui gli eventi prendono forma, ha consolidato una certa ritualità.

Il fatto che la Stazione di Topolò venga fatta nello stesso periodo e nello stesso luogo, sempre dal 1995 ad oggi, la rende un rito? A mio parere si (...) Ho incontrato persone durante l’evento che vi ritornano, per così dire,

ogni anno in modo rituale dal momento che l’associano con l’estate. (M.Kozorog in pubblicazione:2)13

Grigia come la mafia - incontro con Pif. Pubblico riunito al cinema di Topolò durante la presentazione del film ‘La mafia uccide solo d’estate’. Fotografia di Maria Silvano 2013.

Donatella Ruttar ha affiancato Moreno Miorelli nella direzione artistica della Stazione

Nel documento Stazione di Topolò - Postaja Topolove (pagine 91-108)