Nato a Nuoro nel 1972 si trasferisce con la moglie Sara nelle Valli del Natisone nel 1997. Musicista, esperto botanico ed operaio, partecipa attivamente alla Stazione di Topolò - Postaja Topolove prendendo parte a diversi progetti artistici.
L’intervista viene fatta insieme a Miha Kozorog 14 Luglio 2013
Durata 54:35
Io: Come sei arrivato qua? Sandro: è la prima domanda? Io: Si
Sandro: E’ una storia lunghissima...parto dall’origine? Io: Bé si
Ridiamo
Sandro: Sono nato nel 1972 in Sardegna a Nuoro, nell’Ospedale di Nuoro ma i miei genitori venivano dalla campagna vicino a Nuoro e quindi ho avuto un’infanzia molto selvatica diciamo: pecore, maiali, le capre, i buoi, le mucche, le galline così e, fino a 14 non ero niente di particolare ma, a 14 anni un mio amico mi regala la tromba perché lui non poteva più suonarla, ha avuto una malattia molto grave, un tumore, ed era un ragazzino della mia età...e mi regala la tromba ed io inizio a suonarla inventandomi un pò le cose perché dove stavo io nel centro della Sardegna non c’era nessuno che mi potesse insegnare a parte sto ragazzino che un pochino la suonacchiava ma lui uno non la sapeva suonare tanto bene, e poi avendo questo
tumore all’intestino ed allo stomaco, non poteva proprio più assolutamente suonare la tromba perchè devi gonfiare un pochino la pancia per la respirazione...gonfi gli addominali...e quindi così ho iniziato a suonare per caso la tromba innamorandomi dello strumento ma facendo cose a caso, poi all’epoca mi piaceva molto Louis Armstrong...il suono della tromba mi è sempre piaciuto moltissimo ed ho avuto la fortuna un paio di anni dopo di seguire dei seminari tenuti da Paolo Fresu di jazz: all’epoca organizzava dei seminari gratuiti o quasi gratuiti, si non si pagava veramente niente, lui è un genio! Insomma portava dei musicisti bravissimi tipo Miruslav Itujal...contrabbasso... cioè il top del top in centro Sardegna, nel nulla e gratis per la gente del posto, pagavi giusto 20.000 lire d’iscrizione per due settimane di corso che iniziavano la mattina presto e terminavano a notte inoltrata perché si partiva dalla storia del jazz e poi composizione, improvvisazione, più lezioni individuali di strumento poi la sera c’erano i concerti in cui suonavi anche con gli insegnanti, un pò come si fa al Siena Jazz, dove però costa un sacco di soldi ed entrate è difficilissimo, e gli insegnanti erano anche gli stessi di Siena Jazz che però Paolo Fresu era riuscito a portare gratis in Sardegna e quindi ho avuto la fortuna di fare queste due bellissime esperienze per due anni in cui il primo anno, l’unico trombettista ero io, per cui ero a tu per tu con Paolo Fresu ed è davvero simpaticissimo, gentilissimo, è una persona normalissima, poi è figlio di pastori per cui eravamo molto simili e quindi, insomma, ho avuto la fortuna di conoscere e suonare con questi grandi musicisti e...ho fatto due seminari però poi alla fine delle superiori non m’interessava più troppo la musica perché poi, più diventi bravo e più devi studiare lo strumento se vuoi avere dei risultati ed a quell’epoca m’interessavano altre cose che ne so, le ragazzine piuttosto che stare sei ore a studiare lo strumento...e quindi man mano è scemata questa cosa qua e quando sono andato all’Università in Toscana a Firenze, ho smesso completamente di suonare
Sandro: Scienze Forestali perché in quegli anni ero ancora molto innamorato della Sardegna e la mia idea era quella di laurearmi e tornare in Sardegna perché in quegli anni - si parla degli anni’90 - si parlava di fare il parco naturale Gennargentu in centro Sardegna per cui servivano figure laureate in Scienze Forestali e poi a me la materia piaceva tantissimo...il primo anno quindi, sono andato a Firenze città ma io non ero abituato alle città, il traffico, il rumore, lo smog sono uscito fuori di testa! la città mi dava un senso d’oppressione fortissimo e quindi, dopo un anno ho detto qua o impazzisco, o torno in Sardegna o mi cerco un altro posto dove stare e quindi, mi sono messo a cercare una casa in campagna ma in quegli anni intorno a Firenze costavano tantissimo e quindi, sono finito in cima all’Appennino tra Pistoia e Bologna dove c’era un paesino abbandonato dove m’affittavano una specie di casetta per pochissimi soldi e vicino c’erano gli elfi, sai queste comunità hippie tranne nel mio che era abbandonato ed ho affittato una casa insieme ad altri tre miei amici che avevano più o meno le stesse vedute, diciamo così...di questi tre dopo poco non è rimasto nessuno e sono rimasto solo io perché era un posto molto lontano da Firenze, erano più o meno 60 chilometri e dovevi fare un valico appenninico di 1400 metri e va detto che a quell’epoca non solo non avevo la patente ma odiavo tutti i mezzi meccanici, detestavo la civiltà, vivevo in campagna e per farmi la legna la facevo con la scure o la sega a mano, andavo su e giù in bicicletta, facevo 120km con un valico appenninico due volte al giorno e fortunatamente, siccome ero molto bravo in chimica, per mantenermi avevo trovato un lavoro all’interno nel dipartimento di chimica della facoltà di Agraria grazie ad un professore a cui stavo molto simpatico e siccome aveva visto che ero molto bravo in chimica, mi dava da fare questi lavori per cui ti pagavano un fracco di soldi tipo analisi di piante, analisi gascromatografiche, procedimenti abbastanza complessi con cui mi mantenevo e poi la sera riprendevo la mia bicicletta e ripartivo verso casa. Tutto questo è andato avanti - ed io non ho mai suonato in questi anni qua perché tornavo a casa, dovevo fare la legna, dovevo fare un miliardo di cose, ero da solo - non mi ricordo più cosa stavo dicendo...si ecco...è andata avanti per circa quasi quattro anni, cinque, finchè non mi stavo quasi per laureare quindi il primo anno a Firenze ed altri quattro sulla montagna, sono arrivato a tre esami dalla laurea, poi lavoravo sempre più
intensamente in laboratorio e dovevo scrivere la tesi di patologia forestale cioè sulle malattie delle piante e dovevo essere sempre di più a Firenze e non ce la facevo più...mi stavo facendo due polpacci così!
[Ridiamo ]
Ma ero stanco morto e quindi spargo la voce tra i miei amici che cercavo una casa in campagna ma più vicino a firenze ed i miei amici che sono tutti veramente dei geni, in particolare uno ha capito esattamente l’opposto, non so come! e quindi ha capito che cercassi delle persone per condividere la casa in montagna perché stavo troppo solo quando io stavo benissimo da solo a farmi i cazzi miei, erano davvero anni in cui stavo benissimo...e quindi, un giorno ero in facoltà dove facevo l’assistente al professore per cui lavoravo in laboratorio durante gli esami, tra l’altro ho fatto un esame a Sara e l’ho pure bocciata...
Io: Ma dai?
Sandro: Eh già, si non io il prof comunque io cercavo anche di suggerirle ma quando uno è duro...
ride
Comunque mi vedo arrivare queste tre ragazze mi si presentano e dicono: “Ma tu sei quello che sta affittando delle stanze?” Ed io dico: “Eh? Cosa?!” ma si c’ha detto jonni che stai cercando qualcuno per dividere l’affitto perchè non riesci più a pagare le spese ed io dico ma guarda che non è così e una di queste, non Sara, inizia a piagnuccuolare dicendo che le avevano appena sfrattate da una casa in campagna dove erano andate perchè di Firenze non ne potevano più, che erano disperate, che non sapevano cosa fare e se potevano stare almeno un pò ed io gli ho detto che se volevano provare erano le benvenute ma che stavo lontanissimo...e così la sera stessa - posto che il posto era bellissimo, un pò come le Valli del Natisone ma con
questo paesino completamente abbandonato a parte due case dove ogni tanto andavano i propretiari - insomma, dopo qualche giorno si trasferiscono e di queste una è durata due giorni, un’altra una settimana ed è durata soltanto Sara, mia moglie Ridiamo
Io: E come siete arrivati qui?
S: Aspetta che ti continuo la cronostoria: da li nel frattempo ho litigato con il professore della tesi, lo stesso del laboratorio di chimica perché avevano pubblicato dei lavori a nome loro quando li avevo fatti io mi sono incazzato come una iena, non volevo più avere niente a che fare e poi mi ero molto innamorato di Sara e le ho detto: “Cerchiamoci un posto di montagna isolato molliamo tutto ed andiamo con delle pecore o qualcosa” e così abbiamo fatto per cui ogni week end quando non lavoravo, prendevamo la macchina: per prima cosa ho mollato il laboratorio, mi stavo per prendere a botte con il professore ma questa è un’altra storia e poi, ho iniziato a lavorare in un’azienda agricola sempre in toscana nel pistoiese ed i week end che avevo liberi prendevamo la macchina, perché Sara aveva la patente ed una macchina tutta scassata del 1968 ed andavamo in giro per tutto in centro, Nord Italia ma anche Francia e Svizzera per cercare un posto dove stare e realizzare questo sogno, che costasse poco e dove io contemporaneamente potessi lavorare per automantenerci e quindi, gira e rigira i posti che ci piacevano di più erano le Valli del Natisone dove siamo arrivati a caso e chiedevamo alla gente del posto: “Scusi, ma qui ci sono case in affitto?” appena trovavamo un posto che ci piaceva sempre ovviamente in paesini molto isolati pensando un’anno di andare in affitto e poi eventualmente comprare qualcosa con i pochi soldi che avevamo messo da parte...sai la Toscana ci sarebbe piaciuta ma noi avevamo a disposizione mi pare 40.000.000 ed a quei tempi la Toscana era carissima e forse c’avremo comprato il sasso di una casa
E comunque ci erano piaciute tantissimo queste Valli qua ed un posto in Liguria che si chiama Val di Vara che una valle sopra La Spezia ed è molto selvaggia dal punto di vista biologico ed era anche quella piena di Hippie ma noi non eravamo Hippie però appunto cercavamo più o meno la stessa cosa e quindi, posti isolati, molto naturali, dove poter fare agricoltura biologica, biodinamica e queste menate quà, insomma comunque la risposta ci è arrivata prima da una casa che avevamo visto qua e vicino c’era anche un posto dove potevamo andare a lavorare, aziende agricole insomma per mantenerci...siamo stati a Monte Maggiore un anno in affitto, lì è nata Maddalena la mia prima figlia.
Miha: Dove Monte Maggiore?
Sandro: Sul Matajur e li in quegli anni lavoravo in un azienda agricola biologica e biodinamica a Faedis e poi ho lavorato in un’azienda boschiva, poi ho cambiato tremila lavori e sono finito a lavorare come giardiniere per una ditta, ho anche insegnato un brevissimo periodo tramite Donatella con cui nel frattempo eravamo diventati amici, con lei con Moreno ed anche con Antonella
Io: Come li hai conosciuti?
Sandro: Li ho conosciuti lavorando per questa ditta forestale, un brevissimo periodo, e mi avevano mandato qua con una ditta di operai a ripulire questi sentieri che erano abbandonati da un sacco di anni, la Stazione era incominciata da poco e quindi, sotto la direzione di Renzo Rucli, dovevamo pulire questi sentieri, sistemarli, mettere a posto i muretti a secco e via così...io conoscevo ovviamente la realtà di Topolò perché la prima cosa che chiedi quando vai in un bel posto chiedi, ovviamente a presone interessanti e non all’ubriacone del paese: “Cosa c’è qua intorno di culturalmente interessante?” e mi avevano detto: “Guarda c’è la Stazione di Topolò qua vicino, che è una cosa stupefacente!”
Io: Se ne parlava quindi?
Sandro: Si, certo che se ne parlava per lo meno nel circuito di persone che frequentavamo noi...
quindi, io sapevo dell’esistenza però pensavo: “Figurati!” anche perché ne avevo sentito parlare come di una cosa bellissima, importantissima, per cui ho detto: “Magari li potrò anche conoscere, ne sarei onorato ma figurati” ed invece lavorando qua li ho conosciuti e siamo istantaneamente diventati tanto amici: uno perché a noi era già nata la nostra prima figlia Maddalena e Sara, era già incinta del secondo figlio, due per le nostre vicissitudini mie e di Sara siamo diventati subito tanto amici con Moreno, Antonella e Donatella per cui, quando hanno sentito il mio percorso Donatella mi ha anche proposto un lavoro temporaneo per insegnare in corsi di formazione professionale che purtroppo è durato poco perché era basato su finanziamenti europei...e quindi poi nel frattempo ho comprato la casa dove stiamo ora a Tribil inferiore che è nella vallata di fianco qua perché nel frattempo ci siamo convinti che questo posto faceva per noi, che era molto bello, si trovava lavoro, ci si poteva mantenere facilmente e sembrava semplice realizzare il nostro sogno di fare un’azienda agricola e quindi ci siamo fermati, siamo entrati in contatto con Moreno, Donatella ed Antonella e ci sembrava un idillio però si arrivava già negli anni 2000 ed è cambiata tutta la legislazione rispetto alle aziende agricole per cui mentre prima le potevi fare molto più facilmente - la nostra idea era quella di coltivare lamponi, more e ribes, fare erbe aromatiche - è cambiata la normativa nel 2000 quando io avevo appena aperto la partita IVA ed ovviamente la coldiretti non mi aveva avvisato, anzi...hanno cambiato tutte le normative e sono diventati severissimi per cui io per fare marmellate e succhi di frutta dovevo avere un laboratorio a norma e cioè con sistemi anti hccp, porte taglia fuoco, io avevo una stanza libera ma mi sono fatto fare dei preventivi e per fare questi lavori avrei dovuto spendere 10 volte il costo della casa che avevo pagato 40.000.000 di lire...200.000.000 solo per comprare le attrezzature per essere a norma per cui ho detto basta, chiusa l’idea, ho aperto una partita iva mi sono messo a fare il giardiniere,per un pò di tempo, però poi la mia famiglia cresceva, è nata anche Giuditta, la terza figlia e quando sei in proprio non