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UNA REALTA’ STRAVAGANTE

Nel documento Stazione di Topolò - Postaja Topolove (pagine 86-91)

UN LUOGO DI PASSEGGERI, DI VIAGGIATORI CHE S’INCONTRANO

3.1 UNA REALTA’ STRAVAGANTE

E’ difficile spiegare che cosa sia Topolò. La Postaja bisogna viverla. Bisogna provare sulla propria pelle la sensazione di essere in un luogo dove per due settimane all’anno è possibile assistere gratuitamente a spettacoli delle più disparate discipline artistiche, concerti di musica elettro acustica, sperimentale - così come classica o da camera - in contesti non convenzionali come fienili o il letto di un ruscello, che assumono all’occhio del visitatore esterno un’aura affascinante, fuori dal comune. Ma non è la stravaganza l’obiettivo della Postaja. Mi sono resa conto di come nel parlare di questa esperienza a chi ne è estraneo, io stessa sia spesso ricaduta in descrizioni dal tono ambiguo che sembravano riferirsi ad un posto magico (C.Miorelli, artista ed ex abitante di Topolò. 18 Luglio 2013), fuori dal tempo e dal mondo, una realtà stravagante (C.Miorelli, artista ed ex abitante di Topolò. 18 Luglio 2013).

La Stazione è sempre stata una bella carta da giocare per me, voglio dire con gli amici, ma con gli estranei in generale [Ride] dici...dici che vieni da Topolò, parli della Stazione ed hai sempre qualcosa da raccontare...però poi mi sono spessissimo trovato nella condizione di dover un pò frenare la lingua, no? perché dici che c’è la Postaja e la tendenza è quella d’invitare su tutti, no? e spesso la gente, giustamente, dopo delle descrizioni così stravaganti, di un posto magico, surreale, si fa l’idea sostanzialmente di un festival alternativo nei boschi per cui: ‘Si dai, andiamo su portiamo le tende, gli strumenti, andiamo a suonare! ci spacchiamo per due settimane nei boschi’ [Ride] ed invece è un posto molto delicato, non è un campeggio fricchettone, non è una comune hippie. Io mi rendo conto che quando racconti quello che succede, anche con dovizia di particolari, è una situazione talmente particolare, rara, che subito si pensa all’esperimento di una comunità che viva solo di arte, di bellezza e di bosco mentre invece, come dicevo, è un posto molto delicato, è un posto che ha degli equilibri molto delicati...delicatissimi, dove devi stare attento a

dove pianti la tenda perché se è il prato della persona sbagliata non ti svegli la mattina [Ride] dove se sei stanco e ti siedi su un gradino di una signora più nervosa di un’altra vieni aggredito alle spalle con un bastone, dove se ti serve un ramo non è che vai solo nel bosco e lo prendi, perché forse è il bosco di qualcuno ma com’è ovvio che sia, perché è tutta una questione di spazi pubblici e privati (...) (Intervista a Cosimo Miorelli, artista ed ex abitante di Topolò. 18 Luglio 2013)

Topolò è un luogo che segue regole non dette per quanto concerne la delicata gestione tra spazi pubblici e privati: durante le due settimane di Postaja infatti, l’evento pubblico penetra profondamente nel ambito anche privato delle persone che vivono a Topolò, le quali assistono ad un flusso continuo di arrivi e partenze nel loro paese. Il coordinamento di tutto ciò è frutto di molti anni di lavoro e di mediazione:

(...) la cosa è stata gestita a naso, per tentativi...sostanzialmente mio papà come me, ha vissuto nel paese per degli anni e la Donatella è di lì, per cui poi capisci subito chi è dalla tua e chi no, ed essendo così piccolo, capisci subito che chi è contro, è proprio contro. Poi ci sono quelli che se ne fregano, quelli che sono partecipi o meno partecipi, diciamo che le persone che hanno meno piacere ad avere a che fare con questo evento lo noti subito, ed allora cerchi di evitarle, cerchi di fare in modo che il fiume di persone che forse nei giorni caldi può anche arrivare che ne so, a un migliaio di persone? non passi davanti a casa loro. Insomma per un paese così piccolo un sacco di gente...e comunque devi stare attento che questa gente non raccolga i fiori della piazzetta per esempio...ci sono dei personaggi molto sensibili a queste cose [Ride] come tutti i posti di montagna ci sono situazioni di...borderline sulla concezione della proprietà privata, della quiete. E’ un posto dove sostanzialmente non succede nulla e poi di colpo per due settimane hai gente che ti suona alla porta per sapere dov’è ed a che ore è la proiezione di tal dei tali...(Intervista a Cosimo Miorelli, artista ed ex abitante di Topolò. 18 Luglio 2013)

Il percorso per l’accettazione della Postaja da parte di tutti i topoluciani, è stato particolarmente difficile e tutt’ora Moreno e Donatella si trovano a dover mediare con quel frangente del paese che vive l’arrivo di tanta gente come un’invasione o che a causa della insularità, della lontananza o della diffidenza si chiude in se stesso ponendo dei “limiti impliciti, non manifesti10(C.Arnoldi 2009:165). Si tratta di confini entrati a far parte delle grammatiche di azione; di limiti di movimento interiorizzati, di interdizioni inconsce, nati dal rapporto continuo ed esclusivo con il proprio ambiente di vita e riguardanti soprattutto gli spazi comuni, pubblici. Durante il mio soggiorno a Topolò mi viene ad esempio sconsigliato di entrare in un determinato orto, di percorrere un certo sentiero o di fermarmi troppo a lungo di fronte ad un fienile. Mi sorprende il caso del fidanzato di una delle figlie di Carla Loszach (topoluciana), arrivato a Topolò in macchina: Vittorio, viene infatti intimato da una topoluciana che passava di lì al momento del suo arrivo, di spostare l’auto altrove nonostante il piazzale (utilizzato comunemente come parcheggio) sia semi vuoto:

Vittorio: Sono venuto su Venerdì per la prima volta. Carla: ...ed hai trovato la X11...per parcheggiare...[Ride]

Vittorio: Si, mi ha fatto spostare la macchina!

Carla: Gli ha fatto spostare la macchina! [Ride] ma perché non ti conosce bene! Guarda, io non la saluto ormai da tanti anni...non esiste, io ormai non la vedo...

(Intervista a Carla Loszach, topoluciana. 20 Luglio 2013)

(...)io mi ricordo...quando ero bambino nel paese c’erano gli informatori per cui mi ricordo che i primi anni quando veniva su il Maresciallo dei Carabinieri, perché di rito vengono a presenziare all’inaugurazione si appartavano in casa di tizio o di caio...non è che sono cose da servizi 10 Corsivo di C.Arnoldi, 2009

11 Nonostante Carla Loszach non si sia fatta problemi a dire in presenza mia e del registratore, il nome della signora che invitato Vittorio a spostare la propria macchina, di mia scelta ne mantengo anonima lʼidentità per non dare addito a discussioni future.

segreti ma andavano a capire che cosa stesse succedendo in paese e quindi, c’erano persone in paese che avevano tacitamente il ruolo di osservatore...tante sono persone quindi molto diffidenti, se tu arrivi in piazzale alle tre del mattino con la macchina è facile che non arrivi a casa tua inosservato, per curiosità, la gente viene a vedere chi sei (...) (Intervista a Cosimo Miorelli, artista ed ex abitante di Topolò. 18 Luglio 2013)

(...)[Durante gli spettacoli in piazzetta] se son dentro non posso uscire, se son fuori non possiamo entrare finché termina (...) rivive il paese, no? io sono contento ma c’è qualcuno che brontola...ma sono pochi quelli che brontolano” (Intervista ad Alfonso Trusgnac, topoluciano. 20 Luglio 2013)

I miei tentativi di avvicinarmi alla fazione contraria alla Postaja sono stati pressoché inutili. Va notato però che il giorno dell’inaugurazione della XX edizione della Stazione di Topolò - Postaja Topolove, al cospetto delle autorità anche questo gruppo di contrari - a onor del vero formato da non più di cinque individui - è uscito allo scoperto facendosi vanto del proprio paese con i Carabinieri presenti, stringendo la mano al Sindaco di Grimacco ed approfittando lautamente del buffet offerto rimanendo però sempre in disparte.

(...)ci sono stati mille argomenti a favore e contro l’organizzazione di questa cosa che poi va nello specifico personalmente contro mio papà magari, anche Donatella ma tendenzialmente più contro mio papà perché è un estraneo, è uno che è arrivato in un posto piccolo...non è un festival folcloristico, non è che si esaltano cibi locali piuttosto che le tradizioni canore e quindi c’è un sentimento d’invasione: ‘Lo straniero che viene e fa i soldi alle nostre spalle!’ queste sono congetture secondo cui mio papà si sarebbe arricchito con la Stazione [Ride] gliene hanno dette di tutte: che trafficava droga, i primi anni anche minacce molto serie di morte...poi c’è

di tutto...posto comunque che questa è sempre una minoranza della popolazione che però ti rende difficoltoso lavorare...c’è di tutto: la fazione degli italianissimi che ce l’ha con mio papà perché vede questo come un’esaltazione della cultura slovena e allora ce l’ha con lui perché: ‘Questa non è Slovenia è Italia, cosa vuole questo?’; poi ci sono quelli ipersloveni che dicono: ‘Tu cosa vuoi non sei di qua!’ ad un certo punto c’era uno che metteva in giro dei volantini con scritto che la Stazione erano come le coperte infette di vaiolo date agli indiani...poi ci sono quelli che la vorrebbero più commerciale...questi non sono necessariamente topoluciani ma è una situazione così piccola per cui uno di 10 chilometri giù a valle prende la macchina e viene su. Ci sono i disturbatori di rito: quelli che vengono su a sbraitare oppure più subdoli, attirano le persone di lato con un bicchiere di vino e cercano di avere informazioni e parlano male...è la macchina dell’infamia, è lo stesso sistema che veniva utilizzato dagli informatori della polizia o, sostanzialmente, dei fascisti che utilizzavano per sapere se uno aveva relazioni con la Yugoslavia o addirittura se parlava sloveno (Intervista a Cosimo Miorelli, artista ed ex abitante di Topolò. 18 Luglio 2013)

Il progetto cosmopolita introdotto da Moreno Miorelli a Topolò ha quindi suscitato alcune reazioni di difesa. Nel caso della Postaja, Moreno rappresenta per una parte della popolazione lo straniero, colui nei confronti del quale riversare tutto il proprio sospetto e la proprie paure. Nonostante sia stato residente a topolò per oltre 10 anni e frequentato il paese ben più a lungo, Moreno non è mai stato infatti accettato come appartenete alla comunità. Secondo Ardener, i luoghi remoti sono pieni di estranei (Ardener, 2007:218) non tanto perché appaiano in massa ma perché in quanto sconosciuti spiccano particolarmente, sembrando presenti in numero maggiore e facendo reagire i locali in maniera difensiva. Tra i topoluciani però, questa è la reazione di un numero ristretto di individui. La mia percezione è stata infatti quella che l’arrivo di Moreno sia stato accolto con simpatia e curiosità dalla maggior parte

degli autoctoni che in lui hanno intravisto una possibilità di riscatto per il proprio paese ed un modo per metterlo in contatto con il resto del mondo. Nel corso del capitolo intendo infatti approfondire come in generale i topoluciani si dimostrino aperti e disponibili nei confronti degli ospiti ed il pubblico della Postaja: il loro paese da luogo dimenticato ha quindi nuove possibilità, nuove speranze per il futuro. Ho quindi cercato d’interrogarmi se la Stazione di Topolò costituisca una speranza temporanea, stagionale per il paese - nel capitolo secondo mi sono infatti interroga su cosa succeda a Topolò al di fuori del periodo della Postaja - o se di fatto la presenza della Stazione abbia donato a quest’area autonomia per il futuro. Fino a che punto quindi Topolò e la Stazione di Topolò - Postaja Topolove sono tra di loro legate?

Nel documento Stazione di Topolò - Postaja Topolove (pagine 86-91)