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UNA MANHATTAN IN PIENA ESPANSIONE

Nel documento Stazione di Topolò - Postaja Topolove (pagine 80-84)

ABITARE LO SPOPOLAMENTO

2.3 UNA MANHATTAN IN PIENA ESPANSIONE

Durante il periodo della Stazione di Topolò - Postaja Topolove si calcola che passino per Topolò più o meno 6.000 visitatori (G.Scarabottolo 2013). A questi vanno aggiunti il numero sempre crescente di turisti, fotografi ed amanti del trekking che incuriositi dalla fama internazionale raggiunta del paese grazie alla Postaja, si spingono fino a Topolò anche al di fuori del periodo della Stazione. Ciò nonostante camminando per le vie di Topolò si ha la sensazione che l’intero paese sia in vendita. Un paese immobile. Incontro Joelle che tutti però chiamano “la Bretone” per le sue origini lontane: Joelle è arrivata a Topolò nell ’77 dalla Francia insieme al marito Aldo.

Aldo è uno di quei Topoluciani che in gioventù ha deciso di lasciare l’Italia per cercare fortuna in Francia ma è stata proprio Joelle a spingere perché i due, ancora sposini, tornassero a vivere a Topolò. Joelle mi racconta di un paese che non c’è più, della rassegnazione con cui da un anno si è trasferita a vivere a Udine, di un futuro incerto per Topolò e delle case che negli ultimi anni è stata costretta a mettere in vendita al termine del blocco contrattuale legato al bando 5B, a causa di un senso di solitudine profonda che prova nel corso dell’anno al di fuori delle due settimane di Postaja.

Nell’ inverno del 1999 i Topoluciani partecipano al bando della comunità europea 5B per la ristrutturazione di case in zone montane. Il 100% delle domande viene accettato:

Topolò è un paese rinato. Molte delle case ristrutturate erano desitinate a un irreversibile degrado. Il finanziamento EU fu molto generoso e i privati si trovarono, di fatto, con l’insperata possibilità di riparare, restaurare, rimodellare edifici dati ormai per perduti. C’era anche un qualcosa di molto divertente, nell’inverno del ’99, quando ben 11 cantieri con tanto di gru e camion carichi di materiale salivano e scendevano lungo i tornanti che conducono a Topolò. Vista da lontanto poteva sembrare una Manhattan in piena espansione (...) Ricordo che ogni tanto incrociavo lo sguardo di qualche abitante che sorrideva, scuoteva la testa incredulo, alla vista di quell’andirivieni vitale e inatteso (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove. 19 Luglio 2013)

Il contributo europeo a fondo perduto copriva quasi interamente le spese di ristrutturazione ed era destinato all’incentivazione del turismo:

(...) le case, una volta restaurate, avrebbero dovuto essere date in affitto ai turisti per un periodo di almeno 8 anni dalla fine dei lavori” (Intervista a

Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove. 19 Luglio 2013).

Nasce così L’Albergo diffuso, un concetto sviluppatosi in Carnia (Friuli-Venezia- Giulia) dopo il terremoto del 6 maggio 1976, che ha come finalità la valorizzazione dell'esistente e lo sfruttamento turistico degli stessi luoghi contro lo spopolamento dei borghi. L’idea è quella di animare i centri storici coinvolgendo i produttori locali e stimolando iniziative sociali attraverso un modello di sviluppo turistico territoriale, rispettoso dell’ambiente e "sostenibile". Negli ultimi anni, grazie alla fama internazionale legata alla Stazione di Topolò, l’albergo diffuso inizia ad avere ospiti anche al di fuori delle due settimane di Postaja:

(...) in diversi momenti dell’anno alcune delle case vacanze sono affittate a turisti, spesso persone singole o coppie bisognose di pace. Sovente si tratta di artisti o di studiosi che devono completare uno studio, una ricerca, un testo. Queste presenze aiutano i residenti, in maniera sottile, dal punto di vista psicologico, a non sentirsi abbandonati, emarginati ma costantemente al centro di qualcosa di vivo e dinamico. E’ una percezione che manca ai residenti degli altri borghi alti della Valle dove la depressione si taglia con il coltello” (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove. 19 Luglio 2013)

Il micro turismo che si è instaurato a Topolò fatto di “visitatori, amanti del trekking o della fotografia richiamati dall’eco degli eventi estivi” (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove. 2013) fa ben sperare per il futuro del paese. Moreno Miorelli, ideatore e direttore artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove arrivando a Topolò nel 1993, trova un terreno fertile:

Topolò ha la fortuna di rappresentare un’anomalia, grazie a persone che hanno saputo cogliere dalla vita, pur dura, degli insegnamenti e una visione sorprendentemente aperta e luminosa. Persone che all’obbligo

dell’inospitalità, della delazione, del sospetto hanno silenziosamente resistito conservando fiducia e spirito d’accoglienza” (Intervista a Moreno Miorelli, Direttore Artistico della Stazione di Topolò - Postaja Topolove. 19 Luglio 2013)

Topolò come altre località di confine vive da sempre un rapporto intenso e conflittuale con lo Stato. A questo si aggiungono le difficoltà legate all’isolamento geografico, alla rarefazione sociale, alla “consapevolezza drammatica di un destino di sparizione” (C.Arnoldi 2009:153). La tenacia con cui gli autoctoni resistono alle difficoltà oggettive di questa vita trova scarso sostegno da parte delle Istituzioni. Proprio queste dovrebbero occuparsi di pianificare e progettare la tutela e la riqualificazione di queste zone attraverso progetti mirati al ripopolamento, alla salvaguardia dell’ambiente e alla progettazione di un turismo intelligente:

Oggigiorno si vive solamente per le vacanze, non ci sono forse più gli odori, i sapori, le cose che c’erano una volta però oggi giorno d’estate è un paese vivo, sembra di essere in un paese turistico anche se le dimensioni non sono turistiche anzi... (I.Rucli intervistato da A.Medved per il documentario ‘Stazione di Topolò 2009).

L’arrivo dei fondi europei del piano 5B ha aperto uno spiraglio di speranza per Topolò, garantendone la sopravvivenza architettonica, innescando un sistema virtuoso di piccola imprenditoria legata alla ristorazione e al turismo e rendendolo un posto più accogliente. Nel 2012 Topolò è stato inserito dalla rivista tedesca GEO Saison tra i 10 paesi più belli d’Italia (GEO SAISON 2012) ed è stato oggetto di un documentario giapponese sui “gioielli del Belpaese” (Messaggero Veneto 2012). Ma il processo di spopolamento ancora in atto è la prova che questo non è sufficiente, che le questioni fondamentali per la sopravvivenza in zone svantaggiate non sono state risolte, che lungi dall’essere un fattore naturale, l’abbandono di Topolò è il risultato di politiche sbagliate o assolutamente inesistenti.

CAPITOLO III

Nel documento Stazione di Topolò - Postaja Topolove (pagine 80-84)