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OBIETTIVI E CRITERI DI RICLASSIFICAZIONE DEL BILANCIO 5.1 Premessa

EQUILIBRIO FINANZIARIO

TOTALE CAPITALI PERMANENTI31> IMMOBILIZZAZIONI Poiché risulta necessario per l’equilibrio finanziario che

PASSIVO CORRENTE < ATTIVO CORRENTE

E quindi deve essere soddisfatta la seguente condizione di equilibrio:

CAPITALE CIRCOLANTE NETTO = ATTIVO CORRENTE – PASSIVO CORRENTE > 0 A tale proposito, si osserva anzitutto come il capitale circolante netto sia effettivamente positivo, anche se è diminuito di 1,8 Md nel periodo considerato. Il patrimonio netto si è anch’es- so ridotto, sia pure in misura molto modesta. I due terzi della riduzione del circolante netto sono serviti ad incrementare le immobilizzazioni, cresciute di 1,2 Md (da 1,4a 2,6).

Il patrimonio netto appare nel complesso adeguato, mentre si osserva una riduzione del capi- tale sociale, che potrebbe derivare dal recesso di parte dei soci, cosa che potrà essere verificato, se necessario, sul libro soci.

Stante questa situazione può essere doveroso verificare nel prospetto riclassificato (tab 6A) la situazione della liquidità, che evidenzia:

• una progressiva riduzione, utilizzata per gli investimenti in immobilizzazioni tecniche; • una crescita delle immobilizzazioni finanziarie di 0,6 Md in partecipazioni (cioè in quote di capitale investite in altre società.

Dal prospetto delle passività (tab. 6B) si desume inoltre che il ricorso al sistema creditizio, quasi esclusivamente a breve, è poco rilevante, pari solo al 14,8% delle passività.

La situazione finanziaria è quindi buona, grazie alla consistenza del patrimonio netto ed alla disponibilità di un ingente accantonamento (circa 3 Md nell’ultimo esercizio), derivante molto pro- babilmente dal precedente fondo di dotazione, cosa che può facilmente essere verificata sulle scrit- ture contabili.

La limitata partecipazione dei soci al finanziamento appare giustificata dall’entità del patri- monio netto e del fondo rischi.

Si rileva inoltre una riduzione delle passività correnti di 0.93 Md derivante sia dal pagamen- to di debiti commerciali, sia dalla riduzione dei ratei e risconti passivi, la cui entità rimane molto elevata, costituendo un quarto del totale delle passività.

Sempre per quanto concerne l’analisi patrimoniale, si osserva poi che il margine di struttu-

ra32, pur rimanendo positivo, ha manifestato una certa contrazione nel periodo considerato, fin

quasi ad annullarsi.

31 Per capitali permanenti si intende la somma dei mezzi propri (o patrimonio netto) e delle passività consolidate (Fondi accantonati + debi- ti a m/lungo termine)

32 Il margine di struttura è pari al patrimonio netto, a cui vanno sottratte le immobilizzazioni. Tale indicatore evidenzia la parte di immobi- lizzazioni finanziate con ricorso a terzi. Il margine di struttura risulta normalmente negativo e il suo valore non assume in assoluto un signi- ficato rilevante, risulta interessante invece la sua evoluzione nel tempo, infatti l’incremento progressivo del patrimonio netto e la riduzio- ne delle immobilizzazioni tecniche nette a seguito degli ammortamenti dovrebbero consentire una riduzione del disequilibrio, che viene invece interrotta da nuovi investimenti o, peggio, da riduzioni di patrimonio netto.

Il margine di tesoreria33è positivo ed identico in valore al capitale circolante netto in quan- to le rimanenze finali sono inesistenti; fatto questo che si spiega con la stagionalità della produ- zione, incentrata sulla commercializzazione di prodotto fresco in data antecedente la chiusura del bilancio.

5.5.4. Rappresentazione grafica

Graficamente è possibile rappresentare la struttura dell’attivo col seguente schema, che evi- denzia la progressiva crescita dell’attivo immobilizzato:

Più analiticamente, lo schema successivo evidenzia la drastica contrazione della liquidità, in particolare quella immediata, finalizzata a bilanciare la crescita delle immobilizzazioni, senza ricor- rere ad un incremento delle passività

0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 1996 1997 1998 Liquidità immediate 2115 1659 992 Liquidità differite 4770 3879 3117 Rimanenze Immobilizzazioni finanziarie 1788 2030 2454

Immobilizzazioni meteriali nette 1402 1609 2562

Immobilizzazioni immateriali 30-06-1996 30-06-1997 30-06-1998 0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 1996 1997 1998 Attivo corrente 6885 5583 4109 Attivo immobilizzato 3190 3639 5016 30-06-1996 30-06-1997 30-06-1998

33 Il margine di tesoreria è pari all’attivo corrente, al netto delle rimanenze e del passivo corrente. Esso evidenzia la disponibilità a breve. Tale indice dovrebbe sempre risultare positivo per consentire un’adeguata gestione aziendale; occasionalmente, in corrispondenza di rile- vanti investimenti, può assumere valori negativi, derivanti dall’anticipazione di finanziamenti a breve da parte di istituti di credito, in atte- sa di una ristrutturazione del profilo debitorio. Diversamente da questa situazione transitoria, un valore negativo indica un grave squili- brio finanziario, che può portare all’insolvenza.

Le passività sono evidenziate nel grafico seguente, che sottolinea la riduzione delle passività correnti (o a breve), pari a 0,9 miliardi di lire.

5.5.5 L’analisi del conto economico

L’esame degli indicatori principali evidenzia come il risultato di esercizio sia sempre nullo, il che indica la scelta del pareggio come politica di chiusura del bilancio e quindi della distribuzione del risultato di esercizio attraverso il valore dei conferimenti.

Il cash flow34, per parte sua, risulta quindi modesto, per effetto della politica distributiva del

bilancio ed evidenzia quindi i soli ammortamenti ed accantonamenti.

Più in generale, il conto economico risente nella sua composizione percentuale della elevatis- sima variabilità dei ricavi che potrebbe derivare da oscillazioni sia delle produzioni, sia dei prezzi. In questa situazione l’incidenza dei costi fissi sul valore delle produzioni oscilla fortemente, condi- zionando il valore percentuale riconosciuto ai soci ed accentuando la volatilità del prezzo di liqui- dazione (tab. 6C). Nel caso in esame il valore della produzione è stato pari a 17.5 Md nel 1996/97 e a 10.1 Md nell’esercizio successivo. Ciò ha dato luogo ad una forte oscillazione del costo del lavo- ro, che balza dal 7,2% al 12,9%, e degli ammortamenti (dallo 0,8% all’1,7%), mentre il complesso delle due voci è passato dall’8% al 14,6%. Pur essendosi ridotti in valore assoluto, i costi per sevi- zi e beni di terzi hanno visto aumentare la propria incidenza dal 12,3% al 14.8%, per la presenza di costi non facilmente comprimibili (energia elettrica, telefoni, noli…). Nel complesso l’ammontare degli acquisti in percentuale sul valore della produzione scende bruscamente dal 78.8% al 65.1%, con una riduzione del 52,3% sull’esercizio precedente (da 13,8 a 6,6 Md), ben più elevata del 42.3% di riduzione del valore delle produzioni.

Sebbene possa trattarsi di una situazione contingente, che non ha compromesso la solidità patrimoniale e finanziaria della cooperativa, si sottolinea questo fenomeno, che nel caso avesse carattere strutturale, costringerebbe la cooperativa a ridurre drasticamente i costi ed in particolare la manodopera impiegata. Diversamente i soci, a causa degli svantaggiosi prezzi riconosciuti dalla cooperativa, potrebbero essere indotti a recedere dalla compagine sociale, indebolendo ulterior- mente la cooperativa. Ne consegue una riflessione che pone l’accento sulla necessità per questa cooperativa di dotarsi di una organizzazione produttiva flessibile, per poter meglio adeguarsi alle variazioni di mercato. 0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 1996 1997 1998 Passività correnti 3239 1763 2308 Passività consolidate 4231 4816 3751 Patrimonio netto 2605 2598 3066 30-06-1996 30-06-1997 30-06-1998

34 Il CASH FLOW è pari alla somma del risultato di esercizio e degli ammortamenti. Esso indica la capacità dell’impresa di generare flussi finanziari idonei garantire la riduzione dell’indebitamento e/o la restituzione delle quote di capitale dei mutui pluriennali.

CAPITOLO 6

L’ANALISI DI BILANCIO PER QUOZIENTI