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L’eroe del romanzo popolare e dei fumett

I mille volti dell'eroe

3) L’eroe del romanzo popolare e dei fumett

Ne Il superuomo di massa259 Eco analizza quelli che sono gli eroi storici della

letteratura popolare rimasti più impressi nell’immaginario collettivo, come James Bond di Ian Fleming, Montecristo e i moschettieri di Dumas, i miserabili di Victor Hugo, Sherlock Holmes di Conan Doyle, Tarzan di Edgar R. Burroughs ed Arsenio Lupin, di Maurice Leblanc.

Tutti, nessuno escluso, arrivano o ritornano al cinema negli anni Duemila a partire dalle opere di Dumas, D'Artagnan260 nel 2001 e Montecristo261 nel 2002, Arsenio

Lupin262 nel 2004, 007263 nel 2006, 2009, 2013, Sherlock Holmes264 nel 2009 e 2011,

Les miserables265 nel 2012, Tarzan266 nel 2013.

In ognuno di questi film viene condotta una diversa strategia di attualizzazione dei personaggi che rivela però uno schema di fondo simile.

Una rielaborazione di grande fortuna è stata quella di Sherlock Holmes che sorge a nuova vita attraverso tre diverse versioni: una serie targata BBC267, una americana col nome di Elementary268, e due lungometraggi diretti da Guy Ritchie.

Nel film il personaggio che al cinema era sempre sembrato un uomo posato calmo e dalla mente fine, diventa un egocentrico pieno di eccessi, geniale nella sua follia. Potrebbe sembrare un abbassamento anomalo, invece è quest’insieme infinito di difetti a renderlo più empatico dello Sherlock precedente. L’investigatore infatti non pronuncia più la frase «Elementare mio caro Watson» e può persino sbagliare.

Sherlock Holmes ha poi moltissimi elementi dei film trattati finora: l’oscuro, il

gotico, il violento, lo stile modernissimo debitore del pulp269, ma l’elemento più forte è la componente comica ed ironica che lo allontana dalla gran parte delle produzioni precedenti.

In alcuni casi, per condurre questa “strategia di attualizzazione” si ricorre persino a un recupero della tradizione letteraria a discapito dell'immaginario filmico.

Particolarmente significativo in questo senso è il caso di James Bond. I produttori270 della famosa serie, infatti, grazie alla possibilità di fare un adattamento del primo romanzo di Ian Flaming (Casinò Royale),271 decidono di sovvertitire l'immagine

259 Umberto Eco, Il superuomo di massa, Bompiani, Milano, 2005. 260 D’Artagnan, Peter Hyams, USA, 2001.

261 Montecristo , Kevin Reynolds, USA, 2002. 262 Ardenio Lupin, Jean-Paul Salomé, Francia, 2004. 263

007- Casinò Royale, Martin Campbell, USA-GB 2006 - 007- Quantum of solace, Marc Forster, USA-GB, 2008 - 007- Skyfall, Sam Mandes, USA-GB, 2013.

264 Sherlock Holmes, Guy Ritchie, USA, 2009-Sherlock Holmes, Gioco di Ombre, Guy Ritchie, USA, 2011. 265 Les Miserables, Tom Hooper, GB, 2012.

266 Tarzan, Reinhard Klooss, Germania 2013. 267 Sherlock, GB, 2010-in produzione. 268 Elementary, USA, 2012-in produzione.

269 Non a caso il regista è Guy Ritchie, il maggiore esponente del pulp inglese grazie a film come Lock and Stock, The

snatch o Rockanrolla.

270Produttore: Barbara Broccoli figlia del produttore storico Albert R. Broccoli.

271 Prima, infatti, per una questione di diritti (non era stato comprato dalla casa di produzione EON di Albert Broccoli

78 dell'eroe costruita da una lunga tradizione cinematografica riavvicinandosi allo stile della fonte letteraria, decisamente più seriosa delle sue trasposizioni classiche.

Si rende quindi il personaggio più violento, più cupo, più problematico, e assai meno ironico. Non è solo l'amosfera e la caratterizzazione del personaggio a cambiare, ma anche il suo aspetto; la scelta dell'interprete ricade infatti su un attore diversissimo dal Bond per eccellenza-Sean Connery. Il nuovo 007-Daniel Craig ha infatti la faccia tipica di un cattivo russo della serie classica, molto lontana dai lineamenti puliti dell'attore scozzese.

Si parte quindi da un origin movie per creare una trilogia volta a incupirsi sempre di più mano a mano che la storia si evolve. Il protagonista inoltre, per la prima volta, attraverso i tre film invecchia: a parterie da giovane agente, diventa maturo nel secondo film e non più nel pieno delle forze nel terzo. É particolarmente significativo che nell’ultimo capitolo, 007- Skyfall, la scoperta della caducità del personaggio s’accompagni a un avvicinamento dell’eroe al modello epico folcklorico. Non solo, infatti, vengono riproposte le più importanti tematiche epiche, come il “ritorno” , “la sfida” e “città assediata”, e il modello ciclico di Joseph Campbell,272ma spiccano anche alcune battute cruciali nella delineazione del ruolo eroico. M, il capo dell’MI6, messo sotto accusa dalle autorità politiche, rivendica la funzione eroica dei propri agenti attraverso la poesia “Ulisse” di Tennyson:

Tho’ much is taken, much abides; and tho’ We are not now that strength which in old days Moved earth and heaven, that which we are, we are; One equal temper of heroic hearts,

Made weak by time and fate, but strong in will To strive, to seek, to find, and not to yield.273

In Apocalittici e integrati274 (di cui Il Superuomo di massa è il prosieguo) Eco,

accanto ai personaggi nati dai feuilleton, indica un altro eroe come essenziale all'interno dell'immaginario della cultura di massa, il super eroe dei fumetti per eccellenza, Superman. Riconosce infatti nelle strisce una nuova forma di mitologia contaminata dal romanzo:

Il personaggio mitologico del fumetto si trova ora in questa singolare situazione esso deve essere un archetipo, la somma di determinate aspirazioni collettive e quindi deve necessariamente immobilizzarsi in una sua fissità emblematica che lo renda facilmente riconoscibile[..]; ma poiché è commerciato nell’ambito di una produzione “romanzesca” per un pubblico che consuma “romanzi”, deve essere sottoposto a quello sviluppo che è caratteristico […] del personaggio del romanzo.275

272 Morte, resurrezione, vittoria e ritorno attraverso l’acqua, simbolo insieme di purificazione, morte e resurrezione. 273 Ulysses, Alfred Tennyson.

274 Umberto Eco, Apocalittici e integrati,Bompiani, Milano, 2013. 275Ivi, p. 231.

79 Ne esamina le problematicità in particolare il rischio di usura, mano a mano che il personaggio compie un’azione esso si consuma, fa un passo in più verso la morte, deperisce.

Ora Superman non può consumarsi. Perché un mito è inconsumabile. Il personaggio del mito classico, si è visto, diventare inconsumabile proprio perché è l’essenza della parabola mitologica apparteneva l’essersi egli già consumato in qualche azione esemplare; oppure gli era del pari essenziale la possibilità di una rinascita continua, simboleggiando egli qualche ciclo vegetativo o comunque una certa quale circolarità degli eventi e della vita stessa. Ma Superman è mito a condizione di essere creatura immessa nella vita quotidiana nel presente apparentemente legato alle nostre stesse condizioni di vita e di morte, anche se dotato di facoltà superiori. Superman immortale non sarebbe più uomo, ma dio, e l’identificazione del pubblico con la sua doppia personalità […] cadrebbe nel vuoto.276

La soluzione a questa problematicità è l'età eroica poiché solo essa è capace di mantenere un eroe vivo secondo le regole di un mondo parallelo, invece Superman, come la maggior parte dei supereroi dei fumetti, è immerso nel “mondo reale” il che lo costringe ad avere una temporalità astorica.277

Col passare del tempo questa situazione presente durante la Golden age ha subito molti cambiamenti, infatti, già i fumetti Marvel (come Spider-Man e gli X-man) creati da Stan Lee negli anni sessanta e settanta (la cosiddetta Silver Age), il cui slogan era “super eroi con super problemi”, recava il principio dell’umanizzazone dell’eroe dei fumetti, più lo si umanizza, più questi può invecchiare. I revisinisti 70’- 80’, come Frank Miller e Alan Moore, fanno un passo ulteriore in questa direzione. A cinquant’anni dal culmine della Golden Age l’esigenza di un eroe il più vicino possibile al proprio spettatore ha portato a una definitiva elaborazione, "romanzesca"278, anche dell’eroe dei fumetti, a partire proprio da queste fasi più avanzate del Silver age e dei revisionisti e in particolare del personaggio di Batman.