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La terra di mezzo, dal libro al film

9) Struttura del film

Il Signore degli anelli è diviso in tre capitoli, coerente alla struttura e alla genealogia

originale del romanzo. Inoltre sono stati girati tutti nello stesso lasso di tempo come fossero un’opera unica, il che, pur essendo dovuto in parte a questioni di budget, risulta ancora coerente sia con la genesi, che con la struttura del romanzo (che si ricorda diviso solo per una questione editoriale). Il film viene quindi girato sempre dallo stesso regista in un arco di tempo (poco più di un anno) simile a quello impiegato dai protagonisti per fare il loro viaggio, eliminando sgradevoli inconvenienti come l’invecchiamento degli attori o il cambiamento di stile dell’autore.

La sceneggiatura risulta fedele al romanzo, anche se, soprattutto per quanto riguarda l’ultimo capitolo, a volte è compito dello spettatore/lettore cogliere accenni di mancati sviluppi, o tagli, a volte colmati nella versione estesa119, costringendolo quindi a cercare nelle pagine la soluzione ad alcuni misteri (Perché Faramir e Eowin alla fine sono sposati, pur non essendosi mai incontrati prima?).

Mentre alcuni personaggi vengono del tutto eliminati perché non aderenti al filo narrativo principale (Tom Bombadil), altri vengono costruiti sfruttando gli ampi sviluppi forniti dalle appendici, all’interno del volume Il ritorno del re. É questo il caso di Arwen (principessa degli elfi), alla cui storia sono dedicate moltissime pagine in appendice, le quali vengono introdotte nel film attraverso numerosi flashback e

flashforward.

Le appendici al Signore degli anelli sono infatti una grande fonte d’apertura per molte possibili espansioni della storia. Se per questi tre film vengono sfruttate solo in piccola parte per dar più spazio un personaggio essenziale all’interno del racconto, ma poco presente nelle pagine principali, risultano invece molto più presenti nel prequel de Il Signore degli anelli, Lo hobbit. Come s’era già notato per quanto riguarda i romanzi, di tutto il ciclo della Terra di mezzo, queste sono le due opere più strettamente legate e vicine nel tempo: vi ricorrono, in parte, gli stessi personaggi, e le azioni del primo protagonista, Bilbo ricadono sul secondo, Frodo. Inevitabilmente, già nel film LOTR ci sono riferimenti all’avventura di Bilbo.

Una volta concluso Il Signore degli anelli la storia di Bilbo è lo sviluppo narrativo che è più logico intraprendere, anche se si tratta del procedimento esattamente

44 contrario rispetto a quello operato dallo scrittore, che pubblicò prima Lo hobbit e poi

LOTR.

Lo hobbit, il film, è tratto sì dal primo romanzo pubblicato dal famoso scrittore, ma vi

fonde tutti gli avvenimenti narrati nei diversi libri (dalle famose Appendici ai

Racconti inconpiuti), legati da uno sviluppo cronologico in parallelo. Se per il primo

film si era osservato che si era sfruttata poco la potenzialità espansiva dell’epica tolkieniana120, in Lo hobbit viene fatto esattamente il contrario, colmando tantissime possibili domande che lo spettatore può essersi posto anche durante il primo film (Come è risorto Sauron?, Da dove proviene Legolas?,...).

Per quanto Lo hobbit , seguendo queste tracce narrative laterali, si espanda a tal punto da raggiungere la durata di tre film (Lo Hobbit-Il viaggio inaspettato, Lo Hobbit -La

desolazione di Smaug, Lo Hobbit - Racconto di un ritorno), l’universo Tolkieniano

permetterebbe la creazione di moltissimi altri.

Com’era stato per la fonte letteraria, l’insieme di queste opere, tende a prendere la struttura a “ciclo” o come direbbe Eco121 della saga ad albero, i personaggi quindi si evolvono, cambiano, e vengono sostituiti da altri. D’altra parte ritroviamo un fortissimo “dialogismo intertestuale”122 non solo in riferimento al romanzo, ma anche ai diversi capitoli, facilitato dal fatto che dietro si cela un unico autore (Peter Jackson).

Il Signore degli anelli, come l’epica tradizionale, è entrato a far parte

dell’immaginario collettivo, così non è strano che gli stessi fan contribuiscano all’evolversi della storia con plurime creazioni di fan fiction. Sono tantissimi i titoli di

fanfilm123 già usciti, o in cantiere, che s'ispirano diterettamente alle opere dell'autore:

Born of hope124 di Kate Madison e tratto dalle Appendici, mentre il progetto Arda – A

World is Rising è tratto dalle pagine del Silmarillion. Altri come l'italiano I diari

della terza era125 sfruttano il mondo d'ambientazione per creare qualcosa di nuovo,

mentre film come Hunt of Gollum126 declinano le storie e i personaggi già conosciuti

attraverso nuove possibili/impossibili trame.

Così tantissime opere apocrife, il cui nome dell'autore scade spesso nell'anonimato, vanno ad aggiungersi alla saga principale, anche se, non essendo più ai tempi della cultura orale, può succedere che, causa diritti d'autore, blocchino questi progetti, interrompendo il naturale corso di evoluzione del racconto.127

120 Colin B. Harvey, Storie universali - transemedia storytelling, memoria “sfocata” e il dominio del fantasy, p. 165 in

Il Cinema della convergenza, a cura di Federico Zecca, Mimesis, Sesto San Giovanni (Milano), 2012.

121 Umberto Eco, La tipologia della ripetizione in L'immagine al plurale : serialità e ripetizione nel cinema e nella

televisione, a cura di Francesco Casetti, Marsilio, Venezia, 1984.

122 Ibidem

123 Film creati dai fan, spesso attraverso raccolte fondi, non a scopo di lucro 124 Born of hope, Kate Madison, GB, 2009.

125 I diari della terza era, Claudio Ripalti, Italia, 2013. 126 Hunt of Gollum, Chris Bruchard, GB, 2009.

127É il caso del progetto The Storm of Gondolin, riguardo le multiformi opere dei fan immerse nell'universo di Arda cfr www.jrrtolkien.it.

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