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Sovversione nascosta di linguaggio e stile

New International Epic?

5) Sovversione nascosta di linguaggio e stile

Il film risulta fedelissimo alla graphic novel, persino dal punto di vista visivo, infatti (similmente, ma ancor più, al predecessore Sin city di Robert Rodriguez) appare come una tavola a fumetti cinematografica, o meglio come un vero e proprio quadro vivente.184

L’effetto è ottenuto attraverso una fortissima desaturazione dei colori, tale da distruggere la normale percezione delle ombre e della luce, portando quindi alle estreme conseguenze, il cosiddetto effetto bleach by pass tipico dei film di guerra contemporanei, a partire da Salvate il soldato Ryan.185 La corrispondenza con le

182 cfr Federico Pagello, Grattacieli e superuomini : l'immagine della metropoli tra cinema e fumetto, Le mani, Recco

(Ge), 2010.

183 Slavoj Zizek, Benvenuti nel deserto del reale : cinque saggi sull’11 settembre e date simili, Meltemi, Roma, 2002. 184 David E. Williams, Few against many, director of photography Larry Fong revisits the Battle of Thermopylae for

action-packed 300, American Cinematographer, Aprile 2007, vol.88 n. 4. - Piero Polidoro, L’uso dell’iconografia cristiana in 300 di Zack Snyder in www.wumingfoundation.com.

60 tavole originali risalta poi nella scelta dei colori preponderanti: tutto appare scolorito tranne il rosso del sangue (più che abbondante) e dei mantelli spartani, mentre il nero regna sulle armate nemiche. Un uso dei colori perfetto per trasmettere la ripugnanza greca verso i barbari.

Le ambientazioni sono tutte ricostruite in computergrafica, attraverso l’uso del blue

screen, con le più moderne tecnologie digitali 3d, sempre allo scopo di dare un effetto

simile quello dei fumetti. Si tratta di una “funzione derealizzante dello scenario digitale e riduzione tridimensionale alle sole due dimensioni” volto “a mimare esplicitamente una tavola”186.

Una scelta che risalta ancor di più nell’uso degli schizzi di sangue in 2d, più simili all’inchiostro che al vero sangue, schizzi che come negli splatter talvolta vanno anche a sporcare il vetro della telecamera.

Non manca poi naturalmente l’utilizzo del ralenti, e della messa a fuoco solo dei primi piani, effetti tipici proprio del fumetto.

All’innovazione e commistione visiva viene accostata una colonna sonora anch’essa molto varia e straniante che, grazie alla voce della cantante iraniana Azam Alì, alterna alla musica elettronica e rock, toni etnici, brani cosiddetti “epici” orchestrali e corali più tipici dei film in costume, puntando, in particolare, sull’intensità della parte più bassa delle percussioni, capaci di scatenare l’inquietudine e la carica emotiva dell’uditorio.

Se il modello preponderante pare essere la colonna sonora di un interessante esperimento degli anni Novanta, Titus187, si nota anche un’ influenza da parte

dell’opera del compositore Hans Zimmer in particolare per quanto riguarda Black

Hawk down188 e Il Gladiatore, non solo per l’uso della voce femminile “etnica”, ma

anche per interi brani come “The council chamber” o “Glory”. Si tratta di una citazione che appare consapevole considerati gli altri omaggi a Il gladiatore presenti nella pellicola (il campo di grano dove il protagonista incontra la sua famiglia), mentre è meno scontata la somiglianza con Battlestar Galactica189 o Il Signore degli

anelli, nell’uso delle parti corali. Si tratta in ogni caso di opere considerate epiche,

quasi contemporanee, mentre l’uso dell’elettronica nel genere epico fantastico è una moda che nasce degli anni Ottanta190 rielaborata solo recentemente con diverse modulazioni.191

Accostati a questi elementi moderni si trova una profonda cura per i particolari della tradizione iconografica classica. Ciò che più spicca è l’assoluta perfezione dei corpi scultorei, messi in completa evidenza, come voleva il gusto neoclassico del David o la tradizione vascolare greca. Così come nel fumetto, ad eccezione degli elmi corinzi, vengono completamente eliminate le armature di bronzo tipiche dell’esercito spartano.

186 Ventuno per undici : fare cinema dopo l’11 settembre, a cura di Leonardo Gandini e Andrea Bellavita, Rocco, Le

Mani, 2008.

187 Titus, Julie Taymor, GB-Italia-USA, 1999. 188 Black Hawk Down, Ridley Scott, USA, 2001. 189 Battlestar Galactica, USA, 2004-2009.

190 cfr Ladyhawke, Andrew Powell, Legend, Tangerine dream. 191Album, 300 in www.soundtrack.net.

61 Tra i vari rimandi alle gigantomachie e tauromachie dei fregi del Partenone, ancor più interessante risulta la ripresa della scultura raffigurante una Menade danzante di Skopas, perfettamente riconoscibile nell’oracolo. Si tratta di una scena davvero particolare girata in acqua, rallentata ed accelerata successivamente, dando l’idea di una statua ebbra dai movimenti frenetici, proprio come l’originale. Persino il fatto che Serse sia alto il doppio di un uomo normale, vestito con un costume tra l’effeminato e il fetish, rimanda ai bassorilievi dell’antica Grecia, come quello di Maratona dove l’imperatore persiano è rappresentato altissimo e con un ombrello parasole (simbolo di effeminatezza presso i Greci, ma di regalità presso i Persiani), mentre i riferimenti alla sottomissione sessuale tra i due eserciti paiono provenire sempre dalle pitture vascolari.192

Il legame tra moderno e antico e la cura del dettaglio traspaiono anche dai dialoghi che ricalcano pedissequamente frasi della tradizione Erodotea, di Plutarco e Simonide:

«Spartano ritorna con il tuo scudo, o su di esso» (Gorgo- Lena Headey), «Perché solo le donne spartane partoriscono uomini veri»193 (Gorgo), «Le nostre frecce oscureranno il sole!» “Allora combatteremo nell’ombra»194 (Comandante Persiano e Stelios-Michael Fassbender), o le battute finali del film, le stesse della stele commemorativa delle Termopili.195

Ma ciò che più spicca è un’intonazione da epica “antica”, come se si trattasse di un prodotto creato per un pubblico spartano del 400 a.C (o almeno come noi ce lo potremmo immaginare), mutuata anch’essa dal fumetto originario, infatti:

L’epica è […] legata alla connotazione: è il risultato di un lavoro sul tono, sui sensi figurati, sugli attributi affettivi delle parole, sul vasto e multiforme riverberare dei significati, tutti i significati del

racconto. […] Come un vocabolo (per esempio, “ luna”) ha allo stesso tempo denotazione (l’unico

satellite naturale in orbita intorno alla terra) e connotazioni (innumerevoli sensi figurati echeggianti nel folklore , nella poesia , nelle canzoni pop), così un’opera può essere realistica e al tempo stesso epica, oppure epica e del tutto fantasiosa, oppure combinazioni di entrambi i tratti. “Realismo”, poi è una dimensione relativa: i western di Sam Penckinpah sono considerati più “realistici” di quelli di John Ford, ma non per questo sono meno epici: lo sono in modi diversi, in quanto esiti di approcci diversi.196

6) Sguardo obliquo ossia la sperimentazione di punti di vista inconsueti e