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IV. Struttura

1. Avvicendamenti archetipici nell'inconscio collettivo modernista

1.3 L’incesto uroborico e la rivoluzione modernista

1.3.3 Erotismo modernista

Il processo di erotizzazione della cultura tardo-ottocentesca, in sinergia con il crescente interesse per le pulsioni più oscure ed irrazionali dell'animo umano e con la riscoperta centralità dell'esperienza soggettiva e della percezione individuale, sfociò in una serie di manifestazioni artistiche in cui è chiaramente riconoscibile una tensione erotica diffusa, condivisa e riproposta da più fronti, con l’ausilio delle più svariate forme espressive643. Ciò che accomunò questa duplice tensione (duplice

poiché diretta tanto verso l'altro in quanto oggetto di desiderio carnale quanto verso sé stessi e le proprie dimensioni inconsce più rigidamente rimosse durante il monopolio della coscienza patriarcale) fu una profonda volontà di esplorazione che trovò proprio nell'arte il terreno più adeguato e libertario per dar corpo alle riscoperte esigenze individualistiche del tempo. Per vivere liberamente e pienamente questo tipo di presenza archetipica un certo grado di marginalità è, infatti, sempre necessaria: anche in questo senso, si intende meglio la convergenza esistente tra soggettività modernista e l’evocazione dell’archetipo erotico-dionisiaco con la celebrazione delle pulsioni istintive del corpo che da esso deriva: “l’uccisione del drago da parte dell’eroe comporta la liberazione della prigioniera, ma anche l’ascesa della libido”644

. Quest’ultima costituisce, infatti, un vero e proprio leitmotiv sotteso alla maggior parte delle produzioni artistiche moderniste, caratterizzate da forme espressive deliberatamente trasgressive, talvolta anche assai esplicite. Nessun

642 E. G. Bulwer-Lytton, cit. in G. Spina, “Il superuomo e la speculazione sull’occulto nel Novecento

inglese e americano”, in E. Zolla, op. cit., voll. III, p. 232.

643 Cfr. P. Provencio (a cura di ), Antología de la poesía erótica española e hispanoamericana, Madrid,

Editorial EDAF, 2003, pp. 9-37.

143 ambito artistico restò immune all'apparizione delle dimensioni erotico-panico- dionisiache sul piano della manifestazione cosciente:

“Come già dice l’espressione ‘incesto uroborico’, questo desiderio […] è l’espressione simbolica di una tendenza dell’Io e della coscienza di dissolversi, ma una tendenza che ha un carattere profondamente amoroso ed erotico”645.

L’ombra degli istinti carnali, a cavallo tra Otto e Novecento, si estese dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla neonata grafica pubblicitaria, dal cinema alla narrativa, dal teatro alla poesia. Ci si interessò alla fisicità umana e alle sue esigenze più intime e passionali in tutte le sue forme, in nome di un ritorno alla naturalezza come espressione di autenticità in contrasto con l'artificialità della vita moderna. La rimozione imposta dalla coscienza patriarcale, nella figura del Senex, aveva imposto per secoli di nascondere il corpo alla vista degli altri e a questo le nuove generazioni di artisti decisero di ribellarsi, svincolandosi, per quanto possibile, dai rigidi tabù ottocenteschi, in un moto di aperta sfida alle convenzioni sociali. Il processo di occultamento dei tratti più istintivi ed irrazionali dell’esistenza umana, nato in seguito ai nazionalismi settecenteschi e rafforzatosi come diretta conseguenza dell'etica illuminista, si era tradotto, in epoca borghese, in una vera e propria ossessione per il controllo delle pulsioni fisiche, percepite come una temibile fonte di destabilizzazione, caos e deriva sociale. Il mondo industrializzato aveva pericolosamente iniziato a mostrarsi sempre più agitato da tendenze innovatrici, frammentato dall'individualismo e disorientato di fronte alla diffusione di una mentalità altra da quella tradizionale. La borghesia, nel corso di tutta la prima metà dell'Ottocento, si era fatta, di conseguenza, rigida portavoce dei valori di stampo prometeico ed apollineo propugnati dal Senex; le forti aspirazioni nazionali dirette verso una stabilità che favorisse il consolidamento economico e politico della classe media, il desiderio di rafforzare ulteriormente dette nazioni mediante un progresso demografico incentrato sulla stabilità dei nuclei famigliari e le restrizioni cattoliche in merito a questi ultimi avevano indotto la società ad attenersi rigidamente ai dettami apollinei di decoro, ordine, moderazione e morigeratezza dei costumi:

“There was in the nineteenth century an ethos of economy and of rationality of practice in all areas of life. Sober self-control in relation to all sensual pleasures was the defining feature of the bourgeois social order”646.

Per rispondere alle sottili inquietudini e turbamenti indotti nella società dai rapidi cambiamenti che contraddistinsero la seconda metà del XIX secolo, si era eretto lo

645 Ivi, p. 245.

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scudo del decoro e si era sostenuta l’imprescindibile necessità di difendere saldamente un ideale di normalità e di rispettabilità sociale. Per mantenere intatto lo status quo borghese, fondato su una totale immobilità dei costumi, la cultura patriarcale era ricorsa ad una regolazione costante in materia di pulsioni fisiche, estesa tanto alla vita pubblica quanto a quella privata, ed a cui era impensabile non attenersi, pena il concreto e costante rischio di incappare in fenomeni di estromissione sociale. La moderazione degli istinti sessuali fu non solo intesa come un'esigenza imprescindibile , ma come un vero e proprio segnale di civiltà: tutto ciò che andasse contro ai valori di moderazione assunse connotazioni di indegnità ed anti-socialità assimilabili ai giudizi negativi riservati alla condotta dei peggiori libertini dell’ancien régime. La collettività finì, così, per adottare una morale sessuale rigorosa che condannava senza appello la seppur minima concessione alla sfera dell’emotività e delle passioni erotiche. La tendenza a neutralizzare l’emotività per far spazio alla razionalità rientra in quei processi attuati dalla coscienza patriarcale al fine di rafforzare l’Io e mantenerlo distinto dall’inconscio matriarcale:

“Le emozioni e gli affetti sono collegati con gli strati profondi della psiche, che sono i più vicini agli istinti. […] le componenti emotive sono sempre strettamente connesse ai contenuti inconsci […]: i contenuti inconsci scatenano emozioni e, viceversa, le emozioni attivano i contenuti inconsci”647.

Oltre alla già vista prigionia ideologica del patriarcato, inteso nell'accezione negativa di Grande Padre castrante, “[…] la castrazione patriarcale presenta un’altra sfumatura. Mentre la castrazione matriarcale ha un orientamento orgiastico, quella patriarcale ha un orientamento ascetico”648. La cultura del Senex negativo,

coincidente con la coscienza patriarcale ipertrofica, si manteneva distante dal vivo tessuto delle pulsioni libidiche, preferendogli l’aridità, il cinismo e la freddezza649

. Lo stesso amore coniugale ottocentesco ne risultò, di conseguenza, fortemente idealizzato, tragicamente separato dal piacere carnale e postulato unicamente su alti ideali e su sentimenti di purezza e di abnegazione. La fisicità fu censurata nelle maniere, omessa da ogni apparenza: non ci si azzardava a menzionare neppure gli stessi indumenti che ricoprivano le pudenda per non rischiare di offendere la sensibilità altrui, preferendo ricorrere a delicate perifrasi. Non deve stupire il fatto che la stessa intimità coniugale fosse rigidamente regolamentata dalle autorità (mediche e religiose) del tempo: si suggerivano alle coppie, seppur legittimate agli occhi della comunità da un'unione consacrata, amplessi rapidi e poco voluttuosi

647 E. Neumann, Origini, cit., p. 289. 648 Ivi, p. 172.

145 tanto per non stancarsi eccessivamente e rischiare di 'degradare' il seme maschile quanto per non rischiare in nessun modo di risvegliare il desiderio femminile (secondo la Chiesa, ad esempio, l’uomo che indulgesse in atteggiamenti voluttuosi con la proprio moglie si sarebbe macchiato del peccato di adulterio). Durante la quasi totalità dell'Ottocento, la lussuria fu, in definitiva, trattata al pari di un tratto caratteriale altamente deprecabile in ambo i sessi.

Le nuove forme d'arte, espressione della spontaneità creativa del Puer, accolsero, invece, con gioia tutte le possibilità di esplorazione offerte dall'erchetipo erotico- panico-dionisiaco, in un tentativo di autodeterminarsi per mezzo di una protesta silenziosa contro le norme e l’austerità morale imposte dalle generazioni precedenti. La coltivazione della dimensione panica ed erotica da parte degli artisti modernisti, seppur nei limiti imposti dai singoli contesti socio-culturali del tempo, fu un modo per reagire ai limiti della percezione intellettuale umana: la stessa esperienza sensoriale assunse su di sé le tendenze metafisiche e trascendenti atte a compensare il senso di inadeguatezza e di angoscia morale che il singolo sperimentava di fronte alla frammentazione della vita moderna650. L’erotismo si convertì in un ennesimo

strumento atto a contrastare il pensiero egemonico, mediante la riappropriazione della centralità del singolo e la restituzione della dignità alle pulsioni intime e alla corporeità umana, in un tentativo di trascendere l’individualità corporea attraverso l’esasperazione della stessa. L’adozione di atteggiamenti eccentrici e stravaganti assunse, dunque, una valenza consapevolmente destabilizzante: anche mediante la ricerca affettata di una condotta volutamente trasgressiva si riscattava l’individuo, nella celebrazione della soggettività erotica, dalla forzata intersezione di questo con le ideologie imposte dalla cultura patriarcale dominante651.

Si pensi, così, al sorgere dell'estetica germanica della Nacktkultur, alle sculture di nudi femminili ricolme di erotismo di Rodin, all'iconicità languida delle figure femminili di Klimt, all'inquietante turbamento erotico dei dipinti di Schiele o alla vulcanica sensualità dei dipinti decò di Tamara de Lempicka652. Già dalla metà

dell'Ottocento, l'arte erotica godette di una notevole diffusione grazie alla stampa popolare, tanto in Europa quanto oltreoceano. Sul finire del secolo, quando la morale si fece più flessibile ed il confine tra indecenza ed oscenità più labile, iniziò quella

650 Cfr. O. Montero, Erotismo y representación en Julián del Casal, Amsterdam, Editions Rodopi B. V.,

1993, pp. 8-10 e cfr. A. Acereda, R. Guevera, op. cit., pp. 221-222.

651 Cfr. C. Giaudrone, op. cit., pp. 7-8.

652 Cfr. E. Fernandez, M. Miggiani, Arte sesso società. Per una lettura sociologica dell'erotismo nella storia

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che può considerarsi come la stagione d'oro dell'erotismo artistico. Wood, nel suo testo Art Nouveau and the Erotic, dimostra come questa particolare corrente artistica, predominante sul finire del XIX secolo, abbia svolto un ruolo estremamente significativo durante il complesso e poliedrico processo di erotizzazione della cultura653

. Persino il semplice mobilio, durante il dominio dello stile volutamente trasgressivo dell’Art Nouveau, finì per arricchirsi di valenze erotiche e di richiami alle nudità del corpo femminile. Un ulteriore esempio di questa nuova arte erotica lo si trova nella diffusione della cartolina illustrata che giunse al culmine di popolarità proprio nei primi decenni del XX secolo. La "cartolina francese" (Xavier Sager, operante in Francia dal 1910 al 1920, fu uno dei nomi più noti in questo ambito), spesso virata in seppia per dare una percezione più reale dell'incarnato dei corpi, rappresentava la summa del proibito in cui donne dalle sembianze eterogenee appaiono come le protagoniste assolute di questa nuova forma d'arte, lasciandosi ammirare in abiti succinti dalle fogge più disparate o del tutto prive di veli, spesso lascive e torve, voracemente sensuali e voluttuose654

. I grandi mutamenti collettivi che favorirono il risveglio della libido furono catalizzati anche dai progressi tecnologici che produssero espressioni artistiche assolutamente nuove come il cinematografo e la fotografia. Il nudismo fotografico iniziò ad associarsi alla pornografia statica: nella Germania del primo Novecento si assistette ad un vero e proprio boom di riviste nudiste e l’industria pornografica fu fiorente già dai primi anni Dieci655. In ambito editoriale, oltre al proliferare di testi scientifici o presunti tali

che si proponevano di indagare la sessualità, si assistette all’invasione del mercato letterario di romanzi a sfondo erotico. Seguendo la definizione di Paul Englisch, con narrativa erotica si intende qualsiasi "rappresentazione di sentimenti d'amore pervasi di sessualità - sia che si tratti di amore verso sé stessi, sia verso il proprio che l'altro sesso - sotto lo stimolo del sistema nervoso sessuale e le eccitazioni di desideri sensuali”656. Già dalla metà del XIX secolo, alcuni grandi nomi della letteratura si

erano avvicinati a questo noto e frequentato genere letterario, tanto come fruitori quanto in veste di sperimentatori diretti: tra questi ricordiamo Guy de Maupassant, Flaubert, i fratelli Goncourt, Zola e Turgenev, solo per citarne alcuni. Tipicamente, questi primissimi testi scelsero come spunto narrativo avventure erotico-amorose

653 Cfr. G. Wood, Art Nouveau and the Erotic, ;Harry N. Abrams;, ;2000;.

654 Cfr. W. Oulette, B. Jones, La cartolina erotica. Immagini maliziose e provocanti dell'inizio del secolo,

Cesco Ciapanna Editore, Roma, 1982, pp. 6-11.

655 Cfr. P. Sorcinelli, Storia, cit., pp. 158-170.

656 P. Englisch, L'Eros nella letteratura, cit. in R. Reim, Il corpo della musa. Erotismo e pornografia nella

147 ambientate all'interno delle case di piacere657. La letteratura erotica di finzione, tanto

quella canonica quanto quella clandestina658

, ottenne un successo mai visto in precedenza: soprattutto il pubblico femminile, il cui desiderio da secoli era il più censurato, si rivelò assai avido di questo tipo di romanzi erotico-sentimentali659.

Anche il Modernismo ispano-americano si fece portavoce di queste esigenze di superamento dei tabù e delle restrizioni alla cultura imposte dalla tradizione borghese. Con la diffusione della poetica decadente che dalla Francia e dall'Inghilterra si estese tanto nel resto d'Europa quanto oltreoceano, l’arte ispano- americana di fine Ottocento iniziò a sperimentare una ritrovata familiarità con la sensualità fisica (e i suoi eccessi) come fonte di ispirazione e creazione artistica, accogliendo nel proprio patrimonio tematico il desiderio carnale, omesso per secoli dalla letteratura canonica per supposte ragioni di decoro. Le suggestioni erotizzanti europee furono accolte dal contesto letterario ispano-americano anche se l’audacia sottesa ad un uso più libero del discorso erotico non fu esente da contraddizioni all’interno delle varie espressioni letterarie moderniste. Spesso l’ebbrezza derivante dalla rottura di tabù secolari si unì all’inevitabile timore connaturato al superamento di limiti rigidamente tracciati dalla cultura patriarcale ed in sinergia con le ideologie politiche e religiose convenzionali. Anche i modernisti ispano-americani, con diversi gradi di trasgressione a seconda degli autori e dei testi, iniziarono a confessare i propri desideri più intimi ed erotici in romanzi, racconti e liriche, in aperta contrapposizione rispetto al precedente discorso sentimentale romantico660. In

questo, l’amore erotico appariva relegato ad una dimensione immateriale, astratta, eterea ed intangibile: la passione si fondava, cioè, proprio nel fatto che l’oggetto del desiderio fosse percepito come irraggiungibile a causa di ostacoli di diversa natura che impedivano il congiungimento carnale tra gli amanti; ne consegue che l’essere amato poteva, al massimo, farsi oggetto di un culto personale, ma sempre vissuto a distanza. L’erotismo romantico si diluì in un sentimentalismo casto, dominato da categorie morali di stampo cristiano-cattolico quali il concetto di peccato e quello di virtù ed in cui amore e passione carnale finirono per fondersi in modo indissolubile. Le allusioni ad una sensualità edonista in ambito romantico si fecero quasi sempre in modo velato, edulcorato, mai esplicito, prediligendo la rappresentazione di un

657 Cfr. O. Brusendorff, P. Hennigsen, Storia dell’erotismo, Torino, Della Valle, 1971, pp. 142-145.

658 Cfr. J. A. Cerezo, “Impresos eróticos españoles en prensas clandestinas (1880-1936)” in A. L.

Martin, J. Ignacio Díez, Venus venerada II: literatura erótica y modernidad en España, Madrid, Editorial Complutense, 2007, pp. 137-156.

659 Cfr. O. Brusendorff, P. Hennigsen, op. cit., pp. 84-86. 660 Cfr. A. González, op. cit., p. 76.

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amore innocente, libero da colpe ed in cui la spiritualità si unisce con l’ideale. Ne consegue che le stesse descrizioni dei corpi e degli incontri amorosi concreti, in questo tipo di letteratura, fossero assai limitate se non direttamente assenti. Particolarmente rappresentativi di questo modo di intendere l’Eros risultano, ad esempio, i seguenti versi del poeta romantico Heredia, tratti dal componimento “A mi amante” (1827): yo tu hermosura / en un silencio religioso admiro661

. Anche se le pregresse espressioni d'erotismo letterario non furono rifiutate in toto dai nuovi artisti, queste subirono un massiccio processo di rielaborazione secondo il filtro della nuova estetica. L’erotismo di filiazione decadente si liberò di buona parte delle illusioni sentimentali e delle idealizzazioni romantiche, mostrando una sessualità più libera dalle imposizioni morali e in cui la distanza tra soggetti desideranti fu notevolmente accorciata, con tutte le conseguenze, anche stilistiche, del caso. La critica ha riconosciuto in modo unanime la capitale importanza dell’Eros nella poetica modernista ispano-americana: la sensualità del corpo e l’edonismo in genere sono da considerarsi come tasselli fondanti dell’ampio mosaico che compone l’immaginario modernista. Secondo Raúl Silva Castro proprio il discorso sensuale e “la exhibición y complacencia sexual”662 sarebbe da considerarsi addirittura come il

tratto più caratteristico all’interno della poetica del movimento. L’accesso ad Eros rappresentò, dunque, una delle modalità d'espressione di originalità creativa dell’arte modernista663, ennesima conseguenza dell’incesto uroborico compiuto dagli

artisti nelle profondità della Grande Madre inconscia: la celebrazione dell’impulso erotico in seno al movimento modernista assunse, infatti, i contorni di una vera e propria strategia di liberazione individuale. Non dimentichiamo che l’archetipo erotico-dionisiaco si affianca alla coscienza matriarcale e alla modalità lunare- ermetica al fine di aiutare la psiche nel trascendere tutto quanto sia stato dichiarato, dalla coscienza patriarcale sottesa alla cultura borghese, come limite invalicabile: “Lo stesso prodigio che dalle materie rigide e dure suscita flutti di alimenti, infrange le catene, abbatte le mura, solleva gli schermi che agli spiriti umani nascondono il futuro e ciò che è remoto; ed infatti Dioniso viene chiamato, con nome dai significati molteplici, ‘colui che scioglie’ (lysios)”664.

Sia secondo Paz, sia secondo Salinas, l’erotismo è necessariamente da intendersi come una tematica di primo piano nella poetica dell’esponente più di spicco del

661 J. M. Heredia, Poemas, Red Ediciones, 2011, p. 102.

662 R. Silva Castro, "¿Es posible definir el modernismo?”, in Cuadernos Americanos, 1965, p. 172, cit. in

A. González, op. cit., p. 79.

663 Cfr. C. Giaudrone, op. cit., p. 13. 664 W. F. Otto, op. cit., p. 103.

149 Modernimo ispano-americano: “una gran ola sexual baña toda la obra de Darío”665. E

ancora: “el erotismo fue su pasión; y su muerte. Se le fingió paraíso y le salió calvario. Lo erótico fue su cruz, y allí se pinta él, clavado en lo erótico, agonizante”666.

In quanto indiscusso portavoce del movimento modernista, è naturale soffermarsi maggiormente sulla dimensione erotica presente nella produzione rubendariana, data la capitale importanza di questo autore nel plasmare e modellare l’intera estetica di questa eterogenea corrente letteraria. Se nel periodo romantico l’educazione sentimentale svolse un ruolo di primo piano nelle rappresentazioni amorose del tempo, con il passaggio alla sensibilità modernista questa fu sostituita dal topos dell’iniziazione erotica, intesa come un terreno in cui trasgredire con libere sperimentazioni667. Non possono che tornare alla mente i racconti di Rubén Darío

“Palomas blancas y garzas morenas”, “Betún y sangre”, “Mi tía Rosa” e “La larva” in cui il fulcro della narrazione è proprio l’urgenza del tutto adolescenziale di un protagonista maschile impaziente di abbandonarsi alle primissime avventure erotiche, “mordido por los más furiosos perros del deseo668

”. La sessualità, nell’estetica modernista, si distanziò dalla purezza e dall’amore idealizzato per avvicinarsi ad un piacere erotico dal sapore cosmopolita, universale, più umanizzato, ma, soprattutto, altamente trasgressivo in quanto totalmente svincolato da fini procreativi. Celebrando il piacere fine a sé stesso, il discorso erotico modernista, con la sua metafisica dei sensi, sfidò apertamente i valori del cattolicesimo rifiutando ogni associazione tra castità e virtù, prediligendo una visione erotica giocosa, lussuriosa e felicemente edonista. Le rappresentazioni letterarie di questo nuovo modo di relazionarsi alla sessualità si modificarono in un senso più libertario ed esplicito e il corpo umano, liberato delle idealizzazioni, venne finalmente descritto con molte meno restrizioni censorie rispetto al passato; pensiamo, ad esempio, ai toni più che diretti usati dal poeta per descrivere l’incontro carnale in “Mía” in cui appaiono i seguenti versi: Tu sexo fundiste / con mi sexo fuerte,

/ fundiendo dos bronces669. Una medesima tensione ambivalente tra timore e profonda

attrazione per l’Eros costituisce il nodo tematico attorno a cui si strutturano le

665 O. Paz, Cuadrivio, Editorial Joaquín Mortiz, México, 1969, p. 55. 666 P. Salinas, cit. in A. Acereda, R. Guevera, op. cit., p. 258.

667 Cfr. B. Sáez Martínez, “Eros decadente: La escritura de Antonio de Hoyos y Vinent” in Magazine

Modernista. Revista digital para los curiosos del Modernismo (url:

http://magazinemodernista.com/2009/08/10/eros-decadente-la-escritura-de-antonio-de-hoyos-y- vinent/).