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Irrazionalismi artistici: rivoluzioni tematiche e stilistiche

IV. Struttura

1. Avvicendamenti archetipici nell'inconscio collettivo modernista

1.3 L’incesto uroborico e la rivoluzione modernista

1.3.1 Irrazionalismi artistici: rivoluzioni tematiche e stilistiche

Una delle conseguenze dello slittamento in senso matriarcale-lunare portata avanti dal Modernismo artistico fu la messa in discussione del realismo letterario, figlio della cultura solare prometeica positivista. La voglia di imporre la novitas artistica ai

479 E. Neumann, Psicologia, cit., p. 58.

480 Cfr. N. Richard, op. cit., pp. 733-744 e cfr. L. J. Beard, “La sujetividad en la metaficción feminista

latinoamericana” in Revista Iberoamericana, Vol. LXIV, Num. 182-183, Gennaio-giugno 1998, pp. 299- 311.

107 dettami della traditio si tradusse in un'esigenza di rinnovamento che portò ad un sovvertimento del canone letterario ottocentesco: la perdita dell'oggettività si riflesse anche nella messa a punto di nuovi temi e nuove tecniche che contribuirono a soppiantare il realismo letterario ottocentesco sia a livello di contenuti sia su di un piano formale481

. Il realismo naturalista si era diffuso in Ispano-America durante i decenni centrali del XIX secolo , assumendo, come vedremo meglio anche in seguito, particolari connotazioni ideologiche quando la cultura dominante iniziò ad avvalersi di questo mezzo stilistico con precise finalità pedagogiche. Estendendo la razionalizzazione scientista di stampo positivista alle narrazioni sociali, il romanzo naturalista, perfettamente in linea con la precedente narrativa fondazionale, fu caratterizzato da una progressiva e crescente contaminazione tra nazionalismo etico e sapere medico. Il fine ultimo era quello di creare un immaginario che collaborasse alla costruzione e al consolidamento di un ordinamento identitario nazionale, in grado di disciplinare anche quelle tendenze eterogenee ed eterodosse della cultura che già dalla seconda metà dell’Ottocento erano considerate fonte di potenziale destabilizzazione per l’ordine costituito482

. L’incombente crisi dell'assetto prometeico e la progressiva disgregazione del monopolio della coscienza patriarcale aveva contribuito a rivoluzionare i temi letterari già a partire dalla seconda metà del XIX secolo: “lo fantástico […] es en todas partes posterior a la imagen de un mundo sin milagro sometido a una causalidad rigurosa”483. Di fronte alla sterilità creativa

connessa alla letteratura naturalista, portavoce della filosofia positiva, l’arte modernista reagì opponendosi al principio di razionalizzazione mediante nuovi ricorsi tematici prima ancora che stilistici484. La necessità di reintegrare l’inconscio

all’interno della coscienza spinse gli artisti modernisti a compiere molteplici incursioni nell’ambito della letteratura del fantastico e dell’irrazionale, nell’esplorazione narrativa dell’inspiegabile, del misterioso, dell’invisibile e del sovrannaturale. Sul finire dell’Ottocento, la letteratura si rivolse, cioè, proprio al caos dell’inconscio primordiale485 come ad un nuovo serbatoio di suggestioni tematiche:

“Más allá de las modalidades específicas en que se concretizan, resultan particularmente notoria en la narrativa que se escribe hacia finales del siglo XIX y comienzos del XX, la aparición de características tales como la propensión hacia lo irracional y lo misterioso, cierta

481 Ricordiamo che la secessione ‘antizoliana’ vide la luce, in Francia, nel 1885, con la pubblicazione

del relativo manifesto sul Figaro (cfr. G. Allegra, Regno, cit., p. 73).

482 Cfr. A. Rodríguez Perisco, recensione di G. Nouzielles, Ficciones somáticas. Naturalismo, nacionalismo

y políticas médicas del cuerpo (Argentina 1880-1910), Rosario: Beatriz Viterbo, Estudios Culturales, 2000

in Revista Iberoamericana, Vol. LXVII, num. 197, Ottobre-Dicembre 2001, pp. 797-820.

483 R. Callois cit. in C. L. Sellés, op. cit., p. 24. 484 Cfr. ivi, p. 23 .

485 R. Darío, cit. in A. González Salvador, “De lo fantástico y de la literatura fantástica”, in Anuario de

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deliberada ambigüedad en el mensaje artístico, la predilección por lo extraordinario, lo anómalo y lo exorbitante, la exploración literaria de experiencias oníricas e hipnóticas, en suma, la aparición de una serie de fenómenos que pueden resumirse en lo que se ha llamado la ‘estetización de lo irracional y de lo terrible’”486.

La stessa letteratura di stampo realista e naturalista, che fino a quel momento aveva fatto oggetto delle proprie esplorazioni le dimensioni più esteriori del sociale, fu gradualmente influenzata dalla contaminazione in atto tra espressione artistica e pulsioni irrazionalistiche. La prosa psicologica di fine Ottocento lascia trapelare tutta l’angoscia e il turbamento panico sottesi all’indagine di un territorio inesplorato ed ambiguo come quello delle emozioni umane. Nel conflitto in atto tra visibile ed invisibile, tra realtà esteriore e realtà interiore, il dato materiale, confrontato con la ricchezza e con la perturbante profondità degli avvenimenti psichici inconsci, passò inevitabilmente in secondo piano487 ed anche l’interesse letterario si rivolse con

naturalezza alle dimensioni del notturno, dell’emotivo, delle profondità dello spirito umano, verso tutto ciò che, usando parole di Darío, “ven los ojos de sombra”488

. Agli svariati trattati medici che indagavano i risvolti più oscuri della mente si affiancò la proliferazione di romanzi sociali, definiti da Nouzielles come ficciones somáticas, in cui i protagonisti sono spesso affetti da turbe psicologiche chiaramente ascrivibili ad un confitto tra soggettività ed oggettività, tra razionalismo ed irrazionalismo, tra coscienza ed inconscio:

“Las ficciones somáticas del naturalismo están armadas sobre las ficciones patológicas de la medicina. El discurso médico proveyó a los escritores no sólo de presupuestos epistemológicos acerca del cuerpo y de una iconografía extensa de lo patológico, sino también de un criterio de autoridad para legitimar ciertos prejuicios sociales”489.

Anche la stessa letteratura naturalista iniziò, dunque, ad indagare le dimensioni più oscure, segrete, irrazionali e morbose dell’animo umano, in perfetta aderenza ai principi della scienza medica del tempo: “[…] en tantos […] textos finiseculares, […] el misterio gotico ha sido reemplazado por el voyeurismo clínico, el frisson metafísico por la curiosidad patológica”490. Nelle ultime due decadi del XIX secolo, gli artisti

modernisti, difendendo l’autonomia del prodotto artistico e tentando di liberarlo da ogni risvolto utilitaristico, si opposero agli intenti pedagogici del realismo naturalista, appropriandosi di questo genere letterario e lo reinterpretarono,

486 I. Köning, cit. in C. L. Sellés, op. cit., p. 19

487 Cfr. J. F. Day, “La exploración de lo irracionl en los cuentos de Manuel Gutiérrez Nájera” in Revista

Iberoamericana, Vol. LV, Num. 146-147, Gennaio-Giugno 1989, pp. 251-272

488 Cfr. C. L. Sellés, op. cit., p. 31.

489 G. Nouzielles, cit. in A. Rodríguez Perisco, op. cit., pp. 798-799.

490 S. Molloy, “La violencia del género y la narrativa del exceso: notas sobre mujer y relato en dos

novelas argentinas de principios de siglo” in Revista Iberoamericana, Vol. LXIV, n. 184-185, Luglio- Dicembre 1998, pp. 539-540.

109 integrandolo con le suggestioni del tutto opposte tipiche della letteratura fantastica491

. Alcune specifiche declinazioni narrative di fine Ottocento, appartenenti al genere della science fiction, sono altrettanto riconducibili ad una comune volontà di smantellare, sul piano narrativo, la fede nell’esistenza di una realtà oggettiva e pre- determinata. Questo specifico genere letterario si inserisce nella scia della narrativa gotica pre-romantica: il noto romanzo di Mary Shelley, del 1818, può considerarsi come un’anticipazione del genere. Con il Frankestein, ebbe, cioè, inizio la cosiddetta

letteratura prometeica legata al dramma conoscitivo, successivamente perfezionatasi

con i più classici testi della letteratura fantastica pubblicati a partire dagli anni '70 dell'Ottocento in poi492. Con questo tipo di creazioni letterarie si vide il massiccio

ingresso della scienza nel mondo dell’arte. Ciò che è interessante notare è come molte di queste narrazioni siano, in realtà, collocabili in una sensibile zona di confine posta a metà tra il reale e lo scientifico, in uno spazio liminare contiguo alla dimensione del fantastico, del meraviglioso e dell’orripilante493. Rimodellando i miti

della potenza umana, Prometeo positivista aveva aggiunto alla forza fisica del titanismo romantico nuovi motivi di auto-compiacenza e di sfida grazie allo strumento della logica intellettuale e della scienza. Il fascino della conquista prometeica non era riuscito, però, ad oscurare del tutto la volontà di indagare oltre ai piani normalmente trattati dal mondo delle scienze positive. La letteratura prometeica ottocentesca non era stata in grado di arginare la curiosità che spingeva uomini ed artisti verso l’inconscio, inteso come il luogo del temibile ignoto ermetico e dell’irrazionale dionisiaco. Facendosi interprete dei cambiamenti epistemologici del tempo, questo genere letterario, verso la fine del XIX secolo, iniziò ad espandersi in direzioni significativamente nuove. L’incursione dell’irrazionale in letteratura si tradusse nella necessità di elaborare artisticamente tutta una serie di fenomeni inspiegabili ed incomprensibili secondo le leggi del tempo, intendendo con

irrazionale tutto ciò che non rientra all’interno di un sistema logico volto ad

491 Cfr. G. Mora, “Modernismo decadentista: Confidencias de psíquis de Manuel Díaz Rodríguez” in

Revista Iberoamericana, Vol. LXIII, Num. 178-179, Gennaio-giugno 1997, pp. 263-274.

492 Dalla creazione di Frankenstein, alla bioscissione della personalità del Dr. Jekyll, la narrativa

prometeica avviata dalla Shelley si fa utopia della chimica, della fisica, della biologia e dell’astronomia. Lo si vedrà nelle opere di svariati autori del genere in cui denominatori comuni sono il superamento delle leggi fisiche, i mutamenti biologici e l’automazione. Esempi classici di superamento delle leggi fisiche ci sono offerti, ad esempio, da Jules Verne nel romanzo De la terre à la

lune (1865) e da Wells con The Time Machine (1895), The Invisible Man (1897), The First Men in the Moon

(1901). Mutamenti biologici dell’uomo si ritrovano nel famoso romanzo di Stevenson The Strange Case

of Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1886) e sucessivamente in altri testi di Wells, quali The Island of Mr. Moreau

(1896) e The Country of the Blind (1911); per lo sviluppo dell’automazione si pensi a Maelzel’s Chess

Player di Poe (cfr. G. Spina, “Il mito superumano nella ‘science fiction’“ in E. Zolla, op. cit.,vol. IV, p.

354. Per il riferimento ai testi qui citati si vedano le pp. 354-365, mentre per lo sviluppo della letteratura prometeica si veda Idem, “Il ‘Prometeo’ di Mary W. Shelley” in ivi, pp. 65-66).

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organizzare, spiegare e comprendere il mondo circostante e che, sfuggendo alle norme della ratio, mette in discussione la validità delle stesse494

. Da questa fascinazione per le dimensioni irrazionali dell’inconscio sorsero tanto il topos letterario del medico dell’occulto495, dotato di raro intuito nell’affrontare

l’imperscrutabile ed in grado di risolvere casi clinici insondati e insondabili secondo le normali vie della scienza, quanto il più specializzato ghost finder, elemento tipico di molti racconti inglesi dei primi anni del XX secolo496. La letteratura del

soprannaturale, oltre a detti personaggi-motivi ricorrenti, accolse anche simboli specifici, emblematici della crisi culturale del periodo, quali il ‘libro immaginario’497

- espressione della sapienza occulta in alternativa alla scienza ufficiale- e svariate divagazioni sul tema del ‘doppio’, evidente manifestazione del dualismo esistenziale (già intuito dai romantici prima ancora che le scienze psicologiche posizionassero effettivamente questo “doppio” negli strati inconsci della psiche) e che si tradusse nella massiccia presenza di mostri, golem, vampiri, licantropi ed androidi nei racconti della letteratura fantastica di fine Ottocento498

. Furono i primi dubbi sul presunto trionfo del homo faber a dare linfa alle nuove forme letterarie a cavallo tra XIX e XX secolo, riflesso diretto in ambito artistico della perplessità sui limiti del metodo scientifico che sorprese la coscienza collettiva di quegli anni. All’alba del XX secolo, lo scienziato-superuomo dei racconti fantastici aveva, infatti, già raggiunto tutte le sue mete ed ogni suo sogno pareva realizzabile con sempre minor fatica e sempre maggior successo, “ma, giunto a questo punto, gli si spalanca in una qualche nuova versione l’arcaico baratro della dannazione: egli deve constatare che il tutto conquistato è un nulla -perché nulla in natura si ottiene per nulla- ed alla parabola

494 Cfr. J. F. Day, op. cit., pp. 251-272

495 Del physician extraordinary, maestro della speculazione sul sovrannaturale, un precursore fu

Septiumius Felton di Nathaniel Hawthorne. Lo scienziato di Hawtohrne si impegna nella creazione di un ibrido che ricorda da vicino la titanica sfida agli dei: progetta e realizza una minuscola farfalla meccanica, animata e resa in tutto e per tutto vivente ad opera di afflati mesmerici, operazione che ricorda molto da vicino la teurgia paracelsiana della creazione dell’homunculus. Un altro modello per i futuri sviluppi della figura del ‘detective dell’occulto’ fu quello offerto dall’irlandese Sheridan Le Fanu nell’antologia di racconti fantastici In a Glass Darkly (1872) che diede vita al personaggio di Martin Hesselius (cfr. A. Palumbo, “Alchimisti e scienziati satanici in Hawtohrne” in E. Zolla, op.

cit.,vol. V, p. 140 e p. 162 e cfr. G. Spina, “Il superuomo..." (Op. cit.) in E. Zolla, op. cit.,vol. III, pp. 233-

237).

496 John Silence, di Blackwood, appare nel 1905 ed in questo testo si fa evidente “l’impegno a fare

letteratura su temi disparati della psicologia e della psicanalisi, della psichiatria e della frenologia, della parapsicologia e della metapsichica. Cinque casi che si presentano come un famiglia di varianti aventi per parametro, o costante arbitraria, l’invasione psichica”(cfr. ivi, p. 239).

497 Non è un caso che molti dei nomi più noti della narrativa soprannaturale inglese presero parte a

svariate iniziazioni esoteriche: “[…] perforando il muro delle omertà e delle reticenze, la storiografia ha potuto infatti accertare l’affiliazione a una o a più delle suddette società di prestigiosi esponenti della letteratura come Bulwer-Lytton e W. B. Yeats nonché di petit mâitres di recente rivalutazione come Algernon Blackwood, Arthur Machen, Lord Dunsany, Aleister Crowley e fors’anche Bram Stoker e Sax Rohmer” (Ivi, p. 235 e cfr. anche B. J. Gibbons, op. cit., p. 32).

111 ascendente succede quella discendente”499. Lo scienziato della letteratura fin de siècle

si era addentrato nello spazio della perfettibilità materiale proclamata dalla scienza, spingendosi in spazi talmente distanti500 da sconfinare in un inevitabile e progressivo

allontanamento da sé stesso, riflesso narrativo di una coscienza patologicamente frammentata che oramai non può più fare a meno di “ascoltare i dubbi che insorgono nella cattiva coscienza dell’apprendista stregone501

che ha errato la formula della sua avventura conoscitiva”502. La regressione nell’inconscio letterario

fu la necessaria compensazione, in un percorso di umile ripiegamento e di discesa, di quella verticalizzazione esasperata e inorgoglita promossa dall’ύ$.(/ scientista. In questo genere di letteratura trovò, cioè, spazio quell’atto fortemente trasgressivo che Callois definisce come l’assalto all’Impossibile. Accogliendo l’inaudito, l’inatteso e il sovrannaturale che si oppone ad ogni logica, si tesero i limiti normalmente intesi tra realtà e fantasia, relativizzando la nozione stessa di confine. In queste narrazioni si assiste a contatti tra esseri umani ed entità disincarnate (come spettri, doppi o demoni), ci si imbatte nell’esistenza di figure dotate di poteri sovrannaturali (come vampiri o stregoni in grado di lanciare incantesimi), si osservano oggetti inanimati prendere vita o intere porzioni di spazio venire meno, si patiscono le conseguenze di alterazioni nello scorrere del tempo e ci si muove in preda ad una confusione che non consente più di distinguere lo stato di veglia da quello onirico: si infrangono, in sostanza, quelle leggi fondamentali su cui, secondo la scienza positiva, si sarebbe dovuta reggere, in modo rigidamente prestabilito, la materia503. Proprio in questi

specifici ambiti narrativi iniziarono a palesarsi i primi dubbi della coscienza del tempo in merito ai rischi conseguenti allo squilibrio di una cultura dedita unicamente ad una monopolistica celebrazione della coscienza e della razionalità:

“[…] le falle di una cultura deragliata, il vuoto della perduta sapienza. […] i sintomi del malessere, i primi vaghi timori del baratro cui la cecità umana va incontro sono nell’aria; i dubbi che macerano la cattiva coscienza sono avvertiti e trasmessi dalle sensibili antenne dell’arte. La quale ne porge raffigurazioni emblematiche, tutte riducibili ad un tema comune: la dannazione”504.

499 Idem, “Il mito superumano nella ‘science fiction’“ in E. Zolla, op. cit.,vol. IV, pp. 351-353.

500 Si immaginano, anche, in certi racconti, forme di vita extraterrestri nella speranza “che il silenzio

infinito degli spazi, che sgomentava Pascal, alla fine si desti e risponda. L’uomo è stanco di sentirsi solo in un universo vuoto”(S. Solmi, prefazione a Le meraviglie del possibile, Torino 1973, p. XII, cit. in

ivi, p. 357).

501 Si veda, ad esempio, l’opera goethiana L’apprendista stregone in cui il protagonista evoca forze

sovrannaturali ed, incapace di dominarle, ne finisce sopraffatto.

502 Ivi, p. 231.

503 Cfr. A. González Salvador, op. cit., pp. 207-226.

504 G. Spina, "Il mito superumano..." (cit.) in E. Zolla, op. cit.,vol. IV, p. 231. Si pensi, ad esempio, al

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Anche l’incursione degli autori modernisti ispano-americani in ambito fantastico si caratterizzò dal ricorso ai temi già canonici del genere su scala internazionale: anche nel fantastico ispano-americano si espresse la tensione in atto nell’inconscio collettivo di quei decenni tra coscienza patriarcale-prometeica e l’emergente coscienza matriarcale-ermetica. Topoi ricorrenti furono, anche qui, la messa in discussione della realtà e della distinzione tra questa e il dominio dell’irrealtà, il conflitto tra ragione ed immaginazione, l’irruzione del sovrannaturale in svariate forme, il superamento di spazi liminali e di confini e i dubbi crescenti in merito al progresso e al valore conoscitivo della scienza. Sulle giovani generazioni di scrittori ispano-americani ebbe una grande influenza in particolare l’opera di E. A. Poe, filtrata anche attraverso la fama ottenuta da questo negli ambienti francesi. Tra i paesi ispano-americani in cui si verificò una maggiore ricezione del genere, l’Argentina si pone indiscutibilmente in primo piano505 anche in virtù delle

numerose traduzioni di opere fantastiche inglese e francesi ivi circolanti già dalla seconda metà del XIX secolo. Testi quali “El guante negro”, “La novia del muerto” e “El lucero del manantial” manifestano una relazione pionieristica del genere fantastico già da parte della romantica Juana Manuela Gorriti506. Di capitale

importanza fu, in particolare, il contributo offerto da Lugones, con Las Fuerzas

Extrañas, pubblicato nel 1906. Questo testo, in cui si manifestano le medesime

inquietudini per la deriva dello scientismo e per le oscure forza da questa risvegliate tipiche della letteratura fantastica europea di fine Ottocento, pone in evidenza una serie di temi e di strategie narrative che saranno poi ampiamente riprese dai seguaci del genere507. Quiroga, a sua volta, accolse le suggestioni dell’amico Lugones e si

cimentò, con anche maggior successo, nella produzione di una letteratura fantastica incentrata sul tema degli scienziati e delle incursioni proibite di questi oltre i limiti della realtà materiale: si pensi, ad esempio, ai racconti El retrato e El hombre artificial,

505 Cfr. O. Hahn, Fundadores del cuento fantástico hispanoamericano: antología comentada, ;Andrés Bello;,

1998.

506 Cfr. I. S. Coromina, “El destino de la mujer transgresora en tres cuentos con desenlace fantástico de

Juana Manuela Gorriti, in Espéculo. Revista de estudios literarios, num. 43, Universidad Complutense, Madrid, 2009 (Url: http://www.ucm.es/info/especulo/numero43/jmgorriti.html); cfr. Z. Jiménez Corretjer, El fantástico femenino en España y América. Martín Gaite, Rodoreda, Garro y Perri Rossi, Universidad de Puerto Rico, 2001, pp. 113-163.

507 Per le contaminazioni esistenti tra science fiction e letteratura fantastica in Ispano-america (con

particolare attenzione alla letteratura argentina e messicana) si veda R. Haywood Ferreira, The

emergence of Latin American science fiction, Middletown, Wesleyan University Press, 2011, pp. 130-171.

Per il tema del doppio cfr. ivi, pp. 172-216. Per discussioni più ampie sulla letteratura fantastica in America Latina cfr. A. Castro, El encuentro imposible. La conformación del fantástico ambiguo en la

narrativa breve argentina (1862-1910), Göteborg, Acta Universitatis Gothoburgensis, 2002, pp. 47-77 e

pp. 118-162 e cfr. J. Rodero, La edad de la incertidumbre. Un estudio del cuento fantástico del siglo XX en

113 pubblicati durante il soggiorno dell’autore a Buenos Aires508. Da sottolineare, inoltre,

la frequentazione con il genere fantastico dello stesso Rubén Darío (in Cuentos

fantásticos). La produzione dariana che si fonda su elementi fantastici e misteriosi

appare profondamente poliedrica, riunendo racconti assai eterogenei tra loro e strutturati attorno ad una molteplicità di suggestioni legate ai nomi più noti all’interno del panorama internazionale del genere fantastico, in aderenza ai dettami della descritta science fiction: si pensi, in particolare, a "La extraña muerte de fray Pedro" in cui l’artista rappresenta i pericoli in cui può incappare un "espíritu perturbado por el demonio de la ciencia”. L’incursione di Darío nel mondo del fantastico si avvalse, inoltre, anche di altre fonti e riferimenti che spaziano dalle leggende popolari nicaraguensi alla letteratura inglese e nordamericana del terrore (si pensi al vampirismo di "Thanathopia”, pubblicato nel 1893 o allo spettro di “La larva”, del 1910), includendo persino recuperi mitologici e biblici (si veda, ad