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Gli esemplari trovano riscontri soprattutto con i tipi presenti nel con-

Barbara Ciarrocch

13 Gli esemplari trovano riscontri soprattutto con i tipi presenti nel con-

testo della Crypta Balbi a cui si è fatto costantemente riferimento per la definizione tipologica e cronologica.

14 Ricci 2010, p. 209, II. 2.55a; Bonasera 2009, p. 243, fig. 141, 9;

Perego 2009, p. 259, tav. XIV, 22.4; Ricci 2010, p. 210, II. 2.58; Ricci 2010, p. 224, II. 2.96; p. 217, II. 2.79a; Bonasera 2009, fig. 142, 27; per la forma dell’alzata cfr. Ricci 2010, p. 202, forma 50.

la Flaminia: un piatto istoriato con larga tesa decorata a scomparti con foglie di acanto di produzione de- rutese o orvietana della fine XV-inizi del XVI secolo (tav. I, 11), confrontabile con esemplari da Palazzo della Cancelleria, dalla rocca di Leprignano e da butti di Farnese (Bandini 2009, tav. XXXII, 78; Bocconi, Messineo 1995, p. 63, fig. 10; Frazzoni 2007, p. 23, n. 56), un piatto ornamentale di produzione derutese decorato con motivo zoomorfo (tav. I, 12) simile ad un esemplare della seconda metà del XV dal chiostro del convento di Assisi (Sereni 2005, p. 92, tav. XII, 6); piatti decorati bianco su bianco con decorazione a rabesque di produzione derutese della metà del XVI secolo (tav. I, 13), decorati sulla tesa con raggiere di archi acuti alternate a infiorescenze e spirali ed al cen- tro con fiore a quattro petali cuoriformi circondato da girali e riccioli (Frazzoni 2007, p. p. 99, n. 379; Ricci 2013, p. 195, III. 2.13.4, p. 196, III.2.13.4), pochi esemplari di ceramica graffita di produzione umbra con motivi ad archetti spezzati e petali lanceo- lati campiti di giallo e verde (Boanelli 1998, p. 145, fig. 3.24, p. 156, fig. 8; Fogagnolo 2005, p. 274, fig. 12) (tav. I, 14).

2.2.2 Seconda metà XVI-metà XVII secolo

Molti contratti di affitto, documentati dalle fonti, attestano una notevole vitalità del casale dalla seconda metà del XVI secolo, inserito in un territorio caratte- rizzato dalle attività postali e da una rete di strutture di accoglienza per i pellegrini diretti a Roma lungo la Fla- minia, sistemata nel corso del secolo da vari interventi pontifici poiché era di collegamento con il santuario mariano di Loreto.

Quantitativamente più ingente è infatti il materiale riferibile a questa fase. I boccali di produzione locale a scaletta con stemmi, di cui si riconosce lo stemma Bandini (Ricci, De Luca 2013, p. 166, fig. 4), pseudi stemmi e nastri, medaglioni e nastri con cornici a geo- metrizzazioni (tav. I, 15-21) rappresentano la continu- ità del boccale decorato a scaletta cinquecentesco e sono le forme più attestate per questo periodo (Ricci 2013, pp. 55-56; Ricci, De Luca 2013, pp. 166-167, figg. 4-10). Tra questi si distinguono gli esemplari con pro- filo femminile entro medaglione circondati da decoro a losanghe in blu della metà del XVI (tav. I, 19-20) con- frontabili con prodotti di Roma e di altri centri laziali (Ricci 2013, p. 60, III.1.8.9-13; Ricci, De luca 2013, p. 173, fig. 22; Frazzoni 2007, p. 45, n. 154), il boc- cale decorato con una mela entro medaglione chiuso da motivi geometrici in blu (Ricci 2013, p. 57, III.1.8.1a) (tav. I, 21) e il piccolo frammento decorato con faro marino affiancato da antenne con bandiere (tav. I, 22), raffigurazione che compare in modo simile su boccali con cornici a geometrizzazione di ascendenza faentina (Ricci 2013, p. 61, III.1.8.15).

Riferibile alla fine del XVI è la brocchetta con orlo a tesa bombata, decorata alla porcellana in blu con la scritta ‘ACETO’ entro cartiglio rettangolare e moti- vi floreali (tav. I, 23), forma utilizzata soprattutto nei corredi da farmacia (Ricci 2013, p. 87, III. 1. 24. 3). Coeve sono le ciotole con trigramma sormontato da croce o croce e chiodi della Passione, simbolo dei Gesu-

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iti (Ricci 2013, p. 134, III. 1.54.2; p. 85, III. 1.22.1a) (tav. I, 24-25).

Per la seconda metà XVI-prima metà del XVII secolo sono presenti piatti e ciotole carenate i cui decori sono l’evoluzione dei monticelli e nastri (Ricci 2013, p. 117, III. 1. 42.22; Bonasera 2009, p. 243, fig. 141, 35; p. 129, III. 1. 42. 62) e delle bande concentriche (Ricci 2013, p. 108) (tav. I, 26-30); inoltre è presente il gran- de piatto con motivo a girandole di imitazione monte- lupina che la decorazione a rosetta sul fondo suggerisce di produzione locale (Ricci 2013, p. 263) (tav. I, 31).

Sono poi attestati prodotti con decorazione com- pendiaria, come un piatto con tesa stretta ornata da un tralcio semplificato con un fiore ripetuto (Ricci 2013, p. 348; Bonasera 2009, p. 248, fig. 146, 103) (tav. II, 32) e una forma chiusa decorata con un putto alato che suona uno strumento a fiato 15 (Ricci 2013,

p. 356)(tav. II, 33), e tardo compendiaria, come piatti e catinelle ornati con cespugli stilizzati floreali (Ricci 2013, p. 384, III. 5. 35.1; p. 384, III. 5. 35. 2a; Ricci 1985, p. 397, fig. I, 9) (tav. II, 34-36), boccaletti con cespuglio e uccello, tra cui un esemplare con il decoro a punti sul petto tipico dell’Alto Lazio (Ricci 2013, p. 381, III. 5. 31.1a, Mazza 1994, p. 114, fig. 5) (tav. II, 37-38). Tra i prodotti in compendiario si distin- gue un piatto della fine del XVI-primo quarto XVII con stemma centrale raffigurante un acquedotto nello scudo con le lettere A e O ai lati, non identificabile perché pertinente ad una famiglia non romana o non censita (tav. II, 39). Inoltre vi sono piatti con decora- zione policroma in blu, giallo e arancio con motivi a scomparti, simili alle coeve produzioni del Ducato di Castro (Ricci 2013, p. 167, III. 1. 84. 1, p. 169, III. 1. 86. 2) (tav. II, 40-42), e un albarello a corpo cilin- drico, carenatura sulla spalla e piede a disco, decorato con ghirlanda floreale a serpentina, assimilabile come forma a prodotti della Crypta Balbi (Ricci 2013, p. 171, III.1.89.1) (tav. II, 43).

Anche per questa fase sono attestati prodotti di im- portazione dall’area ligure: una tazza con decoro alla porcellana con una fascia campita da un tralcio sinuoso lungo i bordi e un paesaggio lacustre sul fondo (Messi- neo 1994, p. 44) (tav. II, 44), un piatto a smalto ber- rettino decorato con tralcio lineare con bacche e fiori sul bordo e motivo a raggiera al centro entro circolo contornato da foglioline e frangia (Ricci 2013, p. 316, III. 4.5.10) (tav. II, 45).

2.2. Seconda metà XVII-prima metà XVIII secolo Nel corso del XVII secolo sul territorio dello Stato Pontificio si moltiplicarono le strutture di accoglien- za e assistenza ai pellegrini e si ampliarono quelle esi- stenti per una esigenza della Chiesa di coprire tutte le richieste di vitto e alloggio che Roma da sola non riusciva a soddisfare. Il casale di Malborghetto conti- nuò ad essere dato in affitto ed il suo ospizio era sotto