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– Riassunto –

Lo scavo archeologico condotto nel 2016 presso Largo Largo Den- tro, piazza ubicata nel centro storico medievale di Terlizzi (BA), ha consentito di documentare una notevole quantità di materiale cera- mico, riferibile al periodo compreso tra il XVI e il XVIII secolo. Il materiale è stato oggetto di un’analisi quantitativa e qualitativa utile sia per la datazione delle varie fasi di frequentazione dell’area, sia per una ricostruzione delle dinamiche di circolazione e consumo delle merci nel periodo compreso tra il XVI e il XVIII secolo. La varietà delle attestazioni, costituite sia da prodotti locali che da manufatti importati su scala regionale ed extra-regionale, ha permesso di de- lineare un quadro diversificato e vitale relativamente al commercio e al consumo di ceramica post medievale all’interno della società terlizzese, nel periodo considerato.

Parole chiave: ceramica postmedievale, Terlizzi, commerci, produzioni locali, importazioni ceramiche.

– Abstract –

The archaeological excavation conducted in Largo Largo Dentro in 2016, a square located in the medieval historic center of Terl- izzi (BA), allowed us to document a considerable amount of pot- tery, referable to the period between the 16th and 18th Centuries. These potteries were subject to a quantitative and qualitative anal- ysis useful to date the various phases of frequentation of the area. and to trace back the dynamics of circulation and consumption of goods in the period between the 16th and 18th Centuries. The variety of attestations, consisting of both local products and im- ported artifacts on a regional and extra-regional level, has allowed us to outline a diversified and vital framework related to the trade and consumption of post-medieval ceramics within the Terlizzi area, in the period under consideration.

Keywords: postmedieval pottery, Terlizzi, trades, local products, imported pottery.

Lo scavo archeologico condotto nel corso del 2016, in occasione dei lavori di riqualificazione architettonica di Largo Lago Dentro, piazza ubicata nel nucleo antico di origine medievale di Terlizzi (BA), ha consentito di do- cumentare i resti materiali di un importante intervento pubblico di bonifica, databile intorno alla fine del XVIII secolo 1. In questa occasione è stata raccolta una notevole

quantità di materiale ceramico (2135 frammenti, per un peso complessivo di 70.670 g, riconducibili a numero minimo di 537 individui), oggetto di un’analisi quali- tativa e quantitativa utile sia per la datazione delle varie fasi di frequentazione dell’area, sia per una ricostruzione delle dinamiche di circolazione e consumo delle merci nel periodo e nell’area geografica considerati.

Prevalente è la classe della ceramica d’uso comune acroma rappresentata da un numero minimo di 225 individui (51%/67% 2 delle attestazioni), priva di ogni

rivestimento, le cui forme sono quelle comunemente utilizzate in ambiente domestico per la mensa, la di- spensa e le attività legate all’igiene personale: bacini, lavamani, pitali, ciotole, olle, brocche, anforacei e co- perchi (fig. 1a). Solo il 2%/0,95% dei frammenti pre- senta decorazione graffita, realizzata prima della cottura e costituita da motivi ad onda, a virgole, ad unghiate. Un frammento presenta una decorazione antropomorfa raffrontabile con alcuni esemplari individuati nel sito calabrese di Crotone e prodotti nel XVIII sec. (Mari- no, Corrado 2010, pp. 251-258) (fig. 1b).

Il 14%/10% delle attestazioni (pari ad un numero minimo di 85 individui) è relativo alla ceramica da cu- cina, caratterizzata da rivestimento vetroso trasparente.

1 Si veda relazione di scavo, redatta dalla sottoscritta e acquisita dal Co-

mune di Terlizzi il 26/07/2017. Si ringrazia la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari, per aver autorizzato lo studio del materiale e il Comune di Terlizzi per averlo finanziato.

2 Il calcolo percentuale proposto qui e nelle successive indicazioni relati-

ve alle altre classi ceramiche viene indicato nel modo seguente: % in base al numero dei frammenti /% in base al peso.

Tale classe risulta rappresentata da uno scarso reperto- rio morfologico, costituito per la maggior parte da pen- tole, tegami e coperchi 3 (fig. 1c).

Il 16%/10% delle attestazioni ceramiche è rappre- sentato da vasellame da mensa con rivestimento vetroso monocromo giallo-bruno (52 individui minimi) (fig. 1d) o verde (23 individui minimi) (fig. 1e) e bicromo (numero minimo di 5 individui) (fig. 1f) che ricopre la superficie interna e l’orlo. Le forme attestate sono quel- le utilizzate per il consumo del cibo: ciotole, scodelle, coppe, olle, bottiglie, brocche.

Il 3,5% delle attestazioni, riconducibili ad un nume- ro minimo di 50 individui, si riferisce alla classe della ceramica ingobbiata graffita policroma sotto vetrina. Il rivestimento vetroso, applicato dopo la prima cottura, è alternativamente giallo e verde. Questa classe ceramica fu prodotta tra il XVI e il XVII secolo, con attardamenti fino al XVIII e centri produttori sono stati individua- ti nel Salento, a Manduria e Cutrofiano (Dell’Aquila 1997, pp. 169-182) e recentemente anche a Torre Ale- manna (Busto, Ciminale, Dell’Aquila 2001, pp. 325- 336; Dell’Aquila 2015, p. 304). I frammenti attestati sono riconducibili alla forma della scodella, presente in ben 18 tipologie differenti. Le decorazioni graffite, che coinvolgono la parte mediana delle pareti e i fondi, sono rappresentate da motivi a girali e ad onde (fig. 2a).

L’8%/5% delle attestazioni – pari ad un numero mini- mo di 60 individui – riguarda la maiolica bianca, carat- terizzata da un rivestimento piombo-stannifero bianco o avorio che copre interamente le superfici. Le forme atte- state sono le seguenti: piatti, coppe, ciotole, brocche, bot- tiglie e porta-candele, quest’ultimo di probabile produ- zione grottagliese (Pansini 2001, p. 324, n. 82) (fig. 2b).

3 Le forme attestate e il tipo di rivestimento presentano una continuità

di produzione che arriva fino ai nostri giorni e caratterizza anche la ceramica rustica tradizionale pugliese. Per tale ragione questa classe è poco utile alla definizione cronologica dei contesti di provenienza.

fig. 1 – Frammenti ceramici attestati presso lo scavo di Largo Lago Dentro (Terlizzi-BA): a) ceramica comune acroma; b) ceramica comune acroma graffita; c) ceramica comune da cucina; d) ceramica invetriata monocroma giallo-bruno; e) ceramica invetriata monocroma verde; f) ceramica invetriata bicroma.

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Gli esemplari rinvenuti sono confrontabili con le forme in maiolica bianca attestate nel butto del castello di Bari e databili tra il XVI e il XVII secolo. Ancora incerte sono le informazioni relative ai centri di produzione di questa classe ceramica, anche se si fa sempre più strada l’idea di una produzione pugliese, in base a rinvenimenti salentini (Ciminale 2015, pp. 263-264, con bibliografia).

Il 5%/2,5% delle attestazioni – pari ad un numero minimo di 37 individui – è relativo a maiolica policro- ma, caratterizzata da decorazioni in monocromia blu e in policromia che contempla la combinazione dei se- guenti colori: verde, giallo ocra, azzurro, bruno, arancio (fig. 2c). Sono attestati piatti, brocche, coppette e un frammento di albarello, forma tradizionalmente utiliz- zata nelle spezierie e farmacie. Interessante la presenza di un piatto, databile tra il XVI e il XVII secolo, carat- terizzato da due lettere puntate dipinte in blu sulla tesa (P.R.), probabilmente riferibili al committente o alla bottega di produzione (Dell’Aquila, Ciminale 1999, pp. 440-447). Un altro piatto presenta una decorazio- ne che richiama le produzioni toscane di Montelupo

Fiorentino, databili tra il XVI e il XVIII secolo. Diversi frammenti sono riferibili ad una produzione laertina di XVII-XVIII secolo, come l’albarello e il frammento caratterizzato dalla decorazione di un volatile in verde, azzurro, giallo e bruno (Pansini 2001, pp. 104, 106). Numerose decorazioni, databili tra la metà del XVI e gli inizi del XVII, rimandano allo stile compendiario.

Tra i prodotti ceramici di sicura importazione, si anno- vera la presenza di un frammento in ceramica invetriata marmorizzata con decorazione in giallo e bruno, proba- bilmente di produzione toscana sei-settecentesca (fig. 2d). Due soli frammenti risultano essere prodotti in porcellana.

In conclusione, l’analisi del materiale ceramico at- testato presso il sito di Largo Lago Dentro, lascia tra- sparire un quadro diversificato e vitale relativamente al commercio e al consumo di ceramica post medievale all’interno della società terlizzese, confermandone la dinamicità economica e sociale tra il XVI e il XVIII secolo. Alle produzioni locali, infatti, si affiancano ma- nufatti di importazione sia di provenienza regionale, sia extra-regionale, e in particolare dalla Toscana.

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