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Espressioni idiomatiche e giochi di parole 1 Le espressioni idiomatiche

4. Analisi traduttologica di La camisa

4.5 Espressioni idiomatiche e giochi di parole 1 Le espressioni idiomatiche

Il testo di partenza è ricco di espressioni idiomatiche legate all’esperienza fisica, sociale e culturale dei personaggi tanto da risultare, talvolta, marcate diastraticamente. Nel testo di arrivo, abbiamo cercato di salvaguardarne il carattere popolare e ad una traduzione letterale abbiamo sempre privilegiato la sostituzione con una costruzione equivalente in lingua italiana. Del resto, come sostiene Faini, “tradurre senza alcun adattamento alcune tipologie espressive tipiche di un linguaggio idiomatico […] rischia di produrre enunciati che, pur sostanzialmente corretti dal punto di vista grammaticale, risultano del tutto inadeguati a rendere il carattere dell’espressione originale. In taluni casi ne risulta, più che una semplice inadeguatezza, una vera e propria incomprensibilità.”284 Nella tabella a seguire si riportano i principali idiomatismi incontrati nel testo di partenza, raccolti in ordine di apparizione, a cui, talvolta, si affiancano alcune precisazioni sulla natura dell’espressione o sulla resa traduttiva adottata.

ORIGINALE TRADUZIONE OSSERVAZIONI

NACHO: “Pues va a parecer un tío forrao de millones.” (p.126)

NACHO: “Mah, sembrerà ricco sfondato.”

SEÑOR PACO: “[…] No hay mal

que cien años dure.” (p.129) SIGNOR PACO: “[…] Chiusa una porta, si apre un portone.” TÍO MARAVILLAS: “[…] El

ruso ya ha hincao el morro. […]” (p.132)

TÍO MARAVILLAS: “[…] Il russo ci ha già sbattuto il muso. […]”

L’espressione “sbatterci il muso” viene usata in traduzione nella sua accezione traslata di “toccare da vicino, sperimentare direttamente”. ABUELA: “[…] ¡No le des

palique! […]” (p.135) NONNA: “[…] Non ci attaccare bottone! […]” NACHO: “[…] ¡Vaya un rostro

que le echa!” (p.138) NACHO: “[…] Guarda come fa la finta tonta!” NACHO: “[…] ¡Ayer me diste

plantón!” (p.138) NACHO: “[…] Ieri mi hai dato buca! LUIS: “[…] ¿Sabes lo que creo

que vale un “güevo” en Alemania? […]” (p.146)

LUIS: “[…] Sai in cosa credo che ci sia da giocarsi le palle in Germania? […]”

Il modismo originale spagnolo è “valer un huevo /güevo” e assume il significato di “valer mucho” in una costruzione che allude chiaramente ai genitali maschili.

LUIS: “[…] La cuestión vivienda creo que es un hueso. […]” (p.146)

LUIS: “[…] Mi sa che trovare alloggio è una bella

rogna.[…]” SEBAS: “[...] Te vas a dar el

garbeo en balde.” (p.149) SEBAS: “[...] Farai un giro a vuoto.” SEBAS: “Se ha acostumbrao a

verlo to negro. Ni que al arco iris

SEBAS: “Si è abituato a vedere tutto nero. Neanche fosse la fine del mondo!”

La costruzione creativa della seconda proposizione nel testo di partenza è stata sostituita, in

70 se le hubiera muerto el padre.”

(p.149)

traduzione, da un popolare e comunissimo modo di dire italiano, con significato referenziale analogo. LOLO: “[…] ¡Hala, darle al

diente y olvidar la vigilia!” (p.151)

LOLO: “[…] Su, diamoci da fare: oggi niente vigilia!” LOLO: “[…] Venga, atícese el

lingotazo y a despachar, que ha entrao en la tienda un tío forrao de ilusiones.” (p.151)

LOLO: “[…] Su, ordini da bere e trinchiamo a dovere, che è entrato nel locale un tipo pieno di fantasia.”

Con il termine spagnolo “lingotazo” si fa riferimento a un “trago grande de bebida alcohólica”285 mentre

l’espressione italiana “ordinare da bere” non precisa la quantità di riferimento. In traduzione, l’idea di un valore smisurato si recupera, tuttavia, nella coordinata successiva con la costruzione popolare “trincare a dovere”, che ricalca alla perfezione, peraltro, il significato referenziale del verbo “despachar” del testo di partenza che indica per l’appunto “desembarazarse de algo”286. SEBAS: “[…] Salgo arreando. […]” (p.153) SEBAS: “[…] Me ne vado in un baleno. […]”

RICARDO: “[…] Na: que tenemos los nervios cabreaos. […]” (p.154)

RICARDO: “[…] Via: abbiamo i nervi a pezzi. […]”

JUAN: “[…] Se pasa las noches en vela. […]” (p.154)

JUAN: “[…] Passa le notti in bianco. […]”

LOLA: “[…] Y tú, ¿qué? ¿Ahí hasta que llenes el pellejo?” (p.155)

LOLA: “[…] E tu, che fai? Rimani qui fino a quando non sei gonfio per bene?”

La costruzione originale “llenarse el pellejo” viene resa, nel testo di arrivo, con la forma popolare italiana “essere gonfio” con uguale significato referenziale ovvero essersi ubriacato.

RICARDO: “Y tú con la escopeta cargá, como siempre. […]” (p.155)

RICARDO: “E tu, sempre a sparare a zero. […]” LOLA: “[…] ¡Perra vida!”

(p.155)

LOLA: “[…] Vita da cani!” LOLA: “[…] ¡A la fuerza

ahorcan!” (p.165) LOLA: “[…] O bere o affogare!” BALBINA: “[…] Vino la guerra

y un obús la dejó definitivamente arrugá en Usera. […]” (p.167)

BALBINA: “[…] È arrivata la guerra e un proiettile l’ha fatta secca in calle Usera. […]”

L’espressione eufemistica originale “dejar arrugado” viene resa in italiano con una referenzialmente identica, di natura popolare, ovvero “fare secco”.

LOLITA: “[...] ¡Vas a ir hecho un novio!” (p.173)

LOLITA: “[...] Sembrerai un signore!”

SEBAS: “[...] No te pases de la raya, hombre.” (p.178)

SEBAS: “[...] E tu, non calcare troppo la mano!” NACHO: “[...] Pues a ésa la tenía

echao el ojo y en cuanto se la redondearon las carnes... [...]” (p.190)

NACHO: “[...] Da tempo aveva gli occhi puntati su di lei, poi un giorno gli è arrivato il sangue al cervello e… [...]”

In traduzione abbiamo mantenuto il senso della frase originale, ovvero perdere il controllo ed approfittarsi di una ragazza che da tempo si teneva sotto tiro, ma soprattutto abbiamo conservato la natura

285 DICCIONARIO DE LA LENGUA ESPAÑOLA (DRAE), consultabile su: https://www.rae.es/. 286 DICCIONARIO DE LA LENGUA ESPAÑOLA (DRAE), consultabile su: https://www.rae.es/.

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popolare delle due espressioni idiomatiche sostituendole con quelle italiane corrispondenti.

NACHO: “[...] que a los que se van por las buenas, se las hacen pasar morás. [...]” (p.191)

NACHO: “[...] chi se ne va per conto suo, se la vede brutta. [...]”

BALBINA: “[...] ¡Y han bregao lo suyo, eh! [...]” (p.197)

BALBINA: “[...] E hanno fatto il loro dovere, eh! [...]” SEÑOR PACO: “Usté no me

tiene mucha ley, ¿eh, abuela?” (p.198)

SIGNOR PACO: “Nonna, non le vado molto a genio, vero?” ABUELA: “[...] ¡Que a perro

flaco todo son pulgas!” (p.199)

NONNA: “[...] A cani magri, mosche ingorde!”

Nell’originale il modo di dire è scritto a metà, collocato in una sorta di “enunciato sospeso”287 e così lo è

anche in traduzione. ABUELA: “Na: se me ha puesto a

tiro y le he soltao tres frescas, eso es to.” (p.199)

NONNA: “Niente, mi si è messo davanti e gli ho risposto per le rime. Tutto qua.”

ABUELA: “Es que es un tipo que me asquea y delante de él se me va la lengua.” (p.200)

NONNA: “È un tipo che mi dà la nausea e quando ce l’ho davanti gliene dico di tutti i colori.”

ABUELA: “[...] Y tú reventabas de gozo. [...]” (p.200)

NONNA: “[...] E tu, sprizzavi gioia da tutti i pori! [...]”

4.5.2 I giochi di parole

Sono moltissimi i giochi di parole presenti nell’originale e, in traduzione, abbiamo provato a salvaguardare quell’ “effetto di sorpresa, curiosità e in certi casi perfino ilarità”288 che veicolavano nell’originale proponendo di volta in volta una soluzione diversa che mai contemplava l’eliminazione del pun ma piuttosto la sua sostituzione con un altro che coinvolgesse nuovi referenti o che contemplasse altri artifici retorici. Nella tabella a seguire si raccolgono i principali giochi di parole incontrati nel testo di partenza, posti in ordine di apparizione e, per ogni esempio proposto, si presentano, a seguire, alcune osservazioni sulle scelte traduttive operate.

ORIGINALE TRADUZIONE

1) NACHO: “[...] Que o nos eleva el nivel de vida, o no hay bellas vistas. [...]” (p.125)

NACHO: “[...] Che o ci alza la qualità di vita o niente panorami. [...]”

2) SEÑOR PACO: “[...] Pero, ¿tanto te dura ahora la merluza?”

TÍO MARAVILLAS: “Hay que estirarla, amigo. ¿Sabe a cómo está hoy el kilo? ¡A ciento diez pesetitas, imagínese!”

SIGNOR PACO: “[...] Così tanto ti dura ora la sbronza?”

TÍO MARAVILLAS: “Bisogna farla durare, amico. Lo sa a quanto è oggi al litro? A dieci pesetas, si immagini!”

287 BRIZ Antonio [2011: 86]. 288 DIADORI Pierangela [2012: 37].

72 SEÑOR PACO: “Por eso tú la prefieres de a siete el litro, ¿eh? [...] Sácale un tintorro al tío Maravillas. Invita la casa.”

TÍO MARAVILLAS: “Usté siempre da gratis el anzuelo, granuja.” (p.131)

SIGNOR PACO: “Per questo tu la preferisci a sette al litro, eh? [...] Porta un bicchiere di vino rosso a Maravillas. Offre la casa.”

TÍO MARAVILLAS: “Lei è una canaglia: getta sempre l’amo gratis.”

3)LUIS: “[...] Éste cree en los perros y en las longanizas.”

SEBAS: “¡Qué perros ni qué leches! [...]” (p.143)

LUIS: “[...] Questo crede agli asini che volano.” SEBAS: “Ma quali asini?! E che cavolo! [...]” 4)SEBAS: “[...] Lo gordo le hace pupa al corazón.”

SEÑOR PACO: “[...] Pero tú, ¿donde llevas el corazón?” (p.144)

SEBAS: “[...] I ricchi hanno il cuore di pietra.” SIGNOR PACO: “[...] E tu, dove lo avresti il cuore?”

5) LOLO: “[…] Que en comer, Sebas. ¡Que en comer! Y si luego...”

SEBAS: “[…] ¿Y si luego?”

LOLO: “[…] ¡Luego, lueguito![…]¡Toguego! ¡Soy toguego! (p.146)

LOLO: “[…] A mangiare, Sebas. A mangiare. E dopo magari…”

SEBAS: “[…] Dopo magari…”

LOLO: “[…] Dopo il mangiare si va … […] a “toreare”! A “toreare”!”

6) LOLO: “¿Está usté mala?” BALBINA: “Yo no. ¡La vida!”

SEBAS: “¡Bien tirao, señora Balbina! ¡Bien tirao!” (p.147)

LOLO: “Qualcosa non va?” BALBINA: “La vita, non va.”

SEBAS: “Ben detto, signora Balbina! Ben detto!” 7)JUAN: […] “Tu frente es de vía estrecha.”

SEBAS: “Pero con vagonetas circulando.” (p.149)

JUAN: “[…] La tua mente è ristretta.”

SEBAS: “Quanto basta perché ci passino dei bei macchinoni.”

8)LUIS: “Qué, ¿como va el negocio?”

TÍO MARAVILLAS: “De globo caído, hijo. Los papás y las mamás han cerrao el calcetín y no hay tomate que me salve.”

(p.151)

LUIS: “Allora, come vanno gli affari?”

TÍO MARAVILLAS: “A vele sgonfie. Mamma e papà hanno tirato la cinghia e non c’è buco che mi salvi.”

9)LOLO: “[…] ¡Echarme un cable, que me he atascao!”

TÍO MARAVILLAS: […]

LOLO: “[…] ¡Mucho, cartucho! Ampliad el corro.” (p.152)

LOLO: “[…] Datemi una mano, che mi sono incartato!”

TÍO MARAVILLAS: […]

LOLO: “[…] Festeggiamo e brindiamo! Allarghiamo il cerchio!”

10)LOLO: “[…] Oye, ¿no hueles a pescao?”

LUIS: “A pescao del caro, tú.” (p.158) LOLO: “[…] Sento un certo odore …” LUIS: “Di pesce che ha abboccato all’amo, tu?” 11) LOLO: “[…] Pero, ¿aún no ha echao el cierre?”

TÍO MARAVILLAS: “Le falta grasa.”

LOLO: “Échele salivilla, que a lo mejor es comprensivo.” (p.177)

LOLO: “[…] Non ha ancora chiuso i battenti?” TÍO MARAVILLAS: “Ci vorrebbe del grasso.” LOLO: “Ci metta un po’di saliva che forse basta.” 12) SEBAS: “[…] ¿Está usté mala, abuela?”

ABUELA: “[…] Estoy que no me encuentro. SEBAS: ¿Ha mirao usté debajo de la cama? […]” (p.177)

SEBAS: “[…] Non la trovo benissimo, nonna?!” NONNA: “[…] Eh in effetti, non c’è niente che mi tiri su!”

SEBAS: “Ha provato con una corda? […]” 13) TÍO MARAVILLAS: “[…] ¿Dónde, dónde está

ese globo? ¡Con competencias a mi! Pero ¡que se habrán creído esos americanos? ¡Ni que fueran los únicos! En todas partes, en todas partes cuecen globos.” (p.180)

TÍO MARAVILLAS: “[…] Dove? Dov’è questo palloncino? Mi fanno concorrenza! Ma che cosa si credono questi americani? Nemmeno fossero gli unici! Sono tutti dei palloncini gonfiati!”

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1) L’espressione “o nos eleva el nivel de vida, o no hay bellas vistas” è stata resa in traduzione con “o ci alza la qualità di vita o niente panorami”. “Las bellas vistas” infatti, così come “i panorami”, possono essere interpretati in senso letterale (come riferimenti geografici) o metaforico (come lo è propriamente nel testo) e cioè riferirsi alle grazie delle donne. “Elevar el nivel de vida” è invece tradotto con “alzare la qualità di vita” perché è una collocazione usata frequentemente nella lingua italiana.

2) Il gioco comico dell’originale ruota attorno alla doppia accezione del termine “merluza” che oltre ad indicare il nasello, in maniera colloquiale, viene anche usato come sinonimo di “borrachera”. È evidente che in italiano una corrispondenza del genere non esiste. Dunque “merluza” è stato tradotto con “sbronza” andando incontro inevitabilmente ad una perdita. Nel testo di partenza il gioco prosegue in quanto si accosta il prezzo altissimo del pesce (cento dieci pesetas al kilo) a quello comunque alto del vino (sette pesetas al litro) che porta Maravillas a “estirar la merluza” cioè a cercare di far durare gli effetti dell’ubriacatura il più al lungo possibile. In traduzione, per mantenere la corrispondenza allusiva, è stato leggermente alterato il significato referenziale dell’originale per non sacrificare completamente il tono ironico e divertente di questo passo. È stato dunque paragonato il prezzo di dieci pesetas al litro (del tutto plausibile sul mercato di allora) di un vino qualsiasi alle sette al litro che il Signor Paco offre, per lo stesso bene, alla sua osteria. Maravillas accetta il bicchiere di rosso che gli offre Paco, consapevole però, che è una strategia per spingerlo a bere e a spendere. Anche in italiano, il commento ironico di Maravillas funziona in termini di comicità perché in entrambe le lingue si usa l’espressione “dar (o meglio, echar) el anzuelo” / “gettare l’amo” per intendere l’atto di adescare qualcuno.

3) Il modo di dire “creer en los perros y en las longanizas” è stato sostituito con l’espressione idiomatica equivalente in italiano, ovvero “credere agli asini che volano”. Per quanto concerne la risposta piccata di Sebas abbiamo mantenuto la ripetizione – nell’originale di “perros” e in traduzione di “asini” – così come l’espressione popolare “¡Qué leches!” che in italiano è divenuta “E che cavolo!”.

4) Il modismo “Lo gordo le hace pupa al corazón” letteralmente significa “Ciò che è in eccesso fa male al cuore” (anzi per essere zelanti occorre dire che “pupa” è un termine del baby talk assimilabile al nostro “bua”); in italiano il modo di dire analogo sarebbe

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“I ricchi hanno il cuore di pietra” perché si è voluto mantenere il riferimento al cuore sia nell’affermazione di Sebas che nel commento divertito del Signor Paco.

5) Il gioco di parole, nel testo di partenza così come nel testo di arrivo, è retto dal richiamo fonico, che diventa, insieme alla comicità, la dominante della battuta; in traduzione, il verbo “toreare”, infatti, rima con “mangiare” così come nell’originale “Luego, lueguito” rima con “¡Toguego! ¡Soy toguego!”. È evidente che, per conservare la musicalità e il tono divertito del prototesto, abbiamo adattato il testo di partenza senza mai tradire il senso profondo del passo. Abbiamo inoltre mantenuto il richiamo al campo semantico della corrida che, da un lato, ci consente di non perdere un elemento così iconico della cultura spagnola e, dall’altro, di conservare l’allusione sessuale. 289

6) In traduzione si è scelto di sacrificare l’estrema aderenza al piano del contenuto per mantenere il gioco di parole e l’effetto di comicità. Nell’originale infatti la domanda posta da Lolo equivarrebbe a “Si sente male?” ma in traduzione diventa “Qualcosa non va?”. Ad ogni modo, lo scarto a livello denotativo ci pare sottile e la compensazione riuscita.

7) Il gioco di parole del testo di partenza è sottile. Juan accusa l’amico di non avere ampie vedute con l’espressione “Tu frente es de vía estrecha”. Sebas ironizza sul significato metaforico dell’espressione e risponde divertito alludendo ad una “vía” dove circolano “vagonetas”. In italiano abbiamo mantenuto il pun proponendo “una mente ristretta” con “bei macchinoni”.

8) La frase pronunciata da Maravillas è fantasiosa e creativa; tratto che abbiamo cercato di rendere anche in traduzione. L’espressione “de globo caído” è una rielaborazione di “de

capa caída” con la quale si indica, in spagnolo, una condizione sfavorevole; in italiano, abbiamo adoperato un’espressione idiomatica molto conosciuta come “a gonfie vele” modificandola con il medesimo intento ed ottenendo “a vele sgonfie”. Maravillas afferma subito dopo che mamma e papà hanno “cerrao el calcetín” e che “no hay tomate que me salve”. Nel testo di arrivo rimane il riferimento al buco ma passa dal calzino alla

289 Salvaguardare il riferimento alla corrida è fondamentale se si considera che è un motivo ricorrente nel testo.

Nel primo atto Juan, davanti agli amici, definisce, infatti, l’abito buono con camicia bianca, il suo “vestito da torero”; del resto l’impresa di trovare un lavoro equivale, per lui, ad uno scontro in arena. Successivamente, nel secondo atto Balbina paragona la buona nomea delle spagnole all’estero con la fama dei toreri e nel terzo, il crollo di Maravillas dovuto all’ubriacatura, viene apostrofato dalla nonna con l’espressione “pal arrastre” nata per riferirsi alla caduta dei tori esanimi. Infine, sempre nel terzo atto, Lolo “juega al toro” con Agustinillo ovvero insieme si divertono a simulare uno spettacolo taurino. Inoltre la musica che, a più riprese, accompagna la piéce nella sua messa in scena è il pasodoble “El Gato Montés” nel quale il protagonista è proprio un torero.

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cintura poiché nella nostra lingua si è soliti riferirsi a una situazione di ristrettezze economiche con il modismo “tirare la cinghia”.

9) Per quanto concerne la prima frase, nel metatesto, si sono semplicemente sostituite le espressioni idiomatiche “echar un cable” e “atascarse” con “dare una mano” e “incartarsi”. Nella seconda frase, invece, l’espressione “¡Mucho, cartucho!” è stata resa con “Festeggiamo e brindiamo!”; come è evidente, non abbiamo riportato né la categoria grammaticale dei termini dell’originale – da aggettivo e sostantivo si passa a verbo – né il riferimento alla semantica di “cartucho”. Una simile soluzione nasce dalla convinzione che gli elementi da preservare in traduzione siano il richiamo fonico e la funzione fatico- appellativa dell’espressione originale.

10) Nel testo di partenza il gioco di parole è dato dalla duplice natura del termine “merluza”

– a cui si allude parlando di “pescado” – di pesce costoso e di ubriacatura pesante. In italiano, abbiamo cercato di mantenere il tono comico presente nell’originale ma

anche l’allusione alla scena precedente dell’opera. Invece di tirare in ballo la sbronza abbiamo recuperato l’espressione “abboccare all’amo”. E se è vero che chi abbocca all’amo cade nella trappola dell’oste e beve a dismisura, non c’è da stupirsi se poi, uscito dall’osteria, gli altri ne vedono gli effetti.

11) Il doppio senso presente nel prototesto è legato al duplice significato che può assumere l’espressione spagnola “echar el cierre”; che, in senso letterale, indica la chiusura di una serratura mentre, in senso traslato, si riferisce all’interruzione di una attività o di un processo. Maravillas, con la sua risposta, sembra stare al gioco del suo interlocutore e risponde che “falta grasa” come se un lubrificante potesse “sbloccare” la sua condizione economica. In italiano abbiamo mantenuto lo stesso riferimento a una serratura con l’espressione metaforica “chiudere i battenti”.

12) Il gioco di parole del testo di partenza è dato dalla presenza del verbo “encontrar/se” che racchiude in sé due accezioni completamente diverse ovvero “trovare” e “sentirsi” (inteso come stato d’animo). La Nonna dice a Sebas di non stare bene e lui le risponde esortandola a guardare sotto il letto interpretando, volutamente, il verbo nella sua prima

accezione, quando la Nonna invece lo aveva adoperato con un altro significato. In italiano, stravolgendo il referente ma non il senso complessivo originale, siamo riusciti

a veicolare lo stesso effetto ironico. Anche nella nostra traduzione, infatti, il chiste si basa su un gioco di inferenze290 tra il verbo “tirare su” che viene usato in senso allegorico

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dalla Nonna – la quale non trova niente che le tiri su il morale – ma interpretato in senso letterale da Sebas, che le suggerisce di adoperare una corda.

13) Nel contesto Maravillas è in delirio di onnipotenza ed accusa gli americani di fargli concorrenza con i loro palloncini (che in realtà sono satelliti). Come già avevamo visto al punto 8, Maravillas reinterpreta le espressioni idiomatiche a suo piacimento; in questo caso, infatti, il celebre modismo “en todas partes cuecen habas” traducibile in italiano

con “tutto il mondo è paese” si trasforma in “en todas partes cuecen globos”. In traduzione, abbiamo cercato di riportare un gioco di parole simile e abbiamo

trasformato il modo di dire “essere un pallone gonfiato” in “essere dei palloncini gonfiati”. Nonostante il modismo spagnolo e italiano non siano referenzialmente identici, il senso veicolato nel complesso dall’affermazione di Maravillas è lo stesso. Nell’originale, infatti, la frase fatta si adopera in modo ironico per alludere a come ovunque si cerchi invano di imitare le prodezze del nostro personaggio; anche la frase idiomatica italiana veicola, grosso modo, la stessa impressione ovvero credersi superiori agli altri e peccare di presunzione.