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Siti di estrazione, litologia, genesi e carat teristiche litotecniche delle ―brecce calcaree a rudiste‖ (Cretaceo sommitale) di Termini Imerese

VIII edizione (2018)

2. Siti di estrazione, litologia, genesi e carat teristiche litotecniche delle ―brecce calcaree a rudiste‖ (Cretaceo sommitale) di Termini Imerese

Le cave della cittadina imerese, anticamente ubicate sul lido, alle pendici della Rocca del Castello, permettevano la coltivazione dei calcari giurassici e cretacei, ben esposti in una sezione geologica naturale4. La roccia calcarea è costituita da clasti, cioè da frammenti lapidei

preesistenti o di parti scheletriche di organismi (bioclasti) che hanno subito trasporto e sedimentazione. La taglia, è compresa tra quella di un‘arenaria e di una breccia calcarea5,

talvolta a grossi elementi (megabreccia). La cosiddetta ―Pietra di Termini‖, di solito esibisce una gradevole tonalità grigio scura, che fa contrasto con le bianche vene di calcite spatica. Il nome commerciale di ―Pietra bianca di Termini‖ era, invece, peculiare delle candide ―brecce calcaree a rudiste‖ del Cretaceo sommitale.

I calcari cretacei dei monti di Termini Imerese-Trabia sono contraddistinti dalla prevalenza di gusci fossili, da frammentari ad integri, appartenenti alle rudiste, molluschi bivalvi (o lamellibranchi)6 scomparsi con l‘estinzione in massa della fine del Mesozoico, una delle

maggiori nella storia della Terra che, secondo la teoria più accreditata, sarebbe dovuta a cause extraterrestri7. Nel Cretaceo, le rudiste popolarono più volte gliambienti marini poco

profondi delle piattaforme carbonatiche8, tropicali o subtropicali, peculiari per gli organismi

bentonici.

A luoghi, in tali brecce, tra gli elementi clastici calcarei, si riconosce una frazione più fine, con resti di organismi pelagici (cioè viventi in mare aperto), quali i radiolari9 e le spicole di

4 Cfr. A.CONTINO, Le Grotte della Rocca del Castello in Termini Imerese (Palermo), atti del 2° Seminario

Internazionale di studi sul Carsismo negli Iblei e nell‘area sud-mediterranea, 28-30 maggio 2004, Castello di Donnafugata (RG), suppl. a «Speleologia Iblea» n. 12, 2007, pp. 256-259; C.GENNARO et al., Multidisciplinary approach to define the Plio-Quaternary tectonics in the Termini Imerese Mts. (Northern central Sicily). In: Critelli S. et al.(a cura di), ―Note brevi e riassunti dell‘86° Congresso Nazionale della Società

Geologica Italiana‖ (d‘ora in poi SGI), Arcavacata di Rende (CS), 18-20 settembre 2012, Rendiconti on line SGI, vol. 21 (2012), parte 1, 170-171.

5 Formata da clasti prevalentemente angolosi di dimensioni superiori a 2 mm.

6 Organismi acquatici (marini, in subordine lacustri/palustri o fluviali), viventi mobili o

infissi/attaccati sul fondo, in genere con conchiglia a due valve, congiunte da cerniera, tenute unite da un apparato muscolare complesso, cfr. P.BOUCHET et al.,Nomenclator of bivalve families and classification of bivalve families, «Malacologia», 2010, vol. 52, pp. 1-184. Sui rudistidi, cfr. P. W. SKELTON, Rudist

classification for the revised Bivalvia volumes of the „Treatise on Invertebrate Paleontology‟, «Caribbean Journal of Earth Science», vol. 45, 2013, pp. 9-33.

7 Cfr. L.W.ALVAREZ et al., Extraterrestrial cause for the Cretaceous–Tertiary extinction, «Science», 1980, 208,

pp. 1095–1108.

8Ampie estensioni sub-pianeggianti (10-100 km) di ambienti marini caldi e poco profondi, in gran

parte legati alla proliferazione di numerosi organismi biocostruttori.

9 Protozoi (organismi marini unicellulari generalmente microscopici), a guscio siliceo, costituenti

spugne10. I fossili di mare basso, sotto forma di bioclasti, o inglobati negli elementi costituenti

le brecce, subirono trasporto e risedimentazione, mescolandosi ai resti di organismi pelagici, in un ambiente marino molto più profondo. I materiali detritici, più o meno grossolani, provenienti dalla piattaforma carbonatica, scivolavano accumulandosi al piede della scarpata sottomarina11 che si apriva in direzione del mare aperto. Questi depositi furono sottoposti a

modificazioni, sia di natura fisica (ad es. la compattazione dovuta al carico dei sedimenti sovrastanti), che chimica (ad es. la cementazione), che prendono il nome di diagenesi. Tali processi, attivatisi simultaneamente alla deposizione (diagenesi precoce), si incrementarono con il successivo carico prodotto da ulteriori apporti sedimentari (diagenesi tardiva). In tal modo, da un originario sedimento calcareo detritico, più o meno grossolano, privo di legante naturale, si giunse ad una roccia calcarea coerente.

Le predette ―brecce calcaree a rudiste‖ sono intercalate nei depositi di ambiente pelagico, tipici di un ambiente di scarpata e di bacino: l‘antico dominio paleogeografico Imerese12. Il

contiguo dominio di piattaforma carbonatica Panormide13 costituiva l‘area sorgente del

materiale risedimentato, legato agli aprons carbonatici, veri e propri flussi sottomarini di sedimenti (fanghi, sabbie e brecce), che si dipartivano da una zona di alimentazione continua e di estensione lineare o areale14. Nella successione Imerese, i livelli calcarei cretacei della

parte sommitale della formazione Crisanti15 appartengono al «membro delle brecce a

rudiste», e costituisconoun corpo pluridecametrico, dotato di una buona continuità laterale (che permette di correlarlo a distanza), addizionato all‘interno di una successione di rocce prevalentemente silicee (marne a radiolari, radiolariti16, diaspri e calcari silicei). Si tratta di

10 Elementi scheletrici sciolti delle spugne (invertebrati primitivi a forma di sacco, costituiti da

semplici tessuti gelatinosi, senza veri e propri organi, dotati di scheletro interno, corneo, calcareo o siliceo).

11 Zona ad elevata pendenza, delimitata a valle da una rottura di pendio ad andamento concavo (di

raccordo con la sottostante piana sottomarina).

12 La denominazione deriva dai monti di Termini Imerese dove è esposta la successione caratteristica. 13 Dai monti di Palermo, dove affiorano le successioni tipiche.

14 Dall‘inglese apron ‗grembiule‘, cfr. H.T.MULLINS,H.E.COOK, Carbonate apron models: alternatives to

the sub marine fan model for paleoenviromental analysis and hydrocarbon exploration, «Sedimentary Geology», vol.

48, 1986, pp. 37-79.

15 La formazione (d‘ora in poi fm.), unità litostratigrafica fondamentale, è un corpo roccioso

distinguibile/delimitabile (cartografabile) dagli adiacenti, per omogeneità litologica o per la combinazione di tipi litologici (che si alternano uniformemente), avente una precisa collocazione stratigrafica ed un‘ampia estensione areale. La fm. Crisanti è divisa (dal basso verso l‘alto) in quattro unità di rango inferiore (membri): a) radiolaritico (radiolariti alternate ad argilliti silicee del Giurassico inf.-medio); b) delle brecce ad Ellipsactinia (brecce ed arenarie calcaree ad elementi di piattaforma, del Giurassico sommitale); c) marnoso-spongolitico (marne e calcari marnosi rossastri a radiolari, spicole di spugne e foraminiferi, diaspri, ed intercalazioni di arenarie calcaree, del Cretaceo inf. p. p.); d) delle

brecce a Rudiste (Cretaceo sup.), cfr. R.CATALANO et al.,Note illustrative della Carta Geologica d‟Italia alla scala 1:50000 del foglio 609-596 “Termini Imerese”-“Capo Plaia”. Progetto CARG, ISPRA, Servizio

Geologico d‘Italia, Dipartimento di Geologia e Geodesia dell‘Università degli Studi di Palermo, 2013, pp. 82-87.

16 Rocce sedimentarie silicee di ambiente marino, ben stratificate, compatte e tenaci, opache o

livelli risedimentati bioclastici e banchi di brecce, costituiti da clasti, da spigolosi a sub- arrotondati, in prevalenza calcarei e, subordinatamente, silicei. Gli elementi carbonatici contengono una fauna fossile, tipica di ambienti marini poco profondi, costituita da rudistidi, echinodermi17, foraminiferi18 bentonici (orbitolinidi19, mentre nei livelli più alti vi sono

orbitoididi20), e da una flora ad alghe calcaree21. Gli spazi tra i clasti, sono riempiti da un

sedimento calcareo fine con resti di organismi pelagici, spesso a scheletro siliceo, quali radiolari e spicole di spugne.

Le rocce sedimentarie della successione Imerese, coinvolte nella tettonica compressiva del Cenozoico (Miocene inferiore), furono sradicate dal loro originario substrato, andando a costituire dei grandi corpi rocciosi che furono traslati per centinaia di chilometri, piegati, fagliati ed accavallati, sino ad essere inglobati in un segmento della catena siciliana, i monti di Termini Imerese-Trabia.

Nella sezione naturale di Termini Imerese (Fig. 2), in seno alla fm. Crisanti, contrariamente ai siti circonvicini, manca il cosiddetto «membro marnoso-spongolitico» costituito da marne silicee rossastre, diaspri, e subordinate intercalazioni calcaree, che risulta sostituito da livelli temporalmente all‘incirca equivalenti dati da calcari bioclastici e brecce a rudiste (famiglia Requienidi) con intercalazioni di marne verdastre.

Il sovrastante «membro delle brecce a rudiste», è dato da due corpi carbonatici separati da una superficie di non deposizione, marcata da un crostone ferro-manganesifero. Quest‘ultimo, potrebbe avere un legame con la grande trasgressione22 del Cretaceo sup.

(Turoniano inf.) che annegò le piattaforme riducendo drasticamente la sedimentazione nei bacini sedimentari23. L‘orizzonte inferiore, costituito da calcari brecciati (con clasti silicei

nerastri) o bioclastici grigiastri, in grossi banchi, mostra abbondanti resti fossili di molluschi bivalvi (rudistidi), gasteropodi24, echinodermi (crinoidi), alghe calcaree, coralli, foraminiferi

bentonici (orbitolinidi), che lo fanno datare al passaggio tra Cretaceo inf. e sup. (Albiano- Cenomaniano)25.

L‘orizzonte superiore, invece, è dato da calcari biancastri bioclastici, ben stratificati, con intercalazioni di calcari brecciati con clasti silicei. I livelli bioclastici si alternano o si intercalano a marne verdastre e, verso l‘alto, a calcari marnosi biancastri, con grana finissima.

17 Animali marini provvisti di placche calcaree (endoscheletro calcareo) o di spine, aculei e radìoli, calcarei

o cornei. Le placche sono fisse nei ricci di mare (echinoidi), mobili o articolate in alcune stelle di mare (asteroidi), isolate nei cetrioli di mare (oloturoidi), mentre i crinoidi, vivono oggi fissati al fondo.

18 Protozoi prevalentemente marini, bentonici o planctonici, a guscio calcareo, arenaceo, siliceo e

pseudo-corneo.

19 Grandi foraminiferi bentonici, a guscio calcareo imperforato, di forma discoidale conica o concavo-

convessa e struttura interna complessa.

20 Grandi foraminiferi bentonici, a guscio calcareo perforato, di forma discoidale e struttura interna

complessa.

21 Alghe totalmente e/o parzialmente calcificate, caratteristiche di un ambiente a bassa energia. 22 Spostamento della linea di costa verso terra, indicata dalla migrazione dei depositi litoranei.

23 Cfr. J.M.HANCOCK,E.G.KAUFFMAN, The great transgression of the late Cretaceous, «Journal of Geological

Society of London», vol. 136, 1979, pp. 175-186.

24 Molluschi acquatici (marini, lacustri e fluviali) o terrestri (polmonati), privi di simmetria bilaterale,

con ampio piede e capo ben distinto, tentacoli retrattili, organi visivi ed escretori.

Queste rocce, datano alla sommità del Cretaceo (Campaniano-Maastrichtiano), come attestano i resti fossili di bivalvi (rudistidi), nonché foraminiferi bentonici26 e planctonici27.

La roccia, per la sue discrete caratteristiche fisico-meccaniche che ne consentono il taglio e la lavorabilità, nonché per la sua relativa durevolezza, si presta particolarmente ad essere impiegata come elemento decorativo per esterni, anche in strutture monumentali (ad es. portali). Livelli campionati, analoghi ai materiali lapidei decorativi, osservati in sezione sottile al microscopio28 esibiscono un calcare bioclastico costituito per oltre il 90% da elementi

calcitici organogeni, orientati parallelamente alle superfici di strato, allungati o rotondeggianti, prevalentemente di rudistidi della famiglia dei radiolitidi29, che dominarono i

mari poco profondi del Cretaceo sup. In subordine, vi sono i resti fossili di foraminiferi bentonici (orbitoididi) e di echinodermi. La taglia è compresa tra quella di un‘arenaria (biocalcarenite spatica) o di una brecciola.