• Non ci sono risultati.

1 Evoluzione storica

Il sistema finanziario islamico ha un volume d’affari che presenta tassi di crescita tra i più interessanti dell’intero mondo economico. L’ultima grande crisi finanziaria che ha messo in ginocchio gran parte delle istituzioni finanziarie occidentali sembra non avere colpito la Finanza Islamica.

Secondo i dati riportati dall’IFSB37 nel “Islamic Financial Services Industry Stability Report

2018”, l’industria finanziaria basata sulle regole coraniche mostra tassi di crescita year-

on-year del 11% e del 6% nel quinquennio 2012-201738, muovendo un volume di 2.4

trilioni di dollari americani in assets in 56 paesi, ma con le maggiori concentrazioni in quelli del Medio Oriente e del Sud-Est asiatico. Primi tra tutti l’Iran, l’Arabia Saudita e la Malesia.

Il settore finanziario è caratterizzato da tre segmenti principali: le banche, i mercati finanziari e i takaful (le assicurazioni islamiche). Sicuramente chi fa da padrone, in

37 Islamic Financial Services Board ha sede in Malesia ed è costituito da 187 membri, tra cui la World Bank e il Fondo Monetario Internazionale. L'organizzazione promuove e migliora la solidità e la stabilità del settore dei servizi finanziari islamici emettendo standard prudenziali globali e principi guida per il settore.

38 Si segnala che gli anni 2017-2018 hanno riportato dei rallentamenti a causa del crollo del prezzo del petrolio e la crescita annua si attesta attorno al 5% secondo l’Islamic Finance Outlook 2018 di S&P

termini strutturali e di masse gestite, è il sistema bancario; infatti, nonostante una leggera contrazione nell’ultimo biennio, circa il 71% del volume dell’intero IFSI39 è

imputabile alle banche islamiche e alle “windows” degli istituti tradizionali dedicate alla vendita di prodotti conformi la Shari’ah.

Il sistema bancario islamico presenta una storia recente rispetto agli oltre 500 anni del sistema occidentale, legata al XX secolo. Alcuni studiosi fanno risalire le prime esperienze all’India degli anni ’30 dove la minoranza musulmana di contadini era indebitata con usurai Hindu; o alla Malesia degli anni ’40. Tuttavia, entrambe le sperimentazioni non ebbero continuità e si arenarono.40

Ufficialmente la paternità della banca islamica viene attribuita ad Ahmed El-Nagar che nel 1963 creò la Mit-Ghamr Savings Bank nell’omonimo villaggio di agricoltori sito nel delta del Nilo. Il fondatore, nel delineare le peculiarità dell’istituto, si rifece all’esperienza delle banche cooperative tedesche con l’obiettivo di concedere alla popolazione locale piccoli prestiti a scopo produttivo sulla base del principio del profit-

loss sharing. (Biancone P. P., 2012) Nonostante il successo che ebbe in termini di

volumi, il progetto fallì a causa dell’instabilità politica ed economica egiziana. Tuttavia l’idea non andò persa e nel 1971-72 venne fondata la Nasser Social Bank che divenne il punto di riferimento del modello di banca interest-free per gli operatori di fede musulmana sparsi nel mondo. (Schoon, 2016)

L’input decisivo si ebbe con la guerra arabo-israeliana del 1973 e il conseguente shock petrolifero che portarono enormi entrate di capitali dagli importatori occidentali. L’anno chiave fu il 1975 quando divenne operativa l’Islamic Development Bank, nata durante una conferenza dell’Organization of the Islamic Cooperation41 (Oic) con

l’obiettivo primario dello sviluppo economico e sociale di tutte le comunità musulmane in conformità ai dettami della Shari’ah. (Hamaui & Mauri, 2008)

39 Islamic Financial Services Industry

40https://www.islamicfinance.com/2015/02/an-overview-of-the-history-of-islamic- finance/#Emergence_in_India_during_the_1930s

41 Organizzazione internazionale con delegazione permanente presso le Nazioni Unite. Rappresenta 57 paesi dell'Europa, Vicino Oriente, Medio Oriente, America Meridionale, Africa, Asia Centrale e del Subcontinente indiano. Ha come finalità la salvaguardia degli interessi e lo sviluppo delle popolazioni musulmane nel mondo.

Sistema bancario islamico Il decennio degli anni ’80 è considerato il vero boom della banca islamica in quanto essa si diffuse con molta rapidità in tutto il mondo islamico e non solo. Infatti, venne fondata la Bank Islam Malaysia, vera testa di ponte per la penetrazione in Asia. L’esperienza asiatica ebbe un tale successo che alcuni stati (Pakistan e Sudan) arrivarono ad “islamizzare” l’intero sistema bancario.

La Deutsche Bank fu il primo istituto tradizionale occidentale a riconoscere il potenziale di questo nuovo mercato implementando una strategia di apertura delle cosiddette “Islamic windows” in tutti gli stati del Golfo e del Sud-Est asiatico. Più recentemente, attorno agli anni 2000, anche l’Occidente è stato influenzato dal fenomeno islamico, in particolare gli Stati Uniti d’America con la American Finance House LARIBA e, in Europa, l’Inghilterra è il paese che presenta il sistema finanziario coranico più avanzato.

Spesso è stato portato all’attenzione come la Shari’ah, e conseguentemente la Finanza Islamica, non essendo confinata all’interno di un singolo paese ma abbracciando l’intero mondo musulmano, è caratterizzata da varie scuole di pensiero spesso contrapposte. A tal motivo a partire dai primi anni ’90, per arginare la divergenza di opinioni delle scuole coraniche, si è reso necessario definire in maniera chiara ed inequivocabile una regolamentazione delle istituzioni finanziarie islamiche. Sono stati così costituiti una serie di organi preposti a fornire linee guida interpretative comuni e standard sector: (Alvaro, 2014) (Gomel, 2010)

• l’Accounting and Auditing Organization for Islamic Financial Institutions (AAOIFI), sito in Bahrain, svolge il ruolo di armonizzare le norme in materia di governance e contabili.

• International Islamic Financial Market (IIFM) è finalizzato alla crescita dell’industria finanziaria coranica, promuovendo e migliorando i prodotti offerti Shari’ah compliant. Localizzato in Bahrain.

• Islamic Financial Service Board (IFSB), ha sede in Malesia e si caratterizza per migliorare la stabilità e solidità del settore finanziario islamico nella sua totalità emettendo standard prudenziali.