• Non ci sono risultati.

6 Prodotti bancari islamici versus prodotti bancari tradizionali

bancari tradizionali

Dall’esposizione delle numerose varianti di tipologie contrattuali che la banca islamica offre e sfrutta nell’ambito della sua operatività ordinaria, appare chiaro come i rischi affrontati presentino una diversa articolazione rispetto a quelli di un istituto tradizionale occidentale. In maniera particolare la banca islamica affronta un sensibile maggior rischio operativo piuttosto che finanziario.

La Tabella III-3 rappresenta una schematizzazione delle divergenze riguardo i contratti di raccolta e traspare come in ambito islamico i depositanti titolari di conti d’investimento individuano una categoria di soggetti completamente differente all’ambito occidentale. All’interno dell’istituto bancario assumono il ruolo di partecipanti al rischio d’impresa con proventi eventuali e derivanti dalle performance che l’ente depositario riesce a conseguire.

Tabella III-3 Tabella riassuntiva contratti di raccolta

Banca Islamica Banca Tradizionale Garanzia • Conto corrente • Conto d’investimento Sì No Sì No Rendimento • Conto corrente • Conto d’investimento Assente. Né certo né garantito. Certo e garantito. Determinazione del rendimento

Deriva dalla performance reddituale dell’istituto, dal ritorno degli investimenti e dalle perdite incorse.

Non dipende dall’andamento dell’istituto.

Principio di condivisione

profitti e perdite Presente Non adottabile.

Utilizzo di garanzie da parte della banca

Usualmente non previsto nelle operazioni a carattere Profit & Loss sharing. Possono esserci eccezioni per limitare l’azzardo morale.

Sì sempre.

Fonte: adattamento da Porzio (2009).

In relazione alla seconda classe di depositanti, ossia i clienti titolari di conti correnti con fini transattivi, non si evidenziano profonde divergenze tra il mondo islamico e quello occidentale. Appunto, i conti correnti in ambito islamico, essendo risk free e non garantendo alcun tipo di rendimento, si avvicinano alle normative di certi

Sistema bancario islamico ordinamenti occidentali59 che non prevedono la corresponsione di interessi attivi per

i titolari di depositi a vista. Se la banca islamica presenta un’esposizione inferiore ai rischi rispetto ad una occidentale, in maniera opposta si pone il tema della garanzia al rimborso. Sull’argomento influisce negativamente la posizione di numerosi esperti di legge islamica che reputano i sistemi di assicurazione sui depositi non conformi ai dettami coranici. Specialmente appare violato il principio di condivisione poiché il depositante vedrebbe attenuarsi la sua parte di ripartizione del rischio. (Porzio, 2009) Un cenno va fatto a riguardo le carte di credito. Alle banche islamiche è permesso emetterle sotto la condizione che il loro utilizzo sia destinato solo ed esclusivamente all’acquisto di beni/servizi non haram. Inoltre, al cliente non si potrà imputare nessun costo extra nel caso si riscontri un pagamento tardivo; allo stesso modo è escluso il rincaro di commissioni per il ritiro di contanti tramite carta. (Russo, 2014)

Un ulteriore elemento, non comune ai due sistemi bancari e allo stesso tempo rappresentante il pilastro portante della finanza islamica, è il più volte citato principio del profit and loss sharing.

Tra i contratti partecipativi che più rispondono ai dettami shariatici, il musharakah e il

mudarabah, faticano a trovare una diretta applicabilità in un ambiente bancario

occidentale anche se un’analisi superficiale potrebbe assimilarli alle operazioni di corporate banking o private equity.

Tuttavia, essi vanno inquadrati nell’ottica della giurisprudenza islamica dove la banca non concede un semplice finanziamento, ma partecipa in maniera attiva in vere e proprie attività d’impresa secondo lo schema PLS che comporta specifici vantaggi/svantaggia tanto micro quanto macroeconomici (Tabella III-4).

Il sistema bancario islamico sembra essere più stabile e con una minor tendenza al rischio sistemico in virtù della non corresponsione di interessi, ma bensì di utili, permettendo che un debitore inadempiente o in default non sia condizione di un mancato impegno della banca verso gli altri depositanti.

59 Esempio è la Francia dove dal 1969 al 2002 è stata in vigore una norma che vietava il pagamento di interessi su questa tipologia di depositi.

Tabella III-4 Tabella riassuntiva Pro e Contro PLS

Caratteristica Vantaggio Svantaggio

Rischio sistemico

Incremento stabilità ed elasticità del sistema economico.

Ripartizione non efficiente dei rischi.

Legame intercorrente tra sistema economico e quello

finanziario

Il principio della condivisione di perdite e profitto ha un effetto positivo sull’efficienza del sistema economico.

La moneta è utilizzabile sono con finalità transattive.

Mobilizzazione del risparmio

Incremento della trasparenza sulle informazioni contabili.

Possibile inefficiente ridistribuzione del risparmio causata dalla propensione verso forme improduttive (es. immobili o beni rifugio).

Funzione di allocazione delle risorse

Propensione a contratti partecipativi equity-based.

Rigidità nella definizione della struttura finanziaria ottimale. Non si prevede la copertura dei rischi finanziari.

Interventi di politica monetaria

Problemi di gestione della politica monetaria a causa di un’economia senza strumenti di debito.

Fonte: adattamento da Porzio (2009).

Nondimeno espone il fianco a critiche in alcune fasi del processo di intermediazione, soprattutto riguardo le possibilità di finanziamenti alle imprese che risultano frenate dalla stessa operatività che tipicizza la banca islamica. Esempi sono l’insieme degli strumenti deputati alla gestione della struttura finanziaria e alla copertura dei rischi che risultano non Shari’ah compliant. Ancora, i crediti commerciali non sono gestibili poiché manca totalmente una classe di contratti ad hoc dedicati, poiché il contratto di

murabahah e di salam fanno fronte solamente all’ottenimento di fattori produttivi.

Secondo il professore C. Porzio ci sono aspetti vitali che vanno migliorati (Porzio, 2009, p. 103):

• Gli strumenti di raccolta sembrano essere destinati ad una clientela con elevata disponibilità economica; c’è la necessità di allargare il bacino d’utenza

Sistema bancario islamico ampliando la platea della clientela retail offrendo prodotti a medio-lungo termine. In particolare, prodotti d’investimento in ottica post-lavorativa. • Non è presente alcuna comunicazione rivolta ad operatori di private equity

e venture capital per sostenere l’assistenza finanziaria alle imprese durante i successivi stadi di sviluppo.

• Assenza di strumenti che reagiscano alla richiesta sempre maggiore di investimenti a lungo termine.

Nonostante l’interesse che il mondo bancario islamico sta ricevendo per i prospettivi tassi di crescita e, soprattutto, come sistema etico in risposta all’ultima grande crisi internazionale del 2007, sono ancora numerosi gli interrogativi rimasti. Tra le domande senza risposte, ricorre spesso il tema della corporate governance poiché la tutela degli interessi di tutti stakeholders è uno dei pilastri dell’eticità degli intermediari islamici, espressamente sancito dai principi religiosi alla base della loro operatività. A riguardo è doveroso portare ad esempio i clienti che sulla base del contratto mudarabah sottoscrivono conti d’investimento e condividono il rischio derivante dall’attività bancaria, senza però avere il potere d’intervento sui rischi che l’istituto assume o sulla gestione degli investimenti. La paura ricorrente è che la banca possa agire in maniera spregiudicata (moral hazard) prendendo rischi eccessivi, per poi “scaricarli” sui depositanti che tipicamente si configurano come investitori non propensi al rischio. Siccome non ci sono precise e universali indicazioni, ogni autorità nazionale ha operato singolarmente trovando soluzioni diverse. In Occidente una risposta efficace viene dall’Inghilterra, che maggiormente è coinvolta nel settore finanziario islamico, dove in seguito al verificarsi di una perdita, è garantito al depositante la possibilità di rinunciare alla protezione per non venire così meno ai propri dogmi religiosi. (Hamaui & Mauri, 2009)

Secondo Hamaui60 e Mauri61, tra i più autorevoli esperti italiani in materia, uno scoglio

per le banche islamiche è lo stesso Board di esperti di legge coranica che affianca il

60 Rony Hamaui è amministratore delegato di Mediofactoring, società del gruppo Intesa SanPaolo. Ha insegnato Economia Monetaria Internazionale nelle Università Bocconi e Cattolica.

61 Marco Mauri è responsabile degli investimenti Shari’ah compliant nei mercati finanziari nell’Unicorn Investment Bank, banca d’investimento islamica in Bahrain, e socio fondatore di Assaif.

management nelle decisioni sensibili di non essere Shari’ah compliant: “…la presenza

dello Shari’ah Board costituisce una questione delicata. La mancanza di omogeneità nell’emissione delle fatàwa ha talvolta rappresentato un elemento in grado di condizionare la competitività di una banca poiché un medesimo prodotto poteva essere accettato dal Board di una banca ma non da quello di un’altra. […] Un altro aspetto legato alla presenza dello Shari’ah Board è il rischio di conflitto d’interessi. Infatti molti esperti fanno parte di molteplici Boards di società anche in competizione tra loro, ponendo problemi di trasparenza.” (Hamaui & Mauri, 2009, p. 108)

Il sistema bancario coranico sarà in grado di esprimere appieno il proprio potenziale quando il mercato interbancario Shari’ah compliant avrà raggiunto dei livelli di efficienza e liquidità in grado di competere con il sistema tradizionale, riuscendo così a proporsi come finanziatore competitivo per il settore industriale.

I

L MERCATO FINANZIARIO ISLAMICO

E I PRODOTTI NON BANCARI