• Non ci sono risultati.

F ABBISOGNO DI TRATTAMENTO / SMALTIMENTO NELLA P ROVINCIA PER IL FLUSSO DI RIFIUTI

5 DOMANDA E OFFERTA DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI PISA.33

5.5 F ABBISOGNO DI TRATTAMENTO / SMALTIMENTO NELLA P ROVINCIA PER IL FLUSSO DI RIFIUTI

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. I Parte - pag 46

5.5 Fabbisogno di trattamento/smaltimento nella Provincia per il flusso di rifiuti

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. I Parte - pag 47

principalmente da rifiuti combustibili di provenienza extraprovinciale trattati negli impianti di selezione localizzati nella Provincia di Pisa.

- Il suddetto fabbisogno, tradotto in termini di fabbisogno nominale di termovalorizzazione, diventa42 circa 50.000 t/a corrispondenti a circa 160 t/die.

La domanda potenziale di utilizzazione energetica del CDR ottenuto dai Rifiuti Speciali potrà essere soddisfatta, in tutto o in parte, mediante l’adeguamento dell’offerta impiantistica degli impianti esistenti ovvero in impianti di co-combustione di tipo industriale.

5) Discarica (nell’ipotesi di realizzazione degli impianti per CDR e di termovalorizzazione):

- 100.000 t/a: SCL + Monopoli di Stato - 175.000 t/a: altri rifiuti43

6) Spandimento sul suolo di fanghi:

In base alle autorizzazioni fornite dalla Provincia relative allo spandimento sul suolo di fanghi, risulta che le superfici autorizzate per tale attività ammontano a:

- 604,33 ettari

con una quantità conferita nel ‘99 di 11.320 tonnellate di fango tal quale e di 26.358 tonnellate nel 2000 con una media di quasi 19.000 tonnellate di fango all’anno.

Di seguito si fornisce la tabella riepilogativa del fabbisogno di trattamento/smaltimento in Provincia di PISA.

Tabella riepilogativa del trattamento di rifiuti (t/a) Trattamento Fabbisogno di

discarica44 Trattamento

offerto Deficit di

trattamento45 Fabbisogno di spandimento sul suolo

Termocombustione 37.20046 42.800

Depurazione 632.000 - 388.000

Inertizzazione 265.000 - 105.000

Recupero 1.247.00047

Discarica 175.00048

Spandimento 40.00049

42 Come per tutti gli impianti il dimensionamento deve essere effettuato sulla capacità effettiva e non nominale; si considera come effettivo un funzionamento di 7.500 ore/anno pari a circa 310 giorni con funzionamento in continuo (24 ore). Tale valore corrisponde ad un fattore di utilizzazione pari all’85% (rispetto, cioè, alla potenzialità nominale). .

43 Comprese le scorie inertizzate di termovalorizzazione e mantenendo le ipotesi di provenienza extra-provinciale così come delineate nei paragrafi precedenti.

44 Con esclusione del fabbisogno di SCL e Monopoli le cui discariche, agli attuali ritmi di produzione rifiuti, garantiscono uno smaltimento rispettivamente per 6 e 10 anni.

45 I valori negativi del deficit indicano un surplus di offerta

46 Vedere precedenti note per la valutazione di tale offerta.

47 Valore minimo dichiarato in base agli art. 33. Il valore effettivamente recuperato è di ca. 180.000 t/anno.

48 Ipotizzando che nessun fango conciario vada in discarica e che non vi siano flussi di rifiuti extra provinciali smaltiti direttamente in discarica.. 49

Questo valore, relativo a fanghi potenzialmente spandibili (fermo restando il rispetto dei requisiti di legge), comprende parte dei fanghi dei depuratori (GEA, ASC) e parte dei fanghi conciari esenti da Cromo.

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. I Parte - pag 48

In linea generale, considerata la stima della situazione dei flussi di rifiuti speciali e il fabbisogno di trattamento/smaltimento in Provincia di Pisa, che evidenziano una situazione di eccedenza di offerta di trattamento dei rifiuti speciali rispetto alla domanda interna proveniente dalle attività produttive presenti nel territorio provinciale, al fine di non incrementare il carico ambientale attualmente generato dalle attività di smaltimento e trattamento dei rifiuti, il Piano non prevede la realizzazione di nuovi impianti o il potenziamento di quelli esistenti. Solo nel caso in cui si originassero nuovi consistenti flussi di rifiuti derivanti da attività produttive del territorio provinciale che non trovino possibilità di smaltimento negli impianti esistenti, si potrà consentire la localizzazione di nuovi impianti; l’autorizzazione di nuovi impianti sarà altresì possibile allorquando si proponessero tecnologie di trattamento e/o smaltimento innovative tali da contenere a livelli minimali e non significativi gli effetti sull’ambiente e sul territorio.

Nel caso di procedure autorizzative già avviate al momento della approvazione da parte della Giunta della bozza di piano, l’accertata sovraofferta del trattamento/smaltimento rispetto alla domanda interna, rappresenta esclusivamente uno degli elementi di valutazione ai fini autorizzativi.

PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI, ANCHE PERICOLOSI

II PARTE

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 49

6 INDICAZIONE DEGLI INTERVENTI PIÙ IDONEI PER LA RIDUZIONE DELLA QUANTITÀ E PERICOLOSITÀ DEI RIFIUTI SPECIALI

L’attuazione di una strategia per la riduzione della produzione e il massimo recupero dei rifiuti speciali ha bisogno di un programma di interventi che definisca le azioni di breve, medio e lungo termine.

Dato che le finalità generali del presente studio prevedono che questo strumento sia funzionale alla promozione, diffusione e incentivazione dei sistemi innovativi di gestione ambientale d’impresa, è stato ritenuto opportuno indicare possibili interventi che, inquadrati in una congrua dimensione programmatoria, possano costituire uno schema di orientamento delle opzioni istituzionali.

Le azioni proposte sono state eleborate in coerente relazione con:

• gli esiti conoscitivi derivanti dagli studi di settore che hanno reso possibile la definizione di criteri ed indirizzi della pianificazione in materia di rifiuti speciali anche pericolosi;

• gli indirizzi, gli obiettivi specifici ed i criteri prescrittivi eventualmente identificati nel Piano (criteri per la localizzazione delle aree idonee e non idonee per nuovi impianti; criteri minimi di progettazione, gestione e monitoraggio dei medesimi impianti, divieti e/o prescrizioni in materia di gestione di particolari flussi di rifiuti, ecc.);

• l’ottimale dimensionamento (perseguito nel Piano) dei processi, delle tecnologie e delle infrastrutture identificate come necessarie a garantire la gestione dei rifiuti speciali, secondo le logiche delle maggiore specializzazione e prossimità impiantistica rispetto alle tipologie prevalenti di rifiuti speciali prodotti sul territorio.

Infine, oltre che ai progetti di innovazione tecnologica sui processi già sperimentati ed eventualmente sviluppati su scala industriale nell’ambito di specifici programmi (Life, Thermie, ecc.) il riferimento è a tutte le esperienze di applicazioni di tecnologie di riduzione, innocuizzazione, inertizzazione, detossificazione e trattamento in genere dei rifiuti speciali (sia allo stato solido che liquido), per le quali si possa ritenere conclusa la fase della sperimentazione e attendibile l’introduzione reale in processi su scala industriale.

Si è scelto di denominare l’insieme degli interventi proposti come “Programma di azioni positive”, in coerenza con gli strumenti previsti per l’attuazione dell’Agenda XXI, che rappresenta un punto obbligato di riferimento metodologico per la diffusione di percorsi attuabili di riconversione ecologica delle attività produttive.

Ogni singolo intervento del Programma viene descritto in una scheda operativa nella quale si specificano le caratteristiche del progetto da implementare, le linee

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 50

guida per la sua esecuzione, le questioni ambientali che si intendono risolvere, i soggetti da coinvolgere e le eventuali le risorse necessarie.

Le schede numerate dalla n.1 alla n.4 riguardano linee guida e azioni di tipo trasversale o generale, oppure che possono riguardare un progetto particolarmente innovativo, come ad esempio l’intervento sui sistemi di gestione ambientale dei distretti industriali.

Le schede che seguono la n.4 sono invece finalizzate ad indicare come prioritarie una serie di linee guida applicabili alle singole unità produttive, in relazione al settore produttivo esaminato e alle nuove soluzioni tecnologiche ed organizzative che possono avere come obiettivo la riduzione della produzione di rifiuti.

Le iniziative presenti nelle schede potranno costituire l’oggetto di specifici accordi volontari di eccellenza ambientale da definire con singole aziende o comparti produttivi e/o le associazioni economiche e sindacali di categoria.

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 51

PROVINCIA DI PISA

PIANO DI AZIONE PER LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI

SCHEDA OPERATIVA N° 1 TITOLO DELL’AZIONE

Promozione e assistenza tecnica alle imprese per la diffusione delle innovazioni tecnologiche ed organizzative finalizzate alla riduzione della produzione di rifiuti DESCRIZIONE GENERALE

L’obiettivo di questa azione è di superare il concetto di politiche pubbliche di gestione delle problematiche ambientali basate sul “comando e controllo”, instaurando invece un rapporto con il mondo delle imprese volto alla collaborazione reciproca e finalizzato al raggiungimento di concreti obiettivi di miglioramento ambientale.

A tal scopo l’ente pubblico può istituire un servizio informativo e di assistenza tecnica al quale gli imprenditori potranno rivolgersi per ottenere tutte le notizie utili relative all’applicazione della normativa ambientale, delle tecnologie più pulite per ridurre la produzione dei rifiuti, dei sistemi di gestione ambientale.

Per la natura delle funzioni di documentazione, orientamento alle imprese e divulgazione di informazioni tecniche, tale servizio potrebbe costituire oggetto privilegiato delle attività programmate nell’ambito dell’Osservatorio provinciale sulla gestione dei rifiuti costituito a norma della L.93/2001 e operante presso l’Amministrazione provinciale dal Maggio 2002.

LINEE GUIDA PER L’ATTUAZIONE

Attraverso l’istituzione di tale centro informativo, l’Ente pubblico fornisce un servizio informativo e di assistenza tecnica in materia ambientale particolarmente utile per diffondere una nuova filosofia gestionale dell’impresa: ridurre lo spreco delle risorse naturali, razionalizzare l’uso industriale dell’acqua o dell’energia, diminuire la quantità di rifiuti generati, migliorare la qualità degli scarichi, ridurre le emissioni in atmosfera, sono tutti accorgimenti ormai indispensabili che in effetti possono diventare un ottimo fiore all’occhiello nell’ipotesi di rilancio dell’immagine dell’azienda o di una nuova localizzazione industriale. Il centro informativo potrà inoltre collegare la consulenza tecnica alla diffusione di informazioni sulle possibilità di finanziamento e accesso al credito per introdurre tali soluzioni tecnologiche nei cicli produttivi.

Attraverso il centro informativo, verranno messi a disposizione delle aziende dei tecnici che potranno fornire soluzioni personalizzate agli imprenditori disponibili a rinnovare i propri impianti o utilizzare sistemi di gestione che riducano la

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 52

produzione di rifiuti.

Il servizio di assistenza alle imprese si baserà sulle informazioni già disponibili presso diversi Enti (ARPAT, ARRR; Associazioni di categoria e loro enti di promozione (es. EuroBic); università ed altri istituti di ricerca (es. Cesvit, CNR ecc.), società di servizi pubbliche e private) ed organizzate nella banca dati sulle soluzioni tecnologiche che i settori caratteristici del territorio regionale possono utilizzare per migliorare le proprie prestazioni ambientali. Attraverso i dati disponibili sulla tecnologia e sulle implicazioni economiche ed ambientali, l’azienda potrà valutare l’ipotesi di studiare l’applicabilità di ciascuna tecnologia nel proprio impianto produttivo.

Tra le proposte che il centro informativo formulerà agli imprenditori vi sarà anche quella dello sfruttamento dei marchi di qualità ambientale di cui fregiarsi a buon diritto, una volta attivate le tecnologie più pulite nei cicli produttivi. E’ infatti possibile che le aziende che sono già presenti in Provincia o che si vogliono localizzare nelle aree industriali in via di sviluppo, introducano un sistema di gestione ambientale interno che potrà essere oggetto di una certificazione.

Altro ambito su cui applicare le funzioni di promozione, divulgazione e informazione dovrà essere quello relativo alla nuova normativa IPCC e del nuovo regolamento comunitario EMAS II (Reg. CE n.761/2001) così come a qualunque altro strumento volontario di valutazione ambientale strategica (VAS).

SOGGETTI COINVOLGIBILI

Osservatorio provinciale sulla gestione dei rifiuti (soggetto attuatore) Regione Toscana

Province

ARPA e ARRR

Camere di Commercio,

società di servizi afferenti al sistema delle associazioni economiche d’impresa Università e istituti di ricerca nel settore delle Best Avalaible Techniques RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE

La diffusione delle tecnologie più pulite nella Provincia può favorire un miglioramento della prestazione ambientale delle attività produttive, sia dal punto di vista della razionalizzazione e riduzione delle risorse naturali immesse nel ciclo produttivo, che dal punto di vista della riduzione degli output rilasciati nell’ambiente al termine della lavorazione.

A differenza delle soluzioni tecnologiche prevalentemente diffuse nel mondo industriale e finalizzate ad abbattere gli inquinanti prodotti dal ciclo, la diffusione delle tecnologie pulite e dei sistemi di gestione ambientale consentirà di promuovere tutti quegli interventi sul ciclo produttivo delle imprese che siano strettamente finalizzati alla riduzione dei rifiuti. Alcuni esempi possono essere i seguenti:

nel settore conciario: razionalizzazione e tecnologie innovative nel ciclo per ridurre i

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 53

fanghi;

nel settore metalmeccanico: l’adozione di tecnologie a membrana, il recupero dei metalli, l’adozione di sistemi a ciclo chiuso;

nel settore del legno: riutilizzo dei residui a fini energetici, introduzione di prodotti vernicianti a base acquosa, sistemi di ciclo chiuso;

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 54

PROVINCIA DI PISA

PIANO DI AZIONE PER LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI

SCHEDA OPERATIVA N° 2 TITOLO DELL’AZIONE

Diffusione dei sistemi di gestione ambientale d’impresa DESCRIZIONE GENERALE

La realizzazione del “Sesto programma d’azione a favore dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile” della Comunità Europea trova nel Regolamento (Reg. CE n.761/2001) uno dei principali strumenti indirizzati alle imprese del settore industriale per il perseguimento degli obiettivi in esso contenuti; emanato nel 2001, il Regolamento prevede “l’adesione volontaria delle imprese del settore industriale ad un sistema comunitario di ecogestione e audit”.

La presente scheda è finalizzata a descrivere le modalità di promozione e diffusione del sistema, allo scopo di favorire tra le aziende una gestione razionale delle problematiche ambientali.

Per la natura delle funzioni di documentazione, orientamento alle imprese e divulgazione di informazioni tecniche, tale servizio potrebbe costituire oggetto privilegiato delle attività programmate nell’ambito dell’Osservatorio provinciale sulla gestione dei rifiuti costituito a norma della L.93/2001 e operante presso l’Amministrazione provinciale dal Maggio 2002.

LINEE GUIDA PER L’ATTUAZIONE

Il Sistema di Ecogestione e Audit viene considerato una metodologia di comportamento di fronte alla questione ambientale, che coinvolge in modo permanente l’intera azienda; l’obiettivo prioritario è la valutazione ed il miglioramento dell’efficienza ambientale delle attività industriali e la presentazione al pubblico dell’informazione pertinente. La realizzazione di questo obiettivo richiede:

1. L’introduzione e l’attuazione, da parte delle imprese, di politiche, programmi e sistemi di gestione volti alla protezione dell’ambiente.

2. La valutazione sistematica, obiettiva e periodica dell’efficienza di tali elementi.

3. L’informazione del pubblico sui risultati raggiunti in termini di efficienza ambientale.

La gestione razionale e pianificata delle problematiche ambientali d’azienda consente di valutare il potenziale impatto ambientale derivante dalla propria attività produttiva e individuare i sistemi tecnologici e gestionali in grado di migliorare la propria prestazione ambientale; attraverso l’adesione al sistema comunitario, gli imprenditori introducono uno strumento che consente loro di ottimizzare gli sforzi finanziari e di risorse umane che impiegano per la gestione ambientale (in parte

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 55

comunque necessari per ottemperare alle richieste di legge).

In relazione alla diffusione del sistema tra le imprese nella Provincia, l’ente pubblico può farsi carico di “sostenere” alcuni siti produttivi nella prima fase di valutazione, attraverso le seguenti azioni:

1. Individuazione di un campione di aziende rappresentative della realtà produttiva regionale

2. Valutazione delle problematiche ambientali di ciascuna azienda (conformità alla legislazione, prima valutazione del sistema di gestione ambientale esistente, tecnologie ambientali applicate dal sito), mediante il ricorso a strumenti di analisi innovativi quale il bilancio ambientale di azienda.

Sulla base delle analisi effettuate, presentazione di una proposta di politica e programma ambientale per le aziende e delle linee guida per l’applicazione del sistema di gestione ambientale nel sito.

SOGGETTI COINVOLGIBILI

Osservatorio provinciale sulla gestione dei rifiuti (soggetto attuatore) Regione Toscana

ARPAT

Associazioni di categoria Camere di Commercio

Società specializzate del settore dei servizi alle imprese Società di certificazione ambientale

RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE

La pianificazione degli interventi in materia ambientale consente a ciascuna azienda di migliorare la propria prestazione ambientale (in termini di riduzione e miglioramento degli scarichi idrici, riduzione, recupero e riutilizzo degli scarti di lavorazione, riduzione delle emissioni in atmosfera) in proporzione alle risorse che intende investire (il Regolamento non impone degli obiettivi quantificati, ma si limita a richiede un impegno verso il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali);

l’individuazione dei rischi ambientali connessi all’attività produttiva consente inoltre di prevenire gli incidenti o comunque di predisporre delle procedure che limitano i danni ambientali nel caso in cui si verificassero.

RISORSE NECESSARIE

Circa 15-25 mila euro per ogni azienda (a seconda della dimensione e della complessità del ciclo produttivo) coinvolta nel programma, finanziabili attraverso bandi pubblici che coprano una parte dei costi aziendali per accedere al sistema di gestione ambientale, sempre con il coordinamento e verifica da parte un tutor.

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 56

PROVINCIA DI PISA

PIANO DI AZIONE PER LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI

SCHEDA OPERATIVA N° 3 TITOLO DELL’AZIONE

Incentivi economici e assistenza finanziaria alla riconversione ecologica delle attività produttive – coinvolgimento del sistema bancario e creditizio

DESCRIZIONE GENERALE

Con la presente scheda si vogliono presentare alcune opportunità che gli istituti di credito e finanziari possono sfruttare per attuare progetti connessi alla tutela ambientale. Da tempo l’ambiente rappresenta non più solo un vincolo per le attività economiche, ma soprattutto una opportunità per orientare investimenti verso il contemporaneo ottenimento di risultati economici positivi per gli operatori e benefici concreti di miglioramento ambientale. Questo processo, codificato nel 1992 dall’ONU nella conferenza di Rio de Janeiro e denominato sviluppo sostenibile, è oggi la base delle politiche internazionali a favore dell’ambiente (attraverso l’UNEP), del VI° programma d’azione dell’Unione Europea, delle strategie nazionali, delle politiche dei maggiori gruppi industriali privati mondiali.

Uno degli elementi più interessanti per lo sviluppo di tale strategia è la sua diffusione al mondo delle piccole e medie imprese e all’interno delle politiche degli enti strumentali degli enti pubblici, che costituiscono l’ossatura del sistema economico italiano.

Gli istituti di credito e finanziari rappresentano un importante attore per la diffusione degli strumenti che possono favorire l’introduzione del concetto di sviluppo sostenibile, in quanto sono dei soggetti che possono orientare l’investimento delle singole aziende ed enti verso l’innovazione tecnologica con finalità ambientali.

Nello stesso tempo l’intervento prospettato diventa un servizio che gli istituti di credito e finanziari possono offrire alla propria clientela, diversificando maggiormente il proprio pacchetto di servizi verso opportunità con potenziali maggiori margini di profitto.

I programmi di assistenza finanziaria proposti sono formati da diverse componenti che assumono rilevanza per la selezione degli strumenti dei progetti finanziabili. Gli indirizzi di azione dovrebbero sostenere progetti che possano avvalersi di assistenza costante, che permettano una riduzione dell’inquinamento e/o la riduzione dell’uso delle risorse, che siano anche oggetto di dimostrazione e diffusione. Altre componenti importanti degli strumenti finanziari prescelti dovrebbero essere quello della scelta del criterio di selezione dei progetti da finanziare, alla misurazione delle loro performances e al monitoraggio per controllare l’effettivo raggiungimento dei risultati.

LINEE GUIDA PER L’ATTUAZIONE

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 57

A) Linee di credito agevolato per investimenti ambientali A1) Finanziamento agevolato tradizionale

Dopo aver scelto i progetti che garantiscono effettivamente l’applicazione di una soluzione tecnologica od organizzativa innovativa, viene effettuato un prestito che finanzia una parte della spesa per interessi, con un tasso più basso di quello praticato sul mercato e/o tempi di pagamento più lunghi.

A2) Finanziamento legato ai risultati ambientali dell’investimento

In questo caso viene predisposto uno strumento finanziario che prevede già, per grandi linee, le caratteristiche desiderate delle soluzioni tecnologiche finanziabili (tipologia di soluzione tecnologica, settore produttivo prioritario, obiettivi di tutela ambientale raggiungibili). Nello strumento si prevede di attribuire un premio all’impresa che sviluppa meglio, con maggiore economicità ed efficienza, la modificazione tecnologica indicata, recuperando il prestito sui risultati economici positivi dell’investimento ambientale effettuato.

Servizio accessorio: consulenza per la certificazione ambientale

Uno degli elementi che possono costituire una garanzia per l’impiego efficiente del prestito è richiedere alle aziende la certificazione ambientale, cioè l’implementazione di un sistema di gestione ambientale. La consulenza per assistere le imprese ad attuare il sistema di gestione ambientale può essere un servizio accessorio offerto dall’ente.

B) Compartecipazione all’investimento ambientale.

L’intervento in questo caso è quello di aiutare le imprese ad orientare l’utilizzo del capitale proprio verso investimenti ambientali. Si tratta di interventi di compartecipazione al rischio nei confronti di imprese che investono in tecnologie pulite, che possono concretizzarsi in opzioni di capitale e/o divisioni delle royalty, dove comunque l’istituto finanziario beneficia di parte dei vantaggi economici dell’investimento effettuato a cui ha compartecipato.

Servizio accessorio: consulenza per la valutazione di prefattibilità sulle tecnologie pulite

Le PMI mancano di solito dello stimolo iniziale ad effettuare pre-valutazioni sulla fattibilità di introdurre tecnologie pulite più innovative. L’istituto finanziario può in questo caso offrire un servizio accessorio alle imprese che intendano percorrere questa strada. Il livello della consulenza può essere duplice: 1) una prima consulenza informativa per presentare alle imprese l’opportunità innovativa; 2) la realizzazione di un vero e proprio studio di fattibilità.

SOGGETTI COINVOLGIBILI

• Sistema bancario e creditizio, con particolari riferimento ad istituti specializzati nel credito di progetti di gestione ambientale d’eccellenza (ad es. Banca Verde – Gruppo Monte dei Paschi di Siena)

• Imprese

RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE

I benefici ambientali sono connessi al tipo di progetto che verrà attuato.

RISORSE NECESSARIE

Piano per la Gestione dei Rifiuti Speciali Pericolosi e non della Provincia di PISA

©Agenzia Regione Recupero Risorse S.p.A. II Parte - pag 58

Vanno utilizzate le opportunità offerte dalla normativa nazionale e regionale sulla concessione di prestiti con tasso agevolato.

PROVINCIA DI PISA

PIANO DI AZIONE PER LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI

SCHEDA OPERATIVA N° 4 TITOLO DELL’AZIONE

Accordi volontari

DESCRIZIONE GENERALE

L’articolata normativa vigente nel nostro paese in materia ambientale rappresenta un vincolo per le imprese che devono sostenere dei costi per adeguarsi agli standard previsti dalla legge; allo stesso tempo la normativa rappresenta anche uno degli strumenti principali che l’autorità pubblica utilizza per non compromettere la salute dei cittadini e la qualità dell’ambiente.

La stipula di un accordo volontario tra gli imprenditori e l’ente pubblico può permettere alle imprese di minimizzare tali costi, perseguendo contemporaneamente il miglioramento dello stato dell’ambiente come obiettivo di interesse pubblico.

LINEE GUIDA PER L’ATTUAZIONE

L’accordo volontario viene generalmente stipulato tra una amministrazione pubblica (a livello nazionale o locale), vari soggetti che possono essere interessati dalle problematiche ambientali di un territorio e un insieme di imprese. E’ un contratto che le diverse parti sottoscrivono allo scopo di perseguire obiettivi prefissati, pur essendo differenti le motivazioni che spingono ciascun gruppo a partecipare all’accordo.

Il processo di negoziazione che si innesca in questi casi implica che le imprese assumano l’impegno di realizzare gli obiettivi concordati; d’altro canto gli altri soggetti rinunciano a intraprendere altre azioni di incentivazione e controllo programmato delle prestazioni ambientali(ad esempio l’amministrazione pubblica introduce una semplificazione amministrativa degli adempimenti per le imprese che aderiscono a questo contratto).

Sulla base delle considerazioni emerse nel corso degli studi sulla produzione di rifiuti speciali, gli accordi volontari da stipulare tra gli enti pubblici e le imprese private possono avere i seguenti oggetti:

• riduzione della produzione di fanghi nel settore conciario;