7.1 A NALISI DEL FABBISOGNO DI GESTIONE DEI RIFIUTI PER GRANDI PRODUTTORI
7.1.1 Società Chimica Larderello (PI)
La S.C.L., con la produzione di consistenti quantitativi di fanghi reflui contaminati da arsenico (più di 90.000 t/a), rappresenta il maggior produttore della Provincia di Pisa di rifiuti classificati come pericolosi.
La problematica della gestione di questa particolare tipologia di rifiuti è complessa e riguarda lo stesso sistema di produzione dello stabilimento, nonché la peculiarità del processo e delle tecnologie utilizzate.
In via generale, considerando la prospettiva ravvicinata del recepimento della Direttiva comunitaria in materia di discariche (che indica l’obiettivo di limitare lo smaltimento in discarica ai soli rifiuti pre-trattati o comunque inerti sotto il profilo chimico-fisico), l’attuale forma di gestione, basata sullo smaltimento dei fanghi tal quali in discarica, non può costituire una modalità durevole e sostenibile, se non in una fase transitoria finalizzata alla ricerca di soluzioni alternative che devono passare attraverso fasi mirate a:
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identificare interventi di adeguamento del processo in modo da rendere compatibile l’utilizzo di materie prime sostitutive a basso (o assente) tenore di arsenico;- identificare interventi di modificazione interna al ciclo di produzione allo scopo di ridurre la quantità assoluta di fanghi prodotti e/o limitarne le caratteristiche di pericolosità;
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identificare, anche attraverso sperimentazioni, l’utilizzo dei fanghi in altri processi produttivi al fine di minimizzare i conferimenti allo stoccaggio finale controllato.La gestione dei rifiuti caratteristici
La SCL, nella consapevolezza di dover adeguare le proprie prestazioni ambientali ai nuovi standard indicati dalla legislazione e sulla base delle indicazioni del “Tavolo Tecnico” con gli EE.LL., si è predisposta a ricercare alternative al conferimento in discarica.
Ciò con l’obiettivo di minimizzare, nel breve periodo, il problema ambientale e individuare una serie di alternative tecniche che possano favorire in prima istanza il riutilizzo industriale di un co-prodotto idoneo.
Le linee guida dell’azione della società si sono indirizzate verso esperienze analoghe e già finalizzate con successo da altre società, soprattutto in Germania, dove il gesso sintetico, ottenuto dalla desolforazione dei combustibili, è ampiamente utilizzato dall’industria cementiera ed edilizia.
Sulla base di tale indicazione sono stati contattati i maggiori cementifici italiani operanti nella Toscana (Italcementi, Unicem, Colacem, Zillo) nonché i produttori di carton-gesso e plastici murali (Knauff, Lafargessi, B.P.B.) ai quali sono stati sottoposti vari campioni del “borogesso” per una valutazione applicativa nei loro formulati.
Di seguito si forniscono alcune indicazioni mentre per il dettaglio si rimanda allo Studio di supporto al Piano.
1. carton-gesso
Knauff e Lafargessi si sono dimostrate interessate alla proposta dell’azienda.
Sono state condotte di valutazioni quali-quantitative che hanno evidenziato una significativa possibilità di riutilizzo del “borogesso”, originato dal ciclo produttivo della SCL, nelle loro formulazioni.
In particolare, presso la Knauff, è stata eseguita una sperimentazione mediante prove sistematiche.
Le evidenze finali delle diverse sperimentazioni hanno segnalato che per una positiva finalizzazione di potenziali impieghi industriali necessita la disponibilità di un borogesso caratterizzato da una concentrazione di As inferiore a 10 ppm.
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A tal fine sono stati avviati programmi di ricerca50 con Istituti Universitari dal cui ulteriore esito potranno derivare indicazioni definitive e più concrete per l’applicazione di metodiche operative dalle quali attendere soluzioni, pur graduali, al problema.
2. Cementifici
Altre sperimentazioni sono state condotte presso produttori di materiali cementizi.
Data, infatti, la caratteristica ritardante sulla presa del cemento da parte di gessi sintetici contenenti boro, si sono indagate le compatibilità dell’utilizzo di borogesso nella produzione di cementi e testato il comportamento finale dei materiali.
I risultati ottenuti hanno evidenziato che gli effetti merceologici “negativi” della presenza del boro sono da ritenersi insignificanti anche a livello del calcestruzzo e che il borogesso potrebbe essere un componente compatibile nella formulazione di cementi speciali a presa ritardata.
Dall’analisi delle problematiche approfondite nel presente paragrafo si rileva che la Società Chimica Larderello ha impostato le sue nuove strategie di diversificazione con particolare priorità riconosciuta alle due principali questioni poste: la detossificazione dei fanghi di risulta per la loro resa in idoneità e/o il riutilizzo diretto in altri cicli produttivi nei quali le caratteristiche chimico-fisiche dei fanghi tal quali implicano minori complicazioni tecniche per il loro impiego.
Con le iniziative e le azioni intraprese per la ricerca di misure tecniche e tecnologiche idonee a favorire il contenimento della produzione dei fanghi di processo, ridurre le caratteristiche di pericolosità dei medesimi, nonché identificare eventuali procedimenti di trattamento (inertizzazione) volti a ottenere un refluo con caratteristiche tali da consentire lo sviluppo di forme di riutilizzazione in altri processi produttivi, si è cercato di dare realizzazione operativa alle indicazioni tecniche che il Tavolo tecnico istituito nel 1997 aveva formulato come alternative alla attuale gestione dei rifiuti dell’azienda.
Nello stesso Piano Regionale di gestione dei rifiuti – II Stralcio relativo ai rifiuti
50 La Società Chimica Larderello ha stipulato accordi di ricerca con due Istituti Universitari:
Dipartimento di Chimica Industriale (Università di PISA) e Dipartimento di Ingegneria dei Materiali (La Sapienza – Roma) con i quali sono stati definiti i seguenti due progetti operativi:
- Biolisciviazione del borogesso (Università di PISA);
- Flottazione della colemanite (Università di ROMA) Stato dell’arte dei due progetti:
- Biolisciviazione: dopo otto mesi di ricerca si è concretizzato un risultato, ancora insoddisfacente, che vede una riduzione pari al 15-20% del tenore iniziale di As nei fanghi;
- Flottazione: Il progetto è partito verso fine Settembre 2000 per cui è prematuro dare delle valutazioni quantitative. Va, comunque, precisato che alcuni test preliminari hanno prodotto risultati estremamente incoraggianti che devono ora essere confermati dal lavoro di ricerca vero e proprio.
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speciali anche pericolosi, il legislatore regionale aveva espresso alcuni indirizzi prioritari da perseguire.
Nello specifico della realtà produttiva dell’ S.C.L. si indicavano le seguenti linee operative, suscettibili di rappresentare forme alternative al conferimento in discarica dei fanghi, ritenuto una soluzione non sostenibile nel lungo periodo e valida solo ed esclusivamente nella fase transitoria:
- identificare interventi di modificazione interna al ciclo di produzione allo scopo di ridurre la quantità di fanghi prodotti e/o limitarne le caratteristiche di pericolosità;
- identificare, anche attraverso sperimentazioni, l’utilizzo dei fanghi in altri processi produttivi al fine di minimizzare i conferimenti allo stoccaggio finale controllato
A tre anni dallo sviluppo del programma di ricerca delle soluzioni alternative al conferimento in discarica è possibile dare atto di apprezzabili iniziative sviluppate organicamente per la verifica degli indirizzi concordati ma che, tuttavia, non hanno ancora raggiunto la fase delle realizzazioni operative su scala industriale.
Sebbene nel ’99 si sia avuto una diminuzione dei fanghi conferiti in discarica, nel seguente prospetto si indicano i dati delle produzioni storiche
Anno 1997 1998 1999
CER Descrizione Produzione (t/a) Produzione
(t/a) Produzione (t/a) 060404(*) Rifiuti contenenti mercurio 1.107,62 925,20 726,72 060403 Rifiuti contenenti arsenico 98.539,93 91.707,00 83.797,92 010599 (*) Rifiuti non specificati altrimenti 31,90
010406 (*) Rifiuti derivanti dalla lavorazione
della pietra (marmo) 33,50 35,40
(*) Codici non più ricevuti dal 1/1/2000