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[1.0] “Hábitat y arquitectura in colombia”, Immagine di

stessa secondo un percorso. L’acqua nella cultura Muisca era un elemento essenziale, attorno alla quale si muoveva tutto il villaggio e l’organizzazione dello stesso.

Diversi elementi in diversi popoli hanno condotto alla modifica della forma delle abitazioni adattandole alla necessità. Questa analisi sulle abitazioni semi-permanenti del periodo pre- coloniale ha permesso di identificare la Guadua come materiale tradizionale legato al contesto della Colombia. Allo stesso tempo di poterlo identificare e caratterizzare come materiale flessibile e dalla facile lavorazione, tanto da essere utilizzato da elemento strutturale nelle abitazioni permanenti della campagna, al rivestimento interno ed esterno delle pareti sino al dettaglio costruttivo. Il materiale si adatta bene all’utilizzo nell’architettura, soprattutto in un contesto di auto-costruzione o costruzione partecipata, dove la reperibilità, il costo della manodopera e la scarsa disponibilità di risorse lo identifica come applicabile in contesti più difficili.

terreno appoggiandoli su di una piattaforma in legno rialzata, sovrapponendo brandelli di guadua ad elementi lignei. La guadua veniva posta in ambedue i lati, sia all’interno che all’esterno. Queste murature a volte venivano riempite di un impasto costituito da paglia e terra cruda per conferire maggiore inerzia termica, . Questa tecnologia basilare ma molto efficace, consentiva alle abitazioni di essere più solide e l’impasto garantiva una migliore tenuta all’aria e alle infiltrazioni. Le aperture erano piccole e le porte basse, la luce naturale di conseguenza era scarsa e l’interno delle abitazioni era molte volte buoi e

umido. [2]

La forma della abitazioni rurali era principalmente rettangolare, ma sono stati trovati elementi che indicano la presenza di abitazioni di tipo conico. La forma rettangolare, con le caratteristiche precedentemente descritte, si distingueva da quella conica, non solo per la forma ma anche per il diverso utilizzo della Guadua. Nella seconda infatti il fusto completo veniva appoggiato su un palo verticale che reggeva l’intera abitazione ed i culmi non venivano tagliati ma legati in prossimità della sommità. Questa tipologia di abitazione si riconduce ad uno stadio primordiale rispetto a quelle rettangolari realizzate con la tecnica Bahareque tendenzialmente collegate a popoli più sedentari; il principale motivo deriva dalla velocità di realizzazione di questi villaggi poichè non vi era nessun elemento che richiedesse una particolare elaborazione.

Un utilizzo sporadico della guadua, si può ritrovare nella cultura “Muisca”, dove tale materiale, tagliato e lavorato, poteva essere utilizzato come elemento raccoglitore di acqua e canale per il trasporto della

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Le stesse popolazioni, disposte nel territorio in diversi luoghi, hanno sviluppato tecnologie abitative diverse, insieme all’utilizzo di materiali. “Gerardo Reichel Dolmato, storico e antropologo, propone tre principali suddivisioni temporali: la prima viene chiamata “Paleoindia” e arriva sino al 5000 a.c. inizio del popolamento del territorio prima del quale si hanno pochi materiali o reperti che ne datino l’effettiva corrispondenza; il secondo chiamato “ la Formativa”, il quale si estende tra il 5000 a.c. e il 1000 a.c.; la terza ed ultima era viene chiamata “Cacigazgos” e comprende un periodo fra il 1000 a.c. e il 1600 d.c. circa. Quest’ultima è

composta maggiormente dalle così dette “confederazioni di villaggi” . [4]

I primi insediamenti reali, collegati ad una forma architettonica, si iniziarono a formare nella zona di Cartagena De Indias, vicino alle prime piantagioni permanenti di mais, nella zona retrostante le montagne. Lì, grazie anche alle condizioni ambientali, si svilupparono forme di vita sparse nella vegetazione boschiva, tramite piccoli nuclei autosufficienti e fortemente territoriali, che lasciarono i segni del loro passaggio. Queste stesse popolazioni autoctone, basate su agricoltura e caccia, hanno sviluppato nel tempo una capacità architettonica strettamente legata alla necessità ed al miglioramento, passando dal riparo e dal rifugio nella roccia e nella caverna ad una prima idea di abitazione nel campo aperto, vicina al raccolto ed all’allevamento. La localizzazione, spesso vicino alle fonti d’acqua, veniva studiata per fornire protezione e riparo da nemici.

La stessa forma urbana di questi primi villaggi rurali alle spalle di Cartagena De Indias, deriva da questo bisogno di raggruppamento e difesa che ha modificato la casa sino ad assumere caratteristiche come la recinzione e la posizione sull’altura. Queste prime abitazioni venivano realizzate in Guadua, dall’elemento strutturale a quello di finitura e delimitazione. Il materiale era facilmente reperibile e lavorabile, resistente e funzionale per diversi utilizzi. Le case erano spaziose, tendenzialmente circolari e molto alte, tali da permettere la vita e l’abitazione di 10-15 persone. L’interno era rivestito di stuoie, coperte e pelli di animali per attenuare il vento e diminuire l’umidità. Alla parte

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187 esterna della casa, si prestava meno attenzione rispetto che all’interno. L’unico aspetto tenuto in considerazione era la delimitazione tramite palizzate di guadua dove venivano riposte alcuni elementi orizzontali

per mantenere la posizione verticale dell’intera struttura [5].Questo

utilizzo del bambù come materiale da costruzione, denota la facilità di reperimento in alcune delle regioni della Colombia, e di come esso veniva utilizzato sia come elemento strutturale che per la pavimentazione già nei primi anni del 1500. La stessa terra veniva utilizzata per le costruzioni e per la formatura a mano di alcune componenti interne all’abitazione; veniva modellata, spalmata e utilizzata come materiale riempitivo per fornire maggiore densità e garantire una migliore inerzia termica. Le case, così costruite, formavano questi nuclei abitativi sviluppati attorno ad alcuni luoghi comuni come piazze o costruzioni collettive. In questi posti, in alcune delle popolazioni collocate nelle montagne retrostanti a Cartagena De Indias, sono stati trovati sistemi di guadua per produrre dei suoni tramite il passaggio del vento. Questi pali verticali tagliati e forati venivano inchiodati a terra o al pavimento della costruzione, fissati con spago e corde e ricoperti di fango o colorati con terra. Parallelamente a queste abitazioni vicine alla campagna, se ne formarono altre sulla costa caraibica chiamate “Concheros”; il nome deriva dall’accumulo di conchiglie che ha portato ad un innalzamento del piano di calpestio. La forma privilegiata per queste abitazioni era quella circolare, data dall’unione involontaria per effetto della salsedine delle conchiglie che creava un piano di appoggio rotondo. Questa abitazioni più vicine al mare, utilizzavano materiali differenti poichè il bambù non era cosi facilmente reperibile. Questi nuclei abitativi recintati utilizzavano spesso pareti di roccia, tetti di paglia e foglie di banano. I pavimenti interni erano realizzati con assi di legno e le pareti adornate di ceramiche e pelli di animali. La stessa costruzione era rialzata di alcune decine di centimetri e le fondamenta ricoperte di terra. Questo metodo permetteva un isolamento all’umidità migliore di quello in pietra e grazie al distacco dal suolo non consentiva l’allagamento nella stagione delle piogge e delle alluvioni. Il meccanismo con il quale queste

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case venivano sollevate da terra corrisponde ad una delle soluzioni tecnologiche applicabili nei contesti dove la presenza di acqua è ancora oggi un problema. Per quanto riguarda il tema dell’acqua, elemento che detiene un ruolo importante nelle zone circostanti Cartagena De Indias, si possono ancora fare alcune osservazioni legate all’utilizzo di materiali e legami con la cultura. Gli stessi corsi d’acqua, in diversi casi, venivano oltrepassati tramite dei ponti realizzati in guadua, legati o fissati con viti. E’ stato ipotizzato e studiato che il gruppo indigeno dei “Quinbaya”, sia stato uno dei più antichi, ed abbia permesso, tramite il suo modo di costruire, di avere una tradizione materiale che ancora

oggi si conserva nella regione. [6]

Altri popoli, localizzati sui pendii ripidi delle montagne, hanno iniziato a creare delle terrazze di pietra disposte orizzontalmente e riponendo sopra terra fertile per le coltivazioni. L’utilizzo della pietra, anche se non strettamente legata all’abitazione, ha permesso a diverse popolazioni di realizzare villaggi disposti in tutta la regione, luoghi abitabili in condizioni difficili. Alcuni di essi hanno portato alla formazione di centri di interesse collettivo che successivamente sono diventate città. Diverse popolazioni sparse per tutto il territorio Colombiano, in tutto il periodo pre-coloniale, hanno sviluppato tecnologie differenti rispetto a diversi problemi legati al territorio ed alla sua morfologia, alla presenza di acqua ed alle costanti inondazioni, alle abitudini vincolate dalla sopravvivenza tramite caccia, agricoltura e pesca.

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