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Con ordine affrontare il disordine: la metodologia della ricerca Il terzo capitolo è una sorta di “dietro alle quinte” del presente elaborato, con il quale s

3.5 Fare comparazione allo street-level : perché e come?

La rassegna metodologica sopra riportata ha portato il lettore a comprendere non solo le difficoltà metodologiche che, nello studiare la street-level bureaucracy, si presentano. Ma anche la sfida che dovrebbe essere colta dalla nuova generazione di ricercatori street-level, prima fra tutte quella della comparazione. Perché decidere di confrontare?

La ricerca all’interno di questa cornice teorica è per sua natura un tipo di ricerca comparativa (Lipsky, 2010), per il semplice fatto che le piccole burocrazie partono da una base comune: stanno tutte alla medesima distanza tra il problema del cittadino e la normativa formale. No- nostante questo, però, sono pochi i tentativi di ricerca comparata portati avanti all’interno di questo filone.

Hupe e Buffat (2014) sottolineano sia la necessità, sia la difficoltà di condurre ricerche com- parate sulle burocrazie a livello di strada, a causa del forte radicamento territoriale di queste realtà. Per superare questo ostacolo, elaborano il concetto di public service gap come un modo per considerare i fattori contestuali e facilitare il confronto. Il public service gap altro non è che la differenza tra le risorse fornite ai burocrati di livello della strada e i compiti assegnati dal lato della domanda. Questo divario può essere utile per evidenziare somiglianze e differenze rispetto a casi diversi, ma anche a momenti diversi del processo decisionale.

Tra i primi approcci comparati allo studio delle piccole burocrazie e dei piccoli burocrati, è necessario citare lo studio condotto da Kelly (1994). Per la realizzazione di questa ricerca sono state raccolte storie raccontate dai piccoli burocrati. Studiando i diversi principi di giu- stizia e il modo in cui questi modificano le scelte degli operatori, sono messi a confronto due diversi gruppi di street-level bureaucrats: lavoratori dei servizi per l'impiego e insegnanti. Anche Maynard-Mood e Mucheno (2003) studiano i dilemmi degli ispettori del lavoro con quelli degli insegnanti e dei lavoratori dei centri per l’impiego, attraverso una comparazione

cross-professional e la raccolta di interviste semi-strutturate e di storie “in prima linea”.

Thorèn (2008) sceglie lo stesso approccio per confrontare l'implementazione delle politiche di attivazione in due diversi servizi di collocamento in Svezia. Le somiglianze e le differenze evidenziate da questo confronto permettono di studiare l'influenza dell'attuazione delle poli- tiche e dei risultati che ne derivano. Raaphorst e Loyens (2018) confrontano due casi studio condotti con metodi qualitativi, uno in un ispettorato del lavoro belga e l’altro nell’agenzia delle entrate olandesi. Le autrici esplorano come l'interazione con i cittadini e l'interazione

informale con i pari influenzano il modo in cui i processi decisionali divengono pratica, in termini di uguaglianza, andando a creare inclusi ed esclusi dal servizio.

Se sono presenti in letteratura tentativi di comparazione cross-professional, ossia tra diversi street-level bureaucrats, più difficile risulta individuare comparazioni tra diversi contesti. La causa di questa lacuna può risiedere nella difficoltà di creare un disegno di ricerca in grado di essere generalizzabile, senza cancellare le peculiarità del contesto in cui queste organizzazioni e questi professionisti sono inseriti (Hupe et al., 2015).

Un escamotage metodologico per cercare di colmare questo vuoto può essere trovato nel me- todo delle vignette, spesso utilizzate per analizzare processi di governance, impostazioni istitu- zionali e modalità di implementazione anche in contesti differenti. Le vignette sono state utilizzate come strumento di indagine in diverse discipline, tra cui sociologia, marketing e psicologia (Saruis, 2015). Si tratta di situazioni costruite che incapsulano ciò che il ricercatore ha trovato e visto attraverso la ricerca sul campo o documentale (Ely et al., 1997). Gli scenari devono essere il più verosimile possibile, sono state a questo scopo costruite 3 vignette, a partire dalle osservazioni etnografiche e dalle considerazioni preliminari. Nello studio dei processi di governance e di implementazione nei diversi contesti, le vignette pongono il bisogno sociale come la costante artificiale rispetto alla quale descrivere ed analizzare contesti diffe- renti. Il rischio dell’utilizzo di questo supporto all’intervista, è quello che gli intervistati siano portati a descrivere una realtà auspicabile (Finch, 1987). Questo è il motivo per cui è neces- sario creare situazioni il più possibile simili a quelle reali. Gli scenari devono essere il più verosimile possibile in modo da offrire agli intervistati la possibilità di riconoscersi nella ri- soluzione dei casi che incontrano nel corso della loro vita professionale (Barberis, 2010). Le vignette sono strumenti di ricerca molto flessibili (Barter e Renold, 2000), possono infatti essere adattate facilmente a diversi contesti e vanno, in questo modo, a costituire la costante della comparazione.

Quando non è possibile costruire le vignette attraverso il lavoro sul campo, sono costruite con l'aiuto di esperti, durante interviste a testimoni privilegiati. Discutere i casi proposti dal ricercatore, consente di aprire il dialogo sulle modalità operative messe in pratica dai profes- sionisti, superando la barriera della riservatezza.

Agli intervistati viene chiesto di fornire una interpretazione del caso ipotetico e/o di simulare un processo decisionale (Barberis, 2010). Alcune ricerche recenti hanno utilizzato vignette per lo studio delle politiche sociali (Trifiletti, 2004; Kazepov, 2010; Sauris, 2015), conducendo analisi internazionali.

Gli scenari possono essere costruiti sotto forma di immagini, testo o altri stimoli, il più rea- listici possibile in modo da stimolare reazioni, raccogliendo precise informazioni qualitative in termini di ragionamenti, giudizi, atteggiamenti e percezioni.

Dopo la somministrazione dello stimolo, l'intervistato è invitato a immaginare e ragionare sulla propria esperienza, per dire come si comporta il personaggio centrale dello scenario. Le vignette sono utilizzate sia in ricerche quantitative che qualitative. Nelle ricerche con una impostazione quantitativa e sperimentale, gli intervistati devono scegliere la loro risposta da un elenco a scelta multipla di possibili risposte (Bloor e Wood, 2006).

Sia nella ricerca qualitativa, sia in quella quantitativa, per stimolare risposte realistiche i casi descritti nello scenario devono essere pertinenti e coerenti con il bagaglio esperienziale degli intervistati: più realistiche sono le vignette, più realistiche saranno le risposte (Finch, 1987; Gould, 1996; Wilks, 2004).

Solitamente i ricercatori che utilizzano questa tecnica, elaborano diverse vignette, per studiare situazioni diverse e mutevoli, o allo scopo di introdurre variazioni rispetto allo scenario pre- sentato in partenza (Barter e Renold, 2000; Barberis, 2010; Møller, 2016). Questo per capire se e in che modalità l’introduzione di nuovi stimoli e nuove variabili modifica le risposte degli intervistati (Finch, 1987).

Le vignette possono essere uno strumento molto utile nella ricerca sulla street-level bu- reaucracy, per i seguenti motivi:

1) Le vignette rappresentano uno strumento meno invasivo per facilitare l'accesso alle in- formazioni, limitando l’intrusione fisica del ricercatore nel contesto studiato. Concen- trando la discussione su casi (potenzialmente) concreti viene tutelata la riservatezza degli utenti reali e si riduce la sensazione degli intervistati di essere studiati, sollecitando il pas- saggio a esperienze reali (Barter e Renold, 2000);

2) Alcuni concetti al centro degli studi sulla street-level sono difficili da definire e da rendere operativi, come il concetto di "equità" o il concetto di "discrezione". Le vignette possono essere utili per aiutare i ricercatori ad assumere una prospettiva più vicina a quella dei piccoli burocrati, riducendo lo spazio di analisi e concentrandosi su specifici dilemmi (Saruis, 2015);

3) Le vignette possono essere uno strumento utile per testare ipotesi, ma anche per verifi- care eventuali risultati preliminari, estendendo l’analisi del ricercatore a più livelli, dal li- vello micro a quello macro, passando per il livello meso (Møller, 2016);

4) Le vignette sono utili per mettere a confronto gli intervistati con incarichi simili in situa- zioni diverse, consentendo in questo modo di fare emergere diverse "reazioni" alle stesse circostanze, adattando anche gli scenari ai contesti. Come accennato sopra, infatti, una particolarità di questo strumento di indagine è la sua flessibilità, che rende possibile creare scenari comparabili (Saruis, 2015).

Nonostante l'utilità di questo metodo per superare alcuni degli ostacoli che fare ricerca allo

street-level comporta, non sono tante le ricerche ad averlo utilizzato. Saruis (2015), analizzando

come gli operatori sociali gestiscono le sfide derivate dalle trasformazioni dei sistemi di wel- fare, ha utilizzato il metodo delle vignette per mettere a confronto le modalità operative degli operatori sociali a Bologna e Copenhagen, mettendo in luce le modalità in cui viene utilizzata la discrezionalità che hanno a disposizione per far fronte al cambiamento dei rispettivi sistemi di welfare. Le vignette utilizzate nell’indagine riportano qui una prima descrizione anagrafica del richiedente e del suo stato di bisogno e una serie di condizioni relative alla sua situazione. A seguito di questa descrizione, viene posta all’intervistato la seguente domanda stimolo: “Potrebbe raccontarmi il percorso di questo cittadino in difficoltà, a partire dal momento in cui decide di rivolgersi ai servizi per chiedere supporto?” (Saruis, 2015, p. 116).

Møller (2016) ha utilizzato questo metodo per studiare come gli assistenti sociali danesi de- cidono se un utente è idoneo o meno a beneficiare di un servizio sanitario. In questa ricerca, le vignette descrivono la malattia dell’utente, ma anche è contenuta una descrizione delle sue caratteristiche anagrafiche e socioeconomiche.

Harrits (2018) utilizza lo strumento delle vignette per studiare come e quando le scelte dei piccoli burocrati vengono influenzate dall’esistenza di diversi stereotipi. Una volta sommini- strata la vignetta, vengono poste agli intervistati domande semi-strutturate.

Nel prossimo paragrafo verranno illustrate le scelte metodologiche prese per condurre la parte comparativa della presente ricerca. In questo caso, le vignette sono state utilizzate per verificare i risultati preliminari emersi dall’indagine etnografica, estendendo l’analisi dal livello micro a quello macro, passando per il livello meso (Møller, 2016).

3.6 Le vignette nello studio della discrezionalità degli ispettori del lavoro. Un tenta-