il 1914 La guerelle, che ebbe larga eco sulla stampa , su dove e come erigere il luogo della memoria dimostra la
ben 74 fasi distribuite nell'arco di una giornata.
"Relazione dell'ingresso solenne fatto nella Sua chiesa Cattedrale nella mattina della domenica -laetarea 16 marzo 1828 dall'111.mo e
Rev.mo Monsig.re Gio. Batta Parretti vescovo di Fiesole". I
festeggiamenti si erano già aperti la domenica precedente con fuochi artificiali "maestrevolmente preparati, e con pari arte eseguiti nella
sommità della torre del nostro campanile, il quale a più ordini
altresi illuminato ne quattro lati dava manifestamente a conoscere e a* vicini e a' lontani, che la seguente domenica =laetare* esser dovea
per Fiesole straordinariamente di allegrezza" (BMF Fondo Palagi 375,
ins. 1). Ancora oggi i fuochi sul campanile costituiscono il momento geminante, e il più atteso, dei festeggiamenti religiosi.
Sull'importanza della piazza nella città medievale cfr.
soprattutto J. LE GOFF, L'immaginario urbano nell'Italia medievale, p.
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sera del dì 15 fino a notte assai inoltrata parve
contendere colla luce del giorno più chiaro e
risplendente". E sulla piazza si dispiegò, come sempre, il complesso cerimoniale culminato nella solenne processione con cui si accompagnò il nuovo vescovo nella cattedrale per la celebrazione della "Messa Pontificale" in cui veniva
impartita la "Benedizione Apostolica coll'Indulgenza
Plenaria". "Non si può passare poi sotto silenzio -
soggiunge il Palagi - che oltre l'immensa moltitudine venuta da tutte le parti a godere della solennità di questo
giorno, fioritissima nobiltà ancora v'intervenne dalla
vicina città di Firenze; e personaggi ragguardevolissimi per merito e per cariche vi ebbero parte (...). Sono da notarsi tra questi gl'111.mi SS.ri Cavai. Battista Covoni Girolami Bettoni gonfaloniere della città di Firenze, e commendatore Giuseppe Paver segretario intimo di S.A.I. e R. i quali accompagnarono la solenne processione co' due
SS.ri Cancellieri della Curia vescovile (...). Vi fu
altresì l'Ill.mo Signor Antonio Carboni, Potestà di
Fiesole, il quale nella processione teneva suo posto dietro al baldacchino con tutto il prenotato corpo de SS.ri Operaj
di S. Maria Primerana" . Tra le autorità spiccava per la
sua presenza anche il vescovo di Firenze che volle, nota il Palagi, "colla sua Sagra persona nobilitare grandemente il giorno della gloria del suo primo Suffraganeo".
Il 6 di luglio di ogni anno il vescovo sale nella sua città per presenziare ai festeggiamenti del santo patrono, S.
Romolo. Questa festa, in particolare, è carica per i
cittadini di Fiesole di una simbologia che non è solo religiosa: ricorda da un lato la definitiva perdita delle
proprie libertà (in questo giorno infatti, secondo la
tradizione, i fiorentini approfittando della disattenzione
dei fiesolani intenti ai festeggiamenti avrebbero
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conquistato a tradimento la città ) ; e, dall*altro, con
la presenza del vescovo, un tempo signore non solo
spirituale della città, alimenta e rafforza la loro
fierezza municipale.
La spettacolarità dei rituali si ritrova, naturalmente,
anche in altre cerimonie, soprattutto religiose. Gran
concorso di popolo suscitavano, ad esempio, le solenni
esposizioni di immagini o reliquie di santi e martiri, scoperte per ottenere la loro intercessione in momenti di
grave pericolo (guerre, carestie, epidemie), cerimonie
durante le quali non mancavano mai richiami alla passata
grandezza della città e alla tradizionale devozione
religiosa del popolo etrusco, rigenerata e vivificata dal
cristianesimo. Nella Pentecoste del 1686, ad esempio,
. 84
alcuni membri dell'Opera di "S. Maria Primerana" (tutti
rappresentanti di antiche famiglie fiesolane: Alessandro Pettirossi, Carlo Cappelli, Gio Batista Sandrini, Agniolo
Tortoli, Piero di Marco Bini e Matteo Patriarchi),
riprendendo un'antica tradizione, decisero con il consenso del vescovo di esporre la "Gran Signora" alla venerazione del popolo in occasione del terzo anniversario della
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"Fiorentini Faesulas, quas aperta vi capere adhuc numquam
potuerant, in festo Sancti Romuli per inducias occuparunt, atque
oppido everso, cives Florentiam traduxerunt", citato in N. MANCINI,
Orazioni,pp. 51-52. Su S.Romolo e la sua leggenda cfr. F. CATTANI DA
DIACCETO, Vita dell*invittissimo martire S. Romolo, primo vescovo di
Fiesole e di più altri santi vescovi suoi successori, Firenze, 1578;
S. AMMIRATO, Vescovi di Fiesole, di Volterra e di Arezzo, Firenze,
1637; P.F. FOGGINI, Difesa degli atti di S. Romolo, Firenze, 1741;
P.F. FOGGINI, La vera storia di S. Romolo, Roma, 1742; F. GATTOLINI,
Documenti per la vera storia di 5. Romolo, Venezia, 1745. Sulle
falsificazioni agiografiche delle vite dei santi, assai diffuse nei secoli XI-XII, e sul caso di S. Romolo in particolare, trasformato da
"confessore" in "martire" cfr. R. DAVIDSOHN, storia di Firenze, voi.
§4 p- 436<
Notizie sull'immagine della Vergine, ritenuta la più antica in Toscana (si diceva che fosse stata donata da S. Pietro a S. Romolo), e
sulla congregazione a lei dedicata, in G. RASPINI, Cenni storici sulla
chiesa di Santa /faria Primerana a Fiesole, in Santa Maria Primerana
chiesa del popolo fiesolano, pp. 13-18 e G. RASPINI, Brevi notizie
39
"miracolosa vittoria" della coalizione cristiana, formata dall'imperatore Leopoldo I, dal re di Polonia Giovanni III e dalla Repubblica di Venezia, sul turco Maometto IV, "nostro crudel nimico” , costretto ad abbandonare l'assedio
. 85 . ,
di Vienna . Alle cerimonie, durate tre giorni, partecipò
una grande moltitudine: "si argumentó, che in detti tre giorni - narra un anonimo cronista con qualche esagerazione - arrivassero a Fiesole 80 mila persone, e a tale effetto si ottenne una licenza dal Gran Duca e dal Magistrato del Sale, che lontano all'ostaria di Fiesole 200 braccia tutti potessero fare ostaria, e nella piazza si potesse vendere
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ogni sorta di vitto"
Per l'occasione la chiesa e tutta la città furono addobbate sontuosamente grazie al lavoro volontario di contadini e artigiani e con il concorso di generose offerte della gente di Fiesole e dei villeggianti: "dava nell'occhio - scrive
il canonico Tortoli - a chi awicin a v a s i alla piazza per la parte di Firenze un arco sublime, che sosteneva l'arme
antica di Fiesole con tal sentenza. Venite ostendam vobis
Sponsam agni" . I tre giorni di festa culminarono con
una solenne processione che a causa del maltempo e
dell'arrivo della famiglia granducale fu limitata alla sola
Cfr. ANONIMO (ma D.TORTOLI), Ragguaglio della festa fatta
tieli'oratorio di S.Maria Primerana di Fiesole in onore della SS.
Vergine Madre di Dio. Né tre giorni solenni della Pentecoste
quest'anno 1686, Firenze, 1686 in AVF, serie XXVI, n. 32, nella
stessa filza si trova anche un altro resoconto molto dettagliato della
festa: si tratta di un manoscritto anonimo intitolato Ricordo della
Esposizione di Santa Maria Primerana. Anno 1686. Sulla guerra contro i
turchi cfr. F.C. LANE, storia di Venezia, Torino, 1978, pp. 473-76 e
nota bibliografica alle pp. 552-53. Sulle solenni celebrazioni
religiose in occasione di sconfitte dei turchi cfr. P. BURKE, Scene di
vita quotidiana nell'Italia moderna, Bari 1988, p. 179; B. GROHS (a
cura di), Feste e apparati, in Gli ultimi Medici. Il tardo barocco a
Firenze, 1670-1743, Firenze, 1974, p. 478. Altre esposizioni della
Madonna si erano fatte negli anni 1529, 1567, 1586, 1686, 1715, 1745 £g.M. BANDINI, Lettere XII, p. 194).
Ricordo della esposizione di Santa Maria Primerana.
D. TORTOLI, Ragguaglio delia festa, p. 12.
piazza . Dietro lo stendardo della Cattedrale si compose il lungo corteo alla cui testa stavano le varie compagnie: prima quella di Fiesole, quindi quella di S. Donato di Scozia "invitata per questa funzione con una torcia per ciascheduno, che superavano bene il numero di trecento"
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, venivano poi i francescani, i domenicani, quelli di
S. Michele della Doccia, infine il clero fiesolano con l'immagine della Vergine, che posta "in una ben ornata
sedia si portò con solenne pompa per la piazza,
accompagniata da Monsig. Vescovo, clero, e seminaristi, e molti Sig.ri villeggianti vennero con la sua torcia, che riuscì veramente cosa bellissima la detta Processione, e restato poi le due compagnie con le sue torcie in ordinanza alle scaline della Madonna con tutto il popolo, che era piena la piazza li Monsig.r Vescovo dette la sua solita Benedizione" 90 .
Qualche mese più tardi la notizia della conquista della piazzaforte di Buda da parte degli imperiali fu festeggiata a Fiesole con una nuova cerimonia pubblica: "per rendimento di grazie si portò, con solenne processione la testa di S. Alessandro Vescovo (...), dove ci intervenne le fraternite
de conventi circonvicini, e li curati suburbanei, e si andò *Il
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Il programma prevedeva invece di "uscire di S.Maria andare in su per Fiesole verso la fonte sotterra di li salire alla casa del Poeti, e Malavisti, e di li tirare dreto le mura della Antica Città, e scendere alla casa del Cappelli, e di li a San Michele, e per la
piazza, e tornare in Santa Maria" (Ricordo della esposizione di S,
aria Primerana).
Ragguaglio della festa, p. 15; S. Donato (829-876) fu vescovo di
Fiesole e "sotto il suo episcopato il Comitato fiesolano fu unito a
quello fiorentino (854)" (G. RASPINI, Elenco dei vescovi di Fiesole,
in Fiesole una diocesi nella storia, pp. 42-43.
Ricordo della esposizione di S. Maria Primerana. A conclusione
della festa per futura memoria fu rogato come di consueto un contratto dal dott. Boissin alla presenza del podestà di Fiesole e di quattro
testimoni: ad perpetuarli Dei memoriam furono i"signori" Gio Paolo
Bozzolini (maestro legnaiolo) e Alessandro Pettirossi (maestro
scalpellino), mentre testimoni instrumentarij furono i "signori"
Romolo Cappelli e Giuseppe Antonio Torricelli, entrambi maestri
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con detta processione per la strada, che si haveva da portare la Madonna, cioè alla fonte sotterra, di li salito dreto le mura della città si scese alla casa de Cappelli, e di li alla piazza, e si riportò alla sua Chiesa di detto Santo” 91 .
Questi rituali continuamente ripetuti contribuiscono
potentemente a mantenere alto lo spirito civico dei
cittadini. Uno spirito che si manifesta nell'attaccamento
dichiarato alla tradizione, come fa ad esempio lo
scalpellino Giuseppe di Romolo Tortoli che, estratto nel 1746 per la carica di gonfaloniere, condiziona la sua accettazione al mantenimento dell'uso "antico immemorabile di portare il collare a forma ancora delli ultimi partiti,
• 92 . .
come gli fu accordato" . Anche la simbologia, dunque, assume in questo senso un significato importante: abbiamo visto quale considerazione si avesse per le vestigia del
. .
.
.
.
. .
93passato, per le reliquie dei santi e dei martiri ;
altrettanta attenzione viene dedicata a tutti i simboli del prestigio municipale, a cominciare dal il gonfalone, per il
restauro (o il rifacimento) del quale si spendono
periodicamente ingenti somme, o la tavoletta con incisi i nomi dei podestà che il consiglio della Lega, nel 1611, decide di fare "per potere ancora vedere per ogni tempo e nomi de Gentilhuomini che sono stati al Governo di questa
. 94
Potesteria"
Ben presto i modi di produzione delle immagini che la città da di se stessa si trasformano per far fronte ad una
9 1
Ricordo della esposizione di S. Maria Primerana. Nel maggio del1794 la testa del santo martire fu esposta per invocarne l'aiuto contro la siccità e alcuni giorni più tardi, ottenuta la grazia, fu di nuovo scoperta e tenuta esposta in cattedrale per rendergli grazie
(BMF, Fondo Palagi 375, ins. 1). Cfr. su questo le considerazioni di
Frazer nel suo Ramo d'oro, Torino, 1973, voi. I, p. 97.
OPA 2, Libro delle tratte del gonfaloniere, cc. 91.
Sul richiamo che le reliquie esercitavano per i pellegrini e
sull'importanza che queste conferivano ad una città: A. MACZAK, Viaggi
viaggiatori nell'Europa moderna, Bari 1994, p. 385.
domanda crescente che viene dall'esterno: dalla seconda metà del Seicento compaiono le prime opere dedicate ad una figura particolare che in tutta Europa viene assumendo sul piano culturale, ma anche economico e sociale, un ruolo sempre più importante, quella del viaggiatore.