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M Bandini narra di contadini fiesolani che segnalavano ritrovament

notabili della antichissima et nobile città di Fiesole,

A. M Bandini narra di contadini fiesolani che segnalavano ritrovament

di reperti antichi: monete, medaglie ecc. (Lettere XII, p. 243 e 247);

stacca a malincuore e continuerà per anni ad autodefinirsi

. 49

"Fiesole basso"

Il richiamo alle proprie mitiche origini avrebbe costituito per i fiesolani, anche in seguito, la base ideologica per rivendicare alla loro città quella centralità e autonomia venuta meno dopo la riforma delle comunità del 1774, che portò all'ingresso dei grandi proprietari fiorentini nella magistratura comunitativa e il conseguente spostamento, anche fisico, del baricentro politico-amministrativo del

suo territorio verso Firenze (le sedi del potere locale,

cancelleria, comunità si avvicinano alla capitale).

Già nel 1799 l'arrivo dei francesi costituisce l'occasione per rivendicare i perduti privilegi e richiamare alla memoria le antiche libertà: "Fiesole, che vanta di aver avuto il luogo fra uno dei Lucumoni Etruschi più antichi sembrava che dovesse dimostrare il più vero entusiasmo per

la sua rigenerazione", scrive ad esempio un anonimo

giacobino fiesolano nel 1799, "ma al giorno d'oggi non vi resta neppure una scintilla di spirito di Libertà" esclama poi deluso e amareggiato per la freddezza mostrata dai suoi

concittadini verso gli ideali rivoluzionari . E qualche

giorno prima sempre un anonimo (forse la stessa persona?)

in una lettera indirizzata al "Monitore Fiorentino"

riferendosi alla prossima festa dell'albero della Libertà, usava parole durissime contro la permanenza del vescovo a Firenze: "la presenza del nostro vescovo sarebbe necessaria

(alla cerimonia per l'innalzamento del simbolo della

libertà) . Finalmente, questa è la sua residenza. E' un

abuso mostruoso, che non abiti in mezzo ai suoi

diocesani"51 .

49

Cfr. PARRI, JI P e l l e g r i n o, una comunità alle porte

(1808-1834), Tesi di laurea, Fac. Lettere e Filosofia,

i studi di Firenze, aa. 1993-94, pp. 102 sgg. Il Club Patriottico", n. 15, 30 aprile 1799.

Lettera anonima al Citt. estensore del Monitore dei 7

VII Rep, in "Monitore Fiorentino", n. 28, 26 aprile 1799.

a g g i :

5 51 di Firenze Università fiorile An

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Paradossalmente lo stesso linguaggio del mito viene usato dalla nuova classe dirigente cittadina, formata quasi per

intero dai grandi proprietari fiorentini: essi hanno

infatti tutto l'interesse a mantenere alto il valore delle loro terre e ciò è possibile grazie anche alla rinomanza di quei luoghi. Non sono rari, già nel corso del Settecento,

riferimenti al crescente valore dei terreni e degli

immobili nella comunità: "i prodotti delle pendici

fiesolane sono di tale squisitezza, e specialmente il vino

e la frutta, che si rendono ricercatissimi; la qual

circostanza, unita alle amene situazioni delle fabbriche, costituisce un prezzo d'affezione di questi predj, che aumenta di giorno in giorno; e quindi gli affitti delle fabbriche, e le vendite de*suddetti predj si succedono rapidamente. Vari distinti forestieri vi hanno fissato il loro permanente domicilio, ed altri ambiscono di passarci le belle stagioni, con profitto indicibile dei possessori,

. 52

e de'paesani circostanti" • Così nel 1810, in pieno

periodo francese il maire Bernardo Pecori (possidente

fiorentino), rispondendo ad una circolare del prefetto

nella quale si chiedevano, tra l'altro, i nomi "dei

comunelli, borghi e villaggi" che componevano la comunità, definisce nei termini seguenti quello della Cattedrale: "comprende l'antica città di Fiesole, città etrusca, e fondata prima di Babilonia, di Tebe, di Troja, di Cartagine e di Roma, poiché si vuole che il suo fondatore fosse Attalan, o Atlante uno dei discendenti di Cam figlio secondogenito di Noè, che ne intraprese l'edificazione dopo il Diluvio Universale, e così si vuole che sia la prima

città di Europa, quale sebbene ai giorni nostri sia

smantellata e aperta, presenta ancora agli occhi degli eruditi avanzi dei suoi grandiosi edifizj". E, non contento

di aver esposto il pedigree della città, si affrettava

subito a sottolinearne il rango attuale: "è residenza di un 5 2

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vescovo, che vanta la sua origine fin dal primo secolo della Chiesa Cattolica, capo di una vasta, e popolata Diogesi, di un Capitolo, e di un Seminario capace di n. 84 alunni, da cui attesa la non comune dottrina dei suoi precettori, sono sortiti dei luminari per la Religione, e dei genj nel campo dei letterati. E* capo-luogo di Cantone,

residenza di un Giudice di Pace, dell'Autorità

amministrativa, di una Percettoria e degl'impiegati dei Diritti Riuniti" 53 .

Un linguaggio che ritroviamo nella lunga battaglia

ingaggiata dai "comunisti" fiesolani nel corso

dell'Ottocento per riportare in città il vescovo (abbiamo

appena visto in quali termini si esprimeva l'anonimo

. , 54

giacobino fiesolano) , e la sede della comunità,

praticamente trasferita fin dalla fine del Settecento nei dintorni di Firenze. Una battaglia, quest'ultima, per la quale fu costituito un "Comitato Pro-Fiesole", composto da

, , , . 5 5

numerosi discendenti delle antiche famiglie artigiane La questione del ritorno della sede del comune entro le

mura cittadine si fa aspra negli anni immediatamente

successivi all'unità d'Italia, quando a seguito del

trasferimento a Coverciano (un borgo nei pressi di Firenze)

degli uffici comunali, i "comunisti" di Fiesole si

scagliano contro la "Consorteria fiorentina" rea di

ACF, Preunitario, 14, "Fiesole mairie 1809-1813".

In un altro momento rivoluzionario, il 1848, veniva pubblicato

sotto forma di manifesto un Indirizzo al Consiglio Generale della

Toscana per ottenere la dimora del vescovo in Fiesole, firmata da un

centinaio di cittadini. Ho potuto consultare una copia del manifesto

in APFP. Il manifesto suscitò un'accesa polemica tra il canonico

casentinese Cattimi Ilo Gatteschi e il dott. Oreste Cristiani. I

fiesolani avrebbero riavuto il loro vescovo nel 1874.

Per tutte le citazioni che seguono cfr. Fiesole e la nuova sede

comunale. Parole del Comitato fiesolano dopo le ultime elezioni,

Firenze, 1868. Nel 1868 la sede era stata trasferita a Coverciano. Solo nel 1910 essa sarebbe stata riportata nel capoluogo per rimanervi

definitivamente (M. BORGIOLI, a cura di, Inventario dell'Archivio

postunitario del comune di Fiesole (1865~1945), Firenze, 1988, pp. 5-

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perseguire soltanto i propri interessi,

per

i quali