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Secondo Lida Seger, come afferma in Come scrivere una grande sceneggiatura, gli elementi essenziali della sceneggiatura sono cinque: la trama, i personaggi, l'idea di base, le immagini e i dialoghi. Ogni scrittore può scegliere da quale di queste componenti partire per costruire la storia che vuole raccontare.

Ad esempio, quelli particolarmente abili con i personaggi, possono iniziare a prefigurare una linea narrativa a partire da un protagonista che hanno ideato e attorno al quale vorrebbero sviluppare le vicende, lasciando che la storia si evolva a seconda delle scelte e delle azioni del personaggio. Viceversa, si potrebbe cominciare con un nucleo narrativo che esprima un determinato tema che sta a cuore allo sceneggiatore; comincerà allora con un'idea, qualcosa che vuole esplorare, un messaggio da trasmettere al pubblico.

È importante trattare un tema che, a prescindere da quale sia il contesto storico e sociale nel quale è ambientata la storia, sia comunque rivolto a un pubblico contemporaneo (in linea con i valori e i gusti del targhet di riferimento scelto dallo sceneggiatore, radicato in un epoca e in un contesto ambientale preciso), in modo tale da permettere l'immedesimazione dello spettatore nei panni del protagonista.

Infine, altri scrittori potrebbero essere particolarmente affascinati dall'azione, si concentreranno quindi prima di tutto sulla scaletta o sulla sequenza degli eventi che intendono seguire.

Ognuno dei cinque elementi prende forma in momenti diversi del processo ma, indipendentemente da dove lo scrittore voglia cominciare, a un certo punto tutti dovranno confluire nella sceneggiatura finale.

Una volta identificati l'idea drammatica e i protagonisti35, si potrà articolare l'intreccio.

Tutto questo materiale verrà raccolto in scene individuali: il mezzo attraverso cui la storia viene raccontata (di conseguenza, tutta la vicenda viene narrata in scene individuali). La scena è infatti il singolo elemento più importante di una sceneggiatura, una specifica unità d'azione. È una descrizione visiva che può essere supportata dai dialoghi, un frammento della storia che rimane compreso in un'unità di tempo e luogo.

L'aspetto più importante che riguarda la scrittura della singola scena riguarda la sua funzione: occorre verificare se soddisfa la necessità per la quale l'abbiamo scritta.

Prima di tutto bisogna definirne lo scopo, ciò che apporta alla storia, sia essa una scena decisiva per lo sviluppo dell'azione che per la definizione del personaggio.

Ogni sceneggiatura, per poter comunicare efficacemente, deve quindi essere riconducibile a un problema di carattere generale, riscontranbile già a partire dall'idea drammatica

- definita anche story concept - che esprime l'essenza della storia36. Inoltre, presenterà il

conflitto che un protagonista deve superare per raggiungere il suo scopo.

Una volta individuata questa prima impostazione narrativa, saremo in grado di cominciare a costruire lo scheletro della storia.

Definire l'idea della storia ci dà una direzione da seguire ma non può differenziare la nostra sceneggiatura rispetto alle altre: la stessa idea può trasformarsi in molteplici storie, originate dal medesimo nucleo narrativo, che si può sviluppare in modo del tutto differente. Come conseguenza, la relazione tra idea drammatica, tema e intreccio varia ed è determinante.

Lo sviluppo di una sceneggiatura originale deriva da un'efficace articolazione tra il tema, i personaggi, l'ambientazione, il tono narrativo e un preciso sviluppo drammatico.

Esistono vari modi per giungere a una storyline completa e Linda Seger ne illustra i principali. Un buon metodo dovrebbe essere flessibile e facilitare il processo e creativo e, dato che si tratta di una tipologia di lavoro molto personale, ognuno potrà scegliere quale adottare per dare una forma coerente alla propria sceneggiatura.

Ogni metodo è valido quanto lo è l'abilità dello scrittore nell'usarlo37.

36 Age, Scriviamo un film. cit. pag 55.

Il metodo delle schede.

Il metodo delle schede consiste nel raccogliere separatamente tutti i brandelli di idee che confluiranno nella sceneggiatura finale.

Questo genere di appunti possono essere brevi e coincisi ma anche annotazioni più estese ed elaborate, come ad esempio la descrizione di un ambiente o di un'azione.

Dato che il processo creativo prende avvio da un insieme disordinato di costruzioni mentali, fino ad arrivare a un ricongiungimento ordinato degli eventi che confluiranno nella storyline finale, la mente dello scrittore comincerà in modo naturale a notare una correlazione tra le schede.

Questo metodo è sicuramente il più flessibile: permette alle idee di emergere e trovare un collegamento reciproco.

Inoltre, mischiando le carte si può modificare la cronologia e la dinamica delle scene. Un buon modo per favorire un certo ordine mentale, è rappresentato dall'utilizzare dei cartoncini di diversi colori: man mano che si riordinano le idee, ogni colore va a rappresentare un determinato elemento della sceneggiatura.

“Magari state scrivendo un poliziesco e tutte le scene investigative sono annotate su cartoncini gialli. Usate i cartoncini rosa per le scene d'amore tra il detective e la testimone. Le schede bianche possono contenere note sui personaggi - compresi biografia, relazioni, descrizioni e abitudini peculiari -, quelle blu possono riportare annotazioni sulle immagini: l'immensità della città (come in Il fuggitivo) o le strade squallide di New York (in Taxi Driver)”38

La scaletta

Composta solitamente da poche righe riguardanti ogni scena, una scaletta completa conta

38 Ivi; pag 13.

circa cinquanta o cento righe.

Serve per avere un'idea dell'evolversi della storia in modo lineare e senza rischiare di perdersi in ripetizioni o in scene poco coerenti fra di loro.

Da una continuità al concatenarsi degli eventi.

Il diario.

Il diario contiene una descrizione più approfondita dei personaggi e delle azioni ma anche delle associazioni di idee utili allo sceneggiatore per cominciare a prefigurare la storia da raccontare.

Consente di approfondire il tema e di mettere maggiormente a fuoco i personaggi.

Si può scrivere in prima persona, fingendo di essere il personaggio che parla di sé stesso e annota i propri pensieri, come se si trattasse di un vero e proprio diario personale, oppure in terza persona, analizzando i personaggi dall'esterno.

“Il diario dà l'opportunità di analizzare i personaggi e i temi nello stesso modo in cui si analizzano la propria vita e i propri problemi”39

Questo metodo permette di esplorare più in profondità le caratteristiche dei personaggi, descrivendo le loro attitudini e il loro modo di pensare, e di “entrare dentro di essi”40, per

conferire coerenza ai loro modi di reagire di fronte a determinate situazioni.

Parlare al registratore.

Ogni metodo descritto finora ha i suoi vantaggi, il registratore ne ha due in particolare: ci dà la possibilità di fissare le idee nel momento in cui nascono, ma anche di poterle poi riascoltare in qualsiasi altro momento e quante volte vogliamo.

39 Ivi. pag 16. 40 Ibidem; pag 17.

“Forse vi stanno venendo in mente brandelli di dialoghi per i vostri personaggi, vi giungono voci ma parlano così in fretta che non riuscite a trascriverle. Forse state guidando la macchina. O siete fermi nel traffico […] Improvvisamente sentite quelle parole”41

In queste situazioni il desiderio sarà quello di fissare subito ciò che abbiamo immaginato prima che svanisca. Parlare al registratore e imprimere così ciò che ci è venuto in mente è un modo per non rischiare che quel lampo di idee scompaia senza lasciare traccia.

Inoltre, è un mezzo per far scorrere le idee liberamente, senza inibizioni, utile per esprimere attraverso la voce i dialoghi e gli atteggiamenti dei personaggi, analizzando i rapporti che li legano.

Come ogni metodo a disposizione dello scrittore, non mancano gli aspetti negativi: uno svantaggio del registratore è che bisogna trascrivere ciò che è stato detto. Ma, ovviamente, non occorre trascrivere tutto immediatamente, alle volte determinate idee possono tornare utili in futuro. Per questo motivo è bene non cancellare le registrazioni, poiché in un secondo momento si potrebbe riascoltare la nota audio e ricordare, ad esempio, il rapporto tra un'idea e un'altra, oppure il motivo per cui determinate frasi sono state pronunciate in quel particolare ordine.

Software.

Al giorno d'oggi l'informatica e l'utilizzo dei computer dominano il nostro vivere quotidiano e sono diventati ormai parte integrante anche del mondo cinematografico. È quindi inevitabile portare un esempio di come l'utilizzo di software appositi faciliti e migliori il processo creativo.

La maggior parte degli scrittori lavora con il computer. È un modo più rapido per poter

scrivere in maniera non “definitiva”: si può cancellare e scrivere una determinata scena quante volte lo si richiede, ma non soltanto; esistono infatti dei programmi appositi che aiutano gli sceneggiatori esperti, ma sopratutto gli esordienti.

Si tratta di applicazioni digitali create con lo scopo di aiutare a organizzare, preparare e scrivere la sceneggiatura. Come sempre, fin dagli inizi della rivoluzione tecnologica, digitale, esiste una frattura fra chi è pro e chi è contro l'utilizzo dei computer, nella composizione narrativa, ognuno con le proprie ragioni:

“Per alcuni scrittori essi sono discutibili perché sembrano applicare il metodo del disegno numerato alla scrittura di sceneggiature istruendo lo scrittore su dove posizionare ogni evento e assicurandogli che se segue alla lettera ogni istruzione avrà una sceneggiatura perfetta. Altri scrittori li vedono come catalizzatori della loro creatività, come una guida che li mantiene sulla strada giusta, un aiuto per sapere cosa fare dopo.”42

Un programma di sceneggiatura ha uno scopo preciso: aiutare a organizzare i pensieri e a raccogliere ordinatamente le informazioni.

Tra i vantaggi abbiamo il fatto che, con un metodo manuale come quello delle schede, siamo costretti a scriverle più volte senza poter modificare le annotazioni a nostro piacimento, mentre con il software per scrittori, oltre ad avere a disposizione tutte le informazioni in modo raggruppato e ordinato, possiamo elaborare e rielaborare le idee man mano che emergono. Inoltre, vi sono davvero troppi elementi necessari a far funzionare una sceneggiatura.

Gli scrittori esperti li conoscono ormai in maniera quasi naturale, al contrario, gli esordienti o i principianti non possiedono ancora queste capacità, e possono giovarsi della funzione-guida del programma di scrittura.

Per questo motivo, l'applicazione pone in maniera ripetuta le domande principali che si

devono soddisfare per scrivere una buona storia. Come ad esempio: hai sviluppato chiaramente la biografia del personaggio? Cosa vuole e cosa farà per ottenerlo? Chi è il pubblico a cui si rivolge la sceneggiatura? 43 Molti programmi contengono definizioni e

informazioni utili a un principiante e perfino analisi di grandi sceneggiature, in modo da avere degli esempi da seguire e funzionando anche come strumento di formazione, oltre che di ausilio alla scrittura.

Ogni sistema è basato sulle teorie drammaturgiche del programmatore, quindi, se non si conoscono ancora determinate terminologie specifiche del settore, potrebbero esserci dei concetti da apprendere prima di cominciare.

Il soggetto e il trattamento.

Sia che siano tratte da fatti realmente accaduti o dalla pura immaginazione dell'autore, le storie hanno bisogno di un linguaggio corretto per essere raccontate.

La storyline avanza sulla base di due linee di interesse: il rapporto tra personaggi e il succedersi degli avvenimenti che creano le cosiddette situazioni di peaks44 (punte: momenti

di alta emozione, paura o sorpresa, che nel linguaggio teatrale venivano identificate con il termine di scene madri).

Alla base di un film c'è sempre un'idea, che può nascere da un tema, da una traccia del reale, un'opera letteraria o uno spunto originale45.

Dall'idea, consecutivamente, si otterranno il soggetto e il trattamento, fino ad arrivare alla sceneggiatura vera e propria, che deve contenere indicazioni dettagliate su tutto ciò che appare sullo schermo (quindi, che deve essere ripreso) e ciò che si sentirà durante la proiezione (i dialoghi).

43 Ivi. pag 19.

44 Lucio Battistrada, Massimo Felisatti, Corso di sceneggiatura, Universale Sansoni, Gruppo editorriale Fabbri-Bompiani-Sonzogno, Etas S.P.A., Milano, 1993; pag 17.

Prima di scrivere la sceneggiatura, però, avremo a che fare con il soggetto e il trattamento. Il soggetto è la base su cui in seguito verranno impostate le fasi successive della scrittura del film.

“È, in un certo modo, il riassunto di qualcosa che non è stato ancora scritto: il trattamento.46

La stesura del soggetto non ha delle vere e proprie regole codificate, solitamente viene scritto al presente o al passato, ma non si esclude anche il futuro, in prima o in terza persona.

La lunghezza può variare da un paio di pagine a una decina circa.

È un racconto breve contenente principalmente l'idea drammatica, ma si accenna anche allo scheletro della storia, si descrivono i personaggi principali, il periodo storico e l'ambientazione in cui si svolge.

Il trattamento è quindi un ampliamento e un'elaborazione del soggetto, il suo “tono” deve avvicinarsi il più possibile a quello del film, che sia una commedia, un film drammatico o un poliziesco.

È un raccconto vero e proprio, da cui si trarrà la sceneggiatura.

In questo caso, il tempo maggiormente utilizzato è il presente indicativo, mentre la lunghezza varia da una quarantina di pagine in su.

Ha una struttura simile alla suddivisione in capitoli dei romanzi e, per questo motivo, prefigura il montaggio narrativo del film47.

46 Age, Scriviamo un film. cit. pag. 22.

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