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2 3 Come impostare una sceneggiatura.

2.4 Riflessioni operative.

Abbiamo visto che gli elementi che compongono una sceneggiatura sono cinque (la trama, i personaggi, l'idea di base, le immagini e i dialoghi) e che lo sceneggiatore può scegliere liberamente da quale partire.

Dopo un primo confronto con Giorgio Terruzzi, abbiamo pensato di muoverci su un doppio binario: impostare una storyline da seguire eliminando l'enorme quantità di flashback e linearizzando la narrazione in senso cronologico, e ridurre notevolmente i personaggi - come ho avuto modo di spiegare nelle conclusioni al capitolo sull'adattamento -.

Una volta individuato il plot principale e quali personaggi mantenere per far avanzare la storia, siamo arrivati ad ottenere un'idea di come impostare la sceneggiatura futura.

Per quanto riguarda l'individuazione e l'analisi dei personaggi e delle loro caratteristiche (fisiche e caratteriali) da mettere in evidenza, mi sono avvalsa del metodo delle schede, attribuendo un colore ad ogni protagonista e studiando separatamente il loro background e gli elementi della loro personalità da valorizzare.

Ho inoltre affrontato il discorso relativo al tema del film.

Semplice è un romanzo che parla di tematiche forti, come la morte e l'accettazione del

lutto, ma anche di valori facilmente condivisibili e vissuti da tutti, come l'amicizia, l'amore e il forte legame tra persone che, insieme, affrontano gli ostacoli che la vita ti pone davanti.

L'incidente scatenante potrebbe sembrare la morte di Alex, il capitano della squadra. In realtà il romanzo comincia quando il tragico evento è già accaduto, da anni ormai. In questo caso, quindi, si tratta della terza tipologia di incidente scatenante: come

conseguenza di una serie di avvenimenti che, messi insieme, pongono la domanda centrale. Lo stesso Luciano, infatti, parla di una “rassegna gli eventi” che, messi insieme, vive quasi come un segno del destino che porterà gli storici amici ad affrontare nuovamente il “fantasma” della morte di Alex, provando a trarne un qualcosa di positivo: aiutare Marta, ex fidanzata storica del loro capitano. Si riferisce infatti al tic di suo figlio, Michelino, identico a quello che Alex compiva durante le partite di rugby; la email di Marta con la quale, dopo anni di assoluto silenzio, si fa sentire con la scusa di una particolare richiesta: restituirle il furgone nel quale lei e Alex viaggiavano per le loro escursioni subacquee; il riavvicinamento inaspettato che quest'ultimo evento ha scatenato nei suoi ex compagni di squadra. Luciano interpreta questa catena come “un appello”, un capitolo incompleto della loro vita da chiudere e sul quale mettere un punto definitivo.

Per questo motivo, ritengo che Semplice si basi su due tipologie di conflitto:

– conflitto interiore → i personaggi stanno attraversando un difficile momento a livello emotivo e di maturazione caratteriale, perciò il loro primo obiettivo sarà l'accettazione del lutto e del senso di perdita, venire a patti con i loro fantasmi e sensi di colpa.

– conflitto di relazione → Luciano, Diego, Angelo e Tommaso, grazie all'aiuto del loro allenatore Franco, dopo aver scoperto che Marta ha perso la casa ed è stata ricoverata in ospedale in seguito all'ira e all'instabilità psicologica del suo compagno (nonché padre di sua figlia), vengono inaspettatamente catapultati all'interno di una dinamica e di una rete di relazioni con vari personaggi che li aiuteranno o li ostacoleranno nel raggiungimento del loro secondo obiettivo: aiutare l'unico vero amore del loro migliore amico defunto.

Un ulteriore elemento che ho descritto nel corso di questo capitolo è l'utilizzo di leitmotiv. In questo caso, si tratta di un'immagine ricorrente nel corso del film, usata per approfondire e legare determinate situazioni: la fotografia dei cinque amici, al tempo ancora ragazzi, scattata durante uno dei loro allenamenti al campo di rugby.

Terruzzi mi ha consigliato di utilizzare questa immagine inserendola in vari momenti della storia, non soltanto perché la considera come un'immagine-simbolo, ma poiché riteneva potesse tornarmi utile quando occorreva fare un tuffo nel passato e inserire nella narrazione eventi necessari per la comprensione di ciò che accade nel presente della storia, ma riguardanti situazioni risalenti a quando Alex era ancora vivo, o gli attimi immediatamente successivi la sua morte.

Mi ha proposto di utilizzare la foto come escamotage per attirare l'attenzione dei protagonisti ormai adulti sul passato comune e commentare fra di loro o ricordare i momenti in questione, in modo da informare il pubblico tramite semplici dialoghi retrospettivi, senza inserire i numerosi flashback presenti nel romanzo.

Mi ricollego direttamente, tramite quest'ultimo argomento, a quello relativo ai titoli di testa e precisamente all'ultima tipologia: i titoli preceduti da una breve sequenza.

Da un confronto con lo scrittore, abbiamo stabilito di cominciare la sceneggiatura nel seguente modo:

Dettaglio su una mano che tiene ben salda una fotografia rappresentante i cinque amici in posa, vestiti con la divisa da rugby. Una voce off afferma:

- Grazie capitano -.

La mano lascia cadere la fotografia.

Si scoprirà, in un secondo momento, che la scena in questione rappresenta un momento 67

tratto dal funerale di Alex. Successivamente a questa scena, potremmo inserire i titoli di testa, dopo i quali far ricominciare il film a partire dal tempo presente del racconto.

In conclusione, dopo un'attenta analisi relativa alle varie teorie e tecniche della sceneggiatura cinematografica, si può facilmente notare come siano veramente tanti gli elementi che la compongono, così come le tipologie di scrittura e i modi attraverso i quali poterla impostare. Tutto sta nel trovare quelli più adatti al caso specifico che, ovviamente, possono variare sia in base ai metodi più congeniali allo sceneggiatore, ma tenendo sempre bene a mente il film che si andrà a scrivere e il giusto metodo per valorizzarlo quanto più possibile.

CAPITOLO 3

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