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I fattori chiave per lo sviluppo delle capacità imprenditoriali dei giovani agricoltori

Nel documento Il ritorno alla terra alta (pagine 39-41)

4 L’analisi dei casi studio

4.3 Analisi dei risultati emersi per aree tematiche

4.3.1 I fattori chiave per lo sviluppo delle capacità imprenditoriali dei giovani agricoltori

In questo capitolo andremo ad analizzare quali sono i fattori che rappresentano un sostegno al giovane agricoltore nell’ambito dello sviluppo delle sue capacità imprenditoriali. Per fare questo ci si baserà sugli elementi descritti nell’analisi qualitativa descrivendo aspetti di contesto che è stato possibile appuntare durante le interviste e che contestualizzano i dati qualitativi raccolti in esperienze aziendali uniche ma rappresentative.

La provenienza familiare

Non si nasce imprenditori agricoli. Tuttavia, il contesto in cui si è cresciuti, i discorsi ascoltati, la cultura e l’ambiente familiare di origine influenzano molto le attitudini e il livello di consapevolezza rispetto alle vicissitudini del lavoro agricolo. Sono ancora molti, come già citato, i giovani agricoltori che hanno avuto, nei contesti montani, legami familiari con operatori del settore. La maggior parte di questi legami è rappresentato dai nonni, figure ancora legate al “mondo dei vinti” (Revelli, 1977): una ruralità antica basata su un grande bagaglio di conoscenze pratiche e teoriche. Dei nonni e delle nonne contadini e contadine sulle alpi li hanno avuti in molti ed è proprio con essi che molti dei nostri giovani agricoltori rivelano di aver acquisito le prime erudizioni e sviluppato le prime passioni. Alcuni, in misura minore, hanno avuto anche l’occasione ereditare la professione dai genitori e sono proprio essi i più preparati al lavoro, i più professionali. Quelli che da bambini giocavano nella stalla e che hanno imparato a guidare il trattore prima dell’automobile, quelli che mungevano a sei anni e che parlano il dialetto quasi come prima lingua. Loro sono facilitati. Hanno ereditato dalla famiglia il saper fare, a volte i fattori produttivi ma soprattutto la concezione di cosa significhi veramente

36 lavorare in agricoltura. Il ritmo delle giornate, l’attitudine al risparmio e al guadagnare ciò che non si spende, l’idea che prima del piacere viene sempre il dovere e che il dovere deve essere un piacere altrimenti si dura poco. Provenire da una famiglia agricola per diventare agricoltori, è sicuramente utile, tuttavia molti degli agricoltori intervistati non hanno un background agricolo e la loro azienda procede comunque bene. Provenire da un mondo esterno fa sì che a spingere la scelta professionale sia stata una passione e non un condizionamento familiare. Se il tuo lavoro è la tua passione difficilmente soccomberai alle frustrazioni e alle fatiche. Spesso i neofiti sono i più innovativi, hanno una maggiore percezione di come va il mercato e sono vettori di cambiamento forti di una mentalità non condizionata dagli stereotipi e dai cliché culturali del settore.

La provenienza geografica

Un fattore che sicuramente risulta rilevante è, come già citato, la provenienza geografica degli operatori. Appare chiaro come nei contesti alpini il fattore che guida il ritorno alla terra non sia direttamente l’influsso di nuovi abitanti dall’esterno quanto la decisione dei nativi di lavorare sul territorio. I giovani che scelgono di restare e di investire sul proprio territorio in un contesto, come la montagna, notoriamente diffidente, legato strettamente alle conoscenze personali e familiari, sono avvantaggiati. Molti nativi affermano senza esitare che un forestiero farebbe molta fatica ad insediarsi in un contesto montano. Le conoscenze sono fondamentali per districarsi banalmente nei labirinti delle proprietà fondiarie e finché mai indispensabili per penetrare un mondo spesso chiuso e indifferente nei confronti di chi viene da fuori. Non ci sono però soltanto onori per chi è cresciuto nel paese e, a volte, il coltello è a doppio taglio. Sono diversi i nativi che sostengono di fare molta fatica a essere riconosciuti nel proprio territorio, il cognome che porti, la reputazione dei tuoi genitori e la tua storia te li porti dietro per anni e liberartene è quasi impossibile. Se eri un adolescente chiacchierato o porti con te conflitti generazionali legati all’operato di tuoi antenati quei preconcetti si rifletteranno sull’agricoltore che sei e spesso sulla tua economia. Questo concetto è più che mai ribadito dai nativi e più la tua famiglia è integrata, rispettata e ben considerata, quanto più saranno richiesti i tuoi prodotti dalla gente del paese. I forestieri per contro sono nessuno o peggio incarnano i numerosi luoghi comuni relativi alla città o alla valle da cui provengono. Sono coloro che fanno più fatica ad essere accettati. Al tempo stesso hanno a disposizione il vantaggio di avere una reputazione “immacolata” da spendere. Saranno riconosciuti in base alle loro azioni e a quanto si integreranno con il territorio e con la comunità. Sorvegliati attentamente ma anche accolti e benvoluti. Un agricoltore forestiero rivelò durante un’intervista “Quando vado in paese il primo posto in cui entro è il circolo, non manco mai di offrire un bianchino agli anziani, gioco a carte ma sto attento a non vincere troppo e soprattutto, parlo in dialetto”. Anche il forestiero viene accolto, appena superato il muro dell’apparente diffidenza dei montanari, ma, viene spesso ribadito, è bene essere molto delicati nell’introdursi da fuori, ci vuole diplomazia se si vuole l’appoggio della comunità che, come già detto, risulta fondamentale.

La formazione

La formazione diretta è un fattore di successo innegabile. Aver studiato e approfondito i temi legati all’agricoltura è essenziale, a maggior ragione se non si proviene da un background

37 agricolo. Come già detto sono molti coloro che hanno frequentato studi e molti di essi hanno avuto l’occasione di farlo sul territorio approfondendo la conoscenza delle dinamiche produttive locali approfittandone per pianificare la propria strategia aziendale. Coloro che cominciano senza una formazione o, hanno la fortuna di avere una famiglia alle spalle e un bagaglio di conoscenze esperienziali, oppure devono farsi una formazione empirica, spesso improvvisata, basata anche su molti errori. Una possibilità a cui a volte ricorrono molti giovani senza formazione né bagaglio familiare è il lavoro presso altre aziende agricole, anche come volontari, al fine di accumulare esperienze e colmare le lacune teoriche e pratiche.

Nel documento Il ritorno alla terra alta (pagine 39-41)