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Ferrovia, macchina e velocità nel concetto di viaggio

DELLO SPAZIO URBANO

50 Bar sulla strada principale Lossiemouth, Scozia,

2.1 Viaggio in treno, velocità, percezione e movimento

2.1.1 Ferrovia, macchina e velocità nel concetto di viaggio

La ferrovia, come qualsiasi altro mezzo di comunicazione, produce trasporto, mutamento spaziale; la sua caratteristica distintiva e predominante è quella di unire indissolubilmente via e mezzo di comunicazione. I viaggi precedentemente compiuti a piedi o a trazione animale, dopo la rivoluzione industriale e con l’introduzione e la diffusione della ferrovia, furono sostituiti dalla velocità e dalla forza meccanica della macchina a vapore che correva lungo le rotaie. L’idea di macchina fu

particolarmente significativa in una fase iniziale dell’evoluzione tecnica della ferrovia. Ad affermarlo è il sociologo e scrittore tedesco Wolfgang Schivelbusch (nato a Berlino nel 1941), nel suo libro intitolato “Geschichte der Eisenbahnreise”, del 19773. Nel testo, Schivelbusch sottolinea come un’invenzione come la ferrovia abbia

prodotto significativi mutamenti nella vita quotidiana, nella mentalità e nella cultura della società del XIX secolo. Tali mutamenti hanno interessato la concezione del rapporto tempo-spazio-distanza, riferito al viaggio, e di quello fra il viaggiatore e il paesaggio attraversato durante il tragitto. All’epoca della sua apparizione, intorno al 1830, la locomotiva non veniva intesa come un veicolo compiuto, ma come una “macchina a vapore montata su un carrello” così come la sua comparsa, in quanto processo di meccanizzazione del trasporto, della comunicazione e del viaggio, era vissuta come la “perdita del rapporto vivo con la natura”, che era dato dalla trazione

3 Wolfgang Schivelbusch, “Geschichte der eisenbahnreise”, edito in Italia con il titolo “Storia dei

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animale e dal rapporto inalterato con il terreno. Schivelbusch lo spiega in questo modo:

“La linea ferroviaria sta alla strada normale come la macchina a vapore sta all’animale da tiro. In tutt’e due i casi, la regolarità meccanica ha la meglio

sull’irregolarità della natura. La sostituzione della forza motrice animale con la forza del vapore viene vissuta come perdita di lavoro/sfinimento animale fisicamente percettibile, cioè come perdita del senso dello spazio del movimento, legato a questo sostrato animale. La sostituzione della strada che si adatta alle naturali asperità del terreno con la ferrovia che taglia in linea retta il paesaggio, viene vissuta come perdita di questo paesaggio, soprattutto nelle gallerie”4

Se prima, per i viaggiatori, il rapporto con il paesaggio era completo e immediato, trasmesso dall’andatura e dal ritmo animale, con la ferrovia, in questo rapporto, la macchina s’intromette fra il viaggiatore e il paesaggio e, di

conseguenza, il viaggiatore è costretto a percepire il paesaggio attraverso l’unità- macchina e attraverso gli elementi che l’accompagnano, come i pali del telegrafo.

Schivelbusch spiega che in questo modo si manifesta un mutamento nella concezione del viaggio e nella percezione del paesaggio; il sostrato materiale del vecchio modo di percepire paesaggio e movimento era costituito dalla forza degli animali da tiro, dalla strada che si adattava al territorio, dal libero legame fra strada e veicolo e in sostanza da elementi naturali e non strettamente legati tra loro. Confrontata con la precedente tradizionale, la nuova percezione sembra essere povera e innaturale.

E’ interessante notare come l’introduzione della ferrovia abbia portato con sé ulteriori innovazioni tecnologiche che, studiate come strumenti necessari a

garantirne il funzionamento, si sono rivelate importanti per il loro impatto sul sistema sociale. Un esempio significativo è quello del telegrafo elettrico; Schivelbusch spiega che la sua importanza non è solamente legata al funzionamento dell’unità macchina costituita dalla ferrovia.

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“Il telegrafo elettrico determina il viaggio in treno non solo in quanto

dispositivo di segnalazione tecnicamente necessario, ma, nella sua fisicità, diventa contrassegno significativo di questo viaggio. Mediante il telegrafo, il mondo esterno al di là del finestrino dello scompartimento si comunica al viaggiatore. Chi viaggia in treno percepisce i pali e i fili che corrono veloci davanti al finestrino, non vede mai soltanto il paesaggio che sta attraversando, ma sempre anche questi pali e questi fili che fanno parte della ferrovia al pari della rotaia”5. In questo senso, il paesaggio compare dietro la trasparenza della pelle formata, grazie alla velocità di

scorrimento, da pali e fili del telegrafo. L’autore sottolinea a questo punto, per effetto della velocità e dell’interferenza ritmica dell’impianto, il carattere panoramico della percezione.

Il fattore Velocità è una motivazione determinante per un’altra mutazione di coscienza nella collettività sociale: il senso della distanza, nel rapporto spazio tempo, si trasforma. Schivelbusch lo spiega in questo modo:

“Una determinata distanza spaziale, per superare la quale, tradizionalmente, si doveva impiegare una certa quantità di tempo di viaggio o di trasporto, è tutt’a un tratto percorribile in una frazione di questo tempo, o in altre parole, nel medesimo tempo si può adesso percorrere una distanza multipla di quella precedente”.

La stampa di allora riprende la sensazione dei viaggiatori come quella dell’annullamento dello spazio e delle distanze, l’avvicinamento delle città,

l’accorciamento delle distanze fra le città, e la forza di attrazione esercitata su tutto il territorio dalle principali metropoli.6 Di conseguenza, la concezione del rapporto distanza-dimensione avrebbe una doppia percezione in quanto risultato di un processo di riduzione e ampliamento contemporaneo dello spazio. L’autore spiega che la dialettica di tale processo consiste nel fatto che il restringimento –e cioè la riduzione del tempo di trasporto- ha come conseguenza l’ampliamento dello spazio del trasporto e allo stesso tempo, la crescita della metropoli che, con la possibilità di collegamento con zone circostanti sempre più numerose, tende a incorporare

5 Wolfgang Schivelbusch, “Storia dei viaggi in ferrovia”. Einaudi. Torino, 1988 6 Articolo della “Quaterly Review” 1839.

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l’intero territorio. In questo modo si rileva che, in coincidenza con l’introduzione e lo sviluppo della ferrovia, ha inizio la crescita incontrollata e a macchia d’olio della città.