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elementi e figure doppi, contrari e dialogici

4.3 Il ruolo della psicanalisi

4.4.3 Figure femminili

Prima di indagare il ruolo delle figure femminili in Orpheus Emerged, è necessario soffermarsi su quelli che furono i complicati rapporti di Kerouac con il sesso femminile, e col sesso in genere (si veda il cap. 1 di questo studio per i riferimenti biografici). Le parentesi coniugali non furono mai davvero avvertite come necessità da Kerouac: si pensi che il primo matrimonio fu imposto dai genitori della sposa per avergli pagato la cauzione per uscire di prigione, mentre quello con Stella Sampas ebbe per Kerouac il preciso obiettivo di garantire a sua madre qualcuno che si potesse prendere cura di lei. La figura della madre di Kerouac appare come ingombrante nella vita dello scrittore, ma lui non pareva sentirne il peso. Pur viaggiando e concedendosi parentesi lontane, parentesi di ribellione e libertà, in realtà Kerouac era a suo agio nel ruolo di figlio, che gli evitava l’incombenza di crescere, maturare ed essere un uomo con le proprie responsabilità.

James T. Jones si è occupato del complesso di Edipo applicandolo a Kerouac, partendo dalla sua biografia e leggendo le sue opere alla luce di questo: “Jack’s most recent biographer conceives of his life “as a Greek tragedy in which a great talented human is destroyed by fatal laws”, and I believe that tragedy is the tragedy of Oedipus”279. Il mito di Edipo era stato reso celebre dagli studi freudiani e, vista la diffusione che la psicanalisi stava avendo in America, è probabile che sia stato anche un argomento piuttosto noto a Kerouac ed al suo entourage.

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Come ricorda Jones, Neal Cassady, in una lettera a Ginsberg, commentò il secondo matrimonio di Kerouac come un atto di “willful blindness”280: in effetti l’unione coniugale naufragò in breve come la precedente. Come riportato sempre da Jones, era opinione condivisa anche da Ginsberg che Kerouac non avesse un vero mondo adulto a cui far riferimento e che vivesse in una dimensione deformata dallo sguardo della madre: “[Kerouac] had no adult society and marriage world to write about and keeps repeating lament for mother”281. Gerald Nicosia, uno dei biografi più autorevoli di Kerouac, ha sottolineato come egli avesse fatto proprie molte delle idee della madre. A corroborare questa ipotesi, Jones cita la confessione di una ragazza che frequentava Kerouac negli anni Cinquanta, secondo la quale ogni altra donna non era che un’ombra per Kerouac rispetto alla madre:

I lost him to his mother, who represented home to him and some kind of terrifying safety, and to whom he was also tied by guilt – and whose reality for Jack was so encompassing and devouring that all other women flittered across his consciousness like shadows.282

La madre fu per Kerouac, dunque, l’unica vera donna della sua vita, l’unica per la quale e con la quale mettersi in funzione, risultando pertanto sempre figlio e mai uomo, come spiega anche Davenport: “All his interactions with women manifest his primary status as son”283.

I rapporti superficiali di Kerouac con le donne si riflettono anche in Orpheus Emerged, in particolare tra quelli che Michael intrattiene con la fidanzata Maureen e poi con l’amante Marie. Maureen ha qualche anno in più di Michael, è una donna sensuale, ma anche materna nei suoi confronti:

She was a woman in her late twenties, buxom, sensual – yet strangely maternal in her attitude towards the boy who lived with her. At times, however, her earthiness got the better of her maternal instinct, and she was wont to minimize the intellectualism of her lover. (p. 34)

280 Ibidem, p. 12. 281 Ibidem, p. 12. 282 Ibidem, p. 12 283

Steven M. Davenport, Complicating “a Very Masculine Aesthetic”: Positional Sons and Double

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Donna pratica e forse a sua volta un po’ superficiale, Maureen appare insofferente agli intellettualismi di Michael e dei suoi amici e, in generale, insofferente alla presenza di Paul. La differenza di età e di interessi sfocia spesso nel disagio, di cui lei stessa ne è assolutamente conscia, tanto da esclamare ad un certo punto: “All of you are crazy…. All of you. I wonder sometimes what I’m doing here” (p. 34).

Anche le sue dimostrazioni d’affetto non sono adeguate alla (in)sensibilità di Michael, il quale trova spiacevole il modo in cui Maureen lo tiene per mano, ricordandogli la propria madre:

She was ten years older than Michael, and each time that she squeezed his hand in a public place, it reminded Michael unpleasantly of his mother, and of the way that she too used to show affection in public places. (p. 49)

In generale, Michael non apprezza le dimostrazioni d’affetto di Maureen, ma, almeno a parole, cerca di compiacerla, probabilmente semplicemente per non entrare in aperto conflitto con lei. Così, quando si trova a rispondere alle sue domande (retoriche), egli appare completamente stucchevole, perché nel suo assecondarla è evidente che non vi è alcun reale interesse interiore, sincero e profondo:

“Are you happy?” she asked.

“Certainly. You’re a fine woman, Maureen; and I love you very much”

“Say that you’ll never go away from me”. “I’ll never go away from you” (p. 49)

Come scrive lo stesso Kerouac, Michael faceva fronte a tutto questo grazie a un suo senso di generale indifferenza per la vita. Puro esercizio di stile. In realtà gli interessi di Michael erano già proiettati su Marie, la moglie dell’amico Anthony. Michael è così sicuro di sé – così pieno di sé – che non tenta nemmeno di sedurla con qualche complimento o con un po’ di romanticismo e si stupisce dell’ipotesi che lei non lo desideri. Perché lui la desidera, ed è questo ciò che conta. Così, di fronte ad un primo rifiuto di Marie, non sa far altro che esibire la sua ricchezza economica per allettarla:

“What do you expect of me?” “I only expect you to be sensible”

“What? You want me to leave my husband for a while! You call that sensible?”

111 “And suppose I didn’t desire you, as you so romantically put

it?”

“Why can’t you?”

“I don’t think you’re capable of a decent affair, that’s why I can’t. You neurotics are all the same as lovers. Foo! Go home!”.

Michael began to smile sardonically.

“How can you be sure?” he asked. “ I know, I know also by the expression on your face that the idea appeals you. You know that I have money and that we can have the best for as long as we want it to last. You also need a change, I can sense that in your voice”. (pp. 44-45)

Marie definisce tutto ciò nonsense, eppure, quando Michael se ne va, rimane sola con i suoi pensieri, rivelando quindi la sua predisposizione a valutare la proposta di Michael. Infine, il tradimento si compie, peraltro, abilmente orchestrato. Michael affitta un appartamento dove scompare per alcuni giorni, giorni che naturalmente trascorre con Marie. Tuttavia, dopo la breve avventura, Marie confessa tutto a Maureen, facendo esplodere una situazione già carica di tensioni. A Michael non sembra importare e di fronte alla collera e al disgusto di Maureen sentenzia semplicemente: “It was convenient while it lasted” (p. 100).

Non gli importa degli equilibri spezzati, né di ciò che avverrà, né di aver fatto soffrire le persone; per lui l’avventura con Marie è stata ʿun fatto come un altroʾ: “I don’t care who finds out about Marie and me. I don’t care at all what happens. What have you been doing, Arthur?” (p. 95).

Michael non si spiega tuttavia perché Marie abbia rivelato tutto a Maureen. Marie, dopo la parentesi fedifraga, era tornata da suo marito e se ne prendeva cura dato che quest’ultimo era in preda ad una febbre nervosa; e quando Michael si reca da lei per chiederle spiegazioni, Marie gli fa presente come egli non tenga assolutamente in considerazione i sentimenti altrui. A quel punto, con un egoismo sconcertante, lui le risponde: “suppose I wanted the freedom to care when I wanted to, and not to care when I didn’t?” (p. 105).

Marie trova dunque confermati i suoi pensieri: nella mente e nel cuore di Michael non c’è spazio che per Michael. O almeno questo è quanto sembra, fino all’arrivo di Helen. C’è una cosa che accomuna le due donne e di cui Paul si accorge: tra tutte le ragazze che Paul abbia conosciuto, Marie è quella che più assomiglia a Helen, e probabilmente è per questo che Michael se ne è invaghito:

112 “You are the nearest thing to Helen I’ve seen in my life”

“Is that a compliment?”

“It’s by way of being a compliment from both Michael and myself”. (p. 109)

Quando Helen arriva al campus, raggiunge per primo Paul, che la bacia teneramente. Paul finalmente placa la sua continua ansia esistenziale e si addormenta nell’attesa che arrivi Michael: perché Helen è certa che lui arriverà. Ed in effetti egli giunge, sotto la pioggia, in uno stato mentale del tutto alterato, così che quando la vede crede di aver avuto una visione, e nel comprendere invece che la donna è reale, viene colto dal terrore. Tutto ciò che riesce a sussurrare è: “I… thought… I …had no right… to… ever… see… you… again” (p. 145).

Ma Helen è lì per dimostrare il suo perdono, la sua comprensione, il suo amore, il suo sostegno, superando eventuali errori o mancanze del passato. Ciò che Michael possa aver fatto, egli lo riassume in una parola, “vissuto”:

“Why not?” she asked clearly. ….

“Because…” Michael was whispering awesomely, his eyes fastened on Helen’s face “… because of what… I’ve… done”. “What have you done?” Helen demanded softly.

Michael was swaying on his feet. “Lived?” he whispered. “That’s probably all” Helen said. (p. 145)

Mentre i due si riconciliano, tra lacrime, sussurri e mani congiunte, Paul sottolinea a Michael che ora sa come deve amarla: ed il capitolo si conclude con un’immagine di unità.

La figura di Helen è particolarmente ambigua: è evidente che sia Michael che Paul ne sono innamorati284, ma ella non chiarisce la sua posizione, perché parole e gesti si contraddicono. Appena giunta da Paul e nell’attesa di Michael, confida a Paul di amarlo e di aver fiducia in lui: “I love you and I trust you” (p. 137). Tuttavia, poco dopo, di fronte alle confessioni sussurrate di Michael, chiede quasi in lacrime: “Don’t you think you’re good enough for me?” (p. 145). Michael crede di non essere adeguato a lei e, nel pianto, i due si abbracciano, ormai crollati in ginocchio sul pavimento, in un silenzio carico di emozioni e di non-detti più eloquenti di mille parole.

284 Anche qui è forse possibile rintracciare un’influenza derivante da I Fratelli Karamazov di Dostoevskij, innamorati della stessa donna. Del resto, James T. Jones individua un riverbero dell’opera dostoevskijana anche su The Town and The City di Kerouac, di poco seguente a Orpheus. Si veda James T. Jones, Jack Kerouac’s Duluoz Legend, cit., p. 59.

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Paul spezza il silenzio con un’esclamazione che suona quasi divertita, ma che nel frattempo sottolinea un punto importante, cioè che l’amore è stato ricongiunto:

Well! So one rejoins his true love and the occasion is all tears! That’s the so-called poet all over. And money lying outside the street! (p. 146)

E, rivolgendosi a Michael, Paul continua avvertendolo che, benché le cose possano non sempre esser facili, Helen gli riempirà l’anima di luce:

If you actually know how to love her – though she can be bitter – she can flood your soul with light, all of your soul! Aren’t I right? Helen, tell him – I’m right! (p. 147)

Paul ha dunque qui di nuovo il ruolo di paciere; e nel gesto in cui sembra ʿlasciare a Michaelʾ la donna che lui stesso ama, si può leggere il suo sacrificio o la sua resa. La bellissima Helen, fonte di desiderio e di discordia, richiama alla mente, sin dal nome, la figura della splendida Elena di Troia: si coglie dunque nuovamente in Orpheus un’eco mitologica e letteraria. Kerouac aveva letto con passione Faust di Goethe e conosceva dunque la vicenda del dilemma dell’uomo tormentato dal desiderio di conoscenza, che impegna la sua anima al diavolo e che nelle sue imprese titaniche riesce anche ad unirsi a Elena, ma che infine non può sfuggire alla fine tragica.

Oltre a Faust di Goethe, Kerouac conosceva il teatro elisabettiano avendo letto molto di Shakespeare. Di conseguenza, è probabile che Kerouac conoscesse anche Doctor

Faustus di Marlowe, il cui eroe tragico incarna precisamente i conflitti di forze della sua

epoca. Come spiega in proposito Nemi D’agostino, Faustus è un coacervo opposti:

È insieme, a seconda di come l’azione modelli il suo carattere, eroe e villain, nobile e volgare, saggio e folle, deciso e incerto, egoista e altruista, maturo e infantile, innocente e colpevole, intellettuale e sensuale, titano ribelle ed eroe moderno dell’incapacità di agire.285

La plurivalenza dell’uomo impersonato da Faustus lo sottrae alle facili interpretazioni univoche e alle categorizzazioni a cui la morale vorrebbe ridurre il reale. Come spiega D’Agostino, “l’eroe tragico è un’entità plurima: eroe e farabutto, falso e sincero,

285

Si veda l’introduzione di Nemi D’Agostino in Christopher Marlowe, Il Dottor Faust, a cura di Nemi D’agostino, Milano, Mondadori, 1992, p. 17.

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sovrano esemplare e, contemporaneamente, uomo colpevole […]”286. Così, quando l’uomo tenta di condurre una ricerca su ciò che è, si scopre enigmatico, in continua oscillazione tra due poli, sovraumano e subumano, interrogazione infinita287.

Parimenti sfuggente alle semplificazioni è Elena di Troia, che viene invocata da Faustus. Ella è duplice, è simbolo di amore e guerra, e D’Agostino ne sottolinea la natura di “apparizione bifronte”, portatrice di salvezza quanto di distruzione:

Ambigua e affascinante […] Elena […] figura divina di amante e madre che salva e dona l’immortalità, ma anche essere demoniaco e distruttore, apparizione bifronte di dea che annientandolo salva l’uomo dall’inferno dell’individuazione, e di creatura sovrana di un paradiso umanistico.288

Secondo Roma Gill, Helen in Doctor Faustus è una figura chiave, che riesce, pur silente, ad essere eloquente a livello simbolico:

Helen of Troy, twice passing over the stage, pausing for one brief moment yet speaking nothing, is the key figure in Dr. Faustus. For this Faustus has sold his soul. All the glory that was Greece was embodied, for the Renaissance, in this woman.289

Come sottolinea ancora Gill, la seconda apparizione di Elena, accompagnata da musica, ha tutta la solennità di un rituale e si avverte in essa quella che Eliot avrebbe chiamato “l’intersezione del senza tempo nel tempo”290.

Nel capitolo decimo di Orpheus, quello conclusivo, gli amici Leo, Arthur e Julius si affrettano per recarsi nell’appartamento di Paul. Vogliono conoscere la splendida Helen e Arthur vuol parlare con Michael di un suo nuovo componimento che concerne la figura del poeta e di Dio. Ma nell’appartamento non c’è nessuno, e tornati in strada i giovani fanno appena in tempo a veder scomparire nella notte, su di un autobus, due figure, quella di Helen e di un uomo accanto a lei, che non riescono ad identificare, dubbiosi si tratti di Paul o Michael.

L’interrogativo con cui si congeda Orpheus appare essere: “con chi è partita Helen?”. Si direbbe con Michael, vista la loro riconciliazione. Ma se ci dovessimo attenere

286 Ibidem, p. 7. 287 Ibidem, p. 7. 288 Ibidem, p. 16. 289

Si veda l’introduzione a Christopher Marlowe, Doctor Faustus, a cura di Roma Gill, Bungay, Suffolk, Richard Clay, 1985, p. xxv.

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all’allusione al mito di Orfeo, Michael, il poeta, dovrebbe perdere per sempre la sua amata, e dunque questo episodio di ricongiungimento dovrebbe venir letto solo come momento di chiarimento, di presa di coscienza degli errori fatti, momento per dirsi addio: e da lì ricominciare, il che significherebbe per Helen una nuova vita con Paul e per Michael una vita altrettanto nuova, vissuta con valori e consapevolezza rigenerati. Tuttavia, al di là del definire chi sia l’uomo misterioso che parte con Helen, credo che in realtà il nocciolo della questione stia nella frase conclusiva del capitolo, dove in sostanza si chiarisce il senso di unità ed interezza del momento. Gli opposti paiono essersi finalmente incontrati e bilanciati, le energie, le forze, le tensioni sembrano aver trovato un loro equilibrio, lasciando il posto dunque alla svolta e alla rinascita:

And in this manner, amid the happy endearments of the woman, and the silence of thought and imagination, the miracle of wholeness was renewed. (p. 147)

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Capitolo 5

“Orpheus, the Artist-Man”: