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FOCUS: La formazione finanziata dai Fondi interprofessionali

CAPITOLO 3 – L’offerta di formazione per gli apprendisti

3.4 FOCUS: La formazione finanziata dai Fondi interprofessionali

I Fondi paritetici interprofessionali, promossi dalle parti sociali in attuazione dell’art. 118 della legge 388/2000, rappresentano il principale canale di finanziamento della formazione continua. La legge stabilisce, infatti, che le imprese possono destinare la quota dello 0,30% del contributo obbligatorio versato all’Inps contro la disoccupazione involontaria ad uno dei Fondi interprofessionali cui decidono di aderire; con queste risorse i Fondi finanziano piani formativi aziendali, settoriali, territoriali e individuali concordati tra le parti sociali e rivolti ai lavoratori delle imprese aderenti.

Inizialmente le attività formative finanziate dai Fondi hanno riguardato molto marginalmente gli apprendisti, per i quali le aziende non versavano il contributo dello 0,30% della retribuzione imponibile. Tuttavia, dal 2009, il legislatore ha chiamato i Fondi a contribuire alla gestione della crisi economica e occupazionale, intervenendo, sia attraverso il finanziamento dell’attività formativa che con interventi a sostegno del reddito, a favore dei lavoratori a rischio di esclusione dal mercato, ivi inclusi gli apprendisti. L’inserimento degli apprendisti tra i destinatari delle attività formative dei Fondi è stato reso permanente con la legge n. 148 del 2011 e ribadito dal Testo Unico dell’Apprendistato, che ha previsto la possibilità di finanziare i percorsi formativi aziendali degli apprendisti per il tramite dei Fondi interprofessionali, anche attraverso accordi con le Regioni.

A partire dal 2009, alcuni Fondi hanno quindi rivolto una specifica attenzione agli apprendisti, per i quali sono stati previsti dei meccanismi finalizzati a favorirne la partecipazione, come il riconoscimento di

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La Relazione generale sulla situazione economica del Paese (2009) del Ministero dell’economia e della finanza riporta una rettifica all’ammontare della spesa per la “Formazione nell’esercizio dell’apprendistato, che per l’anno 2007 risulta pari a zero. Tale variazione, quindi, influisce sul totale della spesa per l’apprendistato.

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premialità nella valutazione dei piani formativi che li coinvolgevano, l’esonero del cofinanziamento privato e l’emanazione di avvisi ad hoc per i lavoratori più giovani.

La maggiore attenzione rivolta da alcuni Fondi agli apprendisti non ha tuttavia prodotto, nel periodo 2009-2011, effetti rilevanti sulla partecipazione di questa tipologia di lavoratori alla formazione finanziata dai Fondi interprofessionali. Dopo un iniziale leggero aumento, infatti, il livello di coinvolgimento degli apprendisti si è mantenuto intorno all’1% del totale dei lavoratori formati (cfr. tab. 49).

Tabella 49 – Apprendisti formati per Fondo – valori assoluti e quota %, anni 2009-2011

Fondi interprofessionali 2009 2010 2011 Tot. 2009-2011

Fon.Ar.Com 1 13 89 103 Fon.Coop 31 154 252 437 Fon.Ter 0 0 0 0 Fond.E.R. 0 0 0 0 Fondimpresa 15 85 117 217 Fondir 0 0 0 0 Fondirigenti 0 0 0 0 FondItalia 0 0 10 10

Fondo Artigiano Formazione 0 0 33 33

Fondo Banche Assicurazioni 231 1.783 1.762 3.776

Fondo Formazione PMI 172 114 0 286

Fondo Formazione Servizi Pubblici 0 0 0 0

Fondoprofessioni 3 26 86 115

For.Agri 0 16 5 21

For.Te 405 921 3.154 4.480

FormAzienda 0 0 11 11

Tot. apprendisti formati 858 3.112 5.519 9.489

Tot. partecipanti alla formazione (stima) 487.846 269.460 563.835 1.321.141

Apprendisti formati sul totale dei partecipanti 0,2 % 1,1% 1,0% 0,7%

Fonte: Elaborazioni Isfol su dati del Sistema di monitoraggio delle attività formative finanziate dai Fondi paritetici interprofessionali

Il sistema di assicurazione contro la disoccupazione involontaria è stato modificato dalla legge n. 92/2012, che ha istituito una nuova assicurazione sociale per l’impiego (Aspi e mini Aspi), estendendo il suo ambito di applicazione a tutti i lavoratori dipendenti, ivi compresi gli apprendisti, per i quali diventa obbligatorio anche il versamento del contributo aggiuntivo dello 0,30%, che, per le aziende che vi aderiscono, è destinato a finanziare i Fondi interprofessionali.

A decorrere dal 1° gennaio 2013 gli apprendisti rientrano dunque a pieno titolo tra i destinatari delle attività sostenute dai Fondi, ma permangono alcune limitazioni al finanziamento della formazione di base e trasversale in conformità alle regole comunitarie sugli aiuti di Stato.

Così, ad esempio, per quanto riguarda Fondimpresa, sino al 31 dicembre 2012 gli apprendisti potevano partecipare alle attività finanziate dalle imprese con le risorse del proprio Conto formazione nel limite di 40 ore nell’arco della durata del contratto ed erano invece completamente esclusi dai percorsi finanziati dal Conto di sistema33. Dal 1° gennaio 2013, invece, è consentita la partecipazione dei lavoratori assunti con contratto di apprendistato sia alla formazione finanziata con il Conto Formazione, sia ai percorsi formativi

33 Il Conto di sistema è un conto collettivo ideato per sostenere, in particolare, la formazione nelle aziende di piccole dimensioni, favorendo l'aggregazione di imprese su piani formativi comuni, in ambito settoriale o territoriale. Confluisce nel Conto di Sistema il 26% dei contributi versati a Fondimpresa dalle imprese aderenti. Queste risorse vengono utilizzate per finanziare piani formativi tramite pubblicazione di Avvisi.

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che usufruiscono delle risorse del Conto di Sistema, ma il finanziamento della formazione di base e trasversale è considerato ammissibile solo a condizione che non sia stata attivata un’offerta formativa da parte della Regione, secondo le modalità previste della legge n. 78 del 16/5/2014. Anche Fon.coop prevede la possibilità di finanziare la formazione tecnico-professionalizzante degli apprendisti sia attraverso il Conto formativo, sia mediante Avvisi. Per quanto invece riguarda la formazione di base e trasversale, il Fondo ne consente il finanziamento con il Conto formativo, poiché, come chiarito dal Ministero del lavoro con Circolare n° 0010235 del 12 giugno 2009, tali contributi non sono oggetto di applicazione della normativa sugli Aiuti di Stato. Se il finanziamento avviene tramite Avvisi, le aziende possono ricevere dei contributi per la formazione di base e trasversale soltanto se si avvalgono di aiuti alla formazione di importanza minore (regime “de minimis”)34; le aziende cui si applicano le regole sugli aiuti di Stato alla formazione sono invece escluse dai finanziamenti, poiché la legislazione comunitaria vieta la concessione di aiuti alla formazione organizzata dalle imprese per conformarsi alla normativa nazionale obbligatoria in materia di formazione35.

Tabella 50 – Apprendisti formati per Fondo – valori assoluti e quota %, anni 2012–2014

Fondi interprofessionali 2012 2013 2014(*) Tot. 2012-2014(*)

Fon.Ar.Com 392 770 31 1.193 Fon.Coop 369 725 559 1.653 Fon.Ter 0 68 26 94 Fond.E.R. 25 23 2 50 Fondimpresa 721 730 33 1.484 Fondir 0 0 0 0 Fondirigenti 0 10 0 0 FondItalia 17 76 132 225

Fondo Artigiano Formazione 254 368 132 754

Fondo Banche Assicurazioni 88 1.435 0 1.523

Fondo Formazione PMI 0 0 0 0

Fondo Formazione Servizi Pubblici 37 17 1 55

Fondoprofessioni 252 204 45 501

For.Agri 20 0 0 20

For.Te 997 1.823 52 2.872

FormAzienda 89 144 0 233

Tot. apprendisti formati 3.261 6.393 1.013 10.667

Tot. partecipanti alla formazione (stima) 385.437 505.761 190.813 1.082.011

Apprendisti formati sul totale dei partecipanti 0,8 1,2 0,5 1,0%

(*) Per il 2014 i dati si riferiscono al primo trimestre

Fonte: Elaborazioni Isfol su dati del Sistema di monitoraggio delle attività formative finanziate dai Fondi paritetici interprofessionali

Le modifiche introdotte dalla legge n. 92/2012 al sistema di assicurazione contro la disoccupazione involontaria e la conseguente eliminazione delle limitazioni previste dai Fondi al finanziamento della formazione degli apprendisti non hanno tuttavia determinato un aumento significativo degli apprendisti formati, che anche negli anni successivi al 2011 non superano l’1% del numero complessivo di partecipanti alle attività finanziate dai Fondi (cfr. tab. 50).

Per quanto riguarda le caratteristiche degli apprendisti, dai dati disponibili risulta una prevalenza della componente femminile, che nel periodo considerato (2009 – primo trimestre 2014) rappresenta il 58%

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In base alla regola generale, che prevede alcune eccezioni, l’importo complessivo degli aiuti «de minimis» concessi da uno Stato membro a un’impresa unica non può superare 200 000 EUR nell’arco di tre esercizi finanziari.

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Regolamento (Ue) N. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato (Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea L 187 del 26/6/2014).

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circa del totale dei formati. La maggioranza degli apprendisti ha acquisito livelli di istruzione medio-alti, infatti circa il 63% è in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di un titolo post- diploma, mentre il 18,5% del totale possiede al massimo il titolo di istruzione secondaria inferiore. La presenza di stranieri è molto bassa (soltanto il 2,6% del totale). Infine, la maggioranza degli apprendisti (circa il 56%) lavora in aziende che applicano i CCNL del commercio o il CCNL legno-arredo per la piccola e media impresa.

L’Avviso è una delle modalità che i Fondi interprofessionali utilizzano per finanziare la formazione degli apprendisti, che, di regola, sono inseriti tra i destinatari delle attività insieme alle altre tipologie ammesse al contributo. Soltanto il Fondo Banche Assicurazioni (FBA) ha scelto di dedicare uno specifico Avviso alla formazione degli apprendisti. Si tratta dell’Avviso 2/2013, pubblicato a marzo 2013 e con scadenza a fine 2014, cui è assegnata una dotazione di 12 milioni di euro. I destinatari delle attività formative sono i lavoratori assunti con contratto di apprendistato professionalizzante e i dipendenti delle imprese beneficiarie ai quali è assegnato il ruolo di tutor degli apprendisti.

Aspetto rilevante e innovativo dell’Avviso è che esso attribuisce un valore centrale nel percorso di apprendistato ai risultati dell’apprendimento di ciascun apprendista, che dovranno essere valutati dal Fondo, al termine di ogni anno di apprendistato, sulla base del modello europeo dell’European

Qualifications Framework (EQF). L’effettuazione della sessione annuale di valutazione è obbligatoria, pena

la revoca o la revisione del finanziamento e i suoi esiti, ossia le competenze acquisite dall’apprendista, sono comunicate all’impresa per il loro inserimento nel Libretto Formativo. Il sistema di valutazione definito da FBA non condiziona la decisione dell’azienda in merito alla prosecuzione o meno del rapporto di lavoro in apprendistato, ma si limita a verificare il livello di apprendimento raggiunto dagli apprendisti rispetto ai ruoli operativi con cui potrebbero essere inquadrati al termine del loro percorso formativo. Tali ruoli sono stati definiti dal Fondo, sia per il Comparto Assicurativo sia per quello Creditizio-Finanziario, in base alle indicazioni dell’EQF e risultano quindi declinati secondo le principali attività/responsabilità, che divengono i

learning outcomes per la valutazione annuale, e le conoscenze e capacità distintive del ruolo, ognuna con il

proprio livello atteso di acquisizione alla fine del percorso.

In conclusione, quindi, i dati di monitoraggio mostrano come la partecipazione dei Fondi interprofessionali al finanziamento della formazione degli apprendisti sia molto limitata, e ciò nonostante la recente introduzione di nuove norme tese a includere gli apprendisti a pieno titolo tra i destinatari delle attività dei Fondi.

Tale risultato è probabilmente da attribuire sia alla difficoltà dei Fondi di considerare gli apprendisti alla stessa stregua dei tradizionali destinatari degli interventi che essi finanziano, sia al limitato interesse dimostrato a livello territoriale per questa categoria di lavoratori. Da un lato, infatti, il ruolo delle Regioni nell’apprendistato potrebbe essere visto ancora come prevalente, nonostante che il Testo Unico e le successive modifiche normative abbiano ampliato gli ambiti di competenza delle Parti sociali in materia. E’ possibile, inoltre, che i prelievi operati in questi anni a carico dei Fondi abbiano confermato o, addirittura, rafforzato questa tendenza spingendo gli stessi Fondi a concentrare le risorse residue sui lavoratori che rappresentano il loro tradizionale bacino di riferimento. D’altro canto bisogna anche considerare che i Fondi, pur definendo delle priorità d’intervento, lasciano generalmente ai territori un certo margine di autonomia nella individuazione degli obiettivi specifici e dei destinatari dei piani formativi; di conseguenza la scarsa presenza di apprendisti tra i beneficiari delle attività può essere attribuita anche alle scelte adottate a livello locale dai soggetti coinvolti nella elaborazione e attuazione dei piani e nella stipula dei relativi accordi, ossia gli organismi di formazione, le Parti sociali e le imprese.

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