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Capitolo 2: Le fonti: scelta, problematiche e trattamento 28

2.3 Il fondo archivistico: la ricerca 44

L’Archivio di Stato di Venezia conserva la documentazione rimasta dei Procuratori di San Marco. Si tratta di un fondo ampio e come abbiamo visto ricco di informazioni, sia per la storia di Venezia che per la storia dei veneziani, tuttavia non è mai stato oggetto di approfonditi studi, se non in rare occasioni111.

Il fondo dei Procuratori di San Marco comprende la serie delle Commissarie, che costituisce l’insieme di tutto il materiale che riguarda la gestione dei lasciti testamentari, siano essi pro anima, o in favore di minori da tutelare.

Questa serie ha visto nel corso della sua storia archivistica la creazione dei fondi dei Procuratori di San Marco de Citra e dei Procuratori di San Marco de Ultra, secondo la effettiva storia dell’istituzione, e del fondo delle commissarie dei Procuratori di San Marco cosiddetti Misti, comprendenti quindi Commissarie di tutti i sestieri.

Proprio delle Commissarie fanno parte i documenti presi in considerazione in questo studio.

Centrale tra questi documenti conservati è il quaderno della Commissaria, un registrino pergamenaceo in cui vengono annotate tutte le spese, i ricavati e ogni intervento relativo alla gestione del lascito, senza dimenticare il documento chiave, l’exemplum testamenti, ossia una copia delle ultime volontà in cui segnalare passo passo l’esecuzione di ogni disposizione.

Tra i recuperi di denaro troviamo non soloError! Bookmark not defined. crediti e affitti riscossi, ma spesso il ricavato della vendita di molti oggetti quotidiani, merci appartenenti al testatore rimaste nelle sue disponibilità, pegni da riscuotere, proprietà immobiliari, e tutto ciò che poteva aggiungere denaro liquido al patrimonio da gestire. Secondo gli indici manoscritti stilati da Lanfranchi, importante archivista attivo fino agli anni ’80 del 1900, per il XIV secolo in questo fondo sono presenti 96 commissarie con allegati inventari di beni mobili di varia natura. Tuttavia alcuni inventari o alcune note su beni mobili presenti non sono state segnalate, e possono essere reperite, come si è verificato, solamente in modo incidentale o attraverso saggi esplorativi.

                                                                                                                         

Delle Commissarie segnalate, circa una ventina sono da escludere dall’esame per motivi conservativi o addirittura perché i documenti sono talmente compromessi da essere stati dichiarati non consultabili.

Spesso infatti tali documenti sono intaccati da diversi tipi di muffa, in particolare muffa vinosa, che se nei casi meno gravi provoca semplicemente ostacoli alla lettura, arriva, se non bloccata in tempo, a danneggiare in modo irreparabile il supporto scrittorio fino a renderlo non più maneggiabile. Nella selezione iniziale dei documenti ho quindi escluso anche le Commissarie che per questi motivi presentavano documenti troppo lacunosi poiché non avrebbero fornito alcun livello di affidabilità.

Per il XIV secolo sono stati reperiti unicamente quattro inventari di beni mobili già pubblicati112 di cui uno soloError! Bookmark not defined. parzialmente trascritto113 che riguardano edifici civili veneziani, da qui la necessità di individuare un fondo sul quale potesse essere svolta una ricerca in tal senso.

La serie delle Commissarie a mio avviso, proprio per i criteri con cui è stata formata la documentazione, è la più adatta alla ricerca. L’organizzazione meticolosa che il soggetto produttore aveva nella registrazione del suo lavoro, ci fornisce oggi nello stesso momento indicazioni sulla vita del testatore, sulle sue volontà e sui beni immobili e mobili che possedeva.

Non è semplice inoltre reperire un nutrito insieme di documenti dello stesso tipo, necessari per uno studio basato sulla comparazione, riguardanti un’epoca così remota. La sistemazione e l’indicizzazione svolta da Lanfranchi è stata senza dubbio fondamentale per il primo approccio al fondo: presenta infatti in ordine alfabetico tutte le commissarie presenti nel fondo de citra114, de ultra115, e nei misti116, dando alcune indicazioni sul loro contenuto e sulla loro periodizzazione.

È stato possibile quindi selezionare le commissarie di una settantina di individui, delle quali sono stati interamente trascritti gli inventari di beni mobili relativi e i recuperi di denaro legati a tali oggetti. I testamenti sono stati da me trascritti soloError!

Bookmark not defined. parzialmente, tralasciando la consueta parte a formulario e

concentrandomi solamente sulle disposizioni che si potessero riferire a determinati beni,

                                                                                                                         

112 Si veda in appendice la documentazione di Paolo Barbo, Marco Polo, Francesco Dandolo. 113 Si veda in appendice la documentazione di Lorenzo Celsi.

114 Indice manoscritto dal volume 395.1 al volume 395.3. 115 Indice manoscritto dal volume 396.1 al volume 396.12. 116 Indice manoscritto dal volume 394.1 al volume 394.8.

senza dimenticare di estrarre tutte le informazioni che potevano permetterci di ricostruire aspetti fondamentali della vita del testatore, come la composizione della famiglia, legami con altri individui, riferimenti alla professione, all’età o allo stato di salute, a particolare devozione o interessi. Non è stato trascurato, anche se non riportato in trascrizione, lo studio di altri documenti presenti nelle commissarie, in particolar modo quietanze, sentenze di vario genere, testamenti, anche in copia, di genitori o fratelli, note cartacee con conti, in qualche caso anche lettere personali.

Non sempre ad ogni personaggio corrisponde come abbiamo visto un unico inventario, spesso è possibile trovare sia l’elenco di beni stilato dai Procuratori al momento dell’accettazione della commissaria, sia quello della vendita all’asta dei beni, contenente quindi la cifra ricavata e spesso il nome del compratore. Altre volte troviamo inventari compilati in momenti diversi per variError! Bookmark not defined. motivi, o semplicemente aggiunte a documenti precedenti per recuperi avvenuti in un secondo momento. Altre ancora si può verificare la duplice presenza dello stesso inventario sia nel quaderno della commissaria, sia come foglio sciolto.

Nella campionatura presa in esame sono presenti: 5 testamenti contenenti l’inventario; 1 sentenza con inventario; 1 donazione; 19 inventari su quaderno membranaceo della commissaria; 55 inventari su fogli cartacei sciolti.

Solamente in 7 casi l’inventario assume una struttura topografica117, quindi con la descrizione della casa, in tutti gli altri esempi si possono trovare informazioni sul modo in cui erano conservati gli oggetti, ma vi sono raramente riferimenti alla disposizione nelle stanze.

Nella gran parte troviamo infatti le diciture “in I cofano...in I arçela...in I scrigno”, ma non abbiamo informazioni circa la posizione di tali cassoniError! Bookmark not

defined. nelle stanze dell’abitazione.

Analizzando per categoria gli oggetti elencati e ordinandoli in senso cronologico si ha una visione più ampia di come possa essere variata la cultura materiale in rapporto al tempo, senza dimenticare ovviamente le specifiche attitudini dei proprietari e la loro appartenenza sociale.

                                                                                                                         

117 V. appendice: Nicolò Da Carrara, Sara Badoer, Paolo Pasqualigo, Marco degli Inzegneri, Pietro Soranzo.

Parzialmente topografici sono i documenti di Franceschino Giuda e Pietro Salamon che differenziano in particolar modo la cucina.

Le difficoltà nell’affrontare queste fonti si sono rivelate molteplici.

Come già accennato, i danni dovuti alla cattiva conservazione sono numerosi. In particolar modo la pergamena, di cui è costituita gran parte del materiale, si presenta in molti casi illeggibile o lacunosa per problemi legati alla comparsa di ampie chiazze di muffa vinosa, che, a seconda della gravità, possono semplicemente alterare il colore del supporto, o arrivare indebolirlo talmente da renderlo non più maneggiabile.

2. Pagina intaccata da muffa vinosa. Exemplum testamenti di Pietro di Bernadigio nel quaderno della commissaria. ASVe, Procuratori di San Marco Misti, Commissarie, 141A.

Nei casi intermedi soloError! Bookmark not defined. alcune parti del documento risultano compromesse, con cadute o sbiadimento dell’inchiostro, rendendo possibile la lettura solo tramite l’ausilio di una lampada di Wood. Tale lampada è spesso utile anche nell’analisi di supporti cartacei, specialmente nel caso si verifichino ampi fenomeni di foxing o ancora di scomparsa degli inchiostri118.

3. Inventario di Sara Badoer, ASVe, Procuratori di San Marco Misti, Commissarie, b. 179. L’attacco tuttavia più frequente nel caso dei documenti cartacei in esame è quello di insetti, in particolar modo di tarli e pesciolini d’argento, che spesso provocano lacune che si ripercuotono su molte pagine consecutive nel caso di fascicoli.

Rari, seppur presenti anche in questi esemplari, i fenomeni di corrosione del supporto dati dalla composizione a pH troppo acido dell’inchiostro.

Le condizioni di conservazione non sono le uniche problematiche da affrontare: anche un documento perfettamente mantenuto può rivelarsi estremamente complesso da leggere.

Mentre i testamenti, essendo solenni, presentano una scrittura abbastanza regolare, assimilabile nei casi migliori quasi ad una gotica di tipo librario, gli inventari post

                                                                                                                         

118 La trascrizione dell’inventario di Sara Badoer, per esempio, è stata possibile solamente grazie all’utilizzo di questo

strumento, poiché in ampie parti l’inchiostro è completamente svanito. Tale dispositivo, a luce ultravioletta, mette in evidenza le discromie del supporto, riuscendo a restituire il tracciato dell’inchiostro.

mortem sono redatti con un ductus molto corsivo, spesso ricco di varianti e di peculiarità legate alle diverse mani di scrittura.

Nati come strumenti d’uso, gli inventari non erano pensati per una conservazione perenne, ma come semplici annotazioni: sia nel caso di esemplari cartacei che nelle registrazioni all’interno del quaderno della Commissaria, la loro stesura non veniva curata a livello grafico.

4a e 4b. Confronto tra un exemplum testamenti che imita a livello grafico la solennità del testamento, e un inventario di beni mobili. ASVe, Procuratori di San Marco Misti, Commissarie, b. 168 e ASVe,

Procuratori di San Marco de Citra, Commissarie, b. 32.

Chiaramente questo comporta l’impiego abbondante di abbreviazioni, spesso difficili da comprendere e da sciogliere, vista la tendenza del latino medievale ad un uso non sempre regolare delle declinazioni latine, e un tipo di scrittura che appiattisce le differenze tra i variError! Bookmark not defined. tratti delle singole lettere, a volte con legature non regolari e non facilmente riconoscibili.

Al termine dell’analisi di questi documenti è però possibile apprezzare quali e quante siano le potenzialità dell’uso della serie delle Commissarie dei Procuratori di San Marco come fonte per lo studio della vita quotidiana dei veneziani: emergono infatti molte informazioni che saranno qui trattate solamente per accenni nell’impossibilità di ampliare ulteriormente il già vasto campo di indagine.

Dai testamenti in modo particolare affiorano, come ci si aspetta, notizie sulle famiglie, non soloError! Bookmark not defined. a livello genealogico, ma anche sul piano dei ruoli, del genere, del comportamento nei confronti dei coniugi, dei figli, dei parenti più o meno stretti. Sorprendenti sono in alcuni casi i riferimenti a buoni o cattivi rapporti con alcuni familiari119.

Ancora nel testamento tra il sempre presente elenco di lasciti pro anima, è possibile individuare alcune indicazioni sulla devozione personale del defunto, e ancor più

                                                                                                                         

119 Si veda il caso per esempio di Andrea Mocenigo, definito da Pietro Soranzo “mio genero diletto” in ASVe,

Procuratori di San Marco, Misti, Commissarie, b. 73 in contrapposizione con la volontà di Tommaso Zane di escludere completamente i generi dall’asse ereditario in ASVe, Procuratori di San Marco, Misti, Commissarie 84A.

mettere in luce lasciti per sepolture imponenti all’interno di chiese120, o per rifacimenti di parte dell’arredo liturgico o di parti architettoniche121.

Testamenti, inventari e ogni tipo di documento conservato nella busta relativa alla commissaria, siano quietanze, donazioni, vendite, contengono spesso riferimenti a parti della città stessa, diventando fonti per la storia urbana, sia dal punto di vista architettonico con la posizione di caseError! Bookmark not defined., calli e canali, sia per quanto riguarda la gestione e l’amministrazione della città.

I costumi, le tradizioni, gli usi che emergono sono tra le informazioni per me più interessanti e inaspettate: la presenza di schiavi e il comportamento nei loro confronti, le modalità più frequenti per la sepoltura, il rapporto con i figli illegittimi, il cibo e il vino conservato nelle caseError! Bookmark not defined., gli animali presenti, che ci donano un’immagine molto diversa dalla Venezia che conosciamo.

Una ricerca sistematica molto proficua potrebbe a mio avviso essere condotta sugli inventari di vendita dei beni, tenendo conto di chi effettivamente partecipava alle aste aggiudicandosi gli oggetti. Molte sono le informazioni quindi sul funzionamento del mercato dell’usato, con la vendita a strazzaroli, pellicciai, tintori, ma non soloError!

Bookmark not defined., moltissime professioni sono rappresentate in questi inventari,

dandoci uno specchio dei compratori. Certamente in quest’epoca si stavano via via formando i cognomi, spesso derivanti da professioni, ma in questo caso è chiaro quanto questi riferimenti siano proprio al mestiere dei partecipanti alle aste122.

[…] et pro Ia choçia blava ugnolla vendita Vendramo banchario s VIII g. et […] pro Io çupono de panno virigato vendito Andree cortelario s II g et pro Ia cultra a binde blava et çalla cum tella viride subto vendita Galvario ostier s V d I g XVI. […]123

                                                                                                                         

120 Si veda il caso di Nicolò Contarini che per la sua sepoltura dispone:”Voio che me se faça I bela sepultura con I

oltar ben fornido in sagrastia”, ASVe, Procuratori di San Marco, Misti, Commissarie, b. 69.

121 Si veda Stefano Erizzo che nel suo testamento vuole che i commissari “sia tegnudi adar per fabrica de la glesia de

san Zanepolo sel parera el meio a misser Zan Bembo ducati XXXIII”. ASVe, Procuratori di San Marco Misti, Commissarie, b. 163.  

122 Nelle trascrizioni sono sempre stati associati a professioni proprio per la frequenza elevata di riferimenti. È infatti

improbabile che ogni persona ad essersi aggiudicata un oggetto appartenesse ad una famiglia con un cognome derivante da un mestiere.

Questa ricerca potrebbe essere ampliata con uno studio approfondito di altri fondi archivistici, anche se non sono molti quelli che potrebbero contenere questi tipi di dati. Le magistrature che all’epoca si occupavano di beni mobili sono infatti in numero ridotto ed è importante considerare quanto sia rara, nella documentazione conservata, quella che si riferisce al Trecento.

Chiaramente il fondo Notarile Testamenti e la Cancelleria Inferiore conservano documenti con riferimenti ad oggetti, ma la ricerca, che certamente richiederebbe molto tempo, potrebbe rivelarsi infruttuosa proprio per la difficoltà di reperire tali testamenti con beni mobili elencati.

Potrebbe essere utile tuttavia una ricerca e un approfondimento nelle poche buste conservate nel fondo dei Giudici del Proprio relative all’epoca in esame. Secondo le funzioni della magistratura potrebbero infatti esserci riferimenti a doti e restituzioni di dote, controversie tra congiunti o alla tutela dei possedimenti di cittadini veneziani morti fuori città.

Anche il fondo dei Giudici del Mobile, incaricati di gestire cause simili, ma di valore non superiore alle 50 lire, potrebbe conservare documenti interessanti, anche se la serie Pergamene, che si riferisce a quest’epoca costituisce davvero una presenza numericamente esigua.