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Fonti da cui si vorrebbe maggiore informazione Vaccinazion

SANITARI NON SANITARI TOTALI

Fig. 9 - Distribuzione fra i due gruppi e nella popolazione generale delle fonti di da cui si vorrebbero maggiori informazioni indicate come principali sull’argomento vaccinazioni (dato percentuale).

Percezione della qualità delle informazioni e delle proprie conoscenze

La valutazione degli intervistati rispetto alla qualità delle informazioni ricevute su questi due argomenti risulta attestarsi su valori medi. Più alta per quanto riguarda l'outbreak di meningite, intorno al valore 6 su una scala Likert di 10, mentre è di 5,67 riguardo all'informazione sui vaccini.

52 Un livello comunque generalmente soddisfacente, senza differenze riscontrabili tra i due gruppi di confronto.

Una differenza fra gli studenti di area sanitaria e non risulta apprezzabile, come era lecito attendersi, nei livelli di ansia generati dalle informazioni su meningite e malattie infettive in generale: rispettivamente intorno ad un valore di 4,5 nei primi e 5,5 nei secondi. Il valore generale si assesta proprio nella media di 5 punti su 10 nella scala Likert, quindi un certo livello di ansietà è percepito nella popolazione, soprattutto fra chi è più estraneo agli argomenti, ma non così marcato da raggiungere livelli di guardia.

L'autopercezione dei propri livelli di conoscenza ci dà un quadro che risulta soddisfacente per la media degli intervistati, rispettivamente 6,1 sulla meningite in Toscana e 6,3 sui vaccini in generale. La differenza prevedibile fra i due gruppi si riscontra, non è così marcata ma comunque significativa: 6,5 - 6,9 (meningite – vaccini) negli studenti “addetti ai lavori” dei corsi di laurea dell’area medica e affini, 5,5 -5,7 fra gli altri. Le differenze fra gruppi relativamente all’ansia generata e alla diversa percezione della qualità dell’informazione e della propria conoscenza rispetto alle vaccinazioni in generale risultano statisticamente significative.

Infine, fra le alternative proposte sulle quali si chiedeva se fossero richieste maggiori informazioni le risposte prevalenti risultano essere la “reale frequenza di complicanze gravi delle malattie per cui sono proposti vaccini” e gli “effetti collaterali gravi dei vaccini e loro frequenza”, entrambe con una frequenza del 50% circa degli intervistati (rispettivamente 512 e 509). Le differenze nei gruppi di confronto, seppur non particolarmente marcate, sono statisticamente significative, la prima risposta è prevalente fra gli studenti di area sanitaria, la seconda nell'altro gruppo in maniera piuttosto speculare.

Un'altra opzione piuttosto richiesta, 48% dei casi (483) è una maggiore informazione su “ruolo e importanza delle vaccinazioni nei bambini piccoli”.

53 Interessante era vedere la numerosità di risposte all'opzione riguardanti i possibili conflitti di interesse dell'industria farmaceutica con le vaccinazioni, molto frequentemente insinuata soprattutto dai più scettici rispetto alle vaccinazioni: è il 34% (344) degli studenti che sarebbe interessato ad ulteriori chiarimenti in merito, una quota a nostro avviso più bassa di quanto atteso. Sia in questo caso, che in quello dell'opzione precedente non c'è differenza di risposta nei due gruppi.

Fig. 10 – Grafico box & whiskers rappresentante la percezione della qualità delle informazioni riguardanti la meningite in Toscana e le vaccinazioni nei due gruppi. In azzurro (più scuro) il secondo quartile, in celeste (più chiaro) il terzo, la mediana è la linea compresa tra i due.

Fig. 11 – Grafico box & whiskers rappresentante l’ansia generata dalle informazioni riguardanti la meningite in Toscana e le malattie infettive nei due gruppi. In azzurro (più scuro) il secondo quartile, in celeste (più chiaro) il terzo, la mediana è la linea compresa tra i due.

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Fig. 12 – Grafico box & whiskers rappresentante l’autopercezione delle proprie cooscenze riguardo la meningite in Toscana e le vaccinazioni nei due gruppi. In azzurro (più scuro) il secondo quartile, in celeste (più chiaro) il terzo, la mediana è la linea compresa tra i due.

Attitudine verso le vaccinazioni e coperture vaccinali

Riguardo ai tassi di copertura vaccinali analizziamo di seguito le risposte per i tre vaccini proposti agli intervistati: anti-meningococco, anti- morbillo, anti-papillomavirus.

Vaccinazione anti-meningococco:

I tassi di immunizzazione in questo caso sono particolarmente interessanti in ragione dell'importanza di avere una copertura vaccinale adeguata in una fascia d'età della popolazione fortemente a rischio per la trasmissione del meningococco.

Fra gli intervistati il numero di vaccinati risulta alto, prossimo al 90% (89,53%); un ulteriore 7,18% afferma di non essere ancora vaccinato ma di aver intenzione di vaccinarsi. Solo il 2,29% dichiara di non volere vaccinarsi. I tassi di immunizzazione sono più alti fra gli studenti di area sanitaria: 92,81% di vaccinati rispetto a 86,25% dell'altro gruppo, al contrario fra questi è maggiore il numero di chi rifiuta la vaccinazione, 3,59% rispetto a 1%.

55 Fra gli studenti fuori sede il 23,26% riferisce di essersi vaccinato a Pisa, il 36% dei fuori regione (il 41,33% dei vaccinati); fra quest'ultimi il tasso complessivo di immunizzazione è leggermente inferiore alla media, pari all'85,88%.

Fig. 13 – Percentuale di studenti vaccinati contro il meningococco c e di rifiuti vaccinali.

Vaccinazione anti-morbillo:

Anche per il Morbillo le coperture vaccinali riferite risultano essere abbastanza buone, intorno all'80% degli studenti. Ancor più che per la vaccinazione antimeningococcica in questo caso si apprezza una differenza fra il gruppo sanitario e non-sanitario: nei primi il tasso si attesta oltre l'88% nei secondi intorno al 71%. In questo caso c'è da considerare però che un numero non trascurabile degli intervistati, 133, pari al 13,26% non ricorda se è vaccinato e una grossa parte di questi, 97 è rappresentato da studenti di area non-sanitaria, quasi il 20% di questo gruppo. Il numero di individui che rifiutano totalmente la vaccinazione è anche in questo caso piuttosto basso, intorno al 2,5%, l'1% dei 'sanitari', il 4% fra gli altri. Aggiungiamo infine che 16 studenti dichiarano di aver già avuto la malattia e per questo non risultano vaccinati (non sono ovviamente stati inclusi fra chi rifiuta la vaccinazione).

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Fig. 14 – Percentuale di studenti vaccinati contro il morbillo e di rifiuti vaccinali.

Vaccinazione anti-papillomavirus:

Per questa vaccinazione bisogna tenere conto che fino al recentissimo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 è stato prevalentemente indicato al sesso femminile e solo per le adolescenti fino al 18 anni ne era prevista la gratuità. Questo perché concepito principalmente come prevenzione di una patologia ginecologica, il tumore della cervice uterina. Questo ovviamente si riflette anche su tassi di immunizzazione del nostro campione che complessivamente si assestano intorno al 43%, ma avrebbe poco senso valutare solo nel dato aggregato e vanno stratificati per sesso. Nella popolazione femminile il 63,17% (379) risulta vaccinato e il 22,33% (134) si dichiara intenzionato a vaccinarsi. Molto diverso il quadro fra i maschi, risulta immunizzato il 12,9% (52), una cifra comunque non così bassa considerando che questo vaccino è stato finora considerato prettamente femminile; inoltre il 37,5% (151) indica l'intenzione a vaccinarsi, la maggior parte di essi, 99, sono studenti appratenti all'area sanitaria, probabilmente più consapevoli dei rischi legati al papillomavirus. Appare evidente che c'è molta meno conoscenza e consapevolezza su questo patogeno, 21 intervistati maschi esplicitano (12 di area sanitaria) esplicitano l'essere maschi come motivo per cui non fare il vaccino, 12 dichiarano apertamente di non sapere cosa sia.

La percentuale di rifiuto alla vaccinazione è stata invece calcolata solo sulla popolazione femminile (in quanto includere anche i maschi, dove è

57 così basso il livello di informazione e consapevolezza distorcerebbe i risultati) e risulta essere del 6,67% (il 4% se calcolato sul campione totale), una cifra che risulta decisamente più alta rispetto agli altri due vaccini. In questo caso una popolazione quasi doppia (ma il dato è ancora più netto perché interessa le sole femmine), 40 ragazze su 600, risulta scettica rispetto al vaccino considerato non necessario, potenzialmente dannoso o comunque non una priorità.

0,00% 5,00% 10,00% 15,00% 20,00% 25,00% 30,00% 35,00% 40,00% 45,00% 50,00%

Vaccinato Rifiuto vaccinazione