• Non ci sono risultati.

SANITARI NON SANITARI TOTALI

Fig. 15 – Percentuale di studenti vaccinati contro il papillomavirus e di rifiuti vaccinali.

0,00% 10,00% 20,00% 30,00% 40,00% 50,00% 60,00% 70,00% 80,00%

SANITARI NON SANITARI TOTALI

Vaccinazione anti-HPV

MASCHI FEMMINE

Fig. 16 – Percentuale di studenti vaccinati contro il papillomavirus, distribuzione nei due sessi.

58

Vaccine Confidence e percezione del rischio

Analizziamo di seguito le domande poste per valutare la fiducia nelle vaccinazioni e la percezione del rischio da parte del nostro campione. Il primo parametro analizzato è il rischio percepito di ammalarsi di meningite in Toscana, chiedendo agli intervistati se nella nostra regione ci fosse un'alta probabilità di ammalarsi. Questo risulta attestarsi su livelli medi della scala Likert intorno a 5,7, senza differenze di rilievo fra i due gruppi (5,5 sanitari, 5,8 non-sanitari), un valore che comunque attesta che un certo allarme permane, nonostante nel 2017 ci sia stata una netta riduzione dei casi. Considerato che l'incidenza di questa patologia è comunque bassa, un risultato del genere, seppur non in maniera eclatante dimostra una evidente sovrastima del rischio nella popolazione, peraltro attesa e giustificata dalla forte attenzione mediatica degli scorsi mesi. Sono poi previste una serie di domande relative ai vaccini il cui dato aggregato in uno score ci ha permesso di valutare un indice di fiducia nelle vaccinazioni. Più precisamente 4 di queste riportano affermazioni scettiche e alte 3 favorevoli verso i vaccini, i valori che assumono sono poi combinati in un rapporto che ci fornisce uno score di confidenza.

Alla prima di queste (quesito 13.b), in cui si chiede se i vaccini espongano a effetti collaterali anche gravi, il valore medio di risposta della nostra popolazione è 3,8, tendenzialmente basso, con una lieve differenza tra i due gruppi (3,5 sanitari, 4,1 non-sanitari).

Seguono due affermazioni di segno opposto, su efficacia e utilità delle vaccinazioni: i vaccini sono considerati efficaci dai nostri intervistati che attribuiscono un valore di 8,4 punti a questo quesito (13.d) e anche importanti, in quanto viene attribuito un valore medio basso, 2,1 all'asserzione che li propone come non strettamente necessari e diretti contro malattie poco gravi quasi scomparse (13.c). Senza evidenziare un divario importante (8,7-8; 1,7-2,5) gli studenti di area sanitaria affermano

59 con ancora più forza un’opinione positiva.

Sempre in riferimento ai potenziali effetti collaterali dei vaccini, la possibilità che questi, e in particolare i più gravi, vengano tenuti nascosti (13.e) non è del tutto scartata: assume un valore di 3,9 su 10, che in questo caso risulta molto più marcato fra i non-sanitari, dove sale fino a 4,7. Questi valori, sebbene non allarmanti, devono far però alzare il livello di guardia perché sono lo specchio evidente di quella diffusa sfiducia nei confronti delle istituzioni, che sono accusate da parte della popolazione giovanile di non essere totalmente trasparenti e sospettate anche di difendere interessi particolari.

Altre due affermazioni accoppiate e di segno opposto, valutano se gli intervistati ritengono che ai bambini siano fatte troppe vaccinazioni insieme e se sottoporrebbero i propri figli a tutte le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale regionale. Alla prima il valore medio di risposte è 3,1, con una discreta differenza fra l'area sanitaria e non, rispettivamente 2,5 e 3,7; per la seconda invece c'è un valore omogeneo molto alto di 9 su 10. Possiamo concludere comunque che generalmente gli studenti pisani hanno fiducia nei confronti degli schemi vaccinali previste dalle istituzioni sanitarie.

Infine in merito al dibattito di grande attualità sull'introduzione dell'obbligo vaccinale per l'iscrizione alla scuola, dai nostri intervistati arriva un'opinione molto forte in favore, un valore medio di 8,5 e piuttosto uniforme nei due gruppi (8,8 area sanitaria, 8,1 area non-sanitaria). Risultato ben superiore rispetto alle nostre attese che evidenzia un accordo sostanziale della popolazione giovanile universitaria ai provvedimenti attualmente in approvazione sui vaccini.

Le differenze osservate fra gruppi in questa sezione risultano essere statisticamente significative al t-test.

Applicando, come già accennato, il calcolo del coefficiente di esitazione vaccinale, la popolazione studentesca risulta avere complessivamente un basso livello di esitzione, dimostrando una sostanziale fiducia nelle

60 vaccinazioni. Il coefficiente di esitazione e il coefficiente aggiustato medi riferiti all’intero campione risultano essere rispettivamente pari a 0,44 e 0,53

Fra i due gruppi apprezziamo una certa differenza, entro comunque livelli di confidenza vaccinale soddisfacenti: rispettivamente 0,36 e 0,43 i valori del gruppo sanitario, 0,52 e 0,62 nell'altro.

Tuttavia, 57 fra gli intervistati, pari al 5,68%, risultano avere un coefficiente di esitazione vaccinale superiore a 1; 15 sono studenti di area sanitaria e 42 di area non sanitaria, rispettivamente il 3% e l'8,37% dei rispettivi gruppi.

Tenendo conto del coefficiente aggiustato il numero sale a 83, l'8,27% del totale, anche se in questo caso il valore soglia individuato di 1 potrebbe risultare una sovrastima; anche in questo caso si ha una netta prevalenza degli appratenti al gruppo non sanitario, 55, il 11% del campione, a fronte di 26 'sanitari' (circa 5,2%).

Dobbiamo inoltre segnalare che un 3,6% della popolazione, 36 individui, ugualmente distribuiti fra i due gruppi, pur non rifiutando esplicitamente le vaccinazioni indicate, ritengono che esse non siano per loro prioritarie. Possiamo quindi osservare che in una popolazione con un atteggiamento generalmente positivo verso le vaccinazioni è comunque presente una quota che va dal 5% al 10% che risulta essere piuttosto o marcatamente scettica.

61

Vaccine Confidence e percezione del rischio nei due gruppi. In azzurro (più scuro) il secondo quartile, in celeste (più chiaro) il terzo, la mediana è la linea compresa tra i due.

Fig. 17bis – Grafico box & whiskers rappresentante le risposte alle domande 13e, 13f, 14, 15 di Vaccine Confidence e percezione del rischio nei due gruppi. In azzurro (più scuro) il secondo quartile, in celeste (più chiaro) il terzo, la mediana è la linea compresa tra i due.

Conoscenze specifiche

Per quanto riguarda le domande di conoscenza specifica è stata calcolata la percentuale complessiva di risposte corrette che risulta essere complessivamente dell'80,33%. Ovviamente gli studenti che fanno corsi di laurea ad indirizzo sanitario hanno una performance migliore, 85,95%, tuttavia anche negli intervistati di altri cdl abbiamo un livello abbastanza soddisfacente, intorno al 75% (74,73%).

Fra i quesiti specifici c'è un'ottima consapevolezza dell'importanza di raggiungere alti livelli di immunizzazione generale per ottenere l'effetto- gregge e bloccare la circolazione dei patogeni: in entrambi i gruppi oltre il 90% risponde correttamente (97,2% i sanitari, 92,3% i non-sanitari) con un livello medio intorno al 95%. Allo stesso modo, oltre il 95% (95,6%) ritiene giustamente falsa l'affermazione che vaccinandosi con i vaccini

62 attualmente disponibili non c'è alcun rischio di trasmettere l'agente infettivo ai propri contatti anche stretti (96,9% i sanitari, 94,3% i non- sanitari). Quasi il 90% (89,2%) ritiene correttamente che ci sia stato negli anni 2015 e 2016 un effettivo aumento dei casi di meningite in Toscana. In questo caso, paradossalmente, la percentuale è più alta, seppur di appena un punto, negli studenti di area non sanitaria (89,7% contro 88,7%). Questo risultato si deve probabilmente al fatto che alcune fonti anche autorevoli hanno ipotizzato che l'aumento sia dovuto ad un'implementazione delle tecniche diagnostiche più che ad un aumento reale dei casi di infezione. In ogni caso gli autori di questo studio ritengono di basarsi sull'aumento di notifiche di meningite meningococcica che effettivamente c'è stato e in maniera anche sostanziale.

Una buona performance generale si ha anche a riguardo alla conoscenza delle complicanze del Morbillo, patologia che può essere severa e molto spesso è assai sottovalutata. L'85,8% afferma correttamente che queste possono essere anche gravi, e non sono infrequenti, soprattutto in età adulta; in questo caso la differenza tra i due gruppi è più marcata, 89,8% a fronte di 81,8%, tuttavia anche fra chi non ha un percorso formazione specifico il livello di conoscenza è comunque buono. Situazione simile, anche se con un divario più marcato fra gruppi, anche sulla conoscenza della potenziale oncogenicità del Papillomavirus e la consapevolezza degli effetti preventivi della vaccinazione. Risponde correttamente il 90,4% dei sanitari e il 75,5% dell'altro gruppo, con una media generale che si attesta all'83,2%. In questo caso è piuttosto marcata anche la differenza fra i due sessi fra gli studenti di area non sanitaria: oltre l’80% (82,6%) delle femmine dimostra un’adeguata conoscenza, per contro solo il 65,8% dei maschi. Per ambedue i quesiti la differenza tra gruppi risulta comunque significativa dal punto di vista statistico.

Risultano più problematiche, anche se non tanto da ravvisare criticità, le affermazioni riguardanti la modalità di trasmissione delle malattie infettive. Intorno al 70% (in ambedue i casi) ritiene giustamente che la

63 meningite si trasmetta solo con un contatto stretto o prolungato, mentre il morbillo si trasmette rapidamente per via aerea, più precisamente 69,8% (risposta con lo score più basso fra quelle di conoscenza) nel primo caso, 70,3% nel secondo. Probabilmente gli intervistati ritengono che al contrario la meningite sia molto più contagiosa di quanto non lo sia in realtà, al contrario il morbillo. Differenze fra gruppi si riscontrano e sono statisticamente significativi: 76,2% contro 63,4% e 78% contro 62,6% a favore di chi frequenta corsi di laurea sanitari, che però in questo caso hanno una performance un po' inferiore rispetto agli altri quesiti. Quasi il 90% di questi (89,6%) riconosce invece il Papillomavirus come patogeno a trasmissione sessuale, cosa molto meno chiara negli studenti di altre aree didattiche: 66,30%. Il risultato complessivo, 78,3%, è discreto, però questo dato negli intervistati di area non-sanitaria, insieme a quanto evidenziato prima sul Papillomavirus in relazione alla vaccinazione, ci dimostra che questo patogeno non è ancora adeguatamente conosciuto in una popolazione che risulta anche particolarmente a rischio come quella giovanile. Stratificando per sesso, in questo caso anche le studentesse appartenenti all’area non-sanitaria, pur avendo una performance migliore dei colleghi maschi (61,9%), risultano avere un’adeguata conoscenza in meno del 70% dei casi (69,6%); indicando la necessità di implementare le campagne di informazione.

64

Health Literacy

Il primo strumento per la rilevazione della HL consta in una domanda di autopercezione e chiede quanto frequentemente l'intervistato abbia bisogno di qualcuno che lo aiuti nel leggere istruzioni, opuscoli o altro materiale consegnato dal medico o dal farmacista.

La gran parte degli intervistati, circa il 75%, sostiene di aver bisogno di aiuto “raramente” o “qualche volta”, rispettivamente 39% (391) e 36% (359); la media generale cade infatti fra questi due valori, più vicina al primo in quanto un altro 15,35% (154) dichiara di non necessitare “mai” di un ausilio, solo l'8% (79) sceglie l'opzione “spesso” e l'1,3% (13) “sempre”.

Le differenze fra i due gruppi si notano soprattutto nei valori estremi: 100 studenti di area sanitaria dichiarano di non aver bisogno in nessun caso di aiuti, a fronte di 54 dell'altra categoria, quindi circa il doppio. Nessuno risponde “sempre” (i 13 studenti sono tutti non-sanitari) e solo 18 “spesso” indicato invece da 61 dei coetanei di altri corsi di laurea. Per quanto riguarda i valori centrali, dove comunque si concentra la gran parte dei due gruppi abbiamo un andamento come prevedibile invertito: rispettivamente 218 studenti 'sanitari' e 173 'non-sanitari' indicano l'opzione “raramente”, mentre 162 e 197 scelgono “qualche volta”.

Analizzando il test IMETER adattato, le performance complessive della popolazione di intervistati dimostrano un livello di alfabetizzazione sanitaria buono o accettabile. Il punteggio totale medio risulta essere di 36,2, significa dunque che mediamente il 90% dei termini medici indicati sono correttamente riconosciuti; il punteggio totale aggiustato (sottraendo il numero di termini classificati come medici erroneamente) risulta invece 33,4.

Secondo i parametri stabiliti, i due valori si pongono a cavallo del valore di 35, che rappresenta il cut-off fra un livello di HL considerato buono e uno

65 marginale, seppur con valori tendenzialmente discreti.

In questo caso però risulta evidente, come era lecito attendersi, una differenza fra i due gruppi di confronto:

• Gli studenti di area sanitaria hanno un punteggio totale medio di 37,4 e un punteggio totale aggiustato di 35,3, entrambi sopra il livello ritenuto buono;

• Gli studenti di area non-sanitaria, al contrario, hanno un punteggio totale medio di 34,9, che, seppur di poco, rimane già sotto la soglia della fascia ottimale, ancora più basso e con maggiore differenza (3,8) rispetto all'altro gruppo il valore medio del punteggio totale aggiustato, 31,5.

Inoltre, il numero di intervistati con un livello di HL sub-ottimale, inferiore alla soglia di 35, risulta essere più che doppio fra chi frequenta corsi di laurea non-sanitari. Fra gli studenti di area sanitaria sono il 12% (60) per quanto riguarda il punteggio totale e il 29,5% (148) con il punteggio aggiustato; nell'altro gruppo le percentuali salgono rispettivamente al 30% (150) e addirittura al 69,5% (349).

I punteggi bassi, nella fascia 0-20, corrispondente ad un livello effettivamente scarso di HL sono comunque poco frequenti: l'1% (5) e il 2,2% (11) rispettivamente al punteggio totale e punteggio totale aggiustato fra i 'sanitari', ma anche nei non-sanitari non si va oltre il 2,2% (11) e il 4,4% (22).

Questi risultati ci suggeriscono quindi un'efficacia del test nel valutare i livelli di HL, di cui dovrà essere valutata la significatività per proporne la validazione.

Riguardo ai singoli termini, fra quelli corretti il meno individuato essere “statine”, in entrambe le popolazioni, riconosciuto solo dal 62,3% degli studenti di area sanitaria, appena dall’8,6% degli altri, complessivamente dal 35,4%, un numero decisamente basso per un farmaco così diffuso. Risultano abbastanza ostici, riconosciuti rispettivamente dal 59% e dal

66 60,9% anche “Infusione” e “Eccipienti”, individuati correttamente da circa il 70% dei ‘sanitari’ (rispettivamente 73,8% e 70,3%) e circa la metà dei ‘non-sanitari’ (51,6% e 44,22%). I restanti termini medici sono identificati nella maniera giusta mediamente da oltre il 90% del campione totale e da oltre il 95% degli studenti di area sanitaria, ad eccezione di “Eruzione” dal 72,6%, (81,8% fra i sanitari, 63,35% fra gli altri) e “Epatica” dall’81,9%, misconosciuto da più di uno studente su quattro fra i non-sanitari (29,5%). Fra i termini confondenti, invece, il tasso di errore è generalmente più alto, tre, “Antiregressivo” (30,7%), Ausiliario (25,8%) e “Parentale” (32,2%), sono erroneamente classificati come di uso medico da oltre un quarto degli studenti, in particolare negli ultimi due si osserva paradossalmente un peggiore performance degli intervistati di area sanitaria, rispettivamente il 27,7% contro il 23,9% e addirittura (per il termine “Parentale”) il 42,9% (quasi la metà) rispetto al 21,5%. Lo stesso effetto paradosso si ha anche per il termine “Locazione”, riconosciuto in maniera scorretta dal 10,2% di ‘sanitari’ e dal 9,8% di ‘non-sanitari’, con un tasso d’errore però molto più basso (complessivamente intorno al 10%). Una percentuale d’errore complessivo superiore al 10% si registra anche per “Allargene” (23,8%), “Polmomielite” (20,2%), “Pelvice” (16,4%), “Rotovirus” (13,9%),“Amoxacellina” (13,5%), “Epurazione” (10,6%); gli studenti di area didattica sanitaria hanno una performance migliore, ma nel caso dei primi due e del quarto termine un tasso d’errore superiore al 10% anch’essi (rispettivamente 22,9%, 16,8% e 13,2%).

All'indicatore di coerenza interna riscontriamo un errore nel 3,4% complessivo dei casi (34 intervistati), rispettivamente 2,6% (13) fra gli studenti di area sanitaria e 4,2% (21) nell'altro gruppo. Complessivamente quindi oltre il 95% degli intervistati complessivo e di entrambi i gruppi risulta aver eseguito il test con attenzione, un livello che risulta accettabile per evidenziare una buona efficacia del nostro test.

67 0 100 200 300 400 500 600

SANITARI NON SANITARI

% di Punteggi Buoni al Test IMETER

<35 Punteggio tot. >35 Punteggio tot.

Fig. 19 - Distribuzione della percentuale di punteggi totali di HL buoni (score ≥ 35) al test IMETER adattato nei gruppi di studenti sanitari e non sanitari

0 100 200 300 400 500 600

SANITARI NON SANITARI

% di Punteggi Buoni al Test IMETER

<35 Punteggio tot. agg. >35 Punteggio tot. agg.

Fig. 20 - Distribuzione della percentuale di punteggi totali aggiustati di HL buoni (score ≥ 35) al test IMETER adattato nei gruppi di studenti sanitari e non sanitari

68 Antitetranico 13 2,59% 40 7,97% Dose 472 94,21% 459 91,43% Medicinale 470 93,81% 485 96,61% Globuli 461 92,02% 479 95,42% Polmomielite 71 14,17% 132 26,29% Somministrazione 487 97,21% 478 95,22% Urine 470 93,81% 460 91,63% Trattamento 474 94,61% 437 87,05% Batteri 469 93,61% 471 93,82% Allegoria 2 0,40% 10 1,99% Parentale 215 42,91% 108 21,51% Pandomico 17 3,39% 50 9,96% Testino 1 0,20% 10 1,99% Eccipienti 352 70,26% 259 51,59% Infezioni 492 98,20% 493 98,21% Episcopale 8 1,60% 36 7,17% Reazioni 443 88,42% 428 85,26% Vaccinazione 493 98,40% 494 98,41% Poziente 3 0,60% 7 1,39% Gravidanza 479 95,61% 478 95,22% Epatica 468 93,41% 354 70,52% Limpociti 11 2,20% 66 13,15% Patologie 494 98,60% 489 97,41% Richiamo 467 93,21% 432 86,06% Eruzione 410 81,84% 318 63,35% Cutanea 482 96,21% 459 91,43% Respingente 19 3,79% 41 8,17% Dittero 26 5,19% 21 4,18% Dosaggio 486 97,01% 470 93,63% Antibiotico 496 99,00% 494 98,41% Iniezione 487 97,21% 480 95,62% Allargene 84 16,77% 155 30,88% Gravidismo 12 2,40% 18 3,59% Compresse 485 96,81% 469 93,43% Ellargico 3 0,60% 22 4,38% Sintomi 494 98,60% 493 98,21% Bilioso 23 4,59% 51 10,16% Maloria 3 0,60% 24 4,78% Cellule 477 95,21% 471 93,82% Alcolioso 7 1,40% 25 4,98% Disturbi 473 94,41% 455 90,64% Antiregressivo 115 22,95% 193 38,45% Ipersensibilità 470 93,81% 412 82,07% Terapia 498 99,40% 490 97,61% Epurazione 42 8,38% 64 12,75% Nausia 23 4,59% 74 14,74% Infezione 493 98,40% 490 97,61% Convulsioni 492 98,20% 470 93,63% Aborigeno 6 1,20% 10 1,99% Sindrome 496 99,00% 483 96,22% Anticorpi 493 98,40% 490 97,61% Amoxacellina 42 8,38% 93 18,53% Rotovirus 66 13,17% 73 14,54% Siringa 474 94,61% 460 91,63% Intramuscolare 480 95,81% 409 81,47% Diarrea 465 92,81% 441 87,85% Immunitaria 482 96,21% 467 93,03% Locazione 51 10,18% 49 9,76% Insonniaco 7 1,40% 27 5,38% Ausiliario 139 27,74% 120 23,90% Endovenosa 483 96,41% 434 86,45% Pelvice 31 6,19% 134 26,69% Vaccillaneo 3 0,60% 32 6,37% Infusione 370 73,85% 222 44,22% Statine 312 62,28% 43 8,57% Infiammazione 494 98,60% 482 96,02% Tumico 11 2,20% 18 3,59% Renale 490 97,80% 473 94,22% Febbre 486 97,01% 472 94,02% Contrapazione 5 1,00% 17 3,39%

SANITARI NON SANITARI

Fig. 21 – Percentuale e numero di volte che i singoli termini sono indicati come medici nei due gruppi di confronto.

69 Anche il test AP evidenzia le differenze tra i due gruppi: fra gli studenti dei corsi di laurea ad indirizzo sanitario la percentuale media di termini allocati correttamente nei rispettivi distretti supera il 90% (91,53%), fra quelli di altre aree didatitiche la percentuale si ferma al 69,5%. Il dato aggregato complessivo dell'intero campione risulta essere l'81,15%.

Come atteso, osserviamo una maggiore difficoltà nel riconoscere alcuni termini soprattutto da parte del gruppo dei non-sanitari. La parola più oscura risulta essere “Ematuria”, identificata correttamente solo dal 18,1% (90) degli studenti delle altre aree didattiche, seguita da “Nefrite” riconosciuta solo dal 32,2% (160), ma anche il termine “Stipsi” risulta esattamente allocato da meno della metà, 46,3% (230). A livello intermedio si pongono parole come “Danni epatici” (60,5%) e “Ulcera peptica” (68,2%). Gli altri sono riconosciuti correttamente in almeno l'85% dei casi (spesso oltre il 90%), unica eccezione “Antiacido”, individuato correttamente da oltre i tre quarti (75,9%) di questo gruppo. Gli studenti di area sanitaria hanno performance superiori al 90% in tutti i termini tranne “Nefrite” e “Ulcera peptica”, per le quali osserviamo una percentuale di risposte corrette un po' più basse, rispettivamente 85,7% e 82,9%, e, anche in questo caso per “Ematuria”. La parola che indica la presenza di sangue nelle urine risulta poco nota anche al 27,7% degli intervistati di cdl sanitari (risponde correttamente 72,3%, percentuale molto inferiore se confrontata alle altre), risultando nettamente la meno familiare all'intero campione (complessivamente risponde correttamente il 45,2%).

70 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Test AP

SANITARI NON SANITARI

Fig. 22 – Percentuale di corretta allocazione dei singoli termini medici nel test AP nei due gruppi di confronto

71