4. Honoré Balzac
4.3 Fonti di ispirazione per Le lys dans la vallée
Durante il viaggio verso Parigi Balzac iniziò a pensare alla sua prossima opera, che sarebbe stata pubblicata sotto il titolo di Le lys dans la vallée. Quando si decise ad andare a trovare Mme de Berny la scoprì gravemente malata e quest’incontro sarà fondamentale in quanto Balzac trasferirà le sue emozioni e sensazioni di fronte a quella donna in fin di vita nella descrizione dell’ultimo incontro tra Félix de Vandenesse e Mme de Mortsauf.
Sempre in quell’anno, poi, Balzac conobbe a una festa la contessa Guidoboni-Visconti, una signora di circa trent’anni e di grande bellezza con la quale visse una tra le relazioni più spontanee e sensuali. Dopo solo una prima veloce lettura del romanzo tutti potranno riconoscerla nel personaggio di Arabelle, l’amante passionale di Félix. Con quella stessa audacia e sfrontatezza, la contessa passava tra la gente con grande disinibizione, con un vestito che mostrava le sue spalle nude, lasciandosi liberamente osservare e corteggiare senza alcun imbarazzo. Ella, però, non era né italiana né una contessa dalla nascita: il suo nome era Sarah Lowel, nata nel 1804 a Londra, dunque anche lei di origine inglese. Apparentemente fredda e impassibile, la bionda anglosassone cedeva con grande facilità a ogni passione che più la appagava. Conobbe il conte Guidoboni-Visconti, il suo legittimo consorte, durante un viaggio e nonostante questa sua unione non smise di coltivare le sue passioni scandalose: il conte era un uomo tranquillo, solitario, che amava starsene in disparte, al di fuori dalla società, lasciando una grande libertà alla moglie e ai suoi amanti.
Balzac iniziò a corteggiarla con la sua solita impazienza e invadenza, tanto da rendere pubblica questa sua nuova passione anche agli occhi altrui che non tardarono ad informare la signora Hanska, la quale, piena di indignazione, gli inviò delle lettere intrise di odio e accuse di falsità e
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tradimento. Tra loro vigeva un patto di fedeltà assoluta che come unica concessione prevedeva esclusivamente la possibilità di qualche avventura senza alcuna implicazione sentimentale o economica. Ma Balzac non si fermava davanti a nessun ostacolo e, dopo aver rassicurato Eva, divenne l’amante della contessa nel 1835 e padre di un bambino nell’anno seguente. Preferendo dedicarsi interamente al suo amante in vita, la contessa non conservò la loro corrispondenza, rimanendo così più all’ombra rispetto alle altre donne in tutte le biografie redatte in seguito sullo scrittore. Tuttavia, la loro passione è pienamente testimoniata dalle descrizioni de Le lys dans la vallée e il personaggio di Arabelle ne incarna tutta l’essenza: ottima amica e amante al tempo stesso, lo aiutò in varie circostanze e grazie alla sua audacia e sincerità non nascose affatto la loro storia né al marito né a tutta Parigi, sebbene i pettegolezzi nella capitale fossero all’ordine del giorno. Dopo la pubblicazione del romanzo molti furono coloro che riconobbero in Arabelle il ritratto fedele della contessa Visconti e che intuirono il chiaro legame esistente tra le estasi d’amore descritte su carta e quelle realmente vissute all’inizio della loro unione. Ciò nonostante, Balzac continuò a rispondere con totale ingenuità a tutte le insinuazioni mosse, mentendo spudoratamente di fronte all’evidenza. Se da un lato Evelina, dotata di una grande capacità critica, dispensava consigli letterari e supportava lo scrittore, dall’altro la contessa comprendeva le esigenze del Balzac uomo e i suoi desideri di libertà.
Al rientro da un viaggio in Italia, la notizia della morte di Mme de Berny, avvenuta il 27 luglio, lo sconvolse profondamente, nonostante si aspettasse quella perdita da mesi oramai dopo il loro ultimo incontro in cui la sua malattia e debolezza risultavano evidenti. Come abbiamo già detto Mme de Mortsauf è Mme de Berny senza alcun dubbio e in Félix ritroviamo anche gli stessi rimorsi che afflissero Balzac in quell’istante: entrambi non potevano che
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provare malessere e vergogna per l’aver trascorso delle giornate di gioia e godimento con le rispettive amanti proprio mentre la loro dilecta aveva iniziato la sua lotta contro la morte. Nessuno dei due aveva potuto udire le ultime parole di colei che meglio di ogni altro li aveva amati, così distanti da quel letto di sofferenza. La visita della tomba era l’unica cosa che rimaneva loro da fare, con il presentimento nel cuore che quella morte non aveva seppellito solo la loro amata, ma anche la loro giovinezza. Balzac iniziò, così, a sentire una profonda solitudine: aveva due amanti, una vicina a lui, l’altra in Ucraina, ma era solo e con una nuova angoscia dentro di sé. Il troppo lavoro lo manteneva distante dalla vita vera, quella reale, e il tempo passava inesorabilmente. D’altro canto, però, come Balzac decise di trascurare il lavoro per dedicarsi alle uscite e ai balli, i debiti triplicarono. Una delle donne che aveva preceduto la contessa e con la quale Balzac decise di non continuare la liaison, colta dall’invidia, decise di denunciarlo comunicando il suo nascondiglio alla polizia; per evitare la prigione, la contessa saldò i suoi debiti, sebbene lei stessa non fosse ricca. La notizia giunse alla stampa e Balzac non poteva più continuare a mentire. In ogni frangente Balzac veniva aiutato o salvato da una mano femminile.
Tuttavia anche la contessa si stancò delle sue continue crisi finanziarie e Balzac si decise a ristabilire i rapporti con Eva e a sposarla. In sette lunghi anni di distanza, Balzac trovava assurdo che un uomo potesse tener fede a un patto di fedeltà e lo dimostrano le parole che lui le scrive: «Un homme est-il une femme? Peut-il rester, de 1834 à 1843, sans femme?»1. Una donna, quindi, a
suo parere e a parere di molti altri, avrebbe potuto restare tutti quegli anni senza un uomo mentre l’uomo no. Balzac iniziava ad essere stanco delle donne, stanco dei debiti e delle relazioni a distanza, ma ecco che giunse una
1 Ivi, p. 300.
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notizia a risvegliare il suo spirito: una lettera dai sigilli neri giuntagli il 5 gennaio del 1842 gli annunciò il decesso del signor Hanska, avvenuto il 19 novembre dell’anno precedente. Eva doveva dunque essere sua, ora che era vedova era divenatata una futura moglie perfetta. Dopo anni di incertezze e rifiuti, la signora Hanska alla fine cedette ma pochi mesi dopo Balzac morì.
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