5. Le lys dans la vallée
5.2 La dicotomia donna angelo – donna fatale
5.2.3 La simbologia floreale
In questo romanzo di Balzac un altro aspetto importante da analizzare è la flora, in quanto questa è messa in stretta relazione con la descrizione fisica di Madame de Mortsauf. In una sua critica Leo Bersani dice che le immagini relative alla natura sono dettagliate e non sempre puramente ornamentali o descrittive, bensì celano importanti significati psicologici. Non si tratta di un fatto eccezionale: la storia della letteratura abbonda di esempi di donne paragonate a fiori. Il linguaggio dei fiori si sviluppò soprattutto nel XIXesimo secolo e al tempo della pubblicazione de Le lys dans la vallée circolavano gia numerosi trattati a riguardo; Goody e Sartiliot stabilirono che Balzac, durante la stesura del romanzo, ebbe modo di consultare Le langage des fleurs del 1800 di Charlotte de la Tour. Nello stesso periodo nella cultura europea venne introdotta l’arte turca del sélam: questo era il nome assegnato dagli orientali a un particolare tipo di bouquet i cui fiori avevano una disposizione che esprimeva un determinato pensiero o sentimento nascosto secondo i loro usi e credenze. Alcuni critici hanno visto un significato dietro al bouquet che Felix offre a Madame de Morsauf, un codice della tradizione del sélam.
Spesso il protagonista Felix ricorre alla metafora del giglio per rappresentare l’amata; il giglio richiama alla mente anche il simbolismo romano cattolico poiché questo fiore era associato frequentemente alla Beata Vergine. Inoltre ricordiamo che Henriette appartiene all’aristocrazia e, quindi, l’evocazione del giglio è inevitabile, essendo questo un emblema della royalty francese. Tuttavia, l’associazione al giglio non è l’unica incarnazione floreale di Madame de Morsauf. Il narratore nomina la donna ed evoca la sua sensualità attraverso la descrizione di tante altre piante e fiori, così come l’erica, la magnolia e la rosa. Analizzando più a fondo l’utilizzo di queste metafore, possiamo anche notare che esse, oltre a sottolineare la posizione di
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Henriette come oggetto d’amore di Felix, funzionano anche da indicatore della salute della donna in questione, raccontando in qualche modo l’evoluzione della sua malattia fino al raggiungimento della morte.
Quando Felix ricorda la sua prima visita a Clochegourde e il suo primo incontro con Henriette, egli descrive la bellezza della sua pelle con le parole seguenti: «le teint, comparable au tissu des camélias blancs, se rougissait aux joues par de jolis tons roses»1. Il protagonista fa il ritratto di una nobildonna il
cui viso ha lo stesso colore delle camelie bianche e questa caratteristica ne rinforza la purezza e la delicatezza. L'associazione della camelia alla bellezza era una credenza popolare ben radicata. Poco dopo, nella stessa descrizione, Felix rappresenta in termini floreali anche il portamento elegante di madame de Mortsauf, facendo riferimento a un ricordo in comune con la sua corrispondente:
Rappelez-vous le parfum chaste et sauvage de cette bruyère que nous avons cueillie [...] cette fleur dont vous avez tant loué le noir et le rose, vous devinerez comment cette femme pouvait être élégante loin du monde, naturelle dans ses expressions, recherchée dans les choses qui devenaient siennes, à la fois rose et noire. Son corps avait la verdeur que nous admirons dans les feuilles nouvellement dépliées [...].2
Anche se l'erica può subito richiamare alla mente un fiore secco, essa demarca allo stesso tempo una forza d'animo e una tenacità di spirito senza eguali; inoltre, essendo una pianta che cresce in aree incolte, essa richiama anche la solitudine che per Felix è destinata ad Henriette.
1 Ivi, p. 53.
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Felix associa per la prima volta l'amata al lys del titolo del romanzo quando gli viene presentata la madre della contessa, la duchessa di Lenoncourt:
Pour avoir une idée de cette lutte entre une femme sèche, froide, calculée, ambitieuse, et sa fille, pleine de cette onctueuse et fraîche bonté qui ne tarit jamais, il faudrait vous figurer le lys auquel mon coeur l'a sans cesse comparée, broyé dans les rouages d'une machine en acier poli.1
I fiori utilizzati inizialmente per descrivere la donna, ossia la camelia, l'erica e il giglio, trasmettono al lettore i suoi attributi fisici e psicologici. Quando Felix tradirà le aspettative di Henriette portandola alla malattia fatale, anche gli effetti emotivi causati da questo stress saranno descritti in termini floreali. Quando Felix è a Parigi, gli giunge la notizia che Jacques, il figlio più piccolo di Henriette, è malato e decide così di ritornare immediatamente dalla donna amata per stare al suo fianco in questo momento di crisi. Alla prima vista Madame de Mortsauf appare fisicamente fragile poiché vegliava costantemente il letto del figlio, ma il ritorno di Felix ha proprio un effetto ristoratore sulla sua salute ed egli stesso descrive la sua rinascita attraverso un’analogia floreale:
Une femme qui revit sous les regards de Taimé donne peut-être une plus grande preuve de sentiment que celle qui meurt tuée par un doute, ou séchée sur sa tige, faute de sève ; je ne sais qui des deux est la plus touchante. La renaissance de madame de Mortsauf fut naturelle, comme les effets du mois de mai sur les prairies, comme ceux du soleil et de Tonde sur les fleurs abattues. Comme notre vallée d'amour, Henriette avait eu son hiver, elle renaissait comme elle au printemps.2
1 Comfort K.A., Floral Emblems of Health in Balzac's Le lys dans la vallée, «Dalhousie French Studies», (XLIV), 1998, p. 33.
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L’ammirazione e l’amore di Felix la fanno rivivere, trasformandola in un fiore che sboccia a primavera. In queste parole di Felix il concetto di rinascita è presente sia come sostantivo sia come verbo e questa ripetizione serve maggiormente a sottolineare la sua rinnovata forza e salute.
Anche il riferimento alle stagioni assume una grande importanza in questa analisi: Felix costituisce per Henriette una sorgente vitale, un sole vivente che procura calore e nutrimento al giglio umano in una primavera spirituale a seguito di un inverno di privazione. Con la sua presenza Felix fornisce alla donna il sostegno emotivo che lei necessita in modo da poter rinascere proprio come fa un fiore grazie al sole che gli fornisce il calore necessario per crescere. Finché c'è l'amore a sostenerla Henriette prospera e nel momento del ricordo dei momenti felici della coppia Felix la descrive come una donna in piena fioritura. Tuttavia, il paragone cambia drasticamente nel momento in cui Felix ricorda la reazione di Henriette alla scoperta della sua relazione con Arabelle e il suo conseguente cambiamento d'aspetto; il narratore afferma che lei non assomigliava più a un giglio bensì «elle était mortifiée comme le fruit sur lequel les meurtrissures commencent à paraître et qu'un vers intérieur fait prématurément blondir»1. Dunque, la contessa sboccia
e fiorisce grazie all'amore, ma quando la sua anima gemella la tradisce lei accusa una ferita emozionale che si traduce in un malanno fisico. A conferma di questo cambiamento c'è anche l'azione da parte di Henriette di spostare i vasi che nel passato Felix riempiva abitualmente con i fiori per omaggiare il suo amore dal salone alla sua stanza. Non solo Henriette non è più il suo giglio, ma anche i fiori che lei amava osservare per trovare del sostegno sono spariti
1 Ivi, p. 258.
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dalla vista pubblica e la loro assenza evidenzia il fatto che Felix, attraverso il suo tradimento, ha ormai perso il ruolo di confidente della contessa. Henriette segnala perciò la fine della sua intimità emozionale con il ragazzo eliminando le composizioni floreali circostanti.
Vari mesi dopo il suo allontanamento da Clochegourde, Felix ritorna precipitosamente da lei pur rischiando la sua carriera a corte essendo venuto al corrente del peggioramento della sua salute. Il confessore di Henriette, l'abate De Dominis, incontra il giovane e descrive lo stato di salute della donna e la sua apparente agitazione attraverso una metafora floreale: «Ses vertiges sont excités, je crois, moins par l'effroi de la mort que par une ivresse intérieure, par les fleurs fanées de sa jeunesse qui fermentent en se flétrissant»1.
L'espressione «fermentent en se flétrissant» richiama alla mente l'immagine della frutta marcia che Felix stesso aveva usato precedentemente nel testo per descrivere i primi segni percepiti della malattia psicologica dell'amata. Henriette continua a rifiutare cibo e acqua e di conseguenza il suo corpo sta appassendo come un fiore secco. Presagendo la morte certa di madame de Mortsauf, Felix spera per la sua salvezza spirituale eterna e chiede all'abate: «Vous le croyez, ce beau lys coupé refleurira dans le ciel?»2. Un fiore tagliato è
destinato inevitabilmente a una morte rapida. Da un lato i fiori spesso simboleggiano la bellezza, ma dall'altro possono anche segnalare una morte imminente. Riutilizzando la metafora floreale di Felix, l'abate cerca di preparare il giovane alla vista della contessa estremamente cambiata dalla malattia: «Vous l'avez laissée fleur encore [...] mais vous la retrouverez consumée, purifiée dans le feu des douleurs, et pure comme un diamant encore enfoui dans les cendres»3. Appena prima di entrare nella stanza Felix
1 Ivi, p. 311.
2 Ivi, p. 313. 3Ibidem.
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cerca conforto nella natura, ma si accorge che anche Clochegourde e il paesaggio che la caratterizza sono cambiati:
La voilà [...] cette lande desséchée comme un squelette, éclairée par un jour gris, au milieu de laquelle s'élevait un seul buisson de fleurs, que jadis dans mes courses je n'ai pas admirée sans un sinistre frémissement et qui était l'image de cette heure lugubre!1
Questa descrizione della valle ha la funzione di preparare il narratore e il lettore alla descrizione della donna malata, paragonabile anche lei a un
squelette dopo un digiuno di ben 42 giorni. Come Jacques Borel nota nel suo
studio della struttura narrativa del romanzo, anche la vallata ha un'anima e vive in parallelo a coloro che la abitano. Il ruolo del paesaggio assume dunque una maggiore rilevanza e in queste ultime descrizioni esso rispecchia a pieno il declino della contessa; Jean-Hervé Donnard afferma che «la vallée, c'est la femme; la femme, c'est la vallée»2. Allo stesso tempo la natura è anche l'eco
della tristezza del narratore.
Terminato il dialogo con l'abate, Felix entra nella camera di madame de Mortsauf e nell'avvicinarsi a lei la vede circondata da fiori, così come lo era nei giorni più sereni, ma nonostante il tentativo di apparire diversa, la donna è chiaramente malata.
Sous les flots de dentelles, sa figure amaigrie, qui avait la pâleur verdâtre des fleurs du magnolia quand elles s'entrouvrent, apparaissait comme sur la toile jaune d'un portrait les premiers contours d'une tête chérie dessinée à la craie.3
1Ivi, p. 314.
2 Comfort K.A., Floral Emblems of Health in Balzac's Le lys dans la vallée, cit., p. 36. 3 Balzac H., Le lys dans la vallée, cit., p. 317.
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Benché nel simbolismo convenzionale dei fiori la magnolia sia un emblema di bellezza e dolcezza femminile, il narratore la paragona a questo fiore con lo scopo di trasmettere al lettore il suo aspetto malato; è proprio dall'innaturale color verdognolo del viso della contessa che Felix misura il suo stato di salute. E' significativo il fatto che madame de Mortsauf in salute presenta un viso bianco e candido come le camelie, mentre quando si avvicina alla morte esso prende il colore della magnolia. Il decadimento della contessa sconvolge Felix al punto da farlo allontanare ed affermare: «Des pleurs humectèrent mes yeux, je me tournai vers la fenêtre comme pour regarder les fleurs»1. Il suo lys è
ormai diventato irriconoscibile e quindi rivolge il suo sguardo ai fiori veri, sviluppando una sensibilità fisica maggiore verso di essi man mano che Henriette diventa più debole. Felix poi dice che Manette, un servo dei Mortsauf ha fatto levare tutti i fiori perché andavano ad influire negativamente sul sistema nervoso della donna; quei fiori che una volta erano il simbolo della donna stessa e dell'amore del giovane per lei, ora le sono diventati insopportabili e nocivi. Quello che precedentemente era stato l'indicatore della sua salute inizia ora a minare e indebolire la sua forza; è ciò che essi simboleggiano che più la fa stare male poichè le ricordano quello che avrebbe potuto avere se avesse solo accettato l'amore del giovane.
Deslandes cerca di placare i dolori legati alla memoria somministrando dell'oppio alla contessa; i papaveri bianchi sono associati al conforto e alla dimenticanza. Nel raccontare la progressione della malattia di madame de Mortsauf il narratore continua ad associare la donna a un giglio, ma ormai si tratta di un lys coupé2. Tuttavia, dopo la sua morte, lo status di giglio di
1 Ivi, p. 319.
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Henriette viene ristorato nella mente del giovane, così come desiderava Henriette, rimanendo per lui un «lys éternel»1. Felix dice: «tout ce que je puis
avoir de bon émane de cette tombe, comme d'un lys des parfums qui embaument l'atmosphère»2. L’aspetto visivo diminuisce di importanza, è il
profumo della donna e il suo ricordo che restano vivi dentro Felix. Il permanere della presenza spirituale di Henriette è trasmessa attraverso questa analogia olfattiva che sottolinea la trasformazione della donna da entità fisica a ricordo durevole. Il messaggio finale sembra essere che la bellezza della donna è transitoria come quella dei fiori, ma può essere resa immortale grazie alla memoria di coloro che hanno potuto ammirare il loro splendore al loro apice.